Nr. 13 - OTTOBRE 2020
F
RIV
Breslau Rally
INFERNO POLACCO Arriva il Defender Ibrido Peugeot Rural: il fuoristrada mai nato RegolaritĂ della Maiella Un romanzo sulla Dakar Raduno Suzuki
chefoto
questo mese
FUO FUO
RIVISTA UFF
7
pillole
34
novità
60
storia
ALLEANZA IN NOME DELL’AMBIENTE
RIVISTA UFFI PEUGEOT 203 RURAL
18
racing
LAND ROVER DEFENDER P400E
52
68
libri
eventi
VENTI, VENTI DI DAKAR
BRESLAU RALLY - VIDEO
44
eventi
REGOLARITÀ DELLA MAIELLA - VIDEO
CAROLINA SUZUKI - VIDEO
78 83
notizie calendari
Bringing light to life OSRAM LEDriving® driving & working lights I fari da lavoro e gli abbaglianti omologati LED OSRAM offrono la più sofisticata tecnologia LED e il design più accattivante sul mercato. I prodotti sono disponibili in 4 categorie (funzionale, multifunzione, sottile e valore), permettendo una grande varietà di prestazioni, forme e fasci di luce, con una potente illuminazione fino a 450m. Per veicoli a 12 e 24 V*. Credi in OSRAM - n. 1 nell’illuminazione automotive
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pillole Subaru Forester si arricchisce con una versione speciale ideata per tutti gli amanti delle attività outdoor. La nuova 4DVENTURE si distingue per una serie di dettagli che rendono unico il design sia interno che esterno. A farla da padrone sono gli inserti orange che risaltano sul nero del paraurti anteriore e posteriore, dei profili laterali e delle barre al tetto. Nero che impreziosisce i cerchi in lega da 18”. All’interno l’orange torna a risaltare su profili e cuciture di plancia, volante, portiere e sedili. Per rendere ancora più unica e funzionale questa versione speciale sono stati aggiunti una serie di accessori,tra cui spiccano le barre portatutto in abbinamento con uno a scelta tra porta bici, porta sci o porta kayak. Anche questa versione speciale è equipaggiata con powertrain e-BOXER, il sistema di propulsione che combina un’unità elettrica con i due pilastri della tecnologia Subaru: il motore BOXER e il Symmetrical AWD. Si tratta di un 4 cilindri a iniezione diretta da 2 litri (capace di 150 CV da 5.600 a 6.000 giri e una coppia di 194 Nm a 4.000 giri) combinato con un motore elettrico inserito all’interno della trasmissione Lineartronic, che sviluppa 16,7 CV di potenza e 66 Nm di coppia
pillole
Lanciato negli USA da pochi giorni, il nuovissimo Ram 1500 TRX 2021 si presenta come il vertice della gamma. Capace di ben 702 cavalli, il motore HEMI V-8 sovralimentato da 6,2 litri (accoppiato ad una trasmissione automatica a otto velocità TorqueFlite) spinge il Ram TRX una velocità massima di 190 kmh. Il Ram TRX offre tre modalità fuoristrada dinamiche (Mud/Sand, Rock e Baja) che consentono di scegliere l’impostazione che si adatta meglio al terreno. Le modalità di guida controllano diversi sistemi quali la trasmissione 4x4, la risposta dell’acceleratore e del cambio, le sospensioni e lo sterzo. Questo RAM ha una capacità di guado di 80 centimetri
pillole Nel 2020 Lada compie 50 anni di attività. Era infatti il 1970 quando la prima VAZ-2101 Zhiguli uscì dagli stabilimenti di Togliattigrad. La berlina era strettamente derivata dalla Fiat 124, in base allo storico accordo siglato dalla casa torinese con l’Unione Sovietica. Alcuni anni dopo arrivò la Lada, un successo che si rinnova da decenni e che ne fa tuttora uno dei suv più popolari in Russia. Da poco è
disponibile anche una versione piÚ muscolosa, particolarmente adatta all’off road, battezzata Bronto 4x4. Questa variante presenta ovviamente la trazione integrale, telaio rinforzato, maggiore altezza da terra, asse posteriore rinforzato, maggiore escursione delle sospensioni anteriori (con molle di prestazioni migliorate), cerchi e pneumatici di dimensioni maggiori, marce ridotte e predisposizione per verricello
pillole
Continua l’evoluzione della Mercedes Classe-G. La versione G 400 d è oggi disponibile senza restrizioni (non fa più parte della serie di modelli speciali) ed è configurabile con il motore top di gamma 6 cilindri diesel da 330 cavalli e coppia massima di 700Nm. Miglioramenti sono garantiti anche dalla nuova funzionalità “Desert” che apporta modifiche all’assetto tramite il controllo elettronico di stabilità ESP e massimizza la trazione su terreno sabbioso. Il popolare Night Package (esterno nero, finestrini oscurati, dettagli obsidian black metallic) può essere ora ordinato anche per la versione di base. Il cruscotto widescreen è ora di serie per tutte le Classe-G, affiancato da dettagli quali i comandi dei finestrini cromati e tappetini neri. Diventa di serie su tutti i modelli la telecamera posteriore per il parcheggio. Nel catalogo debuttano tre nuove colorazioni: Classic Grey Uni, Deep Green Uni e China Blue Uni. Il nuovo Mecedes Classe-G è già disponibile per ordinazioni a partire da 99.446 Euro, con la versione AMG G 63 prezzata a 154.309 Euro
pillole
Realizzato da esperti di overlanding su base Lexus LX 570, lo J201 è un prototipo sovralimentato da 550 cavalli, rialzato e completamente equipaggiato per l’avventura. Il suo nome deriva direttamente dal codice piattaforma (URJ201) della LX 570 e il prototipo è pronto per il debutto al Rebelle Rally con i campioni in carica Rachelle Croft e Taylor Pawley. Ricordiamo che il Rebelle Rally è un lungo rally off road di pura navigazione, che si svolge ogni anno, in autunno, tra California e Nevada. Quest’anno oltre 2000 chilometri attendono gli equipaggi dall’8 al 17 ottobre e va sottolineato che gli unici strumenti di navigazione ammessi al Rebelle rally sono le mappe e la bussola… niente gps, niente computer, smart phone, ecc.!!! Altra interessante particolarità del Rebelle Rally è di essere riservato ad equipaggi interamente femminili
racing
BRESLAU RALLY
