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FORMAZIONE/AFDB Il futuro sostenibile dell’Horeca

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FORMAZIONE/AFDB

IL FUTURO “GREEN” DELL’HORECA

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QUANTO È SOSTENIBILE IL SETTORE DELLA DISTRIBUZIONE HORECA? LA RISPOSTAARRIVA DA UNA PROGETTO SVILUPPATO DAI CORSISTI DEL MASTER LUISS IN HORECA TRADE MANAGEMENT PROMOSSO DA AFDB

DI MARIA ELENA DIPACE

Quello della distribuzione Horeca è un

modello di business fortemente

inquinante. Ipotizzare soluzioni “sostenibili” che permettano al settore di contribuire a ridurre le emissioni di CO2 nell’ecosistema, non è affatto semplice perché si deve considerare una serie non trascurabile di elementi che, insieme, rendono questa tematica molto articolata. “Per dare un’idea complessiva delle ‘determinati carboniche’ della distribuzione Horeca, riprendo i dati proposti da FourGreen (startup innovativa che studia come rendere la distribuzione dei prodotti food&beverage nel canale fuori casa a impatto zero), presentati nel recente International Horeca Meeting di Rimini - spiega Febo Leondini, Presidente AFDB -. Il 49% delle emissioni è imputabile ai trasporti, 12% all’azione di vendita, 5% all’assistenza tecnica (queste 3 sono le 7 visite al mese per punto di consumo), 16% è legato al materiale PoP, 12% è il consumo di energia per la gestione dei servizi vari, a saldo il resto”. Un argomento, quello della sostenibilità, di cui si parla da diverso tempo e che, nel 2020, è diventato oggetto di uno studio da parte dei ragazzi che frequentano il Master della Luiss in Horeca Trade Management promosso da AFDB. Proviamo, assieme al Presidente Leondini, a capire meglio come nascono questi progetti, come vengono sviluppati e, nello specifico, cerchiamo di capire quali sono stati i fattori critici emersi dallo studio dei ragazzi sul tema della sostenibilità.

COME VENGONO SCELTI GLI ARGOMENTI DEI PROGETTI E IN CHE MODO VENGONO SVILUPPATI?

Nella scelta degli argomenti oggetto di ricerca la precedenza è data ai partners AFDB, cui viene chiesto se o in quale ambito, abbiano dei progetti da sviluppare. Solo successivamente, qualora ce ne fosse bisogno, si amplia la scelta dei temi mantenendo sempre la centralità del settore Horeca.

COME VIENE ORGANIZZATO IL LAVORO DEL TEAM? CHI SEGUE I RAGAZZI NEI PROGETTI?

I ragazzi sono divisi in gruppi, prestando attenzione a mantenere gli equilibri interni, e lasciati molto liberi dal

Agnese Alba Vincenzo Iacolare

Marta Sgarlata Virginia Vacca

punto di vista organizzativo per abituarli all’assunzione di responsabilità propria di un percorso di maturazione progressivo. Evidentemente, vengono concordati degli incontri intermedi in cui gli elaborati sono commentati e indirizzati. In questa fase, se il progetto è stato commissionato da uno o più partner, gli incontri vedono la presenza attiva dei tutor aziendali, diversamente il confronto è con il tutor del master.

ENTRIAMO NEL VIVO DI UN PROGETTO. PARTIAMO DA UN TEMA CHE TIENE BANCO DA UN PO’ DI TEMPO: LA SOSTENIBILITÀ. COME I RAGAZZI HANNO APPROCCIATO QUESTO ARGOMENTO E QUALI OBIETTIVI SI SONO DATI?

Chiar Roberta Ricciardel a Pisani Il tema della sostenibilità è stato affrontato nel 2020, quindi in anticipo rispetto al notevole hype di cui gode adesso. Questo perché il master AFDB è un punto di osservazione lo privilegiato delle dinamiche di settore e riesce, effettivamente, a intercettare in anticipo i cambiamenti che stanno avvenendo nell’Horeca. Devo dire che i ragazzi hanno affrontato con molta serietà il compito e hanno trovato alcune soluzioni molto interessanti, almeno per l’epoca. In particolare, vanno ricordate almeno due ipotesi di lavoro. La prima che prevedeva la costituzione di un’Associazione di Filiera Controllata Horeca che certificasse i diversi gradi di sostenibilità di tutti gli attori coinvolti nel processo: dall’industria ai punti di consumo. Questa associazione, non profit, avrebbe il compito di controllare i singoli passaggi, rendicontarne digitalmente le osservazioni e reinvestire i proventi derivanti dalla gestione dei certificati bianchi e dalle quote associative in iniziative di miglioramento operativo interne. Al di là delle difficoltà di fattibilità, l’aspetto importante è che, in anticipo su tutti, i ragazzi del Master hanno capito la necessità di un approccio sistemico al problema

IL TEAM DI AFDB

VINCENZO IACOLARE

ROBERTA RICCIARDELLO

VIRGINIA VACCA AGNESE ALBA

CHIARA PISANI

MARTA SGARLATA

della sostenibilità; cosa che, a oggi, non sembra essere ancora chiara. La seconda, su cui andrebbe davvero aperto un dibattito serio, riguarda la gestione delle consegne ai punti di consumo, effettuata con automezzi vecchi, spesso non a pieno carico e in continua sovrapposizione di zone (accennavo

prima al problema del numero eccessivo di visite per pdv). Lo sviluppo di un hub di smistamento logistico, con i compiti di ottimizzazione dei percorsi globali e di conversione fossile-elettrico, è ancora oggi una possibile soluzione per il miglioramento complessivo della sostenibilità logistica.

