Bollettino Marzo-Maggio

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amminiamo insieme n° 26 marzo - maggio 2011 CPeriodico della Comunità dei Santi Pietro e Paolo in Castrezzato Camminiamo insieme

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Sommario

Camminiamo insieme

Periodico della Comunità parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo in Castrezzato N.26 marzo - maggio 2011

Hanno collaborato a questo numero: mons. Mario Stoppani, don Claudio Chiecca, Le commissioni del Consiglio Pastorale, Maria Antonia Galli, p. Aldino Cazzago, don Vittorio Formenti, Silvana Brianza, Giovani dell’Oratorio, Angelo Treccani Contributi di: Mons. Luciano Monari Vescovo di Brescia, Bruno Maggioni biblista, p. Gabriele Ferrari saveriano, Maria Cecilia Scaffardi, Associazioni COSP, AVIS, AIDO di Castrezzato Fotografie Erika Zani (Anniversari di matrimoni) Segreteria Agostina Cavalli Impaginazione Giuseppe Sisinni Stampa G.A.R. di Ruffini s.r.l. - Castrezzato (BS)

In copertina Fermo Stella - La Risurrezione (Chiesa di san Bernardino a Caravaggio) anno 1531. Cosa sia successo la notte della Risurrezione è difficile dirlo, appartiene alla sfera di Dio, l’unico che può risvegliare dai morti. All’uomo è dato di percepire questa nuova presenza, che non è un ritorno alla condizione terrena precedente, ma una realtà nuova, libera dai vincoli della carne e della storia. La Risurrezione di Cristo è il fondamento della nostra fede. “Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede”- così si esprime S. Paolo. Il giorno di Pasqua è normale sentirsi dire: “Auguri, Buona Pasqua!”. Quale significato diamo a questo augurio? I fratelli ortodossi si salutano così: ”Il Signore è Risorto, Alleluia!”, e si risponde: ”E’ veramente risorto. Alleluia!” La gioa della Pasqua non può rimanere ancorata al 24 aprile e fermarsi al ricordo del passato. Ogni domenica è Pasqua. I battezzati si riuniscono nel nome del Risorto, o meglio il Risorto li riunisce per possano accogliere la sua presenza, rinnovare o accrescere il dono della fede. Se tu lo cerchi, se Lo cerchi davvero, Cristo si mostrerà anche a te e la tua vita sarà diversa, perchè se la tua vita non è ancora cambiata, vuol dire che non hai ancora incontrato il Risorto. La sua vittoria, espressa dal pittore Fermo Stella con il simbolo della bandiera, potrà essere anche la tua vittoria: quella vittoria sul male e sul peccato che da tanto tempo desideri. Auguri quindi di Buona Pasqua. (d. M.)

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Sommario 3 5 8 11 12 16 18 20 23 25 30 34

Lettera del Parroco Il risveglio della quaresima

Formazione Biblica Risorti con Cristo

Con la Diocesi Da stranieri a concittadini

Con la Chiesa Giovanni Paolo II sarà beatificato il primo maggio

Con la Chiesa Guido Maria Conforti presto santo

Con la Chiesa I cristiani sono chiamati ad un modello di giustiza superiore

Vita sociale Duc in altum

Vita sociale Una merenda del tutto speciale

Vita sociale Se il mondo ci odia

Spazio oratorio Quando crescere diventa un lavoro da fare da soli

Brevi dalla Parrocchia Attività delle Commissioni del Consiglio Parrocchiale

Brevi dalla Parrocchia Associazioni in piazza


Lettera del Parroco La quaresima è stagione spirituale per rinascere

Nella Sua morte la nostra vita

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arissimi, per quanto ancora immersi nel freddo della stagione invernale, cominciamo ad avvertire i segnali di un risveglio. Gli alberi iniziano ad ingrossare le loro gemme, preparandole a farle esplodere, nella ricchezza e varietà di verde, quasi presagendo quell’evento di resurrezione che è appunto la Pasqua. In febbraio abbiamo avuto modo di iniziare la stagione liturgica della Quaresima, con il suo colore viola, i suoi giorni sopiti, legati al digiuno e alla penitenza, ma soprattutto sostenuta dal desiderio di risanare e far risorgere il nostro essere dalla vecchiezza del peccato e dalle tante ferite interiori che ci rendono più vulnerabili. È infatti la quaresima la stagione della conversione; il tempo propizio per vivere nella costante ricerca di un modo autentico di essere cristiani. È la stagione destinata a scandagliare (attraverso un cammino di silenzio e di mortificazione, con la meditazione incessante della parola di Dio) quella passione per la vita che troppo spesso in ciascuno di noi è affievolita a causa della stanchezza e dello scoraggiamento. La quaresima è stagione spirituale di speranza, perché Dio accoglie chi si pente ed è misericordioso con chi si converte. Egli vuole imbandire per tutti il banchetto pasquale, che è Cristo stesso! Alla base di ogni conversione però (e le letture liturgiche della Quaresima ce lo ricordano) c’è la proclamazione del primato assoluto di Dio. E Gesù stesso ci

insegna a vivere serenamente e umilmente la nostra vita di ogni giorno, senza cercare spettacolarità, ma nascondendoci nel silenzio della dedizione quotidiana a Dio e ai fratelli cui siamo chiamati ad essere utili. Se saremo capaci di vivere questo tempo con l’intensità che il Signore richiede, questa stagione non sarà l’espressione di un torpore passivo, ma sarà luce al nostro cammino verso la pienezza della gioia: Cristo Risorto.

Un augurio e un invito: in questa quaresima riprendiamoci in mano fa Bibbia; riapriamo il Vangelo. Facciamo risuonare in noi il comando antico: “Ascolta, Israele... “ Il Vangelo è uno slancio continuo verso l’alto; è l’ago di una bussola che segna la direzione di un mistero che prende avvio sulla terra, ma ha il suo approdo in cielo. Buona Quaresima e Buona Pasqua.

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Il Vostro Parroco Don Mario

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Formazione biblica Note di spiritualità liturgica

L’autentico senso della Quaresima

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obbiamo riconoscere che la Quaresima acquista significato solo in chi è cristianamente motivato. Oggi, la Quaresima è per lo più un tempo irrilevante;è difficile persino accorgersene da segni esterni, visibili. Per molti è forse un poco di contrizione il venerdì con l’astinenza dalle carni o, con felice intuizione, con il digiuno televisivo. il Signore non disprezza nulla, certo; si contenta anche delle nostre briciole. Tuttavia dobbiamo onestamente ammettere che c’è ben altro per “fare quaresima”!

La Quaresima in verità è un tempo opportuno per comprendere di nuovo se stessi e la propria vita. Si tratta di ritrovare il battito di un tempo diverso (quello segnato da Dio) che sembra non aver cittadinanza nella storia. E invece è la storia. La liturgia ci è venuta incontro con l’antico segno delle ceneri che, emarginato dai nostri razionalismi e sensi di modernità, eppure così vero, ritorna di grande attualità: Quella cenere, accompagnata dalle espressioni bibliche: “Convertiti e credi al vangelo”, oppure: “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”, vuoi dire certamente penitenza e domanda di perdono, ma soprattutto significa una cosa molto semplice: siamo tutti polvere, siamo tutti deboli e fragili. Quest’uomo che s’innalza, che si sente potente (e ognuno di noi ha i suoi modi per innalzarsi. e sentirsi potente), domani non e più nulla. È una dimensione deci-

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siva della nostra vita, cui per altro tentiamo in ogni modo di sfuggire. Non si vuol con questo tornare alla proposta di una religione della paura e della penitenza. Al contrario, c’è un senso liberante nei non dover sempre far finta d’essere forti, senza macchia e contraddizioni. Il segno delle ceneri è certo austero, e tale è anche il tempo quaresimale, ma è dato per aiutarci a vivere meglio e farci comprendere quant’è grande l’amore di Dio che ha scelto di legarsi a gente debole fragile come noi. La prima sottolineatura che la Quaresima ci richiama è quella di ritrovare il cardine della nostra vita nella Parola di Dio: di una Parola di Dio annunciata e meditata “nel deserto ‘’. Proprio nei deserto Gesù visse quanto era stato annunciato dal profeta Osea: “Ecco, l’attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”(Osea 2,16). La seconda è quella di fare della vita di Gesù il modello, il paradigma della nostra vita. In realtà i giorni quaresimali sono “lo stampo” di tutta la vita di Gesù e di quella di ogni credente. Le nostre città, ove è rara la vita solidale e frequente la solitudine, ove scarseggiano la comprensione e il perdono e sono sempre più forte la violenza e il sopruso, sono il vero deserto di oggi. Un deserto che è divenuto interiore, penetrando nel cuore di ognuno e inaridendolo. Tutti ci accor-

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giamo di essere sempre più spesso in compagnia di “belve” e del demone della divisione e dell’odio che rendono la vita dura ed amara. Lo Spirito che spinse Gesù nei deserto, spinge anche noi nei nostri deserti, non già alla ricerca di un’avara tranquillità, ma per entrare più profondamente nel tessuto quotidiano e in noi stessi con una nuova responsabilità che nasce dal Vangelo. II “deserto” delle nostre città può divenire un’occasione per rinnovare il cuore, per allargarlo e riempirlo di sentimenti di bontà, di misericordia, di amore per i più deboli. Ed è qui che il cammino quaresimale entra in pieno nel percorso spirituale. In Gesù, Figlio del Padre e Fratello dell’uomo, si compie quell’irrompere della presenza di Dio nella storia, per tutto redimere e “ricapitolare”. Dìo è già dentro la storia come suo principio e suo motore. A 2000 anni dalla venuta di Cristo, per un mondo dove non ci siano più nè violenze, nè ingiustizie, nè schiavi: dove risplenda in tutti la libertà e la dedizione dei fratelli. Ecco la vera Conversione!

don Mario


Formazione biblica Messaggio biblico della Pasqua

Risorti con Cristo

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a risurrezione di Cristo è il cardine della fede, e proprio per questo le letture liturgiche della Pasqua sviluppano attorno ad essa un’ampia riflessione, che va dal racconto dell’avvenimento (Vangelo) al suo annuncio (Atti degli Apostoli) e alle conseguenze morali che ne derivano (cf. il passo paolino tratto dalla Lettera ai Colossesi).

Risurrezione: un fatto reale Nel racconto giovanneo (20, 1 — 9) si intravede un primo interesse: la risurrezione di Gesù è un fatto reale. concreto, avvenuto. Non è un simbolo o una semplice spe-

ranza. Gesù non è vivo come è vivo un messaggio sempre attuale, o come è vivo un maestro nel cuore dei discepoli. Gesù è veramente risorto. Tanto è vero che il sepolcro fu trovato vuoto. E questa testimonianza non poggia in primo luogo sulla visione di una donna (che per il mondo ebraico avrebbe avuto ben poco valore), ma sulla constatazione dei due discepoli. Essi poi hanno potuto costatane che le bende ed il sudario, nei quali era avvolto il corpo di Gesù, non erano gettati per terra alla rinfusa, ma piegati con ordine: un indizio che già di per sé smentisce la diceria di un frettoloso trafugamento del

cadavere. Nel racconto c’è poi una seconda insistenza: ambedue i discepoli entrarono nel sepolcro e videro, ma solo del discepolo prediletto si dice che vide e credette. È chiaro che Giovanni attribuisce al discepolo amato un ruolo importante. Ne mette in risalto la sicurezza, l’intuizione e la prontezza a discernere la traccia del Signore risorto. Egli solo comprese tutto il senso racchiuso nel sepolcro vuoto e nei panni piegati. Ma a che cosa è dovuta questa sua capacità d’intuizione? Non si vede altra ragione che questa: è il discepolo che Gesù amava. La