Fotografie RBI Media - Actiongraphers / Paolo Baraldi / Mika Pietrus / Dutch Rally Press ANNO DOPO ANNO IL BRESLAU RALLY STA DIVENTANDO UN APPUNTAMENTO DI ALTISSIMO PRESTIGIO. QUESTA EDIZIONE HA VISTO AL VIA MOTO, CAMION DI VARIA STAZZA, VETTURE CON VARI GRADI DI PREPARAZIONE, ATV E SSV, PER UN TOTALE DI 250 CONCORRENTI PROVENIENTI DA 20 NAZIONI
l’inferno polacco
Alle
09.03 del 15 settembre Mirjam Pol, il vincitore tra le moto dell’edizione 2019, ha preso il via dal campo base di Gweda Wielka, per aprire le danze di quello che ogni anno si rivela uno degli eventi più duri del panorama off road internazionale, il Breslau Rally in Polonia. Quest’anno erano circa 250 i partenti (un numero davvero impressionante), giunti nel nord-ovest della Polonia da venti nazioni, con un gran numero di francesi, tedeschi e olandesi, oltre ovviamente a moltissimi piloti e motociclisti polacchi. Anno dopo anno il Breslau Rally sta divenendo un appuntamento di altissimo prestigio e importanza per gli amanti del fuoristrada e anche in questa 25esima edizione ha visto al via ogni tipo di veicolo: moto, camion di varia stazza, vetture in diversi gradi di preparazione, ATV e SSV. Cinque giorni di sfida con un roadbook che guidava i concorrenti attraverso foreste, pianure, lande umide e distese di sabbia… davvero una grande varietà di terreni e paesaggi, oltretutto concentrati in uno spazio tutto sommato ridotto. E nonostante i problemi dovuti alla pandemia Covid 19, circa il 40% dei partecipanti era al debutto, a riprova dell’attrattiva
l’inferno polacco
LA COPPIA ESTONE/POLACCA MERE-KUJAWSKI, SECONDI AL TRAGUARDO NELLA CLASSE EXTREME CARS OPEN, CON IL LORO HM7 PROTO
“Come abbiamo gestito il Rallye Breslau Poland 2020 nonostante tutti i problemi di quest’anno? Non abbiamo mai smesso di lavorare all’organizzazione – dice uno dei dirigenti del
rally Alexander Kovatchev – la fiducia che ci hanno trasmesso
i concorrenti è stata qualcosa di speciale, alla pari con la grande collaborazione dei nostri partner organizzativi e con il grande supporto dei nostri sponsor. Questo è il risultato di molti anni di duro e silenzioso lavoro… siamo davvero felici di ritrovarci qui anche quest’anno”
l’inferno polacco
VERAMENTE IMPRESSIONANTE IL MERCEDES G DEI FRANCESI GIROUSSE – BONNEFOY, QUINTI AL TRAGUARDO NELLA EXTREME CARS OPEN
sempre maggiore che questo impegnativo rally offre ai piloti off road. Per la maggioranza i debuttanti sono arrivati a questa manifestazione con molte e varie esperienze alle spalle: tanti gli specialisti dei deserti e gli specialisti di percorsi di montagna. La domanda al via era: chi si sarebbe adattato meglio alle condizioni davvero “uniche” del Breslau Rally. C’è anche da sottolineare come quest’anno la “navigazione” si sia rivelata un fattore molto più cruciale che in passato. Essendo stato spostato da inizio estate a settembre inoltrato, il rally ha proposto (anche ai più esperti di questa gara) paesaggi e problemi molto diversi rispetto al passato, soprattutto a causa della vegetazione (molto più rigogliosa i queste settimane) e della scarsa visibilità che ne conseguiva. Ciò ha comportato, come detto, una grande responsabilità dei navigatori, assurti al ruolo di protagonisti assoluti. Mai come in questo caso è stato importante l’affiatamento tra pilota, navigatore e assistenza. Le foreste di Miastko e di Borne Sulinowo, ad esempio, sono completamente diverse tra loro. L’area di Borne presenta alberi altissimi e una grande densità di vegetazione che poi, improvvisamente, sfocia in grandi e aperte distese sabbiose.
l’inferno polacco
UN BEL PASSAGGIO DELLA SUZUKI SAMURAI DEI TEDESCHI PHILIPP ROTHKEGEL E FRANK HARTWIG (DODICESIMI IN CARS OPEN)
TERZO POSTO NELLA EXTREME CARS OPEN PER LA LAND ROVER DEFENDER DEI FRANCESI DAUREL - HOLLENDER
Per la cronaca a uscire trionfatori dall’inferno del Breslau Rally sono stati Andreas Hoehn e Torsten Volk (Germania) su Toyota Land Cruiser nella classe Cars Limted; Frank Stensky e Alexander Tasch (Germania) su Lennson Mercedes nella Cars Open; i polacchi Maciej Pelc / Beata Pelc su Nissan Patrol nella classe Extreme Cars Limited mentre nella classe Extreme Cars Open hanno vinto gli inglesi Jim Marsden e James Ayre con una Gigglepin Defender. Tom Heuer /Peter Schumann /Christoph Tum (Germania) hanno trionfato tra i Trucks con il loto Tatra 815; negli Extreme Trucks sotto le 7.5 tonnellate vittoria per i tedeschi Felix Muellenheim / Michael Muellenheim/ Boris Glawe su Mercedes Unimog e infine tra gli Extreme Trucks superiori alle 7.5 tonellate successo per i padroni di casa Radoslaw Kotulski / Lukasz Kotulski / Krzysztof Kania su Oeaf 20.320 G1
l’inferno polacco
AL TERZO POSTO TRA I CAMION STANDARD GLI OLANDESI WILLIAM VAN GRONINGEN - ERIC HENDRIK METZ - REMCO AANGEENBRUG SU DAF FAV 75
Al contrario della foresta Miastko, caratterizzata da una grande quantità di querce e da terreni più argillosi. Si tratta di due tra gli svariati tipi di sfide proposte ai concorrenti, anche durante prove speciali notturne davvero insidiose… senza contare i clamorosi e famosissimi stagni, che rapresentano senza dubbio il set fotografico più spettacolare e frequentato del rally. Gli organizzatori amano dire “se sei competitivo qui lo sari ovunque” … e forse è veramente così. E poi c’è il famoso poligono di Czarne, che propone problemi del tutto diversi. Laggiù si tratta di spalancare il gas, derapare in curva e saltare su ogni dosso… come nom ci fosse un domani. Qui il feeling con il proprio veicolo deve al massimo, tra sterrati (perlopiù sabbiosi) velocissimi e curve molto aperte…. Veramente da “pelo”. L’unicità del Breslau Rally sta principalmente qui: proporre terreni e problemi così diversi in una zona ristretta. La sfida è per i mezzi, ma soprattutto per gli equipaggi. Dal primo metro non si può mollare di un millimetro la concentrazione, tant’è vero che molti ormai considerano questo evento un “mental game”, una vera “sfida mentale”.
