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4.9 Santa Caterina da Siena

Capitolo 4 – Educare alla vita cristiana in Branca R/S [ 101 ]

4.9SANTA CATERINA DA SIENA

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Benché sia vissuta in un tempo lontano e in circostanze assai diverse, Caterina da Siena può essere un riferimento importante anche per la strada dei rover e delle scolte. Ripercorriamo i passaggi fondamentali della sua vita, che ci aiutano a conoscerla e a cogliere alcuni tratti della sua testimonianza.

INCONTRARE CRISTO NEL PROPRIO CUORE. Caterina nasce a Siena il 25 marzo 1347 in una famiglia molto numerosa. Ancora bambina vive un’esperienza di incontro con Gesù, che descrive come una visione e che segna tutta la sua vita. Quando ha quindici anni i suoi genitori pensano a un matrimonio ma Caterina decide di dedicarsi totalmente a Gesù nella verginità. Poiché i genitori si oppongono alla sua scelta e non le lasciano un luogo dove ritirarsi per pregare, Caterina inventa una “cella interiore”, che nessuno può rubarle anche quando sta in mezzo alla gente o in piena attività.

SERVIRE INSIEME. A vent’anni si sente chiamata ad assumere con coraggio una vita di servizio agli altri in comunione con Cristo. Entra così fra le terziarie domenicane di Siena, un gruppo di donne laiche che si dedicano alla preghiera e all’assistenza ai poveri: porterà la veste bianca e il mantello nero dell’Ordine di San Domenico (le chiamano perciò “mantellate”); ma Caterina non sceglie la clausura, il monastero, perché intuisce di avere una missione pubblica da svolgere. Comincia a distribuire il suo tempo e le sue forze tra le occupazioni familiari, le lunghe preghiere e l’assistenza agli ospedali e al lebbrosario. Attorno a lei, attirate dal suo esempio, si raccolgono molte persone di diversa provenienza, laici e religiosi che trovano in lei una guida e formano insieme la “bella brigata”. Chiamano Caterina “mamma” e vedono in lei un esempio da seguire.

3.3 “Servire: uno stile di vita...”

[ 102 ] Parte 1 – Fondamenti e contenuti della proposta

COSTRUIRE LA PACE. In un periodo di disordini nella città di Siena, Caterina alza la sua voce perché si giunga alla pace. È consapevole dei mali del suo tempo, conosce le situazioni di degrado nella Chiesa e nella società. Svolge la sua azione anche in una dimensione politica. Il papa dal 1305 risiede ad Avignone, in Francia, e Caterina intuisce che il ritorno del papa a Roma può essere una condizione per attuare ciò che le sta più a cuore: il rinnovamento della Chiesa stessa.

CHIESA POVERA E FEDELE AL VANGELO. La Chiesa, secondo lei, deve attuare una riforma e vivere in stile di povertà e di fedeltà al Vangelo. Per questo inizia a viaggiare e stringe rapporti con persone di ogni tipo: scrive al papa, a religiosi, a governanti, a famiglie e a persone di ogni ceto sociale. Le sue lettere sono specchio di una vita in cui Caterina si fa carico della storia e della vita degli altri, con lo sguardo sempre rivolto a “Gesù dolce, Gesù amore”.

CONOSCERE SÉ, CONOSCERE DIO. Caterina parla del conoscere se stessi e del conoscere Dio come due movimenti fondamentali della vita: se si conosce se stessi e si comprende la propria piccolezza si può diventare capaci di accogliere il dono di Dio, di sapersi amati da Lui. Si apre allora l’esperienza di essere come un piccolo vaso che accoglie l’acqua, che lo riempie fino a traboccare: ciò significa comunicare agli altri il Vangelo ricevuto. Spesso dice “voglio”, manifestando così la fermezza del suo carattere, ma anche il desiderio di compiere la volontà di Dio.

IMPEGNO E PREGHIERA. Caterina è un esempio di come il servizio rivolto agli altri e l’impegno nella vita sociale possano stare insieme con una vita radicata nella preghiera e nell’incontro con Dio nella cella interiore. Questi due movimenti nella sua vita sono indivisibili: si adopera così per la pace tra le città, va a incontrare il papa ad Avignone, viaggia per incontrare persone importanti e persone semplici, diviene il punto di riferimento per tanti che a lei si rivolgono ma ritorna sempre alla preghiera nella cella del suo cuore.

11.1

Capitolo 4 – Educare alla vita cristiana in Branca R/S [ 103 ]

PATRONA D’ITALIA E D’EUROPA, DOTTORE DELLA CHIESA. Caterina trascorre a Roma gli ultimi anni della sua vita, pregando per la Chiesa. Lì scrive il Dialogo, in cui presenta una conversazione tra lei e Cristo, visto nell’immagine del ponte di salvezza per tutta l’umanità. Dice: «L’unica causa della mia morte è l’amore per la Chiesa che mi divora e mi consuma». Muore nel 1380 e viene sepolta nella Chiesa di S. Maria sopra Minerva, a Roma. Nel 1939 è proclamata patrona d’Italia insieme a san Francesco e nel 1970 dottore della Chiesa. Nel 1999 è proclamata patrona d’Europa.

IL CORAGGIO DELL’AMORE. Il messaggio di Caterina proviene dalla sua esperienza di donna con un carattere forte, piena di coraggio e di iniziativa, capace di affrontare difficoltà e opposizioni. Si è scoperta investita di un amore che l’ha presa totalmente e, con le caratteristiche proprie della sua femminilità, intende comunicarlo agli altri, rimanendo legata a Gesù, centro della sua vita. Così scriveva: «Una delle leggi dell’amore consiste nell’amare tanto quanto ci si sente amati e nell’amare tutto ciò che ama colui che amiamo. Così, via via che l’anima conosce ciò che fa il suo creatore nei suoi riguardi, lo ama, e amandolo, ama tutto ciò che Dio ama. E poiché vede che Dio ama soprattutto la sua creatura dotata di ragione, che l’ama al punto che ci ha dato il suo Verbo, il Figlio che ha sacrificato la sua vita per noi […] il cuore dell’uomo si dilata e partecipa alla carità divina per il prossimo, vuole rendergli ciò che non può rendere a Dio, cioè essergli utile […] Quest’amore […] si riveste dell’uomo nuovo, del Cristo, il dolce Gesù, di cui segue le tracce e la dottrina rendendo il bene a chi gli fa del male, detestando ciò che Cristo benedetto detesta e amando ciò che egli ama» (Lettera a messer Ristoro Canigiani). E Caterina ci insegna che ognuno deve cercare la sua chiamata e la sua strada. Ci indica che la fonte di ogni itinerario di fede sta nel coltivare una profonda interiorità di comunione con Gesù e di preghiera. Ci ricorda che contemplazione e impegno per gli altri sono due aspetti essenziali della vita cristiana. Ci dice anche che siamo chiamati a tessere reti di amicizia e di incontro. Ci ricorda infine che si può vivere la responsabilità politica come servizio per la pace e che in ogni tempo la Chiesa deve rinnovarsi per tornare a Gesù e al Vangelo.

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