![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/2cf85832d909adf6e89273caa026473a.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
24 minute read
IL PUNTO
LA FORZA DEI NUMERI
Stiamo vivendo un momento di grande cambiamento, è innegabile. Una trasformazione che ci ‘obbliga’ ad aumentare la capacità di attrazione e connessione. Non è cosa da poco, credetemi. Può farlo solo chi è al centro del settore in cui opera. E
Advertisement
Italgrob è il centro della filiera Horeca.
I numeri dicono che la nostra Federazione, oltre a farsi bandiera di tutti gli operatori della distribuzione italiana, associa quei consorzi, quei gruppi di imprese o gruppi di depositi, che messi insieme contano oltre il 70% della
quota di mercato intermedio. Conti alla mano, oltre due miliardi e mezzo di euro di fatturato.
Numeri che, quando si parla di business, hanno certamente un peso importante. E questo è un dato di fatto reale che offre a Italgrob quella credibilità che voi le riconoscete. Una credibilità che non dipende ovviamente solo dai numeri, c’è altro, direi molto altro: c’e l’impegno della Federazione nel settore dell’alta formazione con AFDB,
della forte attività di comunicazione di categoria con il nostro storico magazine GBI e del portale GBI News,
e poi con la nostra manifestazione IHM, giunta alla dodicesima edizione. E ancora, le attività di lobby nelle sedi istituzionali, la partnership istituzionale con Censis (da cui il rapporto Censis – Italgrob). Insomma c’è tanto, ma forse tutto questo ancora non basta e non basterà per affrontare le sfide future, difficili direi, che attendono tutti noi. E quindi ci vorranno altre idee e poi impegno doppio, anzi triplo, tutto l’impegno possibile. Posso assicuravi che non mancheranno né idee né tantomeno impegno. Voglio concludere aggiungendo una parola, una sola parola, ma per me fondamentale: questa parola è orgoglio, orgoglio come forza propulsiva per sostenere il nostro impegno, orgoglio di rappresentare chi opera al centro del mercato. E sapere che il distributore Horeca è l’elemento cen-
trale del contesto sociale in cui opera rende il nostro
orgoglio doppio.
DINO DI MARINO,
DIRETTORE GENERALE ITALGROB
SOMMARIO
01. EDITORIALE Vi aspettiamo a Rimini
03. IL PUNTO La forza dei numeri
06.
INTERNATIONAL HORECA MEETING/ ASSOCIAZIONI
L’unione fa la filiera
10.
INTERNATIONAL HORECA MEETING/ PROSPETTIVE
Il mercato che verrà
16.
TRADELAB/ APERITIVI
Happy hour all’italiana, forever young
20. SCENARI/APERITIVI La miscelazione spinge i consumi degli italiani
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/a6b02ea102611fe41a408d3d6bea010c.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
24. AZIENDE/APERITIVI Novità e best seller dei produttori di marca
30. FOOD/APERITIVI “Famolo Premium”
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/df81511422b9289e52a2398b97bbfc9e.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/78902108e35316c76da97c7fe6702b12.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/e7e84592a86cf0e88c52884e5b2ce5d7.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/dbf410679713201d08d1e3ef2796d563.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
32. MERCATO/PLAYER Amazon, se la conosci…
36. TECNOLOGIA/ LOGISTICA Un software per amico
40.
INTERVISTA/ MANAGER
Benedetto Marescotti. L’approccio sostenibile di Caviro
44. TREND ESTERO Germania, oltre la birra c’è di più
46. INTERVISTA/CAMPARI Maurizio Bellè: “Il mondo dei grossisti secondo me”
50. CONSORZI/ADAT La distribuzione guarda avanti
56.
58.