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Formazione biblica

comprensione della risurrezione è un dono di Dio. Nella lettura degli Atti degli Apostoli (10, 34 — 43) si possono evidenziare facilmente tre considerazioni: Prima: “Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la risurrezione dei morti”. Con questo l’apostolo si preoccupa di sottolineare che la risurrezione di Gesù è un fatto reale, concreto, avvenuto e testimoniato. Gesù ha vinto la morte ed è entrato nella vita con tutta la sua umanità, spirito e corpo. È una precisazione importante che dà il suo pieno valore all’interezza dell’uomo: non solo lo spirito ma il corpo (tutto l’uomo) è chiamato da Dio alla vita. Seconda:” Essi lo uccisero appendendolo ad una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno”. Fra il giudizio di Dio ed il giudizio degli uomini c’è un netto contrasto. Le

valutazioni di Dio sono capovolte rispetto alle nostre. Gli uomini hanno condannato Gesù, Dio invece lo ha approvato e lo ha fatto risorgere. L’apostolo sottolinea questo aspetto dell’avvenimento della risurrezione (un avvenimento che contiene un giudizio) per indurre i suoi ascoltatori alla conversione. Occorre mutare i propri criteri di valutazione. Terza: “Gesù passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo”. Gesù ha detto ed ha fatto molte cose, ma tutte furono guidate da un’unica ansia: fare del bene. La vita di Gesù fu una vita d’amore, ecco ciò che l’apostolo vuol dirci nel suo rapidissimo racconto. Completamente dimentico di sé, Gesù è vissuto dall’inizio alla fine — per Dio e per i fratelli. E questa è una vita che il mondo rifiuta e deride, e non raramente crocifigge, ed inve-

ce è quella che Dio approva. Una vita “nascosta in Dio” “Siete risorti con Cristo..... siete morti e la vostra vita è ormai nascosta in Dio” ( Col 3, 1 — 4). Dicendo “siete morti” e “siete risorti” Paolo pensa certamente al battesimo, sacramento che fa nostra la morte e risurrezione di Gesù e pone in noi un germe di vita nuova. Una vita che resta invisibile nella sua essenza (“nascosta in Dio”), e tuttavia visibilissima nei comportamenti nuovi e sorprendenti che è capace di suscitare. I nuovi comportamenti — che sono il segno ed il frutto della risurrezione di Cristo e della nostra — sono riassunti da Paolo in due imperativi: “Cercate le cose di lassù, pensate alle cose di lassù”. Dunque, il pensiero e la vita, i progetti e l’esecuzione, la coscienza e le scelte. Ma quali sono le cose di lassù da cercare e le cose di quaggiù da evitare? E qual è la parte di noi che dob-biamo scrollarci di dosso come un vestito logoro e sdrucito? Il vestito da deporre non è la parte corporea che deve essere mortificata per esaltare lo spirito, ne gli impegni del mondo che devono essere abbandonati per ritirarsi nella solitudine. Paolo non ragiona in questi termini. Il vecchio vestito sono i valori illusori, distruttori ed egoistici: la licenza sessuale, le passioni egoistiche e soprattutto quell’istinto del possesso che tanto spesso si trasforma in idolatria (Col 3, 5). E il vestito nuovo è il superamento delle divisioni che oppongono l’uomo all’uomo, popolo a popolo, razza a razza (Col 3, 11). Vestito nuovo sono i sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di pazienza: “Sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente” (Col 3, 12 — 13). Bruno Maggioni biblista

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Formazione biblica

Esercitazione biblica per i ragazzi

L’ABC della Passione di Cristo Sapresti rispondere a queste domande ? 01 Cosa significa la parola “Pasqua”? Perché Gesù celebra la Cena pasquale prima della sua Passione? 02 -

Perché il tradimento di Giuda fu un atto così grave?

03 -

Quali motivi rendevano triste Gesù quella sera?

04 -

Gesù conosceva la debolezza di Pietro. Come mai affidò a lui il compito di guidare la Chiesa e di dare forza ai suoi fratelli?

05 -

Rispetto al cerimoniale tradizionale, Gesù introduce nella Cena pasquale due varianti: quali?

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Quale Sacramento fu istituito nell’Ultima Cena?

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Gesù dice che il sacrificio che egli fa di se stesso (= offerta del corpo e del sangue) é la conclusione di un’alleanza nuova ed eterna. Quale era l’alleanza precedente? Quando noi celebriamo questa alleanza nuova, oggi?

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Negli insegnamenti della Cena Gesù insiste su un comandamento particolare: quale?

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Che cosa rende più grave il tradimento di Giuda?

10 -

Quali furono le cause delle sofferenze morali di Gesù?

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Ti pare che il processo religioso contro Gesù sia stato condotto con giustizia? Prova ad elencare le maggiori irregolarità.

12 -

Per quale accusa Gesù fu condannato a morte dal tribunale religioso ebraico (Sinedrio)?

13 -

Come giudichi il comportamento di Pilato?

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Per quali motivi Pilato fa flagellare Gesù?

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Ti è mai capitato di riflettere seriamente sulle sofferenze fisiche sopportate da Gesù durante la sua passione?

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Che relazione esiste tra ciò che Gesù ha sofferto e i peccati degli uomini?

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La sofferenza di Gesù come martire innocente continua ancora oggi? In che modo? In quali persone?

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Cosa sperava Pilato presentando al popolo Gesù flagellato e coronato di spine?

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Quale fu la frase del popolo e dei capi che fece desistere Pilato dal difendere Gesù?

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Chi sono i principali responsabili della condanna a morte di Gesù? Pilato? I capi? La folla?

21 -

Siamo anche noi responsabili della morte di Gesù? Perché? In che misura?

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Prova a descrivere l’atteggiamento di fortezza, di pazienza, di amore e di fiducia nel Padre manifestati da Gesù nel corso della sua Passione e morte.

N.B. I ragazzi che faranno pervenire in Parrocchia o in Oratorio - per iscritto - almeno 15 risposte esatte a queste domande entro la domenica delle Palme, riceveranno un dono gradito!

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Con la diocesi Lettera del vescovo alle comunità cristiane della diocesi sulla pastorale per gli immigrati

Da stranieri a concittadini

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l testo era stato steso da tempo, ben prima che Brescia “balzasse agli onori della cronaca nazionale” per la protesta degli immigrati sulla gru in San Faustino. Erano riflessioni che il vescovo Luciano Monari aveva voluto fissare sulla carta per aiutare la Chiesa locale a trovare risposte a quegli interrogativi che una presenza evidente come quella di un numero sempre maggiore di cittadini stranieri nel Bresciano poteva sollevare. “Stranieri, ospiti, concittadini”, la lettera alle comunità cristiane della diocesi sulla pastorale per gli immigrati, non è e non deve essere letta come una risposta o una presa di posizione della Chiesa bresciana ai recenti fatti che hanno riaperto il dibattito sull’immigrazione. Un dibattito a cui la comunità cristiana può, probabilmente deve, prendere parte ma, come ricordato dal Vescovo, da una prospettiva particolare: quella del Vangelo. “Noi – afferma il Vescovo – siamo espressione della Chiesa a Brescia per annunciare il Vangelo che invita tutti gli uomini ad accogliere il dono dell’amore di Dio. La presenza degli immigrati impone il dovere di tenere conto anche di loro in questo nostro annuncio e nello stile di vita che da questo discende”. La Lettera, ribadisce con forza, nasce solo e soltanto da questo desiderio. Parole chiare, che tarpano le ali ad ogni possibile strumentalizzazione. L’ultimo documento del vescovo Monari è dunque di carattere pastorale e in quanto tale indica una prospettiva

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in cui la Chiesa locale deve muoversi, senza negare, in un campo complesso come quello del fenomeno migratorio, l’esistenza al suo interno di tensioni che possono essere feconde se portano a

un progressivo cambiamento dei modi di pensare e agire. “Il problema – afferma ancora il Vescovo – si registra quando si tenta di negare la tensione, fingendo che il problema non esista, rimanendo così bloccati nello statu quo senza alcun tentativo di creare, immaginare o realizzare qualcosa di nuovo, equilibri più profondi, più efficaci”. Un rischio che la comunità cristiana può correre e in “soccorso” della quale arriva appunto “Stranieri, ospiti, concittadini”. Diversi sono i livelli da cui il Vescovo affronta il tema della presenza degli stranieri

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nella comunità bresciana. Diverse chiavi di lettura su cui mons. Monari affronta in questa intervista. La prima è quella del rapporto con gli immigrati cristiani e con quelli di altre religioni. Eccellenza, nella sua Lettera indica in questo caso una prospettiva pastorale che, probabilmente, è diversa dalla quotidianità in cui la Chiesa locale agisce… “Sarebbe sorprendente il contrario perché è difficile realizzare perfettamente il Vangelo in tutte le diverse circostanze della vita. Bisogna imparare a integrare cristiani di altra cultura, e gli immigrati dentro le nostre comunità che, per parte loro devono essere accoglienti nei loro confronti. La Chiesa locale deve imparare sempre di più a riconoscere in ogni uomo una creatura di Dio con un suo destino eterno, con un significato personale proprio e quindi stabilire con ogni persona un rapporto di rispetto, di aiuto, di responsabilità reciproca. Questo è il cammino della Chiesa di oggi come anche della Chiesa di sempre: un cammino progressivo perché le situazioni cambiano di anno in anno e chiedono di adattare il nostro comportamento facendolo rispondere alle situazioni nuove che si presentano”. C’è un secondo piano, per altro da Lei ricordato nel passaggio della Lettera quando scrive che “chi nel cuore disprezza gli altri o li considera inferiori diventa in-


Con la diocesi capace di annunciare il Vangelo”. Eccellenza, non è infatti un mistero che, anche nelle nostre comunità, siano in tanti, per diverse ragioni, a nutrire i sentimenti di chiusura, di paura e diffidenza verso il fenomeno immigratorio... “Sarebbe anche bene che i sentimenti, tutti i sentimenti, venissero in superficie per poterli analizzare e vedere se sono coerenti e corrispondono alla realtà del Vangelo e della identità umana oppure se, al contrario, nascono dal nostro egoismo o dalle nostre paure. Il problema è non negarli e correggerli, cercare di capire da dove arrivano, se sono sani o scorretti. Questo è il lavoro da fare; non si può immaginare che l’uomo sia senza sentimenti negativi. Il problema sta proprio nel riuscire a riconoscerli, a capirli e a modificarli in modo che diventino più umani. Nella Lettera pone la domanda delle conseguenze del Vangelo nel modo di affrontare il problema dell’immigrazione. Una questione sicuramente scomoda… “Sicuramente e rimanda a un atteggiamento di fondo che è nel cuore dell’etica cristiana e non solo. È quell’ama il prossimo tuo come te stesso, cercare di vedere nel volto del prossimo l’immagine di quello che ogni uomo è, con le sue speranze, i suoi desideri, i suoi progetti. Ogni uomo deve cercare di superare quella tendenza istintiva a creare una distanza rispetto all’altro. Deve invece cercare di fare entrare l’altro dentro il proprio perimetro di interesse, di attenzione. Credo che questa sia la conversione grossa da compiere e una volta raggiunto questo traguardo diventa meno arduo trovare ricette concrete che pure saranno sempre da modificare perché non c’è nessuno che sappia esattamente come ci si deve comportare in ogni circostanza”.

Lei afferma che quando uno straniero svolge un ruolo di rilevanza sociale dovrebbe avere il diritto a un riconoscimento giuridico. “E – scrive ancora nella Lettera – ogni politico che voglia dirsi cristiano è chiamato a favorirlo”. Tutto questo è qualcosa in più di un semplice appello, suona quasi come un dovere… “Sì, è un dovere di cui bisogna prendere consapevolezza. A noi viene sicuramente più facile pensare l’accoglienza degli immigrati come un atto di amore nei loro confronti. La loro accoglienza, però, risponde anche a un nostro interesse economico, il lavoro degli stranieri ha contribuito ad arricchire il nostro Paese. Prendere coscienza di questo aspetto significa riconoscere l’esistenza di un debito morale nei confronti degli immigrati. Non è più possibile usare il loro lavoro per far crescere il Pil nazionale, per dare respiro al benessere e rafforzare lo stato sociale. Bisogna assumere precise responsabilità nei confronti degli immigrati, diversamente il rapporto si riduce a mero sfruttamento. Per questo la ricchezza costruita anche col lavoro di tanti immigrati accoglienza giuridica nei loro confronti”. Diritti dei bambini, ricongiungimento familiare, lotta contro ogni forma di discriminazione: nella sua Lettera ribadisce alcuni concetti su cui in passato ha fatto sentire in modo chiaro la sua voce… “Sì, quella centralità della famiglia che molte volte viene proclamata nella vita sociale non può essere rivendicata solo per le famiglie italiane e non per quelle immigrate; pensare che è bene che ci sia attenzione alle famiglie italiane mentre ci si possa disinteressare di quelle degli immigrati è un errore perché anche queste entrano a pieno diritto nel tessuto

della società. È quindi interesse di tutti favorire il ricongiungimento famigliare degli im-migrati e l’attenzione nei confronti delle generazioni future, di quei bambini, figli di immigrati che pure crescono in mezzo a noi”. Chiudendo la Lettera ricorda come il suo scopo sia di “aiutare le comunità cristiane ad affrontare con serenità un fenomeno oggettivamente complesso”. È convinto che quello della serenità sia oggi un sentimento che le comunità possono realisticamente manifestare su questo tema? “Quello della serenità nell’affrontare un tema complesso come quello dell’immigrazione è un atteggiamento necessario, perché solo la serenità consente di avere delle valutazione corrette e di prendere soluzioni sagge. Se ci si lascia portare o da una spinta ideologica o da una paura psicologica dell’altro si corre il rischio di imboccare una strada senza via d’uscita. Le scelte compiute sono, giocoforza, squilibrate. Per poter compiere scelte corrette è invece necessario trovare una certa distanza dal problema in sé e quella serenità interiore necessaria per poterlo affrontare correttamente; disposto cioè a pagare anche un prezzo, se richiesto dalla situazione, senza sentirsi impaurito per il futuro incerto che si va stagliando. La paura è sempre stata una cattiva consigliera”.

