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7.13 Percorsi di educazione alla cittadinanza, di partecipazione e di rappresentanza
Capitolo 7 – Vita di Branca [ 233 ]
7.13PERCORSI DI EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA, DI PARTECIPAZIONE E DI RAPPRESENTANZA
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artt. 7 e 7bis
Educare il “buon cittadino” è il fine dello scautismo. Avere a cuore il proprio territorio e chi vi abita, attivando dei processi di cambiamento attraverso lo stile positivo che ci appartiene, è ciò a cui i rover e le scolte sono chiamati a vivere dopo la Partenza. Questo stile si matura nell’arco degli anni, vivendo la comunità, i principi democratici che la regolano e numerose esperienze anche al di fuori del gruppo di coetanei. Queste ulteriori occasioni esterne rappresentano delle opportunità per educare a partecipare e contribuire alla costruzione del bene comune.
Cap. 2
COS'È E A COSA SERVE
Il fine educativo dei percorsi di rappresentanza e partecipazione è che i rover e le scolte vivano esperienze di confronto, definizione di intenti e assunzione di responsabilità in una forma più estesa del solo contesto della singola comunità R/S, per fare esperienza di cittadinanza matura e di scelta politica. Uscendo dalla dimensione locale, i rover e le scolte sono chiamati a guardare un orizzonte più vasto, disponendo il loro pensiero con quello di altri all’interno di occasioni autentiche di ascolto, confronto ed elaborazione di un pensiero politico condiviso e orientato, che porti ad assumere delle responsabilità verso il territorio. Le esperienze offerte ai rover e alle scolte devono essere originali, motivanti e tendere a obiettivi concreti: attraverso lo stile della contribuzione gli R/S imparano a mettere la propria esperienza a servizio di un bene più grande del proprio, in una logica comunitaria.
[ 234 ] Parte 2 – Stile e strumenti
La partecipazione avviene attraverso il meccanismo della rappresentanza: gli R/S coinvolti assumono la responsabilità di farsi portatori del pensiero della propria comunità R/S. Per questo è importante che la comunità stessa venga coinvolta nel processo, a partire dalla condivisione di un pensiero fino alla restituzione dell’esperienza, affinché quanto vissuto non resti patrimonio esclusivo del singolo ma diventi collettivo. L’esperienza rappresenta di per sé un’occasione di valore nella progressione personale dei ragazzi coinvolti che si proiettano oltre la dimensione “protetta” del gruppo per intraprendere dei passi in autonomia, sperimentando la propria solidità in vista di scelte importanti e radicate, quali quelle della Partenza. Tali esperienze possono essere proposte dai vari organismi associativi o nascere da iniziative anche esterne all’Associazione. Resta importante che, attraverso gli Incaricati alla Branca R/S dei diversi livelli coinvolti, se ne custodisca la qualità metodologica. I capi R/S delle comunità di origine dei rover e delle scolte, che vivono questo tipo di esperienze, sono in prima linea nell’accompagnare l’esperienza, dalla sua programmazione al suo ritorno, con un’attenzione peculiare e fondamentale alle ricadute di progressione personale del ragazzo. Queste esperienze devono nascere da reali e contingenti bisogni e opportunità ed essere pertanto di durata limitata e ben definita.
6.4
IO ROVER, IO SCOLTA
A livello di Zona, in seguito ad azioni di vandalismo che hanno riguardato un parco pubblico in un’area difficile della nostra città, i clan hanno riflettuto sulle cause del disagio ed elaborato idee e proposte concrete. Un rappresentante per clan della nostra Zona ha partecipato a diversi incontri con le istituzioni e insieme hanno deciso di aggiustare le panchine e i giochi che erano stati danneggiati e di far vi-
Capitolo 7 – Vita di Branca [ 235 ]
vere il parco, presidiandolo a turno con attività e animazioni che coinvolgono gli altri bambini del quartiere. Ora siamo tutti coinvolti come clan in questa iniziativa di servizio di cui hanno parlato anche i giornali.
A meno da un anno dalla Partenza, la vita di clan e i suoi problemi mi stanno un po’ stretti. Mi sembra di rivedere un film noto. I capi mi hanno proposto di partecipare a un tavolo di lavoro con altri giovani della diocesi per organizzare la Giornata mondiale della gioventù con il coinvolgimento dei giovani della città, scout e non. È una proposta che mi stimola e mi porterà a confrontarmi con altri ragazzi e ragazze.
