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Cani di razza

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Comportamento

Comportamento

RAZZA ABBASTANZA RECENTE E DALLE PECULIARITÀ BEN DEFINITE. FRA I TRATTI DEL CARATTERE RISALTANO L’INTELLIGENZA, L’ADATTABILITÀ, LA RAPIDITÀ NELL’ESECUZIONE E L’ATTENZIONE A SODDISFARE IL CONDUTTORE

IL PASTORE

SVIZZERO BIANCO

Nicolas Patrini

Psicologo, educatore cinofilo La storia del pastore svizzero bianco è legata a quella del pastore tedesco, cane da cui questa razza deriva. I due pastori sono frutto dello stesso lavoro di selezione, iniziato nelle campagne tedesche con lo scopo di produrre un ottimo cane da lavoro: forte, resistente, capace di vegliare sul gregge e di difendere la proprietà. Inizialmente, dunque, si trattava dello stesso cane e per questo si parla nei libri cinofili di pastore tedesco bianco, con riferimento alle primissime selezioni. Tuttavia, alla fine dell’800 la variante cromatica scelta escluse totalmente il fenotipo bianco, con conseguente estromissione dei cani non focati dalle esposizioni cinofile. Il rifiuto avvenne, in particolare, agli inizi del ’900, con l’abbandono delle selezioni.

Il riconoscimento della razza

Il pastore tedesco bianco fu quindi dimenticato, tanto da ridurre la popolazione mondiale a poche decine di unità. A mantenere viva la razza furono alcuni paesi, come ad esempio il Canada, dove il

LO STANDARD

Aspetto generale. Il pastore svizzero bianco è robusto, muscoloso, di media taglia. Il corpo è inscrivibile in un rettangolo leggermente allungato: il rapporto fra la lunghezza del tronco, misurata dalla punta della spalla alla punta della natica, e l’altezza al garrese è di 12:10. Testa. Di forma conica, proporzionata al corpo, asciutta, cesellata. Lo stop è poco marcato, ma definito. Il muso è leggermente più lungo del cranio; il tartufo è di media grandezza e dev’essere possibilmente di colore nero. Le labbra si presentano come asciutte, aderenti e nere. La dentatura è forte e completa, con chiusura a forbice. I denti devono essere impiantati perpendicolarmente alle mascelle. Occhi. Sono di media grandezza, a forma di mandorla, in posizione leggermente obliqua; il colore va dal marrone al marrone scuro. Orecchie. Vengono portate erette e sono posizionate alte, parallele tra loro, con padiglioni rivolti in avanti; la forma è quella di un triangolo allungato con la punta leggermente arrotondata. Collo. Scendendo verso la groppa troviamo un collo di media lunghezza e muscoloso; non c’è giogaia. Tronco. La linea superiore del tronco è forte, muscolosa, di media lunghezza. Coda. A forma di sciabola, va assottigliandosi verso la punta; quest’ultima raggiunge il garretto quando la coda è a riposo. Arti. Anteriori: forti, asciutti e robusti, di media ossatura; diritti, visti dal davanti, e appena distanziati tra loro; ben angolati visti di profilo; posteriori: hanno le medesime caratteristiche e visti da dietro sono diritti e paralleli, non troppo distanziati; ben angolati visti lateralmente. Andatura. Cadenzale, dinamica, con grande ampiezza di falcata dell’anteriore e potente spinta del posteriore. Mantello. Si presenta con pelo semi-lungo liscio e sottopelo. Il muso, le orecchie e le facce anteriori degli arti sono ricoperti da pelo più corto. Parti più lunghe di mantello formano una criniera al collo e “culottes” sulla parte posteriore delle natiche. La coda è ben fornita di pelo. Il colore è, naturalmente, il bianco. Taglia e peso. Altezza al garrese nei maschi va dai 58 ai 66 cm; le femmine sono più piccole e si attestano tra i 53 e i 61 cm. I maschi possono arrivare anche a 40 kg, le femmine difficilmente superano i 35. pastore bianco non venne scartato, ma anzi allevato e tenuto in considerazione, anche sui ring nelle esposizioni di bellezza. La lenta ripresa avvenne in Europa nei primi anni Settanta, grazie alle importazioni dal Nord America e al maschio “Lobo”, nato il 5 marzo 1966 e considerato come il progenitore della razza in Svizzera. Non più riconosciuto dalla società del pastore tedesco, lo svizzero trovò la propria via per affermarsi ed emanciparsi a partire dal lavoro di un gruppo di cinofili elvetici, che lo portarono verso il riconoscimento ottenuto nel 1991, grazie alle numerose richieste inoltrate alla FCI. Lo standard ufficiale venne approvato nel 2002 sotto il nome di pastore svizzero bianco. Il primo CACIB (Certificato di Attitudine al Campionato Internazionale di Bellezza) venne rilasciato nel 2011 al World Dog Show di Parigi. Negli ultimi dieci anni il pastore svizzero bianco ha saputo conquistare molti allevatori nel nostro Paese, basti pensare che oggi le registrazioni sfiorano quota 600 unità all’anno, contro le 180 del 2010.

Il carattere

Come abbiamo visto, la storia di questa razza è indissolubilmente legata a quella del pastore tedesco. Lo stesso vale per il carattere, che deriva dalla medesima selezione e va capito a partire ciò che ha indirizzato l’attività degli allevatori: avere un ottimo cane da lavoro. Condurre il gregge non è semplice e per svolgere al meglio il compito ci vuole un cane pronto all’azione, dalla grande capacità di far fronte a situazioni mutevoli e vigile. Da questo punto di vista il pastore svizzero bianco è maestro, poiché in grado di mantenere alta la soglia di attenzione diretta allo svolgimento di un compito. Caratteristica che lo rende anche ben addestrabile. Al di là del lavoro, dove esprime al meglio le sue capacità, questo cane sa svolgere egregiamente anche la guardia ed è un caparbio difensore della famiglia e del conduttore, verso il quale si mostra sempre attento a soddisfare gli ordini impartiti. Dal punto di vista del temperamento, il pastore svizzero bianco non deve mai dimostrarsi eccessivo nelle risposte, imprevedibile, timoroso, aggressivo, poiché tra le caratteristiche della razza c’è quella di essere capace di grande equilibrio psichico. Malgrado

tenda a non offrire da subito la propria fiducia agli estranei, si tratta di una razza amichevole e bonaria, mai eccessiva senza motivo.

Adatto alla famiglia, ma necessita di esercizio fisico

Le caratteristiche comportamentali sono anche ben manifestate nell’atteggiamento corporeo del cane, in grado di essere molto comunicativo: la sua espressione è sempre fiera e attenta e le posture assunte rendono l’idea dello stato generale di attivazione. Pertanto il pastore svizzero bianco è perfettamente in grado di far capire il proprio stato d’animo. Ciò che un buon conduttore dovrà sempre tenere in conto è la necessità di questa razza di svolgere abbondante esercizio fisico. Una vita statica e noiosa non si adatta alla razza, che necessita di svago e di impegno psicologico per mostrare le sue migliori attitudini.

Detto questo, non si tratta di un cane lontano dall’essere un buon membro della famiglia tra le mura domestiche e si rivela docile e paziente anche con i più piccoli.

Il conduttore ideale è quindi dinamico e desideroso di passare del tempo all’aria aperta con il proprio amico a quattro zampe. Se correttamente stimolato, il pastore svizzero bianco sarà un compagno di giochi e di lavoro impareggiabile. ●

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