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La Voce del Popolo Settimanale diocesano

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Con la Chiesa Dal 3 all’11 settembre 2011 il XXV Congresso Eucaristico Nazionale

Presentazione del CEN 2011

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ignore da chi andremo? L’Eucaristia per la vita quotidiana”. È questo il tema del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, che si terrà ad Ancona e nelle diocesi della metropolia dal 3 all’11 settembre 2011. La settimana si articolerà in momenti spirituali e celebrativi, riflessioni e testimonianze e culminerà con

una solenne Celebrazione eucaristica domenica 11 settembre 2011 ad Ancona. I significati del Congresso Eucaristico sono molteplici. In primo luogo, si tratta di un atto di fede nell’Eucarestia e un evento di comunione per l’intera Chiesa italiana che in quei giorni vedrà convergere nel capoluogo mar-

Preghiera per il Congresso Eucaristico Signore Gesù, di fronte a Te, Parola di verità e Amore che si dona, come Pietro ti diciamo: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Signore Gesù, noi ti ringraziamo perché la Parola del tuo Amore si è fatta corpo donato sulla Croce, ed è viva per noi nel sacramento della Santa Eucaristia. Fa’ che l’incontro con Te nel Mistero silenzioso della Tua presenza, entri nella profondità dei nostri cuori e brilli nei nostri occhi perché siano trasparenza della Tua carità. Fa’, o Signore, che la forza dell’Eucaristia continui ad ardere nella nostra vita e diventi per noi santità, onestà, generosità, attenzione premurosa ai più deboli. Rendici amabili con tutti, capaci di amicizia vera e sincera perché molti siano attratti a camminare verso di Te. Venga il Tuo Regno, e il mondo si trasformi in una Eucaristia vivente. Amen.

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chigiano migliaia di fedeli da tutte le diocesi. L’evento riveste anche un significato sociale e culturale perché l’Eucarestia, sacramento dell’amore di Dio per gli uomini, è pane del cammino storico dei credenti e fermento di novità in tutti gli aspetti del vivere umano. È per questo che ad Ancona verrà sottolineato il dono dell’Eucaristia per la vita quotidiana, attraverso la ripresa dei cinque ambiti dell’esistenza già al centro del Convegno ecclesiale di Verona nel 2006: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione e la cittadinanza. Sfondo biblico dell’intero appuntamento sarà il capitolo 6 del vangelo di Giovanni, da cui è tratto il versetto posto nel titolo. “Signore, da chi andremo?” è la domanda che l’apostolo Pietro rivolge a Gesù a conclusione del discorso sulla Parola e il Pane di vita. Ed è anche la domanda che dopo duemila anni ritorna come la questione centrale della vita dei cristiani oggi. Per la preparazione spirituale al Congresso Eucaristico, il Comitato organizzatore ha predisposto un sussidio biblico, curato da don Ermenegildo Manicardi: “Signore da chi andremo? L’icona biblica del Congresso Eucaristico Nazionale. Ancona 2011” (Ed. San Paolo). Il volume, rivolto a tutti, offre spunti e riflessioni perché l’appuntamento di Ancona segni l’inizio di una nuova e più intensa stagione eucaristica.


Con la Chiesa Benedetto XVI ha firmato il decreto riguardante il miracolo attribuito a Karol Wojtyla

Giovanni Paolo II sarà beatificato il primo maggio

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a beatificazione di Giovanni Paolo II, che il suo successore presiederà nell’anniversario liturgico della sua morte, è un evento storico che non ha di fatto precedenti. Bisogna risalire al cuore del medioevo per ritrovare esempi analoghi, ma in contesti non paragonabili alla decisione di Benedetto XVI: negli ultimi dieci secoli nessun Papa ha innalzato agli onori degli .altari il suo immediato predecessore. Pietro del Morrone (che era stato Celestino v) fu canonizzato nel 1313 — meno di un ventennio dopo la morte dal suo terzo successore, e oltre due secoli prima era stata subito riconosciuta la santità di Leone IX e di Gregorio VII, scomparsi nel 1054 e nel 1085. Non a caso agli esordi di quel papato riformatore celebrato qualche decennio più tardi nell’oratorio lateranense di San Nicola attraverso la raffigurazione di alcuni Pontefici coevi, definiti ciascuno sanctus. Sulla sobrietà agiografica della Chiesa romana - che venera come santi quasi soltanto i Papi dell’età più antica — sono poi intervenute le modifiche innovative della modernità, con le decisioni prese nell’ultimo trentennio dell’Ottocento e poi, soprattutto, con quelle di Pio XII e dello stesso Giovanni Paolo II. Fu così riconosciuto il culto di alcuni Pontefici medievali e vennero elevati agli onori degli altari Pio X, l’ultimo Papa santo, In-

nocenzo XI, Pio IX e Giovanni XXIII. Al centro di ogni causa di beatificazione e di canonizzazione sta esclusivamente l’esemplarità. della vita di chi, con espressione scritturistica, viene definito al servizio di Dio. Per assicurare alla storia come disse Paolo VI all’annuncio dell’introduzione delle cause dei suoi due predecessori immediati — «il patrimonio della loro eredità spirituale», al di là di «ogni altro motivo, che non sia. il culto della vera santità e cioè la gloria di Dio e l’edificazione della sua Chiesa». E autentico servitore di Dio è stato Karol Wojtyla, appassionato testimone di Cristo dalla gioventù fino all’ultimo respiro. Di questo moltissimi, anche non cattolici e non cristiani, si sono resi conto durante la sua vita esemplare; questo documenta il suo testamento spirituale, scritto a varie riprese negli anni del pontificato; per questo

già il 28 aprile 2005, meno di un mese dopo la morte, il suo successore ha dispensato dai termini prescritti per l’inizio della causa; per questo ha deciso di presiedere la sua beatificazione: per presentare al mondo il modello della santità personale di Giovanni Paolo II. Giovanni Paolo II sarà proclamato beato dal suo successore Benedetto XVI in Vaticano il prossimo 1° maggio, se-conda domenica di Pasqua della Divina Misericordia. Il via libera alla promulgazione del decreto sul miracolo attribuito a Karol Wojtyla — l’atto che conclude ufficialmente l’iter della causa di beatificazione - è stato dato dallo stesso Papa Ratzinger venerdì 14 gennaio, nel corso dell’udienza al cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

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Con la Chiesa È il fondatore dei Saveriani, cui appartiene p. Sergio Targa

Guido Maria Conforti presto santo Minato nella salute, ma desideroso di portare ilVangelo a tutti i popoli, Conforti è modello di tenacia e dedizione. Solini: «Un padre per la nostra Chiesa locale»

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n annuncio oltre i confini: quelli imposti a lui personalmente da una salute precaria fin da giovane e quelli geografici verso i popoli, lontanissimi, che ancora non conoscevano Cristo. È questo in sintesi il ritratto del beato Guido Maria Conforti, il fondatore dei Missionari Saveriani, che sarà presto canonizzato. Nato a Ravadese, frazione di Parma, il 30 marzo 1865, a 17 anni cominciò a soffrire di epilessia e sonnambulismo, problemi che però non gli impedirono di essere ordinato prete a 23 anni. A 28 anni era vicario generale della diocesi di Parma, con il cuore, però, rivolto alla missione «ad gentes». Acquistò una casa per formare giovani missionari: nacque così la «Pia società save-

riana» e i primi Saveriani andarono in Cina nel 1899. Stroncati dalla rivolta dei Boxers la loro opera non

si fermò. Nel 1902 Conforti era arcivescovo di Ravenna, ma dovette rinunciare al ministero a causa della salute malferma. In seguito a un miglioramento, però, venne nominato vescovo di Parma, che guidò per 25 anni, compiendo cinque visite pastorali nelle 300 parrocchie e riuscendo a recarsi anche in Cina in visita ai «suoi» missionari. Morì il 5 novembre 1931. «Ci sentiamo stimolati ad una fedeltà sempre maggiore alle finalità che Conforti ha indicato alla nostra famiglia religiosa - commenta padre Ermanno Ferro, saveriano studioso della vita del fondatore -: l’annuncio del Vangelo e la cura della comunione ecclesiale». La prossima canonizzazione, aggiunge il religioso, «ci aiuti a riscoprire la nostra chiamata alla santità». «Parma, ricorda i tuoi santi», ha più volte esortato il vescovo della diocesi emiliana, Enrico Solmi, che definisce Conforti «pastore e padre di una diocesi, pastore e padre di una Chiesa che si allarga fino ai confini della terra». E l’invito a fare memoria della santità locale è venuto anche da padre Rino Benzoni, superiore generale dei Saveriani, in una lettera inviata alle comunità della congregazione. Una festa arricchita nei giorni scorsi, per la famiglia religiosa, dalle professioni perpetue di tre missionari saveriani. Maria Cecilia Scaffardi

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Con la Chiesa Benedetto XVI ha annunciato la proclamazione per il 23 ottobre 2011

Un santo per il nostro tempo

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o scorso 10 dicembre Benedetto XVI ha riconosciuto ufficialmente la verità del miracolo ottenuto per l’intercessione del beato Guido Conforti e ha deciso di procedere alla sua canonizzazione. Il Santo Padre ha annunciato che la proclamazione avrà luogo a Roma il 23 Ottobre 2011 durante il mese missionario. Non c’è bisogno che vi diciamo la nostra gioia e soddisfazione nel vedere riconosciuta la santità di colui che, non potendo diventare missionario, si è impegnato con tutte le sue energie spirituali e le risorse materiali a sua disposizione per fondare una famiglia di missionari da inviare nel mondo in obbedienza al comando di Cristo: “Andate nel mondo intero e predicate il vangelo a ogni creatura”, per fare del mondo una sola famiglia di figli di Dio.

Il regalo per noi e per la chiesa Noi saveriani non potevamo sperare un regalo più prezioso e più bello di questo. Ne ringraziamo il Signore, “fonte di ogni santità”, mentre ci stiamo preparando per celebrare degnamente la canonizzazione del nostro fondatore. Ma la cosa più impegnativa per noi, suoi figli, è di cercare di assomigliare sempre più a nostro padre, di diventare santi come lui, facendo della nostra vita un annuncio vivente del vangelo, pronti ad andare ovunque ci sia ancora

qualcuno che non conosce Gesù Cristo. Alla fierezza di essere figli spirituali di questo nuovo santo e, nello stesso tempo, alla coscienza di essere ancora lontani da questa somiglianza, vogliamo far corrispondere anche la volontà di “mettercela tutta” per essere degni di tanto padre.