l’inferno polacco
Dove si può essere più al sicuro dal Covid se non chiusi nella propria auto nel mezzo di una foresta? E’ stata questa la riflessione che ha spinto gli organizzatori a non mollare e a portare a termine l’evento anche nel 2020… “Si è trattato di lavorare tanto, di perdere molte notti di sonno… ma il risultato è stato un grande rally, quando a molti poteva sembrare impossibile
TERZO POSTO NELLA CARS OPEN PER LA BOWLER NEMESIS DEGLI OLANDESI HERMAN JASPER E EVERT BLAAUW
riuscirci”. La cerimonia di premiazione, ad esempio, è stata gestita direttamente all’arrivo, non appena pervenivano i risultati dai cronometristi. Niente mega- premiazioni quindi, ma così è stato possibile garantire a tutti il giusto distanziamento L’IMPONENTE MAN KAT1 TYP462 DEI TEDESCHI CHAB – GAERTNER – GILL CHE HANNO CHIUSO AL 7° POSTO TRA I CAMION DI SERIE
l’inferno polacco
IMPEGNATIVO GUADO PER L’EQUIPAGGIO TEDESCO ECKHARD SPOERR THORSTEN TATTENBERG SU JEEP WRANGLER (18ESIMI IN EXTREME CARS OPEN)
novità
LAND ROVER DEFENDER P400E
IBRIDO ANCH’IO
PRIMO DEFENDER IBRIDO PLUG-IN, IL NUOVO “P400E” È IL DEFENDER PIÙ POTENTE ED EFFICIENTE IN TERMINI DI CONSUMO DI CARBURANTE. ENTRA NELLA GAMMA DEFENDER ANCHE IL POTENTE MOTORE DIESEL INGENIUM A SEI CILINDRI
ibrido anch’io
Il
nuovo Defender ibrido plug-in (PHEV) P400e è la carta che Land Rover gioca in un mercato in grande ebollizione. Dopo il lancio negli USA del nuovo Ford Bronco e la risposta Jeep con la versione Wrangler ibrida, il produttore anglosassone presenta ora una versione del Defender, detta P400e, che combina un potente motore a benzina a quattro cilindri da 2,0 litri da 404 cavalli con un motore elettrico da 105 kW. Questa coppia di propulsori è in grado di offrire una coppia notevole e bassi costi di esercizio, con emissioni di CO2 di soli 74 g/ km e un’economia combinata di 85,3 mpg (3,3 l / 100 km). Secondo quanto comunicato dalla Casa questo Defender può percorrere in modalità completamente elettrica ben 43 km. Oltre a dati interessanti sul risparmio di carburante e sulle emissioni, il Defender P400e offe anche prestazioni di grande rilievo, quali 0-100 km/h in 5,6 secondi e una velocità massima di 130 209 km/h. Il punto di ricarica è situato sul lato sinistro del veicolo. Tutte le varianti PHEV sono dotate di un cavo di ricarica in modalità 3 di serie, mentre è disponibile anche un cavo in modalità 2 opzionale. Il cavo di ricarica in modalità 3 consente di caricare fino all’80% in due ore, mentre la ricarica tramite un cavo in modalità 2 impiegherà circa sette ore per caricarsi fino all’80%, perfetto per la ricarica domestica durante la notte. Utilizzando un caricabatterie rapido da 50 kW, il P400e si ricarica fino all’80% della capacità in 30 minuti. Specifica importante per la variante PHEV è la frenata rigenerativa, una tecnologia importantissima per ottenere risparmio di carburante, recuperando l’energia persa in decelerazione e frenata che viene “restituita” al pacco batteria.
ibrido anch’io
Il propulsore PHEV offre anche capacità fuoristrada sorprendenti. L’erogazione di coppia lineare consentita dal motore elettrico e il potente motore a benzina si combinano con grande flessibilità. Queste caratteristiche sono fondamentali anche per la capacità di traino del Defender: il P400e può trainare infatti fino a 3.000 kg. Ma le novità in casa Land Rover non finiscono qui. Per Defender è ora disponibile anche una nuova opzione diesel a sei cilindri in linea della famiglia di motori Ingenium, che offre una maggiore erogazione di coppia e un discreto risparmio di carburante grazie alla tecnologia Mild Hybrid Electric Vehicle (MHEV) e ad un nuovo sistema di trazione integrale intelligente. Il top della gamma, il D300, eroga potenza e coppia migliorate, con 300 CV e 650 Nm di coppia. La tecnologia MHEV contribuisce a una maggiore economia dei consumi attraverso un efficiente sistema Stop/Start che spegne il motore a motore fermo, oltre a recuperare l’energia normalmente persa in frenata o in decelerazione. Questa energia viene quindi rimandata nel pacco batteria e può essere così riutilizzata al bisogno, ad esempio in fase di accelerazione, fornendo risposte più rapide per prestazioni migliori. Dal canto suo il nuovo sistema di trasmissione “intelligente” varia continuamente la coppia dell’asse in base ai dati di sensori dell’ambiente circostante il veicolo (e agli input del conducente) per distribuire tutta la coppia su un asse o sull’altro secondo necessità. Questo sistema di distribuzione della coppia ottimizza l’efficienza della trasmissione, con conseguente risparmio di carburante e riduzione delle emissioni di CO2, il tutto
ibrido anch’io
Anche la gamma di opzioni per la personalizzazione di Defender è aumentata, con nuovi colori tra cui Yulong White, Silicon Silver e Carpathian Grey disponibili in combinazione con una scelta di finiture del tetto a contrasto. Una selezione di opzioni individuali è ora disponibile per la prima volta, tra cui il tetto in tessuto pieghevole per Defender 110 e la scelta di un pacchetto di sospensioni su Defender 90 mentre i fari a LED Premium, Meridian Sound System, Head-Up Display possono essere aggiunti individualmente
Alimentato dalla gamma di potenti motori Ingenium dotati di tecnologia Mild-Hybrid Electric Vehicle (MHEV), il Defender 90 è disponibile con un massimo di sei posti se dotato di sedile rialzato in prima fila. Le opzioni Benzina Defender includono i potenti P300 e P400 con tecnologia MHEV, insieme al nuovo motore diesel Ingenium a sei cilindri in linea nelle potenze D200, D250 e D300. Come il 110, tutti i modelli Defender 90 utilizzano un cambio automatico a otto rapporti, con trazione integrale permanente sulle varianti a benzina e trazione integrale intelligente sulle nuove versioni diesel. IL Defender 90 offre il Terrain Response configurabile e gli stessi angoli di attacco e di uscita del 110. Il Defender 90 offre anche un’eccellente manovrabilità grazie al raggio di sterzata stretto di 11,3 metri. Defender 90 è disponibile con una scelta di quattro pacchetti di accessori: Adventure, Country, Explorer e Urban
ibrido anch’io
senza sacrificare nessuna delle capacità fuoristrada intrinseche di Defender. La combinazione della tecnologia MHEV con i nuovi diesel a sei cilindri in linea, rende questi modelli decisamente più economici, più reattivi e più guidabili rispetto alle versioni precedenti. Il D200 e il D240 diventeranno nel 2021 i modelli D200 e D250, utilizzando lo stesso motore Ingenium a sei cilindri in linea del D300 con 200 CV e 249 CV rispettivamente. Interessante anche l’ aumento della coppia a disposizione, con 500 Nm (D200) e 570 Nm (D250). Infine c’è da riferire della nuova versione X-Dynamic, che colma il divario tra i modelli Defender e Defender X e presenta un design esterno robusto e inedite finiture interne. Sono inclusi i pad antiscivolo anteriori e posteriori in silicone satinato, con barra della griglia e badge abbinati più ganci di recupero posteriori in Nero satinato. Tutti i cerchi in lega sono disponibili con finitura Satin Dark Grey/Gloss Black, insieme alle calotte degli specchietti retrovisori Narvik Black e al rivestimento della soglia inferiore e del passaruota. All’interno, elementi unici includono soglie d’ingresso in metallo illuminate e sedili in materiale Robustec con finitura bicolore. Il Robustec è un materiale altamente robusto e protettivo ispirato ai tessuti utilizzati in situazioni esterne estreme. Tutti i modelli sono disponibili in una scelta di colori dei sedili Ebony, Khaki ed Ebony Duotone o Acorn e Lunar Duotone. Anche il badge X-Dynamic per gli interni e le finiture della console centrale contraddistinguono la nuova versione, insieme al rivestimento Cross-Car Beam Powder Coat, al rivestimento del padiglione Ebony Morzine e alle maniglie delle portiere satinate Eiger Grey.
eventi
DOVE ERAVAM
Il Club Fuoristrada Maiella Adventure riparte da dove aveva interrotto e, passata la tempesta, permette al Trofeo Regolarità Centro Italia di riprendere il proprio cammino
TROFEO REGOLARITÀ CENTRO ITALIA
MO RIMASTI?
dove eravamo rimasti?