INTERVISTA/ SANPELLEGRINO
Il futuro è nel segno dell’healthy beverage
IL GROSSISTA/ CIPPONE & DI BITETTO
Passaggio a nord ovest… ma non solo
INTERNATIONAL HORECA MEETING/ASSOCIAZIONI
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/c652ab9aa9b5af617aa2cb554b1277f6.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
L’UNIONE FA LA FILIERA
L’ESORTAZIONE A DIALOGARE E COLLABORARE È STATO IL MANTRA DELL’ANTEPRIMA AUTUNNALE DELL’INTERNATIONAL HORECA MEETING. PERCHÉ DI QUESTIONI IN SOSPESO CE NE SONO TANTE E INDUSTRIA E DISTRIBUZIONE DEVONO AFFRONTARLE INSIEME
DI ANNA MUZIO
L’ attesa era grande, perché il momento è complesso, e la rosa di esperti, stakeholder, analisti messa in campo alla preview dell’International Horeca Meeting di Italgrob, tenutasi al Superstudio di Milano lo scorso 3 novembre, non ha deluso le aspettative. La dodicesima edizione dell’IHM, manifestazione organizzata
in collaborazione con Italian Exhibition Group, si inserisce nel più ampio contesto di Beer&Food Attraction ed è in programma dal 19 al 22 febbraio 2023 presso la
Fiera di Rimini. L’obiettivo era fare il punto sull’andamento e sull’evoluzione del mondo del consumo fuori casa che, dopo aver superato gli anni disastrosi della pandemia, ora deve affrontare sfide altrettanto delicate: l’aumento
vertiginoso dei costi di gestione, l’inflazione, il calo del
potere di acquisto dei consumatori. Non c’è più tempo da perdere e occorre trovare soluzioni. Non a caso il convegno si è aperto con un’immagine simbolica: la “Notte Stellata” di Vincent Van Gogh, allegoria della notte scura che stiamo attraversando, con le stelle però che fanno sperare e indicano il percorso. l’Horeca nel creare valore economico e sociale: la convivialità del fuori casa per il 68% di italiani rappresenta una spinta al benessere.
UN SETTORE CHE VALE IL DOPPIO DELLA SERIE A
Ad aprire i lavori, Antonio Portaccio, Presidente di Italgrob: “Nel 2022 si sono verificati contemporaneamente una serie di eventi: il Covid, non ancora debellato, che minaccia la quotidianità; la situazione russo ucraina, nata come guerra lampo e giunta al nono mese, che influisce pesantemente sull’economia mondiale ed europea in particolare; la crescita dei prezzi, che ha registrato un’impennata importante con l’aumento delle materie prime e dei prodotti energetici. Tutto ciò ha creato un contesto perfetto per la
dinamica inflattiva: siamo tornati indietro di 40 anni, al 1984. E nel 2023 si prevede un Pil vicino allo zero o negativo. In questo scenario, Italgrob non può esimersi dall’essere presente e dare le risposte che il mondo
Horeca richiede. Al meeting dello scorso anno ci eravamo lasciati con la necessità di lavorare a livello culturale sul distributore: lo stiamo facendo con la rivista GBI, i portali Italgrob e Gbinews.it, l’Horeca Meeting. A livello politico ci sono state le audizioni con tutto l’arco parlamentare: sugar e plastic tax nel 2023 non saranno attuate e forse saranno cancellate, anche grazie a noi. Se la professionalità deve sempre di più caratterizzare la categoria, occorre uscire dal crepuscolo di un settore che ha fatturato più del doppio della Serie A di calcio e di Alitalia, solo nel beverage, ma che non ha la sua giusta collocazione”.
Secondo Portaccio, questo cambio di passo può essere fatto sottolineando e diffondendo il ruolo che ha
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/ec7b9309acee1df59d75379ed917c0c5.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
SI ALLUNGANO I TEMPI DI PAGAMENTO
Tra le note dolenti si segnalano invece i tempi di pagamento (si veda anche GBI n. 196 agosto – settembre 2022, pag. 6) passati, in base ai dati Cerved, da una media nel settore di 93 giorni nel 2019 ai 103 giorni del 2021. Come uscirne? Parlandosi di più. “Da soli non si va da nessuna parte – ha
affermato Portaccio –, è fondamentale essere squadra, avere le idee chiare, ma iniziare a rapportarsi in maniera costruttiva. È l’inizio di un percorso che ci porterà a ri-
solvere determinate problematiche. Occorrono dialogo, condivisione e confronto per trovare soluzioni che giovino a tutta la categoria”. Non a caso, spesso le mode nascono nei luoghi di socialità, come il bar, dove elemento permeante è proprio il rapporto umano: “Il messaggio nei confronti dell’industria sviluppato lo scorso febbraio è che bisogna lavorare per il nuovo umanesimo della distribuzione – ha continuato Portaccio –. È questa la grande sfida che ci attende dopo un anno ricco di soddisfazioni nei numeri, ma minacciato dalla spirale inflattiva. Ci preoccupa non l’aumento
dei prezzi, ma il fatto che il po-
tere delle famiglie è stato eroso. Dobbiamo lavorare insieme per far capire alle famiglie che l’Horeca rappresenta ancora un momento importante di socialità”. In un mondo che cambia è necessario essere attori, non spettatori, e non temere di affrontare le nuove sfide: “Noi vogliamo coglierle e ritagliarci un ruolo da protagonisti” ANTONIO PORTACCIO, PRESIDENTE DI ITALGROB ha concluso Portaccio.