Sopra: il beato Conforti in una missione in Cina. Sotto: un momento della cerimonia di beatificazione del 17 marzo 1996

Dall’Italia per il mondo Ma c’è qualcosa d’altro che ci rende fieri e contenti di questa decisione del Papa ed è il messaggio o, se vogliamo, la provocazione e la sfida che questa canonizzazione offre al mondo e alla chiesa di oggi. Mons. Conforti, che allora era un semplice prete incaricato della formazione dei seminaristi della diocesi di Parma, ha concepito il suo “audace disegno” di dar vita a una congregazione di missionari in un momento in cui tutto sembrava sconsigliarglielo. Era un tempo in cui la chiesa in Italia, e non solo quella di Parma, aveva bisogno di sacerdoti. Egli stesso, poco dopo aver avviato la sua congregazione, fu tolto dalla direzione dell’istituto nascente, dal Papa che lo inviò come arcivescovo a reggere la chiesa di Ravenna e poi quella di Parma. Un unico grande amore La maggior parte della sua vita la spese come vescovo di queste due chiese. Ma seppe coniugare, e non solo mettere insieme, la cura per la diocesi con la missio-

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Lettera Con la Chiesa del Parroco

ne universale. Ravenna, Parma e la Cina furono per lui un unico amore cui dedicò tutto se stesso. Guido Conforti aveva compreso prima ancora che questo diventasse dottrina comune, che la missione della chiesa è una sola, sia che essa si svolga a Parma o in Cina. Aveva anche capito che dal fervore missionario della chiesa di Parma dipendeva il bene della comunità cristiana in Cina e, viceversa, che dalla qualità della vita cristiana in Cina sarebbe venuto uno stimolo per la fede della chiesa in Italia. Era per lui chiaro che non si potevano separare queste due dimensioni, locale e universale della chiesa; che, anzi, esse erano tra loro intimamente legate.

Visione valida anche oggi Anche oggi questa visione complessiva della missione è importante e urgente, perché proprio in un tempo di facile comunicazione come è il nostro, corriamo il rischio di rimanere intrappolati - come chiesa e come società civile - nelle reti del particolarismo, nelle emergenze ecclesiali e nelle crisi d’identità della nostra società. Il comportamento ecclesiale di mons. Conforti brilla davanti ai nostri occhi per farci uscire dall’indifferenza per i problemi degli «altri», di coloro che neri sono della nostra chiesa o della nostra patria; per superare ogni campanilismo e per protenderci, invece, verso l’orizzonte del mondo e della storia pronti a paga-

re di persona le spese di questa apertura missionaria universale. Egli ci ricorda che solo l’apertura alla missione ci evita il rischio di naufragare nei problemi del nostro paese e della nostra chiesa. La sua canonizzazione farà comprendere che la missione è ancora un compito attuale da svolgere oggi con intelligenza, coraggio e creatività, come egli seppe fare all’inizio del secolo sorso. Questa capacità di parlare anche oggi, è la funzione dei santi nella chiesa e nella storia. Questa è la sfida che ci viene dalla contemplazione di questo nuovo santo. p. Gabriele Ferrari

Zona VIII - Corsi per fidanzati - anno 2011 CHIARI Sede: Oratorio CG 2000 Ore: 20.30 Giovedì 10 —17 — 24 Febbraio Giovedì 3 —10 —17 — 24 — 31 Marzo Ritiro conclusivo con consegna degli attestati: Domenica 3 Aprile (mattino) Iscrizioni presso l’Ufficio Parrocchiale (Piazza Zanardelli, 2). Tel. 030.7001175 Giovedì 6 —13 — 20 - 27 Ottobre Giovedì 3 —10 —17 — 24 Novembre Ritiro conclusivo con consegna degli attestati: Domenica 27 Novembre (mattino) Iscrizioni presso l’Ufficio Parrocchiale (Piazza Zanardelli, 2). Tel. 030.7001175 CASTELCOVATI Sede: Oratorio di Castelcovati Sabato 3 -10 -17 - 24 Settembre ore 20.30 Domenica 4 -11-18 - 25 Settembre ore 16.00 Per informazioni ed iscrizioni: don Marco Zanotti (tel. 030.718131) CASTREZZATO Sede: Oratorio di Castrezzato Ore: 20.30 Sabato 01- 08 -15 - 22 - 29 Ottobre Sabato 12 -19 - 26 Novembre Conclusione: Domenica 27 Novembre con S. Messa ore 18.00 e consegna dell’attestato Per informazioni ed iscrizioni: don Mario Stoppani (cell. 3201621371)

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Con la Chiesa Come ogni maggio, la Madonna è invocata e onorata in tutto il paese

Maggio, il mese della Madonna a cura della Commissione Liturgica

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aggio è il mese più bello dell’anno. È desiderato, è aspettato dopo le piogge e il freddo invernale. Il cielo ha un colore azzurro limpido, sereno. La natura si risveglia. Nelle campagne si vedono le diverse tinte di verde. Maggio è il mese di Maria; è il mese dedicato al S. Rosario, come ottobre; il rosario è un intreccio di lodi e di gloria alla Madonna, nel contesto della lode suprema alla Santissima Trinità (Padre nostro e Gloria). La pratica mariana del rosario (cioè corona di rose, omaggio alla Vergine di preghiere, trasfigurate in fiori) si diffuse dappertutto nel XV secolo. La devozione a Maria era cresciuta a partire dal XII secolo per opera di san Bernardo. Questa devozione fu via via regolata e venne aggiunto il Padre nostro e il Gloria ad ogni decina, meditando i momenti della vita di Gesù, i Misteri, divisi in gaudiosi, dolorosi, gloriosi. Nel 1572 fu istituita in tutte le Chiese la Festa liturgica del rosario, da celebrarsi la prima domenica di Ottobre. Molto sentita è da noi questa devozione, raccomandata anche da Maria santissima nelle varie apparizioni. Il 13 maggio, apparendo a Fatima, la Madonna insiste: nel dire: “Pregate. Recitate il rosario e fate sacrifici per i peccatori”. Apparendo altre volte ai tre pastorelli, la Madonna li istruisce personalmente. Fatima è luogo di preghiera specialmente col rosario, come

già prima l’aveva preceduta Lourdes. Nelle apparizioni di Lourdes, nelle mani la Vergine stringeva il rosario. Maria voleva annunciare al popolo cristiano che con il rosario avrebbe trionfato sui nemici della fede.

Ecco perché in questo mese di maggio, come gli scorsi anni, ospiteremo a turno, nelle nostre famiglie, la Madonna, per ritrovarci uniti celebrando le sue lodi e affidandoci alla sua materna intercessione.

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Con la Chiesa Dare risposte ai bisogni dei più poveri

Sobrietà: dalla teoria alla pratica

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paesi occidentali vivono nel benessere che garantisce alti standard di qualità della vita, ma induce molti ad una sfrenata rincorsa dei consumi, ad acquisti di tipo compulsivo che si trasformano in vere e proprie psicosi. Al contrario, in altri paesi del mondo, quasi un miliardo di persone soffre la fame e muore a causa di malattie legate a deficit alimentari. L’ arcivescovo Angelo Comastri in una meditazione dichiarò:” Viviamo in due stanze: in una si spreca, nell’altra si crepa; in una si muore di abbondanza e nell’altra si muo-

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re di indigenza” Di fronte a questa situazione è indispensabile un mutamento degli stili di vita; le società devono affrontare il problema degli sprechi mettendo in gioco la rete educativa ed in primo luogo i comportamenti delle famiglie. Negli Stati Uniti dove l’obesità è considerata un’epidemia che colpisce cento milioni di americani, già nei primi anni della scuole elementari si insegnano nuove abitudini alimentari e i docenti spiegano come si può resistere al bombardamento di spot televisivi che diffondono la pubblicità di merendine, dolci e

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mille altri prodotti. Non si tratta di trasformarsi in un popolo di francescani, ma di responsabilizzarsi, affrontare le spese con maggior consapevolezza e non perdere mai di vista i bisogni dei più deboli. Monsignor Luigi Giussani , fondatore del movimento “Comunione e liberazione” e Danilo Fossati, nel 1989 hanno fondato il Banco Alimentare, oggi presieduto da don Mauro Inzoli. Questa ONLUS basata sul concetto di dono e condivisione, raccoglie le eccedenze della produzione alimentare, agricola ed industriale


Con la Chiesa e le distribuisce ai centri caritativi presenti sul territorio. L’associazione opera attraverso le attività di volontariato ed è sottoposta a rigorosi controlli di sicurezza alimentare in tutta la catena distributiva. Scopo dell’associazione è lavorare per il bene comune, dando risposte ai bisogni dei più poveri ed emarginati. Andrea Segrè docente di Economia e Ingegneria agraria all’università di Bologna, con un gruppo di allievi ha creato la catena di Laste minute food che recupera i prodotti che vengono scartati dai supermercati per destinarli alle associazioni di volontariato. Hanno scelto questo nome per far capire che il loro è un mercato costruito sull’ultimo minuto, a favore dei più poveri. Il professore ha inviato alcuni studenti a New YorK per studiare il funzionamento di City Harvest, un’associazione no profit che fornisce i pasti ai senzatetto della città, recuperandoli dai magazzini dei drugstore e da alcuni ristoranti. Bill Clinton quando era presidente, firmò la “legge del buon samaritano” che permette le donazioni di cibo e di pasti non consumati. Il 25 giugno 2003 anche il Parlamento italiano, primo in Europa e secondo solo agli Stati Uniti, ha approvato la Legge n 155/2003, detta “del Buon Samaritano”, che rende possibile il recupero di cibo a scopo benefico. La Legge n 155, entrata in vigore il 16/07/2003 disciplina la distribuzione dei prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale. A Verona si i recupera il cibo delle mense scolastiche e di molti negozi al dettaglio. I commercianti che aderiscono al sistema ottengono sconti sulla tassa dei rifiuti solidi urbani. In Sicilia ed in Sardegna questo modello è stato adottato dalle amministrazioni regionali.

Dopo il cibo, Segrè ha trasferito la sua rete su altri prodotti. I libri invenduti, per esempio, grazie ad un accordo con alcune case editrici, vengono distribuiti nelle scuole e nelle biblioteche. Lo stesso vale per i farmaci. Il professor Garattini ha dichiarato:”Siamo diventati una società farmaco-centrica, nella quale si pensa di risolvere tutti i problemi con un farmaco. Uno spreco enorme...”. Le confezioni offerte dalle farmacie ai volontari del Last minute market vengono distribuite agli enti assistenziali, dove operano medici che assicurano un corretto uso dei farmaci. Ma esistono altri modi per evitare gli sprechi. Perché dobbiamo usare l’automobile per ogni piccolo spostamento? Tutti gli studi dimostrano che camminare aiuta non solo a combattere il traffico, ma a mantenersi in forma, a controllare il colesterolo e le malattie causate dalla se-

dentarietà. Attuare la raccolta differenziata è il modo migliore per riciclare i rifiuti e riutilizzarli per nuove funzioni. Coltivare frutta e ortaggi nel proprio orto può diventare un’occupazione molto rilassante che permette di avere a disposizione cibo fresco di stagione. La crisi economica mondiale che ha colpito così profondamente tutti i paesi dovrebbe aiutarci a cambiare i nostri consumi, a far prevalere un modello di sviluppo sostenibile, dove il necessario si impone sul superfluo. I cattolici sono chiamati riflettere su questo problema ed a seguire uno stile di vita coerente con le indicazioni di Cristo che ci chiede di vivere seguendo un modello di giustizia superiore, dove tutti sentano il dovere di agire in difesa del bene comune, attuando il principio della solidarietà.

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Maria Antonia Galli

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Con la Chiesa A dieci anni dalla pubblicazione della Novo millennio ineunte

Duc in altum (“Punta in alto”)

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bbene sì, sono già trascorsi dieci anni da quel 6 gennaio 2001 quando a conclusione del Grande Giubileo dell’Anno Duemila Giovanni Paolo II firmava la lettera apostolica Novo millennio ineunte, uno dei documenti più intensi, e staremmo per dire mistici, del suo lungo pontificato. Un documento che, dopo aver sinteticamente rivisitato i momenti più significativi dell’Anno Giubilare, si inoltrava in una lucida lettura dell’attuale condizione della vita della Chiesa cattolica e, a partire da un centro, individuava per la Chiesa e per ogni cristiano un lavoro, un compito da svolgere. Un documento tutt’altro che scontato e la cui dimenticanza equivale a uno smarrimento lungo il sentiero della missione evangelizzatrice che la Chiesa è chiamata a percorrere in questo inizio secolo e inizio millennio. A dieci anni da quel 6 gennaio 2001, se si ha l’umiltà e l’onestà intellettuale di riconoscerlo, la Novo millennio ineunte conserva per la Chiesa nel suo insieme e per il singolo cristiano un sicuro punto di riferimento a cui è necessario tornare a guardare, un fascio di luce che rischiara il cammino di tutti i credenti.

