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TREND ESTERO Germania, oltre la birra c’è di più
TREND/ESTERO
GERMANIA, OLTRE LA BIRRA C’È DI PIÙ
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LE NUOVE GENERAZIONI PUNTANO AL GREEN, ALLE OPZIONI NO ALCOL E ALLE NOVITÀ: DAI VINI BIOLOGICI E ORANGE AI COCKTAIL READY TO DRINK. E TRA LE “BIONDE”, PIÙ SPAZIO ALL’ARTIGIANALITÀ
DI ANNA MUZIO
Èun luogo comune, ma con un innegabile fondamento di verità. L’iconografia classica del tedesco, intento a sorseggiare un boccale di birra, è destinata a restare valida anche in futuro, perché
la “bionda” si conferma di gran lunga la bevan-
da alcolica più bevuta in Germania. I consumi di birra nel 2022 sono cresciuti rispetto al 2021, sebbene ci siano segnali da non sottovalutare: confrontando i dati di Destatis (l’ufficio federale di statistica della Germania) relativi al primo semestre 2022 con lo stesso periodo del 2019, emerge un -5,5% a volume, pari a 253,8 milioni di litri di birra in meno. Non solo:
rispetto all’inizio del secolo le vendite di birra sono calate costantemente e nel 2021 sono state inferiori di un quarto
rispetto al 2000. A cambiare sono anche gli equilibri interni al comparto, con le birre artigianali in ascesa negli ultimi anni e quasi un terzo dei consumatori attratto da questa tipologia per “curiosità” e voglia di provare cose nuove. Un fenomeno che potrebbe scuotere un mercato assai consolidato: “Dal 1516, i birrifici tedeschi hanno seguito la legge tedesca sulla purezza, ma è una situazione destinata a cambiare con l’ingresso nel segmento della birra artigianale” ha detto Holly Inglis, analista del settore bevande di GlobalData. Da segnalare, inoltre, l’incremento dei consumi di birre analcoliche, in linea con una tendenza che vedremo essere trasversale al mondo del beverage teutonico.
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IL VINO TRA ALTI E BASSI
Se il mercato tedesco è in genere caratterizzato dalla ricerca di prodotti convenienti (non a caso i discount sono nati
proprio qui), le nuove generazioni stanno cambiando i paradigmi di consumo. Prendiamo il vino: la base è solida per un Paese produttore, ma non appartenente allo zoccolo duro dei consumatori tradizionali (Francia, Spagna, Italia), con la
metà della popolazione che beve vino una volta al mese e oltre 22 milioni di persone attestate su una frequenza di
una volta a settimana. Il parco consumatori sta però invecchiando: per metà è composto da over 55, mentre gli under 40, se nel 2018 erano un quarto, nel 2022 si sono ridotti a un quinto dei winelovers. Ad aumentare è semmai la ricerca di prodotti premium e la conoscenza di vitigni, ma il futuro è incerto. Cosa vogliono i più giovani? Cercano novità, come
i vini senza solfiti, orange, biologici e biodinamici. Oppure si rivolgono ad altri prodotti, percepiti come più interes-
santi e dinamici, quali il gin. Anche senza alcol, perché qui, come altrove, le tematiche della sostenibilità e del salutismo stanno prendendo sempre più piede. Non a caso, crescono i vini senza alcol, già provati dal 12% dei Gen Z.
SOFT DRINKS E SUCCHI AL BIVIO
In Germania è alto il consumo di soft drinks e, più nello specifico, la categoria dei succhi di frutti ha registrato un bo-
om durante i vari lockdown per poi calare con il ritorno
del fuori casa. Anche in questo settore grande attenzione è posta alle opzioni bio, salutiste e con l’aggiunta di elementi utili per il benessere quali i superfood. Secondo Mintel, società di ricerche di mercato attiva a livello globale, i prodotti a valore aggiunto e salutistici saranno fondamentali per conquistare consumatori che devono affrontare il più consistente aumento del costo della vita degli ultimi decenni. Basti dire che in Germania il 72% de-
gli acquirenti di bevande alla frutta concorda sul fatto che bere ogni giorno bibite “arricchite” sia una buona alternativa all’assunzione di integratori e il 43% evita di
comprare prodotti con un basso punteggio Nutri-Score. Da ultimo, il 33% dei giovani tra i 16 e i 24 anni acquirenti di succhi di frutta afferma che è importante che tali prodotti siano sostenibili. In prospettiva, l’interesse per gli analcolici e i rincari dei prezzi causati dall’inflazione potrebbero favorire il passaggio da categorie adiacenti verso i succhi a basso contenuto di zuccheri, le bevande a base frutta con un’elevata percentuale di acqua e i succhi cosiddetti “fortificati”, quindi con caratteristiche spiccatamente salutistiche. Restando nel mondo soft drinks, le indagini di mercato hanno evidenziato
COSA BEVONO I TEDESCHI
168
98
LITRI PRO CAPITE ANNUI DI ACQUA
MINERALE
LITRI PRO CAPITE ANNUI DI SOFT
DRINKS 20,7
91,6
3,2
LITRI PRO CAPITE DI
BIRRA
LITRI PRO CAPITE DI
VINO
LITRI ANNUI DI SPIRITS
Fonte: Euromonitor, Statista
che molti tedeschi amano le bevande gassate e tra le più dinamiche ci sono quelle a base di caffeina. Le previsioni non sono però del tutto confortanti: c’è la possibilità di un calo di vendite per questa tipologia di prodotti nei prossimi anni, a seguito dei programmi adottati dal Governo a tutela della salute della popolazione.
OCCHI PUNTATI SUI READY TO DRINK
Un settore da tenere d’occhio è quello dei ready to drink: in base a un recente studio che ha coinvolto anche la Germania ed è stato realizzato da Iwsr, società che si occupa di analisi nell’ambito degli alcolici a livello mondiale, la categoria è
destinata a crescere dell’8% nei prossimi cinque anni, trainata dai cocktail. Sono sette le sottocategorie individuate: cocktails/long drinks, hard seltzers, hard coffees, hard
teas, hard kombuchas, wine spritzers/coolers e FABs (in pratica tutti gli altri ready to drink). La progressiva segmentazione aiuterà a sviluppare i consumi, senza però stravolgere i fattori di scelta del consumatore che restano – anche in questa categoria in chiara ascesa – innovazione e notorietà di marca. Due grandi classici, buoni ad ogni latitudine.
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