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7.9 Gioco

7.9GIOCO R/S art. 19

Capitolo 7 – Vita di Branca [ 213 ]

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Il gioco è elemento di espressione e costruzione della comunità R/S, vissuto come pratica abituale di fraternità. È strumento educativo privilegiato in quanto stile e dimensione in cui vivere e veicolare messaggi e valori significativi.

COS'È E A COSA SERVE

È una delle modalità con cui si esprime la vita della (e nella) comunità R/S, un abito mentale ancor più che una prassi operativa. È opportunità per far esprimere ciascun ragazzo nella sua globalità e nella sua corporeità: oltre al pensiero, alle parole, al confronto, alla riflessione nell’esperienza di comunità, vi è spazio per la concretezza, sia quella della strada, del lavoro manuale, del servizio, ma anche quella del gioco, della festa, dell’espressività. Attraverso il gioco, il rover e la scolta esercitano e si misurano concretamente con i valori richiamati dalla Legge scout, quali ad esempio la lealtà, l’onestà, l’obbedienza… Il gioco è spazio in cui sperimentare l’importanza di vivere secondo precise regole, per comprendere cosa accade quando si trasgrediscono i principi condivisi e come questo comportamento possa minare tanto il gioco quanto il vissuto personale e comunitario. Nel gioco la comunità conosce più in profondità i singoli rover e scolte che in uno spazio di fisicità e divertimento spesso mettono a nudo lati di sé solitamente nascosti; si instaurano, inoltre, dinamiche relazionali particolari, che allenano all’incontro e all’accoglienza, consolidando l’unione della comunità.

[ 214 ] Parte 2 – Stile e strumenti

IO ROVER, IO SCOLTA

Il gioco è uno stile che connota lo «stare insieme» della mia comunità. È un modo per conoscerci, per esprimerci e confrontarci. Uno strumento che aiuta ciascuno a stare bene nella comunità.

A noi novizi capita di condividere talvolta dei momenti con il clan/fuoco. In quelle occasioni il gioco è stato un modo semplice e bello per “rompere il ghiaccio”, per confrontarsi e conoscersi, per vivere una relazione “alla pari” creando un senso di vicinanza che ci ha fatto un po’ sentire realmente un’unica comunità.

Il gioco è per noi un’opportunità per trovare spazi e modalità di relazione più vivaci, in particolare nelle nostre riunioni settimanali. Sempre seduti attorno a un tavolo abbiamo riscoperto il gioco come elemento essenziale e utile, che trova ormai spazio costante nella vita di comunità.

Giocando, la mia comunità vive in maniera gioiosa lo stare insieme. Ritrovarsi è un momento piacevole perché il clima che si respira tra noi e con i capi è positivo, scherzoso e spontaneo.

La dimensione della sfida esercita in me un certo fascino che sprona, incuriosisce e stimola: il challenge, ad esempio, è stata un’opportunità interessante per mettere alla prova me stesso, riflettendo sulla mia persona.

3.2 “Noviziato e clan/fuoco: un’unica comunità”

7.12

IO CAPO

Il gioco è strumento che permette al ragazzo di prendere confidenza e coscienza del proprio corpo, delle proprie capacità e

art.12

Capitolo 7 – Vita di Branca [ 215 ]

del proprio carattere, per accettarsi e migliorarsi. Aiutando gli R/S a dare una rilettura anche di quest’esperienza di vita comunitaria, offre chiavi di lettura, spunti di attenzione al cambiamento o suggerimenti per valorizzare dei tratti distintivi della persona.

Attraverso la pratica del gioco educo i ragazzi a confrontarsi positivamente e spontaneamente con gli altri membri della comunità, uscendo da modalità relazionali consolidate, facendone fiorire di nuove. Alcuni giochi, ad esempio, hanno sollecitato l’incontro e il coinvolgimento con alcuni R/S

[ 216 ] Parte 2 – Stile e strumenti

più ai margini, facendoli sentire parte del gruppo e facendo cogliere ad altri l’opportunità e l’importanza di coinvolgerli anche nelle restanti attività. Esso educa alla cura della partecipazione di tutti e a un protagonismo sano.

Anche la mia personale relazione con i rover e le scolte si arricchisce di questo spazio informale e positivo d’incontro, confronto, condivisione. Inoltre, mi offre interessanti chiavi di lettura e interpretazione per cogliere la ricchezza di ciascun ragazzo nella sua globalità e per poterlo meglio sostenere nel suo percorso di progressione personale.