Gli interrogativi Dieci anni dopo, è necessario porsi alcune e forse scomode domande: Che ne è stato fatto di questo documento e come è stato fatto rivivere nelle singole comunità

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cristiane? I piani pastorali hanno cercato di far tesoro delle indicazioni - «le priorità pastorali» (n. 29) emerse dall’esperienza del Grande Giubileo - in esso contenute? Ad esempio, l’invito a mettere «a fondamento della programmazione pastorale» la «“misura alta” della vita cristiana ordinaria» (n. 31), cioè la santità, è stato tenuto in debito conto o è stato considerato alla stregua di uno scontato richiamo che un Papa deve fare per ufficio e del quale però ci si può subito dimenticare perché pressati da cose più ‘concrete’ e ‘importanti’ da fare? L’esortazione a fare delle «nostre comunità cristiane» «autentiche “scuole di preghiera”» dove l’incontro con Cristo giunge fino all’«“invaghimento” del cuore» (n. 33) è stata tradotta e incarnata in gesti concreti nella vita delle comunità cristiane? Ancora. Se la comunione «incarna e manifesta l’essenza stessa del mistero della Chiesa» (n. 42), se, in una logica consequenziale, la Chiesa è «la casa e la scuola della comunione» (n. 43), questa stessa «spiritualità della comunione» (n. 43) è stata davvero vissuta e per così dire ‘respirata’ come «principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l’uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell’altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità» (n. 43)? Infine, che ne è stato di ciò che Giovanni Paolo II ha chiamato «fantasia della carità», quella «carità delle opere [che]

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assicura una forza inequivocabile alla carità delle parole» (n. 50)? Ecco alcuni, tra i tanti, degli impegni, che il grande Papa lasciava alla Chiesa; ora, a dieci anni di distanza, è necessario verificare se e in che misura essi siano stati tenuti presenti e abbiano, anche solo inizialmente, cominciato a incidere nel vissuto ecclesiale, cioè comunitario, e personale. Il centro da cui partire I numerosi impegni a cui il documento richiama e invita nascono tutti da un centro, che l’Anno Santo ha lasciato alla Chiesa come in dono. Il «nucleo essenziale» dell’esperienza giubilare, scrive Giovanni Paolo II, «non esiterei ad individuarlo nella contemplazione del volto di Cristo» (n. 15). Senza questo necessario presupposto sarebbe impossibile raccogliere la sfida che anche gli uomini di oggi, come ai tempi dell’apostolo Filippo, rivolgono ai credenti: «Vogliamo vedere Gesù!» (Gv 12,21). Il Papa così osserva: «Come quei pellegrini di duemila anni fa, gli uomini del nostro tempo, magari non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti di oggi non solo di “parlare” di Cristo, ma in certo senso di farlo loro “vedere”. E non è forse compito della Chiesa riflettere la luce di Cristo in ogni epoca della storia, farne risplendere il volto anche davanti alle generazioni del nuovo millennio?». Qualche tratto del volto di Cristo si delineerà sul volto dei cristiani


Vita sociale ad una sola condizione: che essi per primi diventino «contemplatori del suo volto» (n. 16). Torna qui alla mente quanto scriveva sessant’anni or sono il grande esegeta Heinrich Schlier: «Il guardare è un essere colmati da ciò che si guarda». Il volto di Cristo da contemplare non è solo quello «insanguinato» del Venerdì e del Sabato Santo, è quello del Risorto. «Se così non fosse, vana sarebbe la nostra predicazione e vana la nostra fede (cfr. 1Cor 15,14). […] È a Cristo risorto che ormai la Chiesa guarda. […] A duemila anni di distanza da questi eventi, la Chiesa li rivive come se fossero accaduti oggi» (n. 28). Un aiuto a non cedere alla tentazione di ricercare in una «formula magica» (n. 29) la soluzione di complessi problemi, la Chiesa lo trova nella «consapevolezza» della «presenza tra noi del Risorto» (n. 29). Con assoluta determinazione scrive il Papa: «No, non una formula ci salverà, ma una Persona, e la certezza che essa ci infonde: Io sono con voi! Non si tratta, allora, di inventare un “nuovo programma”. Il programma c’è già: è quello di sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva Tradizione. Esso si incentra, in ultima analisi, in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere in lui la vita trinitaria, e trasformare con lui la storia fino al suo compimento nella Gerusalemme celeste. È un programma che non cambia col variare dei tempi e delle culture, anche se del tempo e della cultura tiene conto per un dialogo vero e una comunicazione efficace. Questo programma di sempre è il nostro per il terzo millennio» (n. 29).

naio 2001 giorno dell’Epifania. In quel giorno, afferma la Novo millennio ineunte «il simbolo della Porta Santa» si chiudeva «ma per lasciare più spalancata che mai la porta viva che è Cristo». Infatti «non è a un grigio quotidiano che noi torniamo, dopo l’entusiasmo giubilare» (n. 59). «Il Figlio di Dio, che si è incarnato duemila anni or sono per amore dell’uomo, compie anche oggi la sua opera: dobbiamo avere occhi penetranti per vederla, e soprattutto un cuore grande per diventarne noi stessi strumenti. […] Ora il Cristo contemplato e amato ci invita ancora una volta a metterci in cammino: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e

del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19). Il mandato missionario ci introduce nel terzo millennio invitandoci allo stesso entusiasmo che fu proprio dei cristiani della prima ora: possiamo contare sulla forza dello stesso Spirito, che fu effuso a Pentecoste e ci spinge oggi a ripartire sorretti dalla speranza “che non delude” (Rm 5,5). Il nostro passo, all’inizio di questo nuovo secolo, deve farsi più spedito nel ripercorrere le strade del mondo» (n. 58). L’invito a «prendere il largo», che un giorno Cristo rivolse ai suoi discepoli, continua a risuonare anche oggi per la Chiesa: «Duc in altum» (Lc 5,4). P. Aldino Cazzago carmelitano

La missione Come annunciato già nella lettera di indizione del Grande Giubileo dell’Anno Duemila Incarnationis mysterium (29 novembre 1998), l’Anno Santo si chiudeva il 6 gen-

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Vita sociale Due chiacchiere tra donne di cultura diversa

Una merenda del tutto speciale

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uò capitare di ritrovarsi, all’ora della merenda, una volta ritirati i bambini da scuola, a chiacchierare tra donne infilando una dopo l’altra, come perline di una collana, informazioni, pareri e convinzioni; ma quella a cui sono invitata io è certamente una merenda speciale: attorno al tavolo tra noi italiane siedono donne di età, estrazione e origine etnica diverse. Una giovane signora marocchina, sorridente e gioiosa, decisamente a suo agio, parla ed ascolta con occhi vivi e partecipi, adottando uno strumento linguistico adeguato alla circostanza; una ragazza ventenne, di origine albanese, diplomata alla scuola italiana, mostra grinta e risolutezza nell’affrontare le varie questioni; una mamma, non più giovane, non perde una parola, pur non avendo la possibilità di intervenire in quanto della lingua italiana possiede solo una competenza passiva, ascolta e capisce non essendo in grado di comunicare in una lingua per lei ancora troppo difficile. Siamo sedute in cerchio, la forma ideale per guardarci in viso, parlarci ed ascoltarci. Ognuno usa gli strumenti che ha a sua disposizione. La conversazione rimbalza da un argomento all’altro, finché scivola inevitabilmente sul tema dell’integrazione tra individui appartenenti a gruppi etnici diversi, che si trovano a vivere sullo stesso territorio, incorporati nella stessa

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società e nel medesimo sistema politico. D- Come vi trovate qui nel nostro paese, piccolo e provinciale, che solo ora è costretto ad affrontare i grandi temi che riguardano la convivenza tra popoli diversi? R- Io sono nata e vissuta in Marocco, in una grande ed affollata città; da più di dieci anni mi sono trasferita in Italia e, spesso, percepisco l’orizzonte ristretto della mentalità della gente di paese. Ho trascorso la mia giovinezza all’insegna della libertà, nonostante quello che si pensa in Italia della donna mussulmana e della sua condizione. La mia attenzione si sposta dagli occhi neri ed intelligenti ai capelli corvini raccolti in una coda voluminosa, semplice ed naturale. D- Quindi il velo? Lo porti oppure ti ritieni libera di non osservare la regola coranica? R- Nella mia famiglia di origine non ho subito alcun genere di costrizione; mio padre ci ha lasciato libere, noi sorelle, di adottare lo stile che volevamo; io ho sempre apprezzato i capelli curati e pattinati alla moda; c’è stato un perio-

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do in cui me li sono tinti come tutte le ragazze moderne. Tuttavia, da qualche tempo non mi sentivo in pace; ero provata da una sorta di jihad, da una lotta interiore da cui sono uscita superando quei contrasti intimi che mi angosciavano, per approdare ad un autocontrollo maturo e consapevole; l’adozione del velo mussulmano è stato un passo naturale; all’esterno della casa indosso un qualcosa che mi copra la testa, ma ritengo questa una scelta libera, frutto di una maturazione personale, che mi fa accogliere la regola non come dovere bensì come desiderio. Ritengo, a tal proposito, che di una persona si debba guardare la sua “sostanza”, senza fermarsi al solo aspetto esteriore. D- Anche noi cristiani cattolici pensiamo che Dio debba essere scelto liberamente e che non si debba seguire le Sue regole mossi dal mero senso del dovere, ma soprattutto dal sincero desiderio di aderirvi. Come riesci a vivere la tua religiosità in un clima occidentale, a volte, così dissacratore, e spesso materialista in tante sue espressioni? R- Noi mussulmani, se ci poniamo domande su Dio e sulla religione, riteniamo di potervi rispondere attraverso i testi sacri: lì sono da ricercare tutte le verità; non aspettiamo altri profeti; consideriamo la nostra religione completa e capace di fornire risposte tali da soddisfare tutte le esigenze dell’uomo. Il


Vita sociale nostro compito è quello di affidarci in modo incondizionato e volontario alla Sua volontà, alla Sua regola senza impegnare la mente in elaborazioni inutili che potrebbero risultare dannose, poiché possono essere l’espressione della volontà di prevaricare Dio stesso. D- L’uomo d’ogni tempo fatica ad affidarsi totalmente al suo Dio, se non sperimenta una personale ricerca del vero, per esplorare l’ignoto. Magari non arriva a delle conclusioni certe, ma apprezza tutto il proprio impegno nel ricercare e nel capire. La storia del pensiero filosofico occidentale ha sparso fiumi di inchiostro per cercare di capire e di “carpire” Dio, riconoscendo poi di non avercela fatta e di dover ripensare ad una comunione con Dio senza parole e teorie, ma come adesione intima a Lui, nel silenzio. R- Troppe parole e troppi ragionamenti non aiutano ad avvicinarci a Dio! Lui da noi vuole la piena fiducia. Questo non ci limita e non ci condiziona, ma esalta la nostra natura umana.

maggioranza delle donne del paese risulto ancora trasparente. Il mattino, quando accompagno a scuola mio figlio, la cosa che più mi spiace e mi ferisce sono quegli occhi abbassati delle madri locali che neppure si degnano di alzare lo sguardo per un saluto, anche solo accennato. D- E la relazione con le altre donne di cultura diversa? R- Uno scambio cordiale di saluti e di cenni, che però non riesce a risolvere l’isolamento in cui ci troviamo. Risulta positivo il no-

stro aggregarci, ma non basta per aprirci al paese in cui viviamo. D- Cosa diresti se tuo figlio da grande, un giorno, ti portasse a casa una ragazza italiana con l’intenzione di proportela come futura nuora? Ne saresti contenta? R- Sinceramente la cosa mi preoccuperebbe, considerando le difficoltà di intendersi tra culture tanto diverse, sul piano della religione. Non penso che per una ragazza occidentale sia facile l’adesione alla nostra regola.

