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Michel Desvigne
Parigi, il lungosenna e la zona a monte. Vivo su un’isola, un’isola della Senna, a Parigi. E contemplo le banchine del fiume. Durante questi due mesi di confinamento, guardavo tutti i giorni i lungosenna totalmente deserti. Così deserti da perdere ogni dimensione, da diventare un paesaggio; tutto il mio paesaggio.
Il “giorno dopo” e tutti i giorni seguenti li ho visti riempirsi, quasi voracemente, e quello straordinario desiderio di spazio pubblico metteva allegria. A me dava gioia soprattutto osservare la folla festosa, avida di quegli spazi che un tempo erano strade e che oggi non sono oggetto di alcun programma né attrezzate in alcun modo.
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Forse per ritrovare quel vuoto, per recuperare il mio paesaggio effimero ormai perduto, ho pedalato lungo le rive oltre la folla, risalendo il fiume. Stordito e un po’ intimidito, ho costeggiato per la prima volta il mio fiume spingendomi un po’ più lontano, oltre l’aeroporto a sud della città. Il primo viaggio dopo l’assenza,
alle spalle dei comuni delle periferie, delle stazioni di smistamento, degli impianti di depurazione e delle tangenziali. Forse questo paesaggio a monte non esiste. Non si vede. Non ha forma, non è un tutto, ma è fatto di aggiunte posteriori, di sfondi scollegati tra loro.
A qualche chilometro dall’Île Saint-Louis, il fiume appare come il limite di questi sfondi, una frontiera, un confine tracciato dagli amministratori, astratto come una carta geografica. Il fiume è un osso rosicchiato.
Potevo rallegrarmi nella convinzione che questa situazione fortuita mi aveva finalmente consentito di collegare la mia città e e le banchine del suo fiume alla zona a monte, alla geografia.
Grazie a questo improbabile viaggio sul posto, ho capito soprattutto quanto sarebbe semplice trasformarne il percorso: così come ho fatto a Bordeaux, progettato a Detroit, messo in pratica a Minneapolis, ammirato a Boston, è facile concedere un po’ di spazio al fiume e ridare vita alle sue rive. Non è mai troppo tardi.
In questo modo, i lungosenna parigini – diventati in tempi recentissimi importanti spazi pubblici – si trasformerebbero in una sequenza di parchi, parte di un sistema a misura della Grande Parigi.
Michel Desvigne è titolare dello studio di architettura del paesaggio MPD Michel Desvigne Paysagistes, con sede a Parigi, e insegna all’Università di Harvard.