IL VALORE DELLE RELAZIONI
Serve ancora una fiera fisica in tempi di progressiva digitalizzazione? A questa domanda ha risposto Corrado Peraboni, Amministratore Delegato di Italian Exhibition
CORRADO PERABONI, AMMINISTRATORE DELEGATO DI ITALIAN EXHIBITION GROUP
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/aca82ff3b6215b691b59b6101d547225.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Group: “Quest’anno le manifestazioni hanno superato i livelli del 2019, è un grande segnale di fiducia. Chi ha
pensato che lo schermo potesse sostituire gli eventi in presenza ha sbagliato: alla fine prevale il piacere di vedere di persona e la gioia di chi insieme si ritrova a
fare networking. I nostri sono lavori di relazione”. Non solo: secondo Peraboni “nei prossimi anni la globalizzazione sarà parzialmente rivista, sarà continentale, europocentrica. E questo accadrà anche se lavoriamo con i mercati più lontani, con buyer da Brasile, Messico e Stati Uniti, usando le piattaforme per portare visitatori in fiera”.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/6c2b72f8ea10cf9ce0d53084b8e3704d.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
BIRRA, L’INCREMENTO DELL’ACCISA PREOCCUPA TUTTI GLI OPERATORI
All’International Horeca Meeting hanno preso parte i Presidenti delle più importanti associazioni di categoria dei produttori beverage: Assobirra, Mineracqua, Assobibe. “Le associazioni che rappresentano il beverage sono sul pezzo – ha assicurato Alfredo Pratolongo, Presidente di Assobirra –. Noi proviamo a farlo sulla questione dell’accisa e mi auguro che l’attuale Governo prosegua l’attività dei precedenti: per il 2022 è stata prevista una riduzione delle accise, ma dal 1° gennaio 2023 la tassazione sulla birra aumenterà se non viene fatto un intervento. È un tema non solo di Assobirra o del settore birrario, ma di tutti noi, perché ha un grande impatto sulla distribuzione ed è una tassazione subdola, essendo alla fonte”. Anche Pratolongo ha messo l’accento sulla necessità di collaborare: “Insieme, come associazioni di categoria
e persone che rappresentano l’Horeca, dobbiamo far
sentire di più la nostra voce. Siamo sottoquotati rispetto al valore che portiamo al Paese, attestato tra 7,5 e 8,5 miliardi di euro all’anno, il 60% del quale generato nella parte a valle. Le sfide del futuro sono ingenti: noi italiani non siamo più abituati all’inflazione, ci aspettiamo quindi ripercussioni sui consumi”.
L’EUROPA, LA PLASTICA E L’ACQUA MINERALE Crisi, shock energetico, siccità, mancanza di CO2: tanti i temi caldi individuati da Ettore Fortuna, Vicepresidente
DA SINISTRA, IL VICEPRESIDENTE DI MINERACQUA ETTORE FORTUNA, IL MODERATORE GIUSEPPE ROTOLO, IL PRESIDENTE DI ASSOBIBE GIANGIACOMO PIERINI E IL PRESIDENTE DI ASSOBIRRA ALFREDO PRATOLONGO
di Mineracqua, che però ne ha toccato uno davvero spinoso: la direttiva Ue sulle plastiche monouso. “Abbiamo
parlato con gli omologhi di Confindustria di Germania e Francia, dove una legge bandisce le bottiglie di plastica nel 2040. Io le considero delle fughe ideologi-
che e questa è l’Europa che non ci piace. Su un tema così complesso, sarebbe meglio discutere di tempi e fattibilità degli interventi. In commercio ci sono già bottiglie riciclate al 100%, sebbene il PET riciclato costi più del vergine”. A giudizio di Fortuna, occorre una forte presa di coscienza sull’acqua minerale: “Credo che si debba investire su questo aspetto, come noi aziende abbiamo investito per anni trovando un linguaggio comune, dalla definizione di acqua minerale alle problematiche connesse. È una visione che deve uscire dal nostro ambito e arrivare all’intero settore. Una bottiglia di acqua minerale al ristorante
crea valore, ma sappiamo quanti locali propinano ai
loro clienti acqua di rubinetto che io chiamo ‘finta’. Io diffondo la cultura della purezza originaria dell’acqua e dobbiamo far capire a tutti questo concetto”.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/6569f2ca1a8d69d307072ef494bd8b42.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
LE PAROLE CHIAVE DEL FUTURO
Antonio Portaccio: Squadra Corrado Peraboni: Comunità
Alfredo Pratolongo: Valore Ettore Fortuna: Resilienza
Giangiacomo Pierini: Concretezza
LA GUERRA AL PACKAGING? UNA FOLLIA
Anche Giangiacomo Pierini, Presidente di Assobibe, ha lanciato l’allarme sulle questioni irrisolte che gettano un’ombra sul settore: “La direttiva sugli imballaggi ha
effetti sull’intera filiera, con prescrizioni che creeranno disagi nel delivery, perché le bottiglie andrebbero restituite, con l’effetto di aumentare la concorrenza
da parte della Gdo. Si parla addirittura di obbligare i bar a usare contenitori di vetro anche per il latte, fino ad arrivare a ipotesi come quella del cliente che porta la sua tazza al bar. È una follia, inoltre nel 2024 ci saranno le elezioni europee e potrebbero essere approvate nuove leggi ancora più restrittive. Il packaging garantisce la salubrità del prodotto: se tutto è ‘alla spina’ e poi sorge un problema, chi garantisce il consumatore?” ha chiesto provocatoriamente Pierini. L’idea di proseguire nella ricerca spazi di collaborazione è parsa ampiamente condivisa: “Abbiamo lavorato su
molti tavoli insieme – ha ribadito Pierini – a monte e a valle. Qualsiasi provvedimento colpisca uno di noi,
colpisce tutti. Lavoriamo in ottica di filiera, focalizzandoci sulla concretezza per contrastare l’atteggiamento ideologico di una certa politica”.