D- Tuttavia penso che il personale rapporto con Dio, segnato dalle regole imposte con rigidezza anche nel nostro passato, sia progredito e maturato con la nostra crescita; in Occidente si valuta maggiormente lo spirito più che la lettera, più la sostanza che la forma. Cosa ne pensi? R- L’uomo necessita, per il mio credo, di regole semplici e ben definite, ad esse ci si attiene con fiducia ed abbandono consapevole; per questo Dio ci ama. D- Come ti trovi nella relazione con le altre donne del nostro paese? R- Sono riuscita a stabilire dei positivi e, a tratti, amichevoli rapporti con alcune persone sensibili, aperte ed intelligenti, ma per la

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Vita sociale D- Tu che sei una ragazza, ancor giovane, che ha seguito un percorso impegnativo di studi qui in Italia, saresti disposta a trascorrere la tua vita con un uomo locale di cultura e religione diversa dalla tua? R- Mi ritengo fortunata ad aver conseguito un diploma che, spero, mi aprirà le porte del mondo del lavoro. I ragazzi italiani li conosco perché li ho frequentati a scuola e nel tempo libero; con alcuni di loro ho stabilito un rapporto di amicizia sincera, condividendo esperienze ed emozioni. Tuttavia il mio desideri è quello di incontrare un buon ragazzo albanese e con lui costituire una famiglia. D- Allora attraverso che cosa potrà passare il percorso di integrazione? Cosa significa per voi questo termine? R- Da donna mussulmana, penso che “integrazione” voglia dire possibilità di vivere secondo i principi umani e religiosi della propria cultura. Questo precorso è più facile per chi riesce ad occupare posti lavorativi utili alla vostra società. Attualmente io presto opera di

sostegno ad una persona disabile italiana, conciliando i miei impegni familiari con questo lavoro che mi proietta fuori casa e che mi mette a contatto con la malattia e la sofferenza. Intendo pure frequentare dei corsi che mi diano delle basi culturali per svolgere a pieno questo ruolo. Ecco così penso di compiere passi importanti verso l’integrazione nella società in cui mi trovo a vivere. D- Integrazione non significa certo perdita della propria identità culturale, secondo il modello francese dell’assimilazione, ma neppure una convivenza caotica e confusa di culture diverse come nel Regno Unito. Senza diritti e doveri rispettati non si può costruire una società; accettare le regole del paese in cui si vive è il primo passo per la costruzione di un gruppo umano che si rispetti e che si prenda a cuore il futuro personale e quello delle generazioni a venire. Concordi? R- Riconosco che alcuni gruppi di immigrati faticano ad accettare le regole e le leggi; ma questo è un errore; si deve capire che ciò è fon-

damentale per una vita di gruppo, per la pace nella relazione. Noi siamo ben disposti ad accogliere tutte le proposte di acculturazione che ci vengono offerte anche a vantaggio della nostra formazione professionale, ma bisogna comunque riconoscere che la legge italiana, pur sostenendo che non debba esserci discriminazione, non chiarisce in quali modi concretamente si possa arrivare a una fattiva integrazione. Io, da donna e madre italiana, ritengo che gli adulti debbano fare, ossia abbiano l’obbligo morale e civile di fare anche solo dei piccoli passi verso l’integrazione, innanzi tutto cercando di stabilire un rapporto di conoscenza con le persone straniere che vivono e lavorano sul nostro territorio; il dialogo e la frequentazione avranno il potere di abbattere barriere perché ci riveleranno l’essenza della persona, la sua dignità pari alla nostra; dopodiché la paura svanirà e ci si troverà a condividere situazioni di vita concreta, senza percepire la “differenza” se non come un valore aggiunto. Nel frattempo, i bambini si rincorrono rumorosamente nella stanza, accaldandosi attorno al tavolo, ignari dei discorsi dei grandi, dei temi del nostro parlare, della loro appartenenza etnica; sono troppo impegnati nel conoscersi, nel divertirsi e nel godere delle emozioni che procura loro la vita di gruppo. Saranno proprio loro, mossi da quei bisogni fondamentali, che hanno determinato le azioni degli uomini d’ogni epoca, che daranno vita alla società del futuro. Forse saranno più abili di noi nel superare le barriere che ora ci dividono. Ce lo auguriamo di cuore!

Silvana Brianza

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Vita sociale Decine di cristiani vengono uccisi ogni anno in odio alla loro fede

“Se il mondo ci odia”

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l recente film “Uomini di Dio” di Xavier Beauvois ha ottenuto un non scontato successo cinematografico nella scristianizzata Francia, ma non solo. Ha portato sugli schermi con coraggio e rigore storico la tragica vicenda dei sette monaci trappisti che, nella notte del 26 marzo 1996, sono stati rapiti da integralisti islamici in Algeria, ove trascorrevano le loro giornate in preghiera e studio, ma anche aiutando la popolazione locale, di religione musulmana. Uno di loro era un medico, e dedicava gran parte del suo tempo al soccorso gratuito della popolazione locale. Due mesi dopo il rapimento i terroristi fecero trovare i loro corpi decapitati. Le cifre che la Pontificia Accademia “Cultorum Martyrum” fornisce sono impressionanti: decine di cristiani, semplici fedeli, uomini e donne, catechisti, sacerdoti e religiosi, vescovi compresi, vengono uccisi ogni anno in odio alla loro religione. Il tutto viene condito con profanazione o totale distruzione delle chiese, con l’occupazione di case di cristiani, con atti di violenza inaudita nei confronti anche di donne, bambini e persone anziane. Il periodo delle persecuzioni non si è chiuso con gli imperatori romani, ma è continuato, e continua a fornire in tutto il mondo lunghi elenchi di autentici martiri. Si pensi ad un dato storico impressionante. Nell’Africa del nord che si affaccia sul Mare Mediterraneo furono fondate nei

primi secoli dell’era cristiana ben seicento antiche diocesi, fiorenti per animazione missionaria, per iniziative apostoliche e caritative. Quasi tutto è stato spazzato via con l’arrivo e lo sviluppo dell’Islam. Si calcola, per difetto, che nei secoli siano stati colà uccisi oltre cinquanta milioni di cristiani. Nessuno, ovviamente si è premurato di chiedere perdono. Il sangue dei

cristiani copti uccisi la notte di natale in Egitto è ancora caldo. L’intellettuale francese René Guitton, autore del testo “Cristianofobia”, calcola che siano tuttora decine di milioni nel mondo i cristiani vittime di persecuzione, di disprezzo, di discriminazioni. Il termine cristianofobia è recente, ma esiste sotto traccia da secoli. Ha cominciato ad esprimersi con

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Vita sociale

chiarezza dopo l’indipendenza raggiunta da paesi un tempo colonizzati, e si è accentuato dolo la fatidica data dell’11 settembre 2001, alimentato da minoranze estremiste di matrice soprattutto islamica, ma anche induista, le quali conducono un’aperta ostilità e violenza contro le comunità cristiane. Si pensi che perfino il recente Sinodo dei Vescovi sul Medio Oriente è stato considerato come un’aggressione e una provocazione da gruppi di estremisti islamici di vari paesi. Qualsiasi cosa i cristiani dicano o facciano diviene pretesto per aggredire e, peggio, per uccidere. Nel secolo scorso numerose Nazioni hanno ottenuto la giusta indipendenza dopo lunghi periodi di soggezione. I colonizzatori occidentali sono stati accomunati ai cristiani, in una strana amalgama culturale-religiosa. Queste motivazioni vengono tuttora rispolverate dai gruppi estremisti islamici contro l’Occidente, finendo per giustificare, in un ragionamento schematico e semplicistico, atti

di violenza come risposta alle sofferenze, reali o presunte, subite in passato. E l’Europa, culla e prima destinataria dell’annuncio cristiano, come risponde? Anziché mostrare le radici di una acquisita tolleranza che fa parte ormai del nostro d.n.a., si preferisce negare di fatto che il cristianesimo abbia costituito il tessuto connettivo culturale, prima ancora che religioso, del nostro patrimonio storico, della nostra arte, della letteratura e tradizione musicale che ci vengono invidiati da tutto il mondo. Si arriva all’assurdo di stampare e distribuire a tutti gli studenti europei, a spese dei contribuenti anche cristiani, un diario nel quale compaiono indicazioni relative alle tradizioni folcloristiche più eccentriche, ma nel quale non trova posto per “dimenticanza” l’indicazione di una festa cristiana come il natale. Si arriva -udite, udite, e siamo in Italia!a pretendere l’analisi dell’Ostia e del Vino della Messa consacrati per dimostrare “scientificamente”

che non sono Corpo e Sangue di Cristo, e dunque a denunciare i sacerdoti per abuso della credulità dei fedeli. Si giunge -siamo ancora in Italia- alla proibizione sempre più diffusa di esporre nelle scuole prima il crocifisso, ed ora anche il presepio, al fine di “tutelare” le minoranze religiose, mentre in Nazioni dove i cristiani sono minoranza vige tuttora la barbara legge della blasfemia, in base alla quale una donna cristiana, Asia Bibi, in Pakistan rischia la pena di morte per avere detto ad una vicina di casa: “Il mio Dio parla di amore e di perdono, e il tuo?” E, addirittura, passi che si brucino immagini del Papa, di questo Papa così umile, mite e timido, (è successo ad inizio febbraio), ma nella stessa Nazione non un cristiano, ma uno studente musulmano minorenne è stato arrestato perché in un tema scritto ha espresso idee sul Profeta non in sintonia con la nomenklatura dei gruppi estremisti, ai quali appartengono fior di professionisti e laureati locali. E le stesse Nazioni Unite stanno solo a guardare, con la solita scusante di “non ingerenza” nei fatti interni di uno Stato. Quanto tempo dovrà ancora trascorrere perché la libertà di coscienza e di espressione religiosa venga garantita ad ogni cittadino, a qualunque credo appartenga, in ogni parte del mondo? Come credenti ci sostiene solo il fatto che la persecuzione faccia parte di una profezia: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”. (Gv. 15). E “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”. (Mt. 5).

Don Vittorio

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Spazio oratorio L’adolescenza

Quando crescere diventa un lavoro da fare da soli

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uando mi è stato chiesto di scrivere alcuni articoli che avessero come tema dominante l’adolescenza. approfondendone gli aspetti principali, ho accolto volentieri la proposta ed ho iniziato a documentarmi a riguardo. Mentre leggevo testi tratti dai manuali dell’università, ho riflettuto ulteriormente e mi sono posta una domanda: vale davvero la pena di disquisire su un argomento del quale sia già stato detto molto o forse tutto? Così, ho dato un nuovo taglio alla ricerca, ed ho preferito tentare di trovare testimonianze piuttosto di rintracciare informazioni. Navigando in Internet in cerca di ispirazione, mi sono imbattuta in una serie di testi davvero interessanti, scritti da persone di ogni ordine e grado, adolescenti di oggi o di una volta, ragazzi moderni o giovani nel cuore. che mi hanno tenuto compagnia e dai quali ho appreso molto. Alcuni sono stati in grado di riportare a galla ricordi della mia adolescenza che avevo sepolto in un angolo della memoria, così ho pensato di condividerli e nel corso di questi articoli li riporterò, citandoli semplicemente o integrandoli nel mio scritto, nella speranza che possano catturare l’attenzione degli adolescenti di oggi e vestire di ricordi il cuore degli adolescenti di ieri. Procedendo con ordine è d’obbligo un affondo che qualifichi il termine “adolescenza” in modo da chiarirne l’origine e il significato. Sapevate che sessant’anni fa gli

adolescenti non esistevano come gruppo generazionale a sé? La parola “adolescente” è diventata di uso comune intorno all’epoca della seconda guerra mondiale. Prima dell’età industriale, infatti, gli adolescenti lavoravano in campagna con i genitori finché si sposavano entrando in possesso, per eredità o acquisizione, di un pezzo di terra. L’adolescente non cercava la

propria identità: era un contadino a partire dal momento in cui era abbastanza grande da lavorare nei campi. Era un bambino o una bambina finché si sposava; dopo, il bambino diventava un adulto. Oggi possiamo asserire che l’adolescenza è l’età della vita nella quale ogni essere umano è chiamato ad un compito fondamentale: crescere, ovvero, entrare progressivamen-

