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MERCATO/IRI

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IL PUNTO

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MERCATO/IRI

MIXOLOGY, LA RIPARTENZA DELLE BEVANDE PASSA DA QUI

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IN UN CONTESTO DI SOSTANZIALE RECUPERO, LE VENDITE DI BEVERAGE SONO SPINTE DA ALCUNE CATEGORIE. CI SONO DISCRETE PROSPETTIVE PER IL 2022, MA ATTENZIONE, I DATI VANNO INTERPRETATI

DI ELENA CONSONNI

Quali sono le prospettive per i distributori di bevande per il 2022? Secondo quanto emerge dalle rilevazioni di IRI sembrerebbe che siano favorevoli: si prevede che le vendite per gli operatori del comparto beverage arriveranno quasi a recuperare i livelli del 2019. Al recupero di valore contribuirà, almeno in parte, l’effetto dell’inflazione, che si fa sentire in tutto il mondo, e che vede una convergenza di fattori che non si era mai vista dalla Grande Depressione

degli anni Venti del secolo scorso. Già nel 2021 si è verificato un generale incremento dei prezzi di cessione delle bevande, sia rispetto al 2020 che al 2019, per il tentativo da parte dei distributori di recuperare marginalità, rinunciando alle promozioni. Questo incremento dei prezzi sarà ancora importante per tutto il 2022, anche per una tendenza – che si è fatta sentire nell’ultimo quinquennio – a orientare il proprio portafoglio merceologico verso categorie ad alta profittabilità e rivolto a una clientela qualificata, in locali serali o nella ristorazione di medio e alto livello. “Quello che emerge – ha spiegato Mario Carbone, Account Director IRI nel corso del suo intervento all’International Horeca Meeting di Rimini – è che ci sono categorie che stanno performando benissimo: gli spirits, gli aperitivi e gli analcolici da miscelazione (toniche e ginger). Il mondo della mixology è favorito dalle nuove tendenze di consumo, grazie alle spinte dell’industria da un lato e dei distributori dall’altro, e sta avendo enorme successo. Diverse le aziende di analcolici a essere entrate nella miscelazione aggiungendo alcolici alle loro proposte; specularmente i produttori di spirits hanno inserito in gamma toniche e ginger. Cavalcando l’onda della mixology, gin, tequile, rum e aperitivi alcolici, hanno superato i livelli del 2019, con crescite a valore superiore rispetto a quelle in volume. Questo significa che si punta su

prodotti di alta qua-

lità e alta gamma, sia nell’ambito degli alcolici, sia negli analcolici, con toniche e ginger vendute soprattutto in bottiglie in vetro nei locali di tendenza”.

Per i distributori vale la pena cavalcare questo trend

con prodotti che garantiscono anche un margine superiore ad altre categorie; infatti, proprio in questi segmenti, gli assortimenti si arricchiscono di nuove referenze. “Sembra – ha sottolineato Carbone – che in alcune tipologie di locali ci sia un cambiamento dei consumi; si è passati dalla birra ai cocktail, che hanno un valore percepito superiore presso il consumatore finale. Se l’utente spende 10 euro per un aperitivo, proposto con antipasto e stuzzichini, beve più volentieri un cocktail rispetto alla birra. Lavorare sulle birre di tendenza potrebbe essere un modo per superare questo ostacolo”.

UNO SCENARIO IN RIPRESA

Queste dinamiche si collocano in un ritorno, seppur parziale, ai trend di vendite pre-pandemia, fenomeno già in atto nel 2021. Secondo le rilevazioni IRI, a livello globale, le vendite dei distributori di bevande hanno recuperato il 32% a valore rispetto al 2020, ma manca ancora il -12,8% rispetto al 2019.

“Il rimbalzo c'è – ha commentato Carbone – ma non è ancora del tutto completo per diversi fattori. Soprattutto nei primi mesi dell’anno 2021, gennaio e febbraio, quando eravamo ancora in parziale lockdown. Di fatto, la filiera Horeca è ripartita a marzo, e da lì in poi è andata molto bene, complice un’estate calda dal punto di vista meteorologico. Il turismo balneare ha favorito i consumi, infatti, a livello territoriale, nel corso della scorsa estate, le vendite al Centro Sud sono andate meglio rispetto al Nord dove la ripresa nelle città d’arte e nelle aree urbane si è mostrata più lenta. In autunno, il recupero della filiera è stato rallentato dalla variante Omicron, ma si può concludere che le vendite sembra siano effettivamente ripartite”. Puntare su prodotti di valore in grado di garantire un’esperienza di qualità, potrebbe essere la chiave di volta per completare il recupero e procedere con maggiore slancio verso la stagione estiva 2022.

COSA SUCCEDE ALL'ESTERO

Può essere interessante un confronto con la situazione internazionale. Partendo dai Paesi più vicini geograficamente, in Francia il peso del fuori casa sul totale food&bev è passato dal 35% del quarto trimestre 2019 al 23% del 2020 per recuperare due punti percentuali nel 2021. In Spagna, dopo perdite per il 27% nel 2020, le vendite nel fuori casa son cresciute del 29% nel 2021, tornando ai livelli del 2019. Nel Regno Unito le vendite di bevande nel food service hanno segnato un calo del 21% rispetto al 2019. Pieno recupero negli USA, con vendite di cibo e bevande nell’out of home pari al +32,1% che hanno compensato il -18,4% del 2020.

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