Dove
eravamo rimasti?... eravamo rimasti a Chieti e da Chieti si riparte. Ancora una volta è il Club Fuoristrada Maiella Adventure a mettersi in gioco per far divertire gli appassionati del Centro Italia, allestendo una gara di regolarità di ben 92,460 i chilometri, con 4 prove cronometrate molto differenti tra loro. E così alle ore 18.02 di sabato 19 settembre, dopo un minuto di silenzio in onore di Vincenzo Dante, prende il via il primo dei 15 equipaggi pronti a darsi battaglia per la 4a Regolarità della Maiella. La prima Prova Cronometrata “Collespaccato”, di 6,370 km, è velocissima e divertente, non presenta particolari difficoltà tecniche ma è comunque molto navigata. Prova “azzerata” da Stefano Moro navigato da Tiziano Menichini su Mitsubishi Pajero 2.8 Cat U3 (Friends’ Roma Club), da Carlo Giometti e Claudio Carlucci anch’essi su Mitsubishi Pajero 2.8 Cat U3 (Friends’ Roma Club), Mauro Scopa e Alessio Rizzo (primi U2) su Suzuki Jimny 1.3 Turbo Cat U2 (Roma 4×4 Adventure) e Erik Giuliani navigato da Stefano Bisconti su Suzuki Samurai 1.3 Cat U1 (Roma 4×4 Adventure). La Prova di classifica 2 “Alento” (7,730 km) si presenta invece molto tecnica, ricca di guadi, sassi e….imprevisti!!
dove eravamo rimasti?
Una giornata particolare quella di sabato 19 settembre, che oltre ad essere la prima di vera attività dopo la riaperture postlockdown segnava anche il primo evento senza l’amico Vincenzo Dante, scomparso pochissimi mesi fa. Il suo Mitsubishi Pajero era li, con il numero 01, pronto sotto il gazebo FIF, per prendere un simbolico via alle ore 18.00. Era presente anche la sua splendida famiglia: la moglie moglie Manola accompagnata dai figli Alessio e Alessandro
A pochi metri dal traguardo la scatola dello sterzo del Samurai 1.3 di Michele Abeniacar e Giacomo Tognarini (GDM 4×4) decide di staccarsi e bloccare l’equipaggio nel punto più stretto della prova. Nel tentativo di liberare la strada (non potendo usare lo sterzo) l’arrampicata in retromarcia su una spalletta provoca il cappottamento della Suzuki, fortunatamente senza conseguenze serie per nessuno. Solo l’intervento dell’organizzazione, e la buona volontà dei concorrenti, riesce a sgomberare il tracciato ma sei equipaggi subiscono purtroppo un ritardo che va dai 18 ai 37 minuti, compromettendo seriamente il resto della loro gara. Credete sia finita qui? Purtroppo no: la rottura di un semiasse del Mitsubishi Pajero 3.5 di Vincenzo Cangi e Paolo Manfredini, in pieno guado, fa accumulare un ritardo notevole agli ultimi equipaggi in gara, tra cui Daniele Travaglini e Sergio Luzzi del Roar Roma Club, che risulteranno tra i migliori per il resto della gara. Chi ha avuto la fortuna di passare tra i primi ha beneficiato quindi di un notevole vantaggio; oltre ai soliti Moro/Menichini (primi in U3) anche gli equipaggi Dario Matricardi/ Nicole di Fabio (secondi assoluti e primi U1) e Domenico Adorante/Francesco Proietti (terzi assoluti e secondi U1), entrambi su Suzuki Samurai della Maiella Adventure sono stati premiati in questa prova. 8 km che alternano tratti veloci e tratti lenti caratterizzano invece la Prova di classifica 3, detta “Fara”.
dove eravamo rimasti?
Con zero penalità riesce a primeggiare l’equipaggio del Club Fuoristrada Abruzzo composto da Mattia di Sabatino e Davide de Angelis su Mitsubishi Pajero 3.2, che non sbagliano nulla e che chiuderanno terzi in U3. Da evidenziare anche il ritiro di Antonello Marano, navigato da Domenico Ioffrdi, per la rottura del proprio Mercedes ML 400 che fino a questo momento se l’era cavata più che egregiamente. Prova di classifica 4”Foro”: è la prova più lunga, quasi 13 km anche se quasi totalmente piatta e veloce. Nonostante ciò le insidie sono dietro l’angolo e infatti Simone Grossi e Daniele Moroni (Monte San Vicino 4×4) arrivano “lunghi” su una nota e scivolano in una frana con il loro Land Rover Defender 4.6 benzina. I più velocisi rivelano Travaglini/Luzzi e Moro/Menichini, che finiscono la prova senza penalità. Ottimi anche Alessio Cancelli e Federico Lezi su Mitubishi Pajero 3.2 (Roar Roma Club/Asd Adventure Roma), che chiudono in seconda posizione nella categoria U3. Oltre ai Vincitori Stefano Moro e Tiziano Menichini va sottolineata l’eccellente condotta di gara degli equipaggi targati Maiella Adventure: seconda posizione in U2 PER Manuel di Nardo/Marco Sarullo su Suzuki Gran Vitara 2.7 e terza piazza in U1 (su Suzuki Samurai) per Giuseppe Spinogatti/Alessandro Gingillo.