DA SINISTRA, GIUSEPPE ROTOLO E IL DIRETTORE DEL CENSIS FRANCESCO MAIETTA
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/0da7fcac44640068e0902751c4f7b98d.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
INTERNATIONAL HORECA MEETING/PROSPETTIVE
IL MERCATO CHE VERRÀ
I CONSUMATORI NON FARANNO A MENO DEL FUORI CASA, MA LA DINAMICA INFLATTIVA LI OBBLIGHERÀ A COMPIERE DELLE SCELTE. E A USCIRNE PENALIZZATI A TUTTI I LIVELLI SARANNO GLI OPERATORI INCAPACI DI PROPORRE UN’OFFERTA DISTINTIVA, IN TERMINI DI PRODOTTO E SERVIZIO. ANCHE PERCHÉ A CRESCERE SARANNO SOLO I PREZZI E NON I VOLUMI
DI ANNA MUZIO
In uno scenario a rischio recessione, le domande che tutti si fanno sono: come reagiranno i consumatori? Continueranno a frequentare il fuori casa? E come cambieranno le loro abitudini? Per rispondere a quesiti
tutt’altro che semplici, sul palco dell’International Horeca Meeting sono saliti i dirigenti delle società
di ricerca partner di Italgrob: Formind, TradeLab e IRI. A introdurre l’argomento ci ha pensato Francesco Maietta, Direttore del Censis: “Nel 2023 si prevede crescita zero, tassi d’interesse sopra il 4% e inflazione a due cifre. Ma ci sono ragioni per pensare in positivo”. Certamente le famiglie attueranno dei meccanismi di adattamento alla situazione,
individuando le voci più importanti o ineliminabili. “Tra queste c’è il benessere personale – ha sostenuto Maietta – che comprende il fuori casa. Nel secondo rapporto Censis per Italgrob (che sarà presentato in occasione di Beer&Food Attraction, ndr) ci siamo concentrati sul valore della con-
vivialità, fondamentale nello stile di vita degli italiani anche in un contesto ostile, oltre a essere un attrattore
del turismo. Racconteremo l’essenzialità che ha assunto tutta la filiera del fuori casa, dall’industria alla distribuzione, alla molteplicità dei punti vendita. È un errore ritenere che il fuori casa sia un fattore non determinante, come poteva essere in altri periodi storici. Oggi si parla molto di soste-
nibilità ambientale e sociale e poco di qualità della vita
e coesione dei territori, dell’importanza che ha la rete di esercizi del fuori casa per rendere un territorio sicuro, accogliente e dove le persone vivono bene”.
MARE MOSSO, MA NESSUNA TEMPESTA
A delineare l’evoluzione in atto nei comportamenti degli italiani è stato Antonio Faralla, CEO di Formind. “Nella preview
della survey che abbiamo realizzato sul consumatore, oltre a prevedere un calo della spesa complessiva pari all’8%, abbiamo rilevato l’atteggiamento futuro sul food & be-
verage. Sono emersi tre elementi: la propensione, superiore al periodo pre-Covid, del consumatore a frequentare il fuori casa; la consapevolezza di questo atteggiamento; la rimodulazione dei consumi, che già da maggio 2022 si muoveva su due grandi direttrici. Vale a dire: in orizzontale, cioè all’interno dello stesso atto di consumo, con ad esempio i primi piatti che crescono più dei secondi, il che per fortuna impatta poco sul beverage; in senso verticale, operando delle scelte sui momenti di consumo, ed ecco che nella seconda parte del
2022 pranzo e cena hanno subito un forte rallentamento, sebbene
siano ancora positivi sul 2021”. In conclusione, Faralla prevede per il comparto fuori casa mare mosso, ma nessuna tempesta perfetta all’orizzonte.