Il gioco è strumento di educazione alla gioia e al piacere di vivere insieme che alimenta il desiderio di far cose tanto significative quanto entusiasmanti e divertenti.

Lo strumento del gioco si presta a essere utilizzato in diverse occasioni della vita della comunità R/S. Può essere una modalità per introdurre a un momento particolare o a un argomento specifico da affrontare in riunione; può essere spunto o modalità di gestione di una verifica o di un confronto interno alla comunità; può essere una competenza che si tramuta in strumento di servizio; o più semplicemente, può essere espressione della gioia che connota l’esperienza scout. È quindi uno stile, trasversale e costante, che connota la vita della comunità ancor più che uno strumento da utilizzare.

Attraverso il gioco ho la possibilità di veicolare messaggi significativi, favorire l’interiorizzazione di valori nonché far acquisire conoscenze e affinare capacità da trasformare in bagaglio personale.

Capitolo 7 – Vita di Branca [ 217 ]

ALCUNE ATTENZIONI

• È importante che il gioco sia componente ordinaria della vita di comunità, caratterizzandone lo stile. Non si gioca tanto per giocare, ma perché il gioco deve e può alimentare un buon clima; perché (se si gioca bene) si crea una tensione positiva e un’inclinazione favorevole all'adesione e alla partecipazione ai momenti vari della vita di comunità.

• Il gioco è una pulsione sana e comune a ognuno di noi. È quindi un linguaggio che va coltivato e valorizzato nel rispetto della maturità dei ragazzi, senza indulgere in meccanismi di animazione troppo infantili o banali. È importante riconoscere e valorizzare tutta la “serietà”, ovvero la profondità del giocare insieme!

• Il gioco è uno strumento concreto di responsabilizzazione del singolo verso la comunità R/S. Proprio perché esso non deve mancare praticamente mai, è importante che vi sia chi, all’interno del gruppo, come avviene ad esempio per la preghiera e la strada, ne curi ideazione e realizzazione, avendo attenzione a proporre il gioco «giusto» a seconda delle occasioni e delle attività: per i momenti di tempo libero, per animare l'inizio di una discussione… Qui si apre un'occasione in più di protagonismo dei ragazzi se il gioco non è visto come un riempitivo, un tappabuchi tra una attività e l'altra, ma come uno degli ingredienti di cui aver cura. Dall'impegno che si mette e dall'attenzione ai particolari e al non-scontato dipenderà e discenderà la sua efficacia di “strumento” per uno star bene personale e comunitario.

• È importante che il capo riconosca il gioco come strumento educativo al servizio della propria intenzionalità educativa, così come avviene nelle Branche L/C ed E/G.

5.4

[ 218 ] Parte 2 – Stile e strumenti

TRACCE DI VITA CRISTIANA

Non di solo pane vive l’uomo… ma anche di gioco, di bellezza, di gratuità, di tempo per stare bene insieme e per poter godere delle gioie della vita. Anche Dio, dopo aver creato il mondo in sei giornate di lavoro, porta a compimento la sua creazione, creando lo shabbàt. Il settimo giorno Dio non rimane con le mani in mano, senza far nulla: crea il riposo, il canto, la festa, il gioco e la possibilità di vivere senza affannarsi, chiedendosi in continuazione «che cosa mangeremo, che cosa berremo, che cosa vestiremo?». Anche al termine di ogni giorno della creazione, Dio interrompe il ritmo del suo lavoro operoso e si dà un tempo per godersi la bellezza delle creature uscite dal suo cuore e dalle sue mani: «Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina». Non possiamo vivere una vita felice senza dare tempo e spazio alla dimensione ludica e contemplativa dell’esistenza. Anche gli animali e le piante sentono lo shabbàt e lo devono festeggiare a modo loro. «Giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo» (Pr 8,30-31). È bello sapere che la Sapienza con la quale Dio ha creato il mondo… giocava davanti a Dio in ogni istante. Il primo miracolo di Gesù fu quello di mutare l’acqua in quel vino che «rallegra il cuore dell’uomo» (Salmo 104,15). Chissà quante belle risate e quanti giri di danza alla festa di nozze a Cana di Galilea.

Gen 2,1-4

Lc 12,22-32

Es 20,8-12

Gv 2

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