DI FATTO, LA SOSTENIBILITÀ È UN ARGOMENTO CHE SI INTRECCIA IN MODO EVIDENTE CON IL LAVORO DEL DISTRIBUTORE…

Nel modo più diretto possibile: per soddisfare le necessità di un singolo punto di consumo il distributore, mediamente, lo visita 7 volte al mese (insisto su questo concetto), in date e con personale diverso. La sostenibilità del processo, evidentemente, va messa in discussione seriamente.

DOVE AVVIENE LO ‘SPRECO’?

Il punto non è il concetto di spreco, quanto piuttosto quello di utilizzo di risorse non rinnovabili, quindi, più che rifarsi a un’idea di utilizzo inefficiente di risorse, che comunque c’è e non è di poco conto, dobbiamo riflettere sull’abitudine di un ‘mondo a perdere’ che va cambiata. Il paradigma estrattivista credo sia il vero problema, di cui lo spreco è un sintomo. E i ragazzi lo hanno ben esplicitato nel loro studio.

PRODUZIONE E TRASPORTO SONO GLI IMPUTATI MAGGIORI?

Lo studio ha evidenziato che i due aspetti vanno scissi. La produzione, soprattutto se riferita alle grandi aziende multinazionali, negli ultimi 10 anni ha realizzato dei passi avanti notevolissimi in tema di sostenibilità, più per necessità industriali che per vero amore per l’ambiente, ma non si fanno mai i processi alle intenzioni. Altrettanto, nelle industrie medie, piccole e nelle microimprese, i problemi ambientali godono di assai poca attenzione, per non dire nulla. Per quanto riguarda tutta la logistica, lì il problema è di dimensioni enormi, complice un’idea distorta di globalizzazione che, per l’appunto, ha considerato l’ambiente come un grande contenitore VaP il cui smaltimento non è mai stato preso in considerazione.

AF CH

QUANTO SONO INTERESSATI I PDV HORECA AL CONCETTO DI SOSTENIBILITÀ E QUANTO È IMPORTANTE PER LORO AVERE UNA CERTIFICAZIONE DI FILIERA?

I dati pubblicati da FIPE nell’ultimo Rapporto, ci dicono che prima della pandemia il 40% dei pubblici esercizi era in perdita, dopo la pandemia siamo arrivati al 60%. Ora, parlare di sostenibilità a chi ha fame rischia di essere una colossale presa in giro, altrettanto, però, questa situazione non può costituire una giustificazione al disinteresse. D’altra parte, l’industria, per un motivo o per l’altro, sta cercando di fare la sua parte. Ancora una volta, quindi, tocca alla distribuzione Horeca decidere del suo destino e del suo ruolo nell’ecosistema. Ed è importante sensibilizzare i nostri corsisti su questo aspetto, perché rappresenta il futuro ma anche la tenuta della filiera Horeca.

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LA STORICA AZIENDA VENETA HA SCELTO IL BEER&FOOD ATTRACTION PER PRESENTARE UNA RINNOVATA SELEZIONE DI PRODOTTI NAZIONALI E INTERNAZIONALI DI ALTISSIMO LIVELLO, CON FORTE IMPATTO EMOZIONALE

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Debutta il catalogo Exclusive di Mavolo srl con oltre 150 nuove referenze tra spirits, birre e toniche. Una gamma ampia per intercettare le tendenze del mercato e dei consumatori all’insegna di un’unica parola d’ordine: qualità. E se tra gli spirits compaiono nomi importanti come Amuerte Gin, May Fair Gin, Matsui

distillery, Ambrosia Gin, Don Ramon e Noble Coyote

Tequila & Mezcal o Le Tribute tra le toniche, è con la birra che Mavolo ha fatto incetta di consensi nell’ultima edizione di Beer&Food Attraction, a Rimini. Parliamo di brand di altissima qualità come Rye River, Lefebvre, Eggenberg. E ancora, con una fornitura in fusti per il canale Horeca, Mavolo ha firmato una partnership significativa con Braugold, storico birrificio tedesco che vanta una gamma davvero unica. Altra collaborazione in esclusiva per la distribuzione in Italia è firmata Rolling Hills, un microbirrificio belga, creativo e orientato al futuro con un forte radicamento nella regione, nella storia e nella natura. E tra le specialità troviamo, Lelijken Das, Steeple e Wildebeest.

Il rinnovamento di un’azienda solida e storica come Mavolo, passa anche dall’immagine, con un logo aziendale rivisto in chiave contemporanea, una profonda ristrutturazione della sede e il potenziamento dell’organico con nuove figure e ruoli, determinanti per gli ambiziosi obiettivi futuri. “La nostra RTM nell’Horeca non cambia – spiega Davide Daturi, General Manager dell’Azienda – Confermiamo il nostro impegno a operare in partnership con i distributori, non è nostra intenzione distribuire direttamente ai punti di consumo”.

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