LO SCATTO IN AVANTI DELLE CATENE
La presentazione di un’analisi sul sentiment dei gestori è stata al centro dell’intervento di Luca Pellegrini, Presidente di TradeLab: solo il 3% degli esercenti vuole chiudere, mentre il 51% ritiene di andare abbastanza bene (si veda la tabella 1). I bar tradizionali, specie in certe aree, cominciano ad avere problemi.
Va detto che le visite nei primi nove mesi del 2022 sono aumentate in tutti i canali, con l’eccezione del food delivery tradizionale, cioè non i nuovi operatori, ma quei ristoranti che hanno attivato consegne low tech (via te-
lefono) a seguito del Covid (si veda la tabella 2). Capitolo molto interessante è quello delle catene: “L’impressione – ha dichiarato Pellegrini – è che questa tipologia di operatori stia cominciando veramente a muoversi:
dal 2019 al 2021, le catene sono passate dal 7 al 10% di quota di mercato con 10.000 punti vendita, ancora pochi
dunque e divisi in 700 insegne (si veda la tabella 3, ndr). Le catene sono molto parcellizzate, ma c’è una sperimentazione formidabile con tanti investimenti. Il cliente tipo ha 18-24 anni e le frequenta a pranzo, ma anche a cena; è un target che crescendo si porta dietro le sue abitudini: dalla nascita è abituato a ragionare per marchi. I giovani metteranno in difficoltà l’offerta più tradizionale, che dovrebbe riprogettarsi, ma spesso stenta ad adattarsi”.
DA SINISTRA, ANTONIO FARALLA, CEO DI FORMIND, GIUSEPPE ROTOLO, LUCA PELLEGRINI, PRESIDENTE DI TRADELAB, MARCO COLOMBO, OPERATIONS AND PRODUCT MANAGEMENT DIRECTOR DI IRI
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/603c59c2c27102f9aa74f5a3d0ee2f14.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
IL 2022 SARÀ DIFFICILE DA REPLICARE
“Il 2022 stimiamo si chiuderà con un segnale positivo importante: circa 30 punti in più sul 2021 e in crescita del 14% anche sul 2019 – ha spiegato Marco Colombo, Operations and Product Management Director di IRI –. L’aspetto distintivo nel 2022 è stato il fattore prezzo. Ci sono stati elementi di supporto alla crescita del canale guidata dai volumi: il 2022 è stato l’anno più caldo dal 1800 e con disponibilità di domanda, visto che il 92% delle famiglie italiane ha scelto di passare le vacanze in Italia, contro il 75% del 2019. Nei prossimi mesi occorrerà concentrarsi sul prezzo”.
Se nella prima parte dell’anno, cioè fino a maggio, il mondo Horeca ha scaricato a valle l’incremento dei listini, durante la cruciale stagione estiva il canale ha fun-
zionato come calmieratore. Quanto al 2023, “per la prima volta è complicato fare una stima – ha ammesso Colombo –. L’ipotesi iniziale è di una riduzione marginale, perché sostenere volumi pari al 2022 sarà difficile. Un elemento critico sarà rappresentato dall’inflazione: l’incremento complessivo di
fatturato potrebbe essere simile al 2022, ma sarà guidato
dall’aumento dei prezzi e non da una crescita dei volumi”. In un contesto nel quale sarà necessario farsi notare e scegliere dal consumatore, inevitabilmente occorrerà essere distintivi nell’assortimento, nel servizio, nella gestione, davanti e dietro il banco.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/6a36b421afadc5da8d716cef293f6434.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
FEBO LEONDINI,
PRESIDENTE DI AFDB E DIRETTORE DEL MASTER LUISS IN TRADE MANAGEMENT Durante il dibattito è stato dato spazio alla presentazione dei nuovi format espositivi e dei servizi esclusivi che la rinnovata edizione di IHM, nel più ampio scenario di Beer&Food Attraction, propone alle aziende espositrici. La presentazione è stata curata da FLAVIA MORELLI (a sinistra) , GROUP EXHIBITION MANAGER DELLA FOOD&BEVERAGE DIVISION AT IEG e CARMEN ZEOLLA, EXHIBITION MANAGER AT IEG.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/68dca3e3c59a43235f9393f52f85b70d.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
IL GAP TECNOLOGICO
Sul ruolo della tecnologia, che mette a disposizione strumenti sempre più puntuali e sofisticati, si è focalizzato Febo Leondini, Presidente di AFDB e Direttore del Master Luiss in
LE PAROLE CHIAVE DEL FUTURO
Francesco Maietta: Relazioni Antonio Faralla: Fiducia e flessibilità Luca Pellegrini: Non star fermi Marco Colombo: Distintività Febo Leondini: Dubbio di senso
e dialogo
Lucio De Siero: Pianificare il futuro
e iniziare a costruirlo
Lucio Roncoroni: Ruolo Giuseppe Mele: Empatia, ascoltiamo
di più prima di parlare
Pietro Flaccadori: Comunicazione
e ascolto
Flavia Morelli: Connessioni Carmen Zeolla: Audacia
Trade Management: “C’è un grosso problema culturale in chi non vuole affrontare questo nuovo mondo che ci costringe a rivedere il nostro business. Siamo ancorati a paradigmi culturali che confliggono con la novità portata dal digitale”.