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Spazio oratorio te nell’età adulta. Questa entrata nella maturità implica necessariamente, per compiersi, un processo di separazione. Semplificando si può dire che ciò da cui si deve separare. sono i propri genitori. Per l’appunto tale compito evolutivo, non appare semplice e chiaro al ragazzo che, nonostante avverta intimamente il cambiamento che sta nascendo nella propria persona, non lo identifica facilmente, né tantomeno è sempre in grado di fronteggiarlo. Dalla voce diretta di un adolescente è possibile comprendere quanto questo cambiamento che a detta degli adulti è naturale, scombussoli il vissuto di un ragazzino o di una ragazzina. Ho scelto questa pagina di diario perché tra le righe vergate da sorrisi e lacrime, riesce a condensare le sensazioni più profonde dell’anima di un adolescente, che chi gli sta accanto non sempre è in grado di decifrare. Parole semplici e sincere che dipingono un periodo della vita di ciascuno. molto meglio di quanto possa fare un articolo scientifico. “Ultimamente mi sento dire di continuo che sto crescendo, cambiando e frasi del genere. Tutto ciò è vero ma a darmi fastidio è che spesso sento parlare dell’adolescenza come se fosse qualcosa di ovvio, di quasi scientifico. Sembra che tutti sappiano come mi sento, quando il bello dell’adolescenza, ma anche il brutto, è che neanch’io riesco a capire come sto. Ricordo che prima mi sembrava tutto fin troppo semplice e quasi mi dava fastidio, quando vedevo mia sorella uscire con le amiche, parlare di ragazzi, mentre la mia vita era chiusa nelle quattro mura di casa e le cose più interessanti erano le vicende fantastiche che vivevano le mie Barbie. Ora, le storie che facevo vivere alle mie Barbie le vivo io, ma la differenza è che quelle storie potevo controllarle , mentre la mia vita scorre troppo veloce per

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stargli dietro e faccio fatica anche a controllare me stessa. Prima avevo le idee chiare, infatti il mio futuro era già programmato nei minimi dettagli. Sapevo che avrei frequentato il liceo classico, laureata in psicologia, che avrei trovato l’uomo della mia vita e con lui avrei messo su famiglia e che avrei intrapreso la carriera di psicologa e scrittrice. Ora, per essere sincera, non so nemmeno cosa mangerò a pranzo, figuriamoci come sarà il mio futuro! In fondo credo che sia questa l’adolescenza, un periodo di confusione, dove si cade in una continua contraddizione e non si capisce più niente. Questo tipo di smarrimento è la mia condizione attuale. Mi capita, infatti, di essere l’arbitro di due pensieri o due emozioni contrastanti. Ad esempio, qualche volta mi viene voglia di fare qualche stupidaggine, ma la voglia di avventura entra subito in competizione con quel maledettissimo senso di responsabilità che mi manda in fumo il cervello. In quei momenti sento un bisogno disperato che qualcuno mi dica cosa devo fare, ma purtroppo il più delle volte non arriva nessuno e devo fare le mie scelte da sola assumendomene tutte le responsabilità. Un altro aspetto dell ‘adolescenza sono i cambiamenti... Il mio aspetto cambia e un brufolo di troppo mi fa un effetto strano. Quando mi guardo allo specchio a volte mi piaccio, altre volte odio i miei capelli, i miei occhi, la mia bocca, poi mi guardo meglio e scopro di piacermi di nuovo... È dura accettarsi! E poi, oltre ai cambiamenti fisici ci sono i cambiamenti caratteriali. Mai avrei pensato di dire ai miei “ Vado un attimo al negozio di sotto “, per poi passare tutto il tempo col ragazzo che mi piace. Mai avrei pensato di diventare amica della ragazza che in prima media detestavo in assoluto. Mai avrei pensato che il rapporto con quella che avrei definito “quasi sorella” sarebbe mutato in qualco-

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sa di estremamente superficiale. Forse, però, tutte queste cose sono cambiate perché sono cambiata io, e questo mi spaventa, specialmente quando sembra che nessuno mi capisca... Tutto intorno a me è diverso... Sento nel cuore un nuovo battito e le lacrime che scivolano sulle mie guance, si fermano sulle mie labbra con sapore diverso, ed è come se una penna magica scrivesse tutte le mie sensazioni sulle pagine invisibili dell’anima. Forse un giorno rileggerò questo libro fatato riscoprendo i miei sogni, i miei desideri e me stessa... E magari, in fatturo riuscirò anche a capirla questa me stessa, visto che per adesso non ci riesco proprio. Già, perché ormai la mia vita è come un travolgente uragano fatto, non di venti caldi e freddi, ma di sbalzi d’umore, pianti improvvisi, litigi furiosi e di tanta, tantissima confusione. Crescere comporta quindi tante gioie, ma anche tanti dolori. Per non parlare di quelle volte in cui i sorrisi si confondono con le lacrime e allora non ci capisci più niente, ma la vita per fortuna ci ha regalato anche il coraggio di reagire, di prendere tutto nel modo migliore, impegnandoci per vivere. Sorridendo si cresce con la consapevolezza che per quanto la vita possa essere dura, con l’appoggio e l’affetto di chi ci circonda, tutto può diventare più semplice. Ora vi lascio, ho un cammino da fare: devo crescere e maturare, per poter, un giorno, ripensare all’adolescenza come il più bel periodo della mia vita. Jessy 694

Prossimamente: la commissione pastorale sociale sta organizzando un incontro sull’adolescenza, rivolto a tutti i genitori interessati ad approfondire tale tematica. Nel prossimo numero del bollettino parrocchiale verrà pubblicata la data e il luogo in cui si svolgerà l’incontro.


Spazio oratorio Per una crescita umana dei giovani di Castrezzato

Vizio più assurdo o ideale più sublime? “Che fantastica storia è la vita e quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita” (A. Venditti)

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hi può essere realmente definito “persona coraggiosa”? Uno scalatore che decide di raggiungere la vetta del monte Everest? Un ragazzo timido che chiede ad una ragazza di uscire? Un neo laureato che decide di trasferirsi in un paese lontano? Sicuramente tutti questi individui “nel loro piccolo” possono essere ritenuti coraggiosi, ma, in realtà, il vero coraggio non nasce da un gesto che noi decidiamo di compiere, ma emerge nel momento in cui di fronte ad una situazione estremamente dolorosa ci si dimostra in grado di rialzarsi, di ricominciare a vivere, a sorridere grazie soprattutto alla riscoperta di Dio e del valore della preghiera. È una conquista che ognuno deve necessariamente fare per cercare di sopravvivere alle situazioni che il destino impone, è una forza che scaturisce dal più profondo dell’anima. Consiste proprio in questo la battaglia intrapresa sempre più spesso da adolescenti, giovani e adulti, malati di tossicodipendenza, anoressia o bulimia, che si incontrano in comunità, come la Comunità “Schalom” sita in Palazzolo. Le storie che alcuni suoi ospiti hanno raccontato a noi ragazzi dell’ A.C.G in un incontro tenutosi domenica 14 novembre 2010 all’interno della Comunità stessa sono storie fatte di paure, ango-

sce e tensioni dovute al fatto che il mondo e la vita appaiono troppo complessi e contorti e che persino la famiglia, che dovrebbe essere un rifugio sicuro nei momenti di grande desolazione, si rivela essere, in alcune circostanze, inve-

ce, un ostacolo insormontabile per le proprie aspirazioni. Tutte queste difficoltà che si incontrano nel crescere determinano diversi tipi di comportamento che si esplicano in rifiuto o accettazione, rassegnazione o ribellione. La droga, quindi, può essere considerata simbolo di rifiuto della società e usata come “compenso”, come “arma di difesa”, come “guscio” entro il quale ripararsi dai pericoli, dalle responsabilità, dalle delusioni e dalle sconfitte o come strumento di cameratismo anche perchè il drogato è una persona a cui manca qualche cosa, anche semplicemente un po’ di amore. Inoltre, l’effetto di euforia ed intontimento provocato dall’assunzione di sostanze stupefacenti non fa altro che amplificare quella sensazione di distacco da una realtà di per sé spiacevole; si vive così nell’illusione, nella menzogna, ritenendo la sostanza il vizio più assurdo, ma al contempo l’ideale più sublime. Ciò vale anche per chi soffre di anoressia, ovvero per chi decide di dimagrire mostrando un’irrazionale paura di recuperare il peso perduto nonostante il proprio organismo sia sottoposto ad un’ evidente denutrizione, o di bulimia che è, invece, la condizione di chi consuma cibo in quantità decisamente superiori alla norma e che per compensare le abbuffa-

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Spazio oratorio te e impedire il conseguente aumento di peso induce il vomito. In realtà, l’obiettivo è saziare una fame dell’anima, non del corpo. Si tratta comunque in entrambi i casi di atteggiamenti autolesionisti. Di fronte a situazioni così complesse ed inspiegabili razionalmente, ogni individuo malato combatte come meglio riesce con la certezza che se ricercherà le forze, le risorse per uscire dal nulla che è divenuto nel proprio cuore, in Dio e nella preghiera di certo non si sbaglierà anche perchè nel momento in cui la sofferenza tocca il limite è possibile, nonostante non sia per nulla facile, uscire da un passato che ha lavato l’anima fino a renderla un po’ sdrucita con la convinzione che ogni attimo dovrà per forza essere migliore di tutti quelli passati. Durante questo percorso di riabilitazione fisica, psicologica e spirituale si acquisisce la consapevolezza del fatto che ognuno è

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ostaggio del proprio silenzio interiore e che per far fronte ad esso deve compiere un doloroso, ma risolutivo viaggio all’interno di sé perchè i limiti fanno parte del bagaglio umano di ogni individuo e che essi, non necessariamente, esprimono una condizione di inferiorità o di incapacità, ma rappresentano soltanto una condizione di inesperienza, di non sufficiente conoscenza o informazione e che, in quel quotidiano percorso che è la vita, possono essere coltivati e affinati sempre più in funzione delle proprie aspettative, dei propri bisogni e desideri. Risulta allora importante comunicare, imparare l’importanza delle regole, della loro condivisione e del loro rispetto, cercare rifugio nei veri valori coltivando affetti e nuove amicizie, guadagnare la stima e la fiducia di chi ci sta accanto, offrire ad essi la propria disponibilità al dialogo, consentire a chi ci vuole

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realmente bene di aiutarci, evitando, per contro, di lasciarci ingannare da tutti coloro che potrebbero offrirci facili e subdole scorciatoie capaci solo di ricondurci in quell’ oscuro baratro dal quale purtroppo solo a volte è possibile riemergere. Tutti coloro che al termine del proprio percorso di riabilitazione sono usciti ed usciranno dalla “Comunità Shalom”, nonostante il sudore della fatica ed i crampi allo stomaco per la risalita, saranno testimoni di dolore e speranza e cammineranno a “testa alta” con ritrovata dignità, equilibrio e fiducia. Quindi, il vero coraggioso è colui che riconosce di avere abusato di qualcosa anche quando tutto è finito, superato, ma non dimenticato, ovvero quando quella battaglia contro il proprio ego vede un unico vincitore con un unico alleato: se stessi e il proprio coraggio. Giulia Lupatini



Vita in parrocchia Dalla riunione del C.P.P. del 28 febbraio 2011

Attività delle Commissioni del Consiglio Parrocchiale

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l CPP si è riunito in seduta ordinaria lunedì 28 febbraio , dalle ore 21,00 alle 23,00 in Oratorio. Il parroco ha consegnato ai presenti la Lettera del Vescovo sulla pastorale per gli immigrati, illustrandola brevemente e invitando i membri del CPP a leggerla con attenzione e a confrontarsi all’interno delle tre fasce di età che compongono il CPP. È un atto importante del magistero che orienta i pensieri e le opere dei cattolici delle nostre parrocchie. Si è poi presentato il programma liturgico-pastorale della Quaresima e della Pasqua. In seguito le commissioni hanno riferito circa il lavoro che stanno svolgendo e che qui sotto riportiamo. Si è poi dialogato slulla necessità di sostenere la pastorale famigliare e coniugale. A questo scopo si inviterà in questo anno – ad una seduta del CPP il Responsabile diocesano della Pastorale della Famiglia perchè ci aiuti a partire bene e a non stancarci di accompagnare coniugi e famiglie nella riscoperta della grazia del Matrimonio e della Famiglia. Il Parroco poi ha informato i presenti sul Congresso Eucaristico nazionale che si terrà in settembre ad Ancona e sulla prossima iniziativa denominata “Dialoghi di Pace” inserita nel contesto del mese della pace. Va ricordato che tutti i battezzati devono collaborare. Il CPP infatti opera concretamente

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mediante gruppi di lavoro pastorale che si impegnano ad animare la Comunità con opportune iniziative. Diamo qui uno sguardo riassuntivo sulle iniziative delle commissioni operative. Una nuova vitalità si è riscontrata con il rinnovo del C.P.P. Ci auguriamo che questo entusiasmo duri nel tempo e si allarghi sempre più.