CLASSIFICA ASSOLUTA PILOTA/NAVIGATORE 1. Stefano Moro - Tiziano Menichini 2. Dario Matricardi - Nicole di Fabio 3. Domenico Adorante - Francesco Proietti 4. Alessio Cancelli - Federico Lezi 5. Carlo Giometti - Claudio Carlucci 6. Mattia Di Sabatino - Davide De Angelis 7. Daniele Travaglini - Sergio Luzzi 8. Mauro Scopa - Alessio Rizzo 9. Giuseppe Spinogatti - Alessandro Gingillo 10. Erik Giuliani - Stefano Bisconti 11. Manuel Di Nardo - Marco Saraullo RITIRATI Michele Abeniacar - Giacomo Tognarini Vincenzo Cangi - Paolo Manfredini Antonello Marano - Domenico Ioffredi Simone Grossi - Daniele Manoni
VEICOLO Mitsubishi Pajero 2.8 Suzuki SJ413 1,6 Suzuki Samurai 1,6 Mitsubishi Pajero 3.2 Mitsubishi Pajero 2.8 Mitsubishi Pajero 3.2 Mitsubishi Pajero 3.2 Suzuki Jimny 1,3 Suzuki Samurai 1,3 Suzuki Samurai 1,3 Suzuki Grand Vitara 2,7
CLUB Friends’ Club Off Road Maiella adventure Maiella adventure Roar Roma Club - Adventure Roma Friends’ Club Off Road Club Fuoristrada Abruzzo Roar Roma Club Turbo Roma 4X4 Adventure Maiella adventure Roma 4X4 Adventure Maiella adventure
Suzuki Samurai 1,3 Mitsubishi Pajero 3,5 Mercedes ML400 Land Rover Defender 4,6V8
GDM 4x4 lub Maiella adventure Maiella adventure Monte San Vicino 4x4
Classe U3 U1 U1 U3 U3 U3 U3 U2 U1 U1 U2 U1 U2 U3 U2
Penalità 345 495 1017 1265 1465 1674 1815 2055 2297 2632 2993 6214 6214 6214 68343
eventi
Carolina SUZUKI IL 9° RADUNO SUZUKI 4X4
L’edizione 2020 dell’appuntamento annuale che unisce gli amanti della trazione integrale Suzuki si è svolta a fine settembre sull’Appennino Parmense. Alla manifestazione hanno preso parte 77 veicoli Suzuki e ospite d’onore era Carolina Kostner
carolina suzuki
Il
9° Raduno Suzuki 4x4, che sabato 26 settembre si è svolto lungo l’Appennino Parmense, negli splendidi territori che attorniano la Via Francigena, si è rivelato una festosa kermesse all’insegna della passione per i motori e dell’avventura all’aria aperta. Per l’annuale incontro erano presenti all’appello ben 77 vetture e, tra i numerosi partecipanti, l’ambasciatrice Suzuki Carolina Kostner e alcuni atleti Azzurri della FISG-Federazione Italiana Sport del Ghiaccio. Complici condizioni meteo ideali, la giornata ha regalato momenti indimenticabili agli amanti del fuoristrada, immersi nella natura, tra scenari mozzafiato e… prelibatezze locali che hanno completato il quadro di un’edizione che al termine ha raccolto consensi unanimi. La giornata è cominciata presso l’autodromo Riccardo Paletti di Varano de’ Melegari con la registrazione dei partecipanti, che hanno intrapreso il percorso previsto suddivisi in due gruppi (in base alla tecnologia 4x4AllGrip del loro mezzo): uno per i veicoli a trazione integrale con marce ridotte e l’altro per i SUV 4x4. Il primo convoglio, che ha visto una cinquantina di vetture iscritte, ha affrontato alcune varianti off-road con impegnativi passaggi tecnici. Il secondo gruppo, invece, è stato guidato in carovana lungo paesaggi sterrati
carolina suzuki
e molto suggestivi. Durante il percorso, ogni carovana è stata scortata da esperte guide locali, che hanno aperto e chiuso ogni fila. Dopo la pausa pranzo, che ha permesso di assaporare alcuni piatti tipici della cucina locale, i partecipanti al raduno hanno potuto sfilare in parata tra i cordoli dell’Autodromo per poi passare al Parco Giochi off-road, allestito per l’occasione nei pressi della Casa di Caccia, una tenuta all’interno della riserva di caccia dei Colli Parmensi. In quest’area attrezzata, e ben delimitata, i piloti più esperti e intraprendenti hanno potuto mettere alla prova se stessi e le loro Suzuki, cercando di superare ostacoli di varia difficoltà in totale sicurezza. Il 9° Raduno Suzuki 4x4 ha avuto come ospite d’onore Carolina Kostner, che ha guidato lungo il tracciato panoramico il nuovo Suv ACROSS Plug-in e fine raduno ha affermato: “Oggi è stata una giornata davvero entusiasmante. È stato bello incontrare tanti appassionati del mondo del fuoristrada e vivere questa nuova esperienza… pur essendo già abituata a muovermi su fondi scivolosi… Mi rimarrà il ricordo di un giorno divertente e stimolante, grazie a Suzuki e alle performance della Across che guidavo!”. Da sottolineare che in rappresentanza della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio,
carolina suzuki
di cui Suzuki è Main Partner, hanno partecipato al Raduno anche le due coppie Azzurre di pattinaggio di figura composte da Marco Fabbri e Charlène Guignard e da Matteo Guarise e Nicole Della Monica. Suzuki ACROSS Plug-in, presentata alla stampa nazionale pochi giorni fa, ha catturato l’attenzione di tutti con la sua linea grintosa, interessando anche i cultori del fuoristrada grazie alla sua completa tecnologia ibrida Plug-in e 4x4. I tre motori di cui dispone, due elettrici e uno termico, assicurano a questo SUV 306 cv e prestazioni straordinarie con consumi ed emissioni ridotti, grazie ad una autonomia di marcia in modalità elettrica fino a 98km. Per scaricare a terra la potenza, ACROSS Plug-in sfrutta la sofisticata trazione integrale elettrica E-Four, che non prevede alcun collegamento meccanico tra i due assi e può funzionare con quattro ruote motrici grazie al motore elettrico posteriore, che trasmette trazione alle ruote posteriori quando ci si trova in condizioni di scarsa aderenza. Nel 2021 questo appuntamento, che si sta ritagliando un posto sempre più importante nel panorama automobilistico nazionale, raggiungerà la decima edizione. Si tratta di un traguardo molto importante, che Suzuki celebrerà mettendo a punto un programma più che mai coinvolgente e stimolante.