La soluzione? “Provocatoriamente, dico che vanno pensionati i sessantenni – ha aggiunto Leondini – e messi a capo delle aziende i venticinquenni: faranno degli errori, ma è un passo necessario”. “”
LA PAROLA AI DISTRIBUTORI
I top manager di gruppi e consorzi raccontano come stanno affrontando questa fase di mercato.
LUCA DE SIERO, GENERAL MANAGER & COMMERCIAL DIRECTOR DI GRUPPO DORECA
Di fronte alle avversità dobbiamo imparare a pianificare. Abbiamo informazioni su propensione acquisti, consumer confidence, battuta media e sono convinto che lo stile di vita sia immodificabile nel medio termine. I consumatori manterranno la voglia di uscire ed è da capire dove si canalizzeranno, ma gli elementi per pianificare il 2023 li abbiamo. all’interno del gruppo. Penso a figure di pianificatori professionali, per capire come si muove la domanda. La comunicazione poi è l’anello di congiunzione tra tutti gli attori della filiera, è utile per migliorare i processi e gestire gli ordini. Ascoltare le esigenze oggi è più che mai importante in un contesto di grandi cambiamenti.
LUCIO RONCORONI, DIRETTORE GENERALE DI CDA
È mutato completamente il modo di affrontare il business a livello locale: i cambiamenti climatici non stanno incidendo in maniera uguale ovunque, i numeri sono determinati da una pluralità di cause locali. Siamo una comunità territoriale parte di un tessuto sociale, da lì dobbiamo ripartire e riflettere sul ruolo del distributore. Ripeto: ci sono tanti cambiamenti in atto, ma anche opportunità che si creano.
PIETRO FLACCADORI, DIRETTORE COMMERCIALE DI BEVERAGE NETWORK
Per cercare di consolidare il rapporto tra industria e distribuzione bisogna ragionare con calma, attenzione e impostare accordi che possano dare un po’ di stabilità. Abbiamo goduto di situazioni che hanno portato a risultati positivi, ma c’è preoccupazione per il futuro. Occorre consolidare il rapporto e la parte commerciale, che deve avere un importante affiancamento al sell out, con attività che possano incentivare e dare fiducia alla forza vendita.
GIUSEPPE MELE, DIRETTORE OPERATIONS & SUPPLY CHAIN DI PARTESA
Le persone sono la chiave del nostro business, che è fatto di relazioni, ma bisogna dotarle di strumenti informativi per accelerare e migliorare le performance e creare nuove professionalità “”
DA SINISTRA, LUCA DE SIERO, GIUSEPPE MELE, GIUSEPPE ROTOLO, PIETRO FLACCADORI, LUCIO RONCORONI
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/9aa10f2299752967062af1e6f43dbeb2.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/da2a97b011e458cc04d46e730ab517c4.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/99c05b73e5ffd744c80b3f6592d8fb9a.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
TRADELAB/APERITIVI
HAPPY HOUR ALL’ITALIANA, FOREVER YOUNG
È L’OCCASIONE DI CONSUMO SIMBOLO DEL DESIDERIO DI NORMALITÀ E SOCIALITÀ NEL POST-COVID. E I DATI DEL 2022 MOSTRANO UN IMPORTANTE INCREMENTO NEL FUORI CASA RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DELL’ANNO PRECEDENTE
DI SARA SILVESTRI
Nei primi sei mesi del 2022, gli italiani hanno consumato oltre 100
milioni di aperitivi fuori casa in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, spendendo
oltre 2 miliardi di euro. A dirlo sono i dati derivanti dal monitoraggio continuativo AFH Consumer Tracking di TradeLab, che certifica il forte allungo, complice un raffronto favorevole con il primo semestre del 2021 ancora soggetto a forti limitazioni dettate dalla pandemia. L’aperitivo è un’occasione di consumo che riveste grande importanza, anche in relazione all’ampia varietà di offerta, sia in termini di luoghi (bar e non solo) sia di categorie di prodotto (alcoliche e analcoliche), unendo – in un solo rito – tradizione “del bere” e nuove tendenze.
