Michel Desvigne
Parigi, il lungosenna e la zona a monte. Vivo su un’isola, un’isola della Senna, a Parigi. E contemplo le banchine del fiume. Durante questi due mesi di confinamento, guardavo tutti i giorni i lungosenna totalmente deserti. Così deserti da perdere ogni dimensione, da diventare un paesaggio; tutto il mio paesaggio. Il “giorno dopo” e tutti i giorni seguenti li ho visti riempirsi, quasi voracemente, e quello straordinario desiderio di spazio pubblico metteva allegria. A me dava gioia soprattutto osservare la folla festosa, avida di quegli spazi che un tempo erano strade e che oggi non sono oggetto di alcun programma né attrezzate in alcun modo. Forse per ritrovare quel vuoto, per recuperare il mio paesaggio effimero ormai perduto, ho pedalato lungo le rive oltre la folla, risalendo il fiume. Stordito e un po’ intimidito, ho costeggiato per la prima volta il mio fiume spingendomi un po’ più lontano, oltre l’aeroporto a sud della città. Il primo viaggio dopo l’assenza, 114