storia
PEUGEOT 203 RURAL
Storia di un
FUORISTRADA
mai nato
La 203 Rural aveva caratteristiche tecniche di ottimo livello ma fu sempre battuta alle gare di appalto dell’Esercito Francese per motivi soprattutto politici
storia di un fuoristrada mai nato
1950:
dopo gli anni difficili della guerra e quelli turbolenti dell’immediato dopo guerra, caratterizzati da limitazioni e restrizioni anche sulle materie prime destinate alla produzione industriale, finalmente il clima economico cambiò direzione e in casa Peugeot si comincia a respirare un’aria di rinnovata fiducia e speranza. La Peugeot 203, il nuovo modello lanciato due anni prima, si stava rivelando un grande successo: la richiesta era talmente elevata che la lista di attesa per entrare in possesso di un esemplare nuovo superava abbondantemente i dodici mesi. La 203 venne rapidamente declinata in diverse versioni, dalla break alla familiare, dalla commerciale al pick up senza dimenticare l’esclusiva cabriolet. Sembrava inarrestabile, le sue doti di affidabilità e robustezza non erano casuali: alle tradizionali doti del Marchio del Leone si sommarono molteplici innovazioni, come la testa in Alpax con camere di combustione emisferiche. In quel clima positivo si valutò quindi come sfruttare al massimo le qualità della Peugeot 203, diversificando ulteriormente. Fu così che nacque l’idea di creare un derivativo della 203 da presentare allo Stato Maggiore dell’Esercito Francese che nel frattempo stava cercando di riorganizzarsi con equipaggiamenti diversi da quelli lasciati dagli americani a fine conflitto. La Francia viveva infatti la necessità di riavviare la produzione di mezzi militari sul suo territorio in modo tale da rendersi autonoma e affrancarsi completamente da forniture pro-
venienti dall’estero. In questo quadro, la 203 opportunamente modificata, poteva rappresentare un’ottima base per sviluppare un mezzo leggero con quattro ruote motrici, come valida alternativa alla Jeep Willis. Nel luglio del 1950, il primo prototipo fu pronto per i test in fuoristrada e venne subito battezzato “203 Rurale”: fu equipaggiato con blocco del differenziale, sospensioni rialzate e rinforzate, cerchi da 16” con cinque bulloni di ancoraggio e pneumatici di sezione maggiorata. Il propulsore era nuovo, derivato da quello di serie che equipaggiava le 203 ma di cilindrata e potenza superiori. Alcuni prototipi vennero consegnati all’esercito francese, che nel frattempo aveva ufficializzato il bando per la richiesta di un mezzo leggero 4x4 da adibire al ruolo di ricognizione e collegamento, per effettuare i test di comparazione con altri progetti. Alcune tra le principali case automobilistiche francesi risposero all’appello, ciascuna con la propria proposta. La Delahaye, che da diverso tempo stava lavorando ad un progetto del genere, anticipò tutti presentando a fine dicembre del 1949 i suoi prototipi a Landau (nel territorio tedesco sotto il controlla francese) dove, alla presenza di alcuni responsabili dello Stato Maggiore Francese, si svolsero i primi test comparativi con la Jeep Willis. Il verdetto fu favorevole alla Delahaye e da allora l’iter di selezione per il fuoristrada VLR (veicolo leggero da ricognizione) fu tutto in discesa per Delahaye. La decisione finale, presa nel 1950,
In totale, furono assemblati 17 esemplari della 03 Rural 4x4, di cui 6 in versione 203 e 11 in versione 403. Alcuni di questi esemplari non consegnati all’esercito rimasero all’interno degli stabilimenti Peugeot come mezzi di soccorso e antincendio. La 403 in versione 4x4 ottenne anche l’omologazione da parte della Motorizzazione Francese, uscendo dalla veste di semplice prototipo per divenire a tutti gli effetti un mezzo autorizzato a circolare su strada. Tutti gli esemplari sopravvissuti sono nelle mani dell’Aventure Peugeot, che li ha restaurati e conservati presso il museo di Sochaux
storia di un fuoristrada mai nato
Nel corso della sua storia Peugeot si è spesso cimentata in studi e progetti dedicati all’off road. Una menzione particolare la merita questo concept Touareg del 1966,
un 4x4 a propulsione
elettrica che montava pneumatici da sabbia molto particolari. Presentato al Salone di Parigi, montava un pacco batterie nickel-cadmio montate dietro i sedili anteriori. Era spinto da un motore elettrico da 35.5 kw, assistito da un monocilindrico a benzina, che aveva la funzione di ricaricare le batterie. Touareg poteva percorrere fuoristrada ben 300 chilometri con 15 litri di carburante, una performance davvero eccezionale per quel periodo
premiò quindi il progetto presentato da Delahaye, affidandole l’appalto. In realtà va però sottolineato che quando la Peugeot 203 4x4 fu presentata allo Stato Maggiore dell’Esercito Francese, la decisione di fatto era stata già presa e, anche se in un primo momento si parlò della possibilità di mettere in linea due diversi modelli di VLR, questa ipotesi fu velocemente scartata. Molto probabilmente sulla decisione pesò, almeno in parte, anche una certa volontà politica di supportare Delahaye, che si stava trovando in forte difficoltà economica a causa di una gamma di vetture destinata ad un segmento di mercato medio alto e non pienamente al passo con i tempi. Peugeot, dal canto suo, se il progetto della 203 4x4 fosse stato accettato dallo Stato Maggiore dell’Esercito, con molta probabilità avrebbe avuto dei problemi per onorare le richieste senza aprire un nuovo stabilimento. L’Esercito Francese nel giro di tre anni passò a Delahaye circa 9.330 ordinativi di questo modello. Per parte sua la casa del Leone avrebbe forse avuto dei problemi nel rispettare i tempi di consegna dal momento che i suoi siti produttivi erano totalmente assorbiti per tentare di rispondere alla fortissima richiesta delle diverse versioni della 203. I numeri del veicolo militare, pur non essendo particolarmente elevati, avrebbero in realtà richiesto a Peugeot uno spazio produttivo dedicato, trattandosi di un modello da assemblare quasi artigianalmente. Forse fu un bene non distrarre l’attenzione su altri progetti, concentrandosi sulla 203 di normale produzione e contribuendo così al
storia di un fuoristrada mai nato
grande successo di mercato di un modello che, nel corso dei dodici anni di carriera,venne costruito in quasi 700 mila esemplari. Ma la storia non finisce qui e infatti nel 1954 già si vociferava di nuove forniture. In realtà Peugeot non aveva mai cessato di lavorare sul vecchio progetto, aggiornandolo col passare del tempo, ed era nuovamente pronta a lanciarsi nella mischia con una versione del fuoristrada. Il progetto della 203 Rural venne quindi rivisto e modificato in alcune componenti. Da pochi mesi era stata avviata la commercializzazione della berlina 403 (destinata ad una fascia di mercato superiore rispetto a quella della 203) e il progetto della 4x4 beneficerà delle novità introdotte dal nuovo modello. I nuovi prototipi vennero quindi allestiti su pianali 403 utilizzandone anche il motore di 1.500 cc, mentre la scocca e la trasmissione integrale rimasero sostanzialmente invariate. A prima vista le due versioni di 4x4, la 203 e la 403 sembravano identiche, difficilmente distinguibili l’una dall’altra, se non fosse per due modifiche apportate sulla calandra: la 403 4x4 aveva sette feritoie di aerazione (erano sei nella 203 4x4) e due fori circolari, posizionati in basso e destinati ad ospitare i fanalini di posizione. Quest’ultima modifica si rese necessaria a seguito dell’adeguamento alle norme del codice della strada francese introdotte nel 1956, che imponevano l’obbligo per tutte le vetture di montare tali luci di posizione anteriori. Purtroppo però il copione si replicò in modo quasi identico a quanto accaduto per la 203
Rural. Peugeot consegnò alcuni esemplari di 403 4x4 all’Esercito per i test di rito, ma al progetto della 403 viene preferito quello presentato da Hotchkiss, che nel frattempo si era fusa con Delahaye dando vita alla società Hotchkiss-Delahaye. Il progetto presentato da Hotchkinss non aveva nulla di particolarmente innovativo o tale da far pendere l’ago della bilancia a suo favore ma, anzi, si basava sull’ampliamento di un accordo commerciale con Willys Overland, fino ad allora circoscritto alla semplice distribuzione per la Francia dei ricambi del noto marchio americano. Con il nuovo accordo la società Willys Overland consentiva ad Hotchkinss la fabbricazione di molte componenti direttamente sul suolo francese. Grazie a questa nuova formula di collaborazione Hotchkiss ottenne anche la possibilità di produrre sotto licenza, nei suoi stabilimenti Francesi, la famosa Jeep con il nome di Hotchkiss M 201. E fu proprio quella vettura ad aggiudicarsi la gara di appalto di metà anni cinquanta. Questa potrebbe apparire come una nuova sconfitta per PEUGEOT, se non fosse che dopo poco le cose presero una piega inaspettata e la Casa del Leone ebbe una sua doppia rivincita. Infatti, a seguito delle grosse difficoltà finanziarie la società Hotchkiss-Delahaye fu venduta e rilevata… proprio da Peugeot. La storia delle 4x4 di casa Peugeot non finisce certo qui, anche se sarà necessario attendere un paio di lustri prima di vedere una gamma di modelli fuoristrada con il Leone rampante sulla mascherina.