Nel secondo trimestre del 2022, con l’avvio della bella stagione e la fine della variante Omicron, abbiamo assistito al raddoppio della quota di persone – dal 19% dello stesso periodo del 2021 al 36%
– che hanno scelto l’aperitivo fuori casa. L’incremento ha riguardato sia il momento pre-pranzo, salito dall’8% al 17%, sia quello pre-cena che è passato dal 15% al 29% (si veda la figura 1). Complessivamente, dunque, tra aprile e giugno scorsi, tre italiani su dieci (pari al 36%) hanno bevuto un aperitivo.
L’IDENTIKIT DEL CLIENTE FINALE
Ma quali sono i target di visitatori dell’away from home al momento dell’aperitivo? Relativamente al periodo analizzato, i dati mostrano forti differenze, sia per età che per appartenenza geografica. L’occasione fuori casa dell’aperitivo è stata vissuta da ben un giovane su due (fascia d’età 18/34 anni), mentre da solo un anziano su quattro (fascia d’età 65/74 anni). Si tratta, inoltre, di un’abitudine più praticata al Nord Est (41%), rispetto al Sud e Isole (32%).
In generale, a farla da padrone è l’aperitivo serale che – con riferimento al primo semestre del 2022 – ha
Figura 1 - La quota di visitatori nell’occasione dell’APERITIVO raddoppia nel Q2 ’22 rispetto al 2021.
% Italiani che hanno frequentato l’aperi vo diurno e serale
19% 36%
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/e692d52f854f5f6c0b2564395798764c.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Q2 2021 Q2 2022
Fonte: TradeLab - AFH Consumer Tracking (interviste dal 1 aprile al 30 giugno 2021 VS interviste dal 1 aprile al 30 giugno 2022)
% Italiani che hanno frequentato l’ap vo diurno
17%
8% % Italiani che hanno frequentato l’ap vo serale
29%
15%
Q2 2021 Q2 2022 Q2 2021 Q2 2022
Figura 2 - APERITIVO SERALE pesa oltre due terzi delle visite “aperitivo” totali e tre quarti del valore dell’occasione .
33% 1° Semestre 2022 25%
NUMERO DI VISITE (mio)
67%
VALORE DEL MERCATO (mio €)
75%
Fonte: TradeLab - AFH Consumer Tracking (interviste dal 1 gennaio al 30 giugno 2022)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/518f2704a73e10df4c78ad3ba7ab49d0.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
rappresentato oltre due terzi delle visite totali (67% aperitivo
serale, 33% aperitivo diurno) e tre quarti del valore dell’occasione (75% aperitivo serale, 25% aperitivo diurno; si veda figura 2). Il peso dell’appuntamento serale assume particolare importanza (82% sul totale visite) tra i giovanissimi (18/24 anni), mentre il target più maturo (65/74 anni) si divide equamente tra i momenti diurno e serale.
Figura 3 - APERITIVO DIURNO più «maschile» e maggiormente rappresentativo dei piccoli centri.
Uomo Donna Quota visite aperi vo per genere 1° Semestre 2022
Quota visite aperi vo per ampiezza centro
APE. DIURNO
38%
62% APE. SERALE
51% 49% Ape. Diurno Ape. Serale Fino a 10.000 ab. 34% 27%
10.001 - 30.000 ab. 21% 22%
30.001 - 100.000 ab. 21% 23%
Oltre 100.001 ab. 24% 28%
il 62% dei visitatori (rispetto al 38% di donne), l’aperitivo serale vede una so-
stanziale parità di genere (51% donne). Con riguardo alla componente geografica, l’aperitivo diurno è maggiormente preferito da chi abita nei piccoli centri (fino a 10.000 abitanti); al contrario, la scelta dell’aperitivo serale prevale nelle città oltre i 100mila abitanti (si veda figura 3).