Ho appena partecipato alla ROSS e conoscere altri rover e scolte provenienti da altre regioni è stata forse una delle cose più arricchenti che ho vissuto in questo cammino scout.
Ho bisogno di questi momenti di confronto, ho bisogno di misurarmi con altri, secondo schemi di relazione diversi e nuovi. Chissà se avrò altre occasioni per poterlo fare…
6.6
IO CAPO
Io capo ho una responsabilità particolare nel coinvolgere e motivare la comunità a prendere parte a questi percorsi e a comprenderne il valore politico e le opportunità di crescita.
La scelta del rappresentante è un passaggio significativo per la comunità R/S: occasione di confronto e palestra di democrazia. La proposta deve essere sinergica con il cammino di progressione personale del singolo che assume, con questo incarico, un impegno verso la comunità.
[ 236 ] Parte 2 – Stile e strumenti
È particolarmente indicato ai rover e alle scolte che stanno camminando verso l’impegno della Partenza sui passi della responsabilità.
I capi chiamati ad accompagnare questi percorsi devono: curare la qualità degli stessi, verificare l’effettiva progressione, custodire il rapporto con le comunità di origine e con i capi clan/fuoco dei ragazzi coinvolti. Sono educatori di esperienza che sanno creare le giuste motivazioni, lasciare spazi di protagonismo, aiutare nella sintesi e nell’assunzione di impegni.
6.3
ALCUNE ATTENZIONI
• È bene che queste esperienze siano occasionali e costruite su una buona idea iniziale: non si tratta di stabilire strutture stabili (consulta o consiglio R/S, parlamentino, etc.), ma di attivarle ogni volta se ne presenti l’occasione.
• L’ambito privilegiato è il territorio, principalmente la Zona o la
Regione; a livello di Zona deve avvenire il coinvolgimento iniziale e la condivisione dell’idea con i capi della comunità R/S di origine, mettendo in comune obiettivi, modalità e tempi di attuazione.
• I percorsi devono essere autentici, di valore e stimolanti; chi vi partecipa deve motivarsi sentendo di partecipare a qualche cosa di unico che lascerà il segno e di poter contribuire portando il proprio pensiero originale e ricco di positività.
• I ragazzi coinvolti devono avere chiaro, fin dall’inizio, l’obiettivo, i tempi di realizzazione e come si struttura l’esperienza.
Capitolo 7 – Vita di Branca [ 237 ]
• È bene stabilire da subito le regole del gioco, lo stile della partecipazione, la responsabilità che si assume nell’essere stati delegati, la prospettiva del dono gratuito e del servizio, il valore politico dell’azione concreta.
• Alla fine della proposta è utile verificarla con attenzione ai diversi livelli; si tratta infatti di esperienze “nuove” su cui dobbiamo prendere dimestichezza e renderle sempre più di valore.
Linee guida artt. 7 e 7bis, giugno 2017
TRACCE DI VITA CRISTIANA
“Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti, e la parola di Dio dimora in voi e avete vinto il maligno”. L'autore della prima lettera di Giovanni scrive ai giovani perché riconosce in loro quella energia in grado di vincere le forze oscure che minacciano la vita piena dell'uomo, la comunione dell'uomo con Dio e la nascita di un'umanità nuova. È proprio dell'età giovanile la capacità di sognare e di generare un futuro migliore: un'umanità migliore, una Chiesa migliore. Ecco allora che possono nascere percorsi di partecipazione in cui contribuire alla crescita della comunità cristiana (come avvenuto, ad esempio, in occasione della route nazionale del 2014 o nel 2018 con il Sinodo “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”). È possibile quindi ricercare occasioni di incontro e dialogo con altre realtà pastorali, con altri giovani per costruire insieme pensiero, individuare dei cambiamenti possibili e assumersi la responsabilità di portare avanti questi percorsi di miglioramento. Oltre che la capacità di scelta e impegno del singolo si rafforza, così, l’essere parte di una comunità più ampia di quella scout, la comunità cristiana, luogo in cui sentirsi accolti e in cui impegnarsi in prima persona, lasciandosi guidare e sostenere dalla parola di Dio.
1 Gv 2,14