libri UN NUOVO ROMANZO SULLA DAKAR
VENTI, VENTI DI
DAKAR La gara più affascinante, avventurosa e faticosa del mondo per la seconda volta protagonista di un romanzo di Cristina Berra. L’autrice stessa ci spiega la sua passione e la genesi del romanzo, scritto con l’importante e competente collaborazione di Andrea Schiumarini, un pilota che la Dakar ormai la conosce bene
di Cristina Cardone
venti, venti di dakar
Scrivere
è sperimentare, osare, rompere gli schemi. È contaminazione: sulle pagine scorre il racconto di una delle gare più dure del mondo, la Dakar. Ma che succede se si inserisce una variabile indipendente? Nella carovana che segue la corsa c’è anche una donna, indisciplinata e ribelle come i suoi vent’anni, Teresa Jasmin, la figlia di Luca Borghese. Un elemento femminile di rottura, o una “rottura”. Lui è Andrea Schiumarini, pilota all’inseguimento di un sogno. Non aspettatevi una commedia romantica, perché i toni si fanno presto quelli di una spy story tra luci, ombre e sabbia. Benvenuti alla Dakar 2020. Per me da bambina la Dakar era un numero cerchiato di rosso sul calendario in casa dei nonni, a cavallo delle feste natalizie. Immagi-
ni in bianco e nero in TV, una voce alla radio. Nella mia mente me la immaginavo come il cartone animato “La corsa più pazza del mondo”. Poi sono cresciuta e sono andata a Dakar. Gli ultimi 80 chilometri della Parigi-Dakar. E laggiù sulla “spiaggia” vicino al Lago Rosa, guardando le macchie di sabbia, indelebili, sulla T-shirt bianca ho capito cosa era la Dakar: un sogno che non si cancella. E ho cominciato a scrivere, la mia grande passione, firmando numerosi romanzi. Di cui due sulla Dakar. A Gennaio ho conosciuto Andrea Schiumarini, all’attivo due Dakar portate a termine, e
gli ho proposto una nuova folle corsa, questa volta attraverso le pagine. Andrea ha cresciuto un sogno tra motori e deserto, partecipando al Tuareg Rally del Marocco e a numerose competizioni italiane che lo hanno visto anche vincitore del Campionato T2 per tre anni consecutivi. Poi la Dakar. Scrivere questo romanzo è stato come affrontare nuovamente la gara, il deserto, fissando per sempre sulla carta le emozioni, la gioia, le paure, regalando un sogno “per tutti quelli che stanno a guardare”.
venti, venti di dakar
Cuneese Nato a Forli’, Andrea Schiumarini fin da piccolo cresce con il mito dei Rally Raid, grazie alla passione trasmessa dal padre, impegnato negli anni 80 e 90 in vari appuntamenti off road. Nel 2012 al Tuareg Rally in Marocco il primo confronto con piloti professionisti e veicoli ufficiali, dove dopo 2500 km, otto tappe impegnative affrontate senza assistenza meccanica raggiunge un 3° posto, che vale quanto una vittoria. Il 2019 si apre finalmente la porta verso la mitica Dakar. Andrea termina una splendida gara con un meritato terzo posto in T2 a bordo di un Ford Raptor e fa il bis nel 2020 quando, su Mitsubishi Pajero, con il navigatore Enrico Gaspari chiude la gara al 53° posto in categoria “Auto” e all’11° posto nella classe T1 Proto Diesel AT 4X4 Fotografia Duda Bairros
di nascita, la scrittrice Cristina Cardone vive in Puglia. Ha scritto “Zucchero e Cannella”, “Parigi - Dakar”, “Fermo posta Hotel de Ville”, “Se l’amore fosse come la rosa di Gerico”, “Brichét”, “Da Montmartre a Montparnasse andavamo a piedi”, “Strada Santa Teresa delle donne”, “Hotel Angst”. L’ultima sua fatica, di cui ci occupiamo in queste pagine, è “Venti,venti di Dakar”, il suo secondo romanzo dedicato all’epica gara, che è in vendita su Amazon. Cristina scrive anche su lasignoradellapioggia.blogspot.it e tutti i suoi titoli sono disponibili su Amazon. La sua prosa ha la capacità di portare il lettore attraverso lunghi viaggi, senza spostarsi troppo da casa. Andiamo?... qui di seguito ve ne regaliamo un breve assaggio, tratto dal terzo capitolo di “Venti, venti di Dakar”. ……Il mattino dopo Teresa andò via prima della partenza della corsa. I capelli tenuti in alto sulla nuca da una pinza di plastica dorata, gli occhiali da sole, il kway e i jeans. Parlava francese con un arabo vestito con abiti occidentali che la accompagnava verso un Hummer. Partirono in direzione sud, sud-ovest. Quel giorno il percorso si snodava da Al Wajh a Neom. Il terzo capitolo della Dakar era pieno di cambiamenti e per chi come Andrea amava fare sempre cose diverse era sicuramente uno stimolo in più per migliorarsi. -------
venti, venti di dakar
-Oggi la macchina sembra volare- commentò Sergio. -Sì, i ragazzi hanno fatto davvero un bel lavoro.-Guarda quelle rocce, che paesaggio meraviglioso.-Sì, ora troviamo un posto per fermarci, dobbiamo gonfiare anche le gomme, sembra da qui in avanti non ci sia sabbia e con la pressione a 1.2 bar siamo a rischio foratura.Il sole basso si piantò dritto negli occhi di Andrea che a fatica riusciva a distinguere le tracce davanti a sè. L’IRITRACK emise un suono acuto e segnalava ALERT COLLISION. Stranamente dei concorrenti provenivano in direzione opposta. -Oh, oh attento Andrea! Ci vengono contro!- gridò preoccupato il suo navigatore. -Ma che diavolo succede?- rispose Andrea. L’IRITRACK è un sistema di comunicazione che mette in contatto la Direzione Gara, che è a Parigi, con i concorrenti, ma anche i concorrenti tra di loro. Da questo strumento vedono esattamente dove si trova il veicolo e se il veicolo si ferma per più di tre minuti, senza segnalare tramite il tasto verde (veicolo fermo-equipaggio ok) da Parigi parte una telefonata di controllo, che arriva direttamente allo strumento, il quale trasmette in viva voce e al quale l’equipaggio può rispondere proprio come fosse un telefono. Inoltre vedendo nel suo sistema tutti i veicoli in gara, è in grado di segnalare se c’è un
pericolo di collisione quando due o più veicoli convergono verso la stessa posizione, segnala se c’è un veicolo fermo con un guasto meccanico, ma anche se il veicolo è fermo e l’equipaggio ha bisogno di aiuto. In questo caso si è obbligati a fermarsi per prestare soccorso e per comunicare alla Direzione Gara le condizioni dell’equipaggio in panne. In caso di bisogno si può richiedere una chiamata e poco dopo si verrà contattati sempre dalla Direzione Gara. Lo stesso strumento si utilizza anche per segnalare al veicolo più lento che ci precede che lo vogliamo superare, evitando così, almeno in parte, tutti i rischi a cui si è esposti guidando nella polvere del veicolo che precede. Andrea e Sergio si consultarono e decisero di proseguire perché sembrava che la