Fonte: TradeLab - AFH Consumer Tracking (interviste dal 1 gennaio al 30 giugno 2022)
DI SERA VINCE LA PARITÀ DI GENERE
Oltre a dirci la dimensione e il peso dell’aperitivo nel mercato away from home, i dati del monitor di TradeLab permettono di tracciarne una mappatura dettagliata e completa, in termini di caratterizzazioni demografiche, distribuzione per canali e tipologia di consumi. Interessante notare, in primis, le dif-
ferenze di genere: mentre l’aperitivo diurno è, di fatto, appannaggio degli uomini che costituiscono
100% 100% NON SOLO BAR:
I CANALI ALTERNATIVI
Il canale d’elezione non cambia: nel primo semestre del 2022, il 78% degli aperitivi è stato fatto al bar, con una quota preponderante di locali diurni. Una parte significativa è però stata consumata al ristorante/ pizzeria o in canali come sagre, eventi all’aperto, fast food, fiere (si veda figura 4).
Un aperitivo, dunque, fortemente legato al mondo dei cosiddetti bar multi-specializzati, non esclusi-
vamente serali o esperti in mixology. Una bevuta, in molti casi, “semplice” e che vede in Italia una varietà di locali sempre più ampia. Da segnalare la forte competizione nel mix di consumazioni: i dati AFH Consumer Tracking mostrano come i cocktails ne rappresentino una fetta importante, ma anche quanto l’offerta sia, in realtà, animata da una grande quantità di prodotti, alcolici (birra, bollicine, ecc.) e analcolici (bevande gassate e non).
I PRODOTTI PIÙ RICHIESTI
Due interessanti focus riguardano la categoria degli aperitivi “confezionati” e quella dei cocktails a base vermouth.
Sono stati circa 18 milioni i ready to drink industriali monodose sorseggiati dagli italiani, in occasione dell’aperitivo, nel primo semestre 2022; la maggior
parte dei quali nella fascia diurna. La “bevuta pronta” è richiesta soprattutto
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/f68a0ec64be8325c323a2b161ee1370f.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
Figura 4 - APERITIVI SERALI PER CANALE: 8 su 10 consumati al bar. Quota significativa di aperitivi anche in ristoranti e altri canali.
1° Semestre 2022
Quota visite aperi vo serale per canale
Bar diurni/serali
Ristoran e pizzerie 11% 11%
78%
Altri canali
Fonte: TradeLab - AFH Consumer Tracking (interviste dal 1 gennaio al 30 giugno 2022)
al Sud e Isole e dal target più maturo (over 55 anni). Sono stati invece circa 90 milioni i cocktails alcolici consumati dagli italiani, in occasione dell’aperitivo, nei primi sei mesi del 2022, oltre tre quarti dei quali nel serale.
Nella top ten dei cocktails alcolici scelti come aperitivo pre-cena, ne figurano ben tre a base vermouth: Americano e Negroni, al quinto posto
pari merito, seguiti dallo Sbagliato. La classifica vede, accanto a grandi classici come Spritz Aperol e Campari, relative new entry: è il caso del più recente Hugo, spesso noto come “spritz bianco”, nato in Alto Adige all’inizio del 2000. In conclusione, l’aperitivo si conferma una passione italica e l’occasione che forse meglio di tutte sintetizza la ripartenza del fuori casa all’uscita della pandemia, sostenuta dalla voglia di socialità. Un rito antico e moderno, fedele a sé stesso, alla tradizione fatta di drink italiani e stuzzichini, che però sa evolvere verso una dimensione più internazionale incontrando contaminazioni food dalla cucina etnica e sperimentando miscelazioni ed esperienze di bevuta innovative.
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/e1bce5aa24756851d2510d9aac1c30a4.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
![](https://assets.isu.pub/document-structure/221220105611-61c85a3ee142be0e9160b2bf7663230c/v1/4c74f9c2e3befa295d896260aa02aa7b.jpeg?width=720&quality=85%2C50)
AFH CONSUMER TRACKING
Lo strumento per monitorare l’andamento dei Consumi Fuori Casa
AFH Consumer Tracking di TradeLab monitora in modo completo, continuativo e veloce dimensioni e trend della domanda fuori casa per categorie di prodotto, brand, canali, occasioni di consumo, territori e fornisce indicatori chiave relativi a: • MERCATO (ogni mese): frequentatori, visite, spesa, scontrini medi, valore dei canali e delle occasioni di consumo; • CATEGORIE (ogni 3 mesi): acquirenti, stima consumazioni e volumi, ricordo del brand, varianti/tipologie/gusti, pack, size.
• 70.000 interviste web all’anno con lanci giornalieri • Oltre 15 canali, 9 occasioni di consumo, 30 macrocategorie di prodotto monitorate • Piattaforma online e report di sintesi mensili e trimestrali
Angela Borghi - Responsabile Commerciale AFH aborghi@tradelab.it
TradeLab S.r.l. Via Marco d’Aviano 2, 20131 Milano (MI) www.tradelab.it | awayfromhome@tradelab.it | 02 799061