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Comportamento
LA COLLABORAZIONE TRA IL MEDICO VETERINARIO ESPERTO IN COMPORTAMENTO ANIMALE E L’ISTRUTTORE RIABILITATORE, UN NUOVO APPROCCIO PER COMBATTERE LA PATOLOGIA COMPORTAMENTALE DEL CANE
UNA SINERGIA PER IL SUO BENESSERE
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Franco Fassola
Medico Veterinario Esperto in Comportamento Medico Veterinario Esperto in IAA Presidente Senior SISCA Presidente AIRS Direttore SIACr Responsabile del Servizio di Medicina Comportamentale Istituto Veterinario di Novara fassola@medicinacomportamentale.com La Sisca (Società Italiana Scienze del Comportamento Animale), prendendo a modello l’approccio zooantropologico teorizzato dal Dott. Roberto Marchesini e supportata dalle scoperte in ambito neurobiologico, ha definito l’intervento terapeutico di tipo Cognitivo-Relazionale con approccio Sistemico, in quanto oltre al pet coinvolge tutta la famiglia. Il soggetto, attraverso l’apprendimento, crea rappresentazioni che non producono automatismi ma arricchiscono la struttura comportamentale dotandola di nuovi strumenti di conoscenza allargando il fronte esperienziale. L’obiettivo dell’intervento terapeutico è di tipo relazionale-sistemico, mirato e tarato sul sistema famiglia e non sul cane: Sisca, nel 2012, fa nascere SIACrA (Scuola Italiana Attività Cognitivo-relazionali Animale). È nell’ambito della SIACrA che viene attivato il primo corso per Istruttori Riabilitatori Sisca, grazie alla collaborazione tra un gruppo di veterinari comportamentalisti e di istruttori cinofili. Che hanno intuito, non primi ma sicuramente molto convinti, quanto sia importante la cooperazione tra queste due figure.
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COME SI È ARRIVATI AL “MODELLO SISCA”
All’inizio degli anni 2000, alcuni educatori cinofili, come veniva definita allora la figura che lavorava con il cane, hanno l’idea di creare un gruppo che avrebbe dovuto lavorare in sinergia con il veterinario comportamentalista (come si chiamava allora il MVECA): nasceva il Giac. All’incirca nello stesso periodo, il Dott. Roberto Marchesini teorizza l’approccio CZ, ossia l’approccio Cognitivo-Zooantropologico, e nel 2007, pubblica il libro “Pedagogia cinofila: introduzione all’approccio zooantropologico”, il testo che contiene la teoria di riferimento a questo approccio. La SISCA nella sua evoluzione culturale riconosce il modello cognitvo-relazionale come fondamentale, lo associa al modello psicopatologico francese e al modello sistemico usato in psicologia. Il progetto terapeutico non si basa solo sul farmaco e su poche indicazioni pratiche di gestione del cane, ma interviene sulla relazione animale-proprietario, ossia il “Modello SISCA” si basa su un intervento olistico che prende in considerazione il sistema nel suo insieme.
La prima visita comportamentale
Il proprietario del cane si rivolge al Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale (MVECA) o a un Istruttore Riabilitatore (IR) per chiedere una soluzione al disagio sperimentato nella relazione con il proprio cane o a un comportamento di questo che non ritiene adeguato. Questa richiesta ha un fondamento sanitario in quanto si riferisce alla salute psicofisica del cane, nonché alla salute e all’equilibrio del sistema all’interno del quale il cane è ospitato. Tutto questo comporta una netta definizione dei ruoli, dell’identità e delle funzioni delle due figure professionali (MVECA e IR). Le figure svolgono un’attività che si basa sulla cooperazione, con il fine ultimo di creare o affinare la relazione uomo-cane. Trattandosi di un “atto medico”, la gestione e il coordinamento dell’intervento vede il MVECA come figura di riferimento per il proprietario del cane. È il MVECA che avvia il percorso e integra la figura dell’IR realizzando, attraverso le rispettive competenze professionali, l’intervento riabilitativo. Il rapporto tra i due professionisti deve essere improntato ai massimi livelli di cooperazione, nel rispetto dei rispettivi ruoli.
L’IR dovrebbe essere presente durante la prima visita comportamentale, partecipando ad essa. Qualora non sia presente, il MVECA, nel primo incontro riabilitativo, introdurrà il ruolo e i compiti dell’IR, programmando con il proprietario il suo ingresso in terapia, presenziando al primo incontro e fornendo le istruzioni a tutte le persone presenti. L’incontro tra la famiglia e l’IR sarà preceduto da un incontro di questo con il MVECA, nel corso del quale illustrerà il caso e, se disponibile, visioneranno il video della seduta.