venti, venti di dakar
direzione indicata dal Road Book fosse quella giusta, direzione 279° per 5,4 chilometri. La 367 procedeva all’interno del canyon ma al chilometro 5,4 invece di trovare i pali dell’alta tensione, come veniva segnalato dalla nota, i ragazzi si trovarono proiettati verso il fine gara, si vedevano le luci della città di Neom che iniziavano ad accendersi, qualcosa non andava. C’erano ancora quattro way-point da passare, non era possibile che si vedesse già la fine, probabilmente gli equipaggi che procedevano in senso contrario avevano commesso lo stesso errore. -Sergio, abbiamo sbagliato qualcosa.-Certo che abbiamo sbagliato, ma non trovo l’errore- rispose nervosamente il navigatore. Andrea cercava di leggere la nota insieme a Sergio, in modo da capirne ogni dettaglio, quel dettaglio che poi, sempre con il sole piantato negli occhi, dovrà ricercare sul terreno. -Guarda qui- disse Andrea appoggiando l’indice sul Road Book e seguendo una traiettoria -da qui dobbiamo andare.-Abbiamo girato in tondo per tornare allo stesso punto- disse Sergio con aria preoccupata. Teresa di ritorno da Turabah aveva incontrato alcuni arabi che le avevano lasciato una cartellina che conteneva una serie di bozzetti della città di Neom e un paio di pagine scritte in arabo. Neom non esiste. Il progetto di costruzione di Neom come smart city, è il più costoso e ambizioso pro-
getto nell’intero panorama di ammodernamento saudita. L’intero intervento andrà a coprire una superficie di circa 26.500 chilometri quadrati nella zona nord-ovest dell’Arabia Saudita, tra il Mar Rosso e il Golfo di Aqaba. Luoghi pressoché desertici, dai panorami mozzafiato, scarsamente abitati, che ora aspiravano a popolarsi per un costo di cinquecento miliardi di dollari. Il progetto era noto dal 2017, tra le firme anche quella dell’architetto Norman Foster, tuttavia aveva subito una battuta d’arresto dopo le notizie sull’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, ucciso il 2 ottobre 2018 all’interno del Consolato saudita a Istanbul. Omicidio di cui l’ONU aveva accusato funzionari sauditi di alto livello, compreso il principe. Una situazione dalla quale Teresa avrebbe dovuto tenersi a distanza……
notizie
DUKIC DAY DREAM CON LA PROTEZIONE CIVILE
AL FIANCO DEL VENETO
La generosa donazione di dispositivi antinquinamento sta permettendo ai mezzi della Protezione Civile del Veneto di abbattere sensibilmente le emissioni nocive e quindi di muoversi con maggiore rispetto dell’ambiente e della popolazione
E’
di pochi giorni fa, esattamente dell’undici ottobre, il post Facebook di Luca Zaia con il quale il Governatore della Regione Veneto ha inteso ringraziare Dukic Day Dream per il generoso “regalo” di undici dispositivi “3D” alla Protezione Civile.
al fianco del Veneto
Come potete leggere nel post di Zaia (riprodotto in queste pagine) con questo concreto gesto l’azienda di Dueville (nei pressi di Vicenza) ha permesso ai mezzi della Protezione Civile di abbattere sensibilmente le emissioni nocive e quindi di muoversi con maggiore rispetto dell’ambiente e della popolazione già a partire dalle operazioni di soccorso a seguito delle recenti e gravi disavventure meteo che hanno colpito il Veneto. E’ questo un riconoscimento “istituzionale” per Dukic, che fa seguito ad un periodo di affermazione crescente di prodotti sempre più apprezzati per la capacità di rendere “verdi” i motori diesel. Questi propulsori infatti, in virtù di caratteristiche quali bassi consumi, alta efficienza termica, alto rapporto di compressione ed elevata affidabilità, sono ancora oggi una scelta primaria per chi viaggia molto e per chi con un automezzo ci lavora. Purtroppo però i diesel (soprattutto quelli più “datati”) emettono grandi quantità d’inquinanti, soprattutto particolato (PM10)… ma grazie all’intuizione di Michele Campostrini (con Anna Dukic fondatore dell’Azienda) Dukic Day Dream ha dimostrato, con argomentazioni tangibili, che ridurre l’inquinamento dei motori Diesel è possibile.
La risposta sta in dispositivi antinquinamento che permettono di migliorare la combustione e quindi di abbattere alla fonte la produzione degli inquinanti. Dispositivi quali i filtri Fap o Dpf si limitano infatti a intrappolare gli inquinanti (PM10) prodotti dalla combustione per poi liberarli (dopo il processo di rigenerazione del filtro stesso) in dimensioni infinitesimali, creando sostanze pericolosissime e dannosissime per la salute del corpo umano, quali polveri PM 2.5, PM1 e PM0.1. Al contrario, i dispositivi antiparticolato elettromagnetici “3D” lavorano a monte del processo di combustione, ottimizzandolo e riducendo in modo interessante le parti incombuste carboniose. Inoltre il dispositivo può anche lavorare in combinazione con i filtri antiparticolato in modo da preservarli, poiché riduce notevolmente le polveri in ingresso negli stessi. Oltretutto migliorare la combustione significa anche ridurre i consumi di carburante. La gamma dei prodotti “3D” della Dukic Day Dream comprende undici modelli adattabili a tutte le tipologie di motori diesel. Oltretutto il dispositivo è completamente impermeabile e può pertanto lavorare anche in condizioni estreme (acqua, fango ecc.) ed è quindi assai adatto all’off road.
La Federazione Italiana Fuoristrada ha sottoscritto con Dukic Day Dream una convenzione, riservata ai propri associati, che prevede uno sconto del 12% per l’acquisto del dispositivo “3D”. I tesserati che vorranno installare sul proprio veicolo il dispositivo “Car Cool” potranno farlo al vantaggioso prezzo di € 893,00, installazione e iva compresa, con la possibilità di una dilazione da concordare direttamente con Dukic Day Dream. I Dispositivi dovranno essere installati solo dalle officine autorizzate, pena decadimento di tutte le garanzie
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calendari
Romagna Team 4x4 3° Trofeo Romagna team 4x4
Castrocare (Forlì/Cesena)
27/09/2020
Gara 2 - 1^ Ridotta 3° Trofeo - 1^ Ridotta
San Severino Marche (MC)
26/09/2020 Campionato Italiano Trial 4x4
18/10/2020
19-20/09/2020
TROFEO CENTRO ITALIA REGOLARITA’FUORISTRADA
FU F
06/09/2020
24-25/10/2020 28-29/11/2020
Gara 1 - 1^ Ridotta 1° Trofeo Collina dei Ciliegi CNF 3° Trofeo - CNF
Maiella Adventur 4^ Regolarità
Friends’ Club Off Road Roma 7° Friends’ Club - Off Road Trophy Roma 4x4 Adventure 5^ Roma 4x4 - Adventure Cup
San Severino Marche (MC)
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