La progettazione della terapia
Dalla sinergia delle competenze del MVECA e dell’IR, prende corpo la progettazione della terapia, partendo dalla diagnosi e dalla prognosi del sanitario. All’incontro con l’animale e i suoi proprietari, il MVECA e l’IR arriveranno con una linea comune di intervento, che potrà essere modificata in corso di terapia relativamente alla risposta del sistema. Con un approccio olistico, le parole e l’ascolto sono strumenti terapeutici altrettanto efficaci come il farmaco. La collaborazione
tra il Medico Veterinario Esperto in Comportamento e l’Istruttore Riabilitativo persegue il fine di offrire al binomio uomo-animale un supporto attraverso gli esercizi che l’istruttore, seguendo un protocollo terapeutico concordato, va a proporre all’animale e al suo compagno umano, insieme a un sostegno continuo durante tutto il percorso terapeutico. Progettare un percorso riabilitativo significa definire, in base alla diagnosi, i macro-obiettivi da raggiungere attraverso i singoli step che compongono ogni singola seduta di riabilitazione. Tutto ciò implica la messa a fuoco con l’IR dei contenuti, ossia gli esercizi da proporre al binomio, stabilendo dei momenti di sintesi, con riunioni per discutere gli obiettivi raggiunti e le criticità del percorso terapeutico concordato all’inizio della terapia.
La co-costruzione del setting
La gestione e il coordinamento della prima visita sono di competenza del MVECA titolare del caso, mentre in questo frangente l’IR si limita a osservare le dinamiche del binomio, intervenendo per facilitare il compito del MVECA proponendo delle attività al cane. La qualità della sinergia tra MVECA e IR sul set clinico dipenderà dalla chiarezza dell’accordo tra i due professionisti. Il rischio di sconfinamenti non è remoto dato che l’operatività delle due figure ha, al momento, delle aree grigie di sovrapposizione anche se ci sono ambiti di assoluta autonomia operativa.
Tuttavia, la visita clinica comportamentale con la diagnosi, la diagnosi differenziale, la prognosi e la terapia, essendo un atto medico, sono di esclusiva competenza del MVECA.
Questo non è un atto formale o politicamente corretto, c’è una base scientifica, deontologica e pratica. Alcune manifestazioni comportamentali potrebbero essere sintomi di una patologia organica, che deve essere diagnosticata e curata per risolvere il sintomo comportamentale.
Un ideale percorso riabilitativo dovrebbe contemplare la presenza del MVECA anche alle sedute riabilitative per offrire un valore aggiunto al processo riabilitativo. In assenza di ciò è necessario un contatto molto stretto e puntuale fra IR e MVECA al fine di dare senso a ciò che si fa e alle eventuali variazioni di programma. L’IR produrrà un puntuale report del suo operato e lo condividerà con il MVECA per valutare insieme il prosieguo del percorso terapeutico-riabilitativo. Utilizzando gli strumenti informatici, è anche utile creare un gruppo di WhatApp con tutti i membri del gruppo famigliare, l’IR e il MVECA per comunicare tra una seduta di riabilitazione e l’altra e tra le visite comportamentali.
In questo modo le informazioni circolano più velocemente, tutti gli attori della terapia sono informati sull’evoluzione di questa contemporaneamente e in tempo reale, offrendo la possibilità a tutti di dare un contributo. La cooperazione tra MVECA e IR è ancora agli inizi ma si sta tracciando una via che, in base alle conoscenze attuali, sarà la strada del futuro clinico della medicina comportamentale veterinaria. ●
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Bibliografia
1.F. Fassola - A. Miconi, Il DVMC e l’IRS: la visita comportamentale, relazione Corso Istruttore Riabilitatore
SISCA, 2013. 2.F. Fassola, Quali figure sono coinvolte? Il percorso pedagogico: il DVM e l’Educatore Cinofilo; Il percorso riabilitativo: il DVMC e l’Istruttore
Cinofilo, Atti Secondo Itinerario di
Medicina Comportamentale, marzo 2014.
3.F. Fassola, Tesi di Master in Counseling sistemico-relazionale: La visita comportamentale animale secondo un approccio sistemico-relazionale, 2013.
4.R. Marchesini, Pedagogia Cinofila: introduzione all’approccio zooantropologico, 2007.