Commissione Culturale È ancora in fase embrionale, ma con la buona volontà potrà crescere ed allargare gli orizzonti della nostra realtà locale, piuttosto “ostica” ad iniziative di natura culturale. Il futuro di questo servizio umano ed ecclesiale poggerà sulla convinzione e sulla tenacia di chi lo promuove.. L’obiettivo è di far scoprire il bisogno umano di conoscere ed apprezzare ciò che è bello, che è stato frutto della fatica e dei valori di un popolo. L’intento è anche quello di aiutare i credenti a cogliere la rilevanza anche culturale della fede cristiana , non solo in generale, ma anche da noi a Castrezzato. A nessuno può sfuggire che la presenza di edifici sacri e la traccia lasciata dal Cristianesimo a Castrezzato è di grande rilievo. La stessa Piazza del Centro storico è delimitata da edifici sacri di notevole rilevanza: Chiesa parrocchiale dei santi Pietro e Paolo (sec. XVIII- XIX°); chiesa di S. Lorenzo, Chiesa di S.

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Pietro Martire, il Monte di Pietà. Recentemente l’Arch. Valentino Volta ha tenuto da noi un’interessante relazione storica sul Castello di Castrezzato e sullo sviluppo e relative modifiche degli edifici delimitati dall’area dello stesso.La commissione cultutrale si propone di organizzare qualche visita ai Luoghi della fede, in Lombardia, Italia e all’estero; la visita a mostre e ad avvenimenti culturali interessanti ; a redigere alcuni articoli di carattere culturale sul Bollettino parrocchiale. In merito alle gite o viaggi di natura spirituale o culturale, si propongono quest’anno le presenti iniziative: visita/pellegrinaggio al Sacro Monte di Varese in maggio; viaggio a Praga ed ai Castelli della Boemia in agosto. Notizie più dettagliate saranno date in Parrocchia a tempo opportuno. Siamo alla ricerca di persone disponibili ad incrementare il Gruppo.

Commissione anziani e malati Il 15 di novembre 2010 si sono incontrati i membri della Commissione Anziani/Malati. Don Mario ha presentato la fisionomia di questa commissione come viene illustrata dall’apposito fascicolo parrocchiale emanato nel 2006. Viene evidenziato il collegamento di questo gruppo con la Caritas, con il gruppo dei Ministri straordinari della S. Comunione e


Vita in parrocchia con il gruppo di Pastorale sociale. Ci si confronta sulla situazione generale degli anziani e dei malati della nostra Comunità; sulla presenza della Casa di Riposo e sul servizio socio-sanitario che svolge lodevolmente; sulla necessaria vicinanza spirituale e religiosa da assicurare agli anziani e malati; sulla necessità di creare una mentalità di coinvolgimento e attivazione degli anziani stessi con le forze residue in loro possesso perché siano ancora soggetti attivi nelle famiglie e nella società; sul potenziamento del volontariato sociale. Non va sottovalutato che molti servizi di volontariatro svolti in Parrocchia sono gestiti proprio da anziani!

Commissione di pastorale sociale Il 16 novembre 2010 e il 10 gennaio 2011 si è riunito il gruppo di pastorale sociale in canonica. Si riflette e si condividono le finalità e gli obbiettivi di questo settore della pastorale e si decidono le seguenti iniziative: - Promuovere un colloquio/conferenza nel Salone dellìOratorio che si proponga di far conoscere alcune attività e iniziative tese a favorire l’integrazione concreta delle nuove presenze di culture e persone diverse nel tessuto del nostro territorio, chiedendo la partecipazione e la collaborazione di chi opera nei settori vitali della convivenza civile: il settore scolastico, quello sanitario, quello del lavoro, del C.A.G. (Centro di aggregazione giovanile), quello della Caritas. Invitare anche don Armando Nolli, attuale Parroco di S. Faustino in Città, che ha una notevole esperienza in questi settori perché offra il contributo della sua esperienza maturata in tanti anni di servizio in questi settori. Alcune attenzioni da tener presenti nella realizzazione di

queste iniziative sono le seguenti: Portare il vissuto con i suoi problemi concreti; evitare polemiche improduttive; non sostiuirsi a quanto deve fare la Pubblica Amministrazione, ma collaborare; mantenere una visione cristiana dei problemi e degli interventi. La parte di Commissione che segue i giovani informa che si sta mettendo in cantiere una serie di iniziative che saranno attivate entro il maggio di quest’anno. Circa la pastorale della famiglia e degli sposi ci si orienta a sollecitare il C.P.P. ad esaminare la nostra situazione per dar vita ad un Gruppo Sposi o ad un Gruppo Famiglie per evangelizzare il sacramento del Matrimonio e realizzare una più adeguata Pastorale Familiare ( Preparazione al Matrimonio/Sacramento; il compito del generare e dell’educare i figli; le situazioni di vita coniugale di difficoltà/ separazione/divorzio ; il coinvolgimento dei genitori nell’educazione cristiana dei figli ecc…)

Commissione catechesi La Commissione catechesi si è riunita il 18 gennaio 2011 in canonica. Dopo la preghiera iniziale, don Mario presenta brevemente l’Esortazione apostolica post-sinodale Verbum Domini (“Parola del Signore”) emanata dal Papa Benedetto XVI sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa.Ci si confronta poi sulla traccia di questionario distribuita ai membri della commissione per verificare il ruolo che viene riservato concretamente alla Parola di Dio e alla Catechesi in seno alla nostra Comunità parrocchiale.La valutazione che ne esce è ampiamente positiva, dopo un attento esame fatto dai presenti. In Parrocchia l’annuncio della Parola in sede liturgica e sacramentale e il suo approfondimento nei vari percorsi per ragazzi e genitori in

Oratorio e nei Centri di Ascolto sono fortemente sentiti e realizzati. Anche la breve omelìa feriale è desiderata e utile. Il compito di annuncio e di approfondimento della Parola sono affidati anche ai Laici. Un buon gruppo (circa venti) ha partecipato o sta partecipato al Corso zonale per Catechisti degli Adulti a Chiari. La Parola di Dio e la Catechesi intercettano le situazioni e gli stati di vita di tutti. I Centri di Ascolto della Parola di Dio riprenderanno nelle sedi già note il martedì sera alle ore 20,30 e saranno guidati dai Catechisti degli Adulti. Le date sono le seguenti: 15/22/29 marzo e 5 aprile. Si conferma pertanto di perseverare nella direzione intrapresa.

Commissione del Bollettino e della Radio Parrocchiale Ci si è incontrati l’8 febbraio 2011 per fare il punto della situazione. Circa l’utilità della radio parrocchiale non vi sono dubbi. È il modo abituale con il quale la Parrocchia entra nelle case per portare la vita liturgica ordinaria e le comunicazioni importanti della vita della Comunità cristiana. (Messe, funerali , avvisi per la parrocchia ecc…). Per la Quaresima si programma di riprendere l’iniziativa Radio-Quaresima, il Martedì sera (alle ore 20,00) delle seguenti date: 15/22/29 marzo, e 4 e 12 aprile. Marco Piscioli si impegna ad interpellare l’oratorio per una partecipazione alla trasmissione di Radio-Quaresima. Giuliano Iore provvederà a ricercare qualche altro collaboratore nella lettura dei testi. Qualcuno suggerisce – nelle serate delle domenica di Quaresima, mezz’ora prima della messa vespertina, anche a mezzo-radio, di tenere(da parte dei Sacerdoti) una catechesi appropriata per quanti durante la settimana sono impediti dal partecipare ad incontri formativi.

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Vita in parrocchia Circa il Bollettino Parrocchiale si fa una valutazione dell’attuale situazione che risulta positiva. Alcuni suggerimenti sottolineano il rilievo da dare alle realtà del paese ed al vissuto della nostra gente. Don Mario fa presente che le finalità del Bollettino sono anche quelle formative, tenendo sempre aperto il collegamento con la vita della Chiesa universale e della Diocesi. Gli articoli del Bollettino devono comprendere anche ampiamente la vita dell’Oratorio e delle sue molteplici iniziative.

Commissione Liturgica La Commissione liturgica è una delle più “nutrite” dal punto di vista numerico: comprende Lettori, Cantori, Organista, Ministranti, Paratori, Collaboratori nella pulizia e nel decoro della Chiesa, Sacristi volontari e quant’altro serve per una degna celebrazione del Mistero cristiano. Nel settore dei Lettori da alcuni mesi è entrata in vigore una nuova modalità di stesura degli orari di Proclamazione della Parola, curato lodevolmente da Domenico Rodella. Li ringraziamo tutti di cuore, senza trascurare nessuno : comprese le gentili signore che ogni venerdì pomeriggio, “al freddo e al gelo”, puliscono chiesa e sacrestia. La Commissione liturgica si è riunita mercoledì 23 febbraio per stendere il programma di massima delle iniziative della Quaresima e della Pasqua.Si sono innanzi tutto confermate le iniziative valide degli anni precedenti e della “tradizione”: Dare rilievo all’inizio della Quaresima con le Ceneri (Mercoledì delle Ceneri il 9 marzo) dando ampia possibilità di celebrazioni per tutte le categorie; e il Venerdì Santo. Inoltre si proseguirà con la Via Crucis (una il Venerdì pomeriggio di Quaresima e l’altra - itinerante - in varie località del paese:, alle ore 20,30:

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il 18 marzo in chiesa (animata dal C.P.P.); il 25 marzo nella Zona Nord/Est; il 1° aprile nella Zona Sud/Ovest; e l’8 aprile nella Zona Sud/Est. Si curerà con particolare impegno la Settimana Santa e le S.S. Quarantore. Nella domenica delle Palme, il 17 aprile, le messe delle ore 9,30 e delle ore 11,00 saranno unificate in quella delle ore 10,30 partendo dall’oratorio verso le ore 10,00 (benedizione degli ulivi). Il percorso sarà: Oratorio - Via Gatti - Piazza Zammarchi - Chiesa. La Caritas provvederà a confezionare i rametti. Si effettueranno le due processioni: sera del Martedì santo (Sante Quarantore) e sera del Venerdì santo (con il Cristo Morto). Guiderà le processioni G. Gualina. Si inviterà la Banda di Erbusco. Don Claudio provvederà al servizio dei Chierichetti, degli Apostoli e dei Paggi. Alle varie processioni sarà richiesto il servizio dei Vigili per la pubblica sicurezza. Molto curato sarà il servizio dei Lettori della Passione e delle varie funzioni della Settimana santa. L’oratorio predisporrà la distribuzione delle bottigliette dell’acqua benedetta durante la Veglia pasquale. La Veglia Pasquale è in assoluto la Celebrazione più importante di tutto l’anno liturgico e va accuratamente preparata spiritualmente e liturgicamente. I cristiani devono ricordarlo e fare anche qualche sacrificio per non disertarla! Ma su questo torneremo nella prossimità della Settimana santa. Nelle due processioni della Settimana santa saranno impiegati i lumini: quelli bianchi per le Quarantore e quelli rossi per il Venerdì santo. A tutti i collaboratori il nostro vivissimo grazie.

Commissione o Consiglio Dell’oratorio Il Consiglio dell’Oratorio si è riunito due volte: la prima in data

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6 dicembre 2010, la seconda in data 24 gennaio 2011. Nel primo incontro si sono presentati i membri del Consiglio e sono state illustrate le finalità della commissione. Don Claudio ha presentato coloro che sono entrati nel Consiglio come rappresentanti del CPP. Poi sono stati presentati i Responsabili e i Volontari dei diversi settori dell’oratorio. È stato precisato che la collaborazione dev’essere la più ampia possibile, ognuno secondo il suo dono e il suo compito. Il Parroco è poi intervenuto illustrando a grandi linee il progetto di messa a norma delle cucine dell’oratorio, che troveranno collocazione nella cosiddetta “corte” della cascina, messa in sicurezza. La Soprintendenza e la Curia hanno dato parere positivo, per cui i lavori prenderanno avvio verso la metà di dicembre, tempo permettendo. Successivamente sono state passate in rassegna varie proposte per il mese della Pace: una conferenza sui valori dela pace proposta dalla Commissione parrocchiale di Pastorale sociale ed altre iniziative promosse dall’Azione Cattolica. Don Claudio rende noto che sono stati programmati dal CAG alcuni incontri relativi alla preparazione educativa dei genitori. Nel secondo incontro (24 gennaio) sono stati presentate tutte le iniziative definite circa il mese della Pace: “Raccontare la pace”; marcia Zonale della Pace a Rudiano; riflessione alle mamme sul metodo preventivo di don Bosco (Padre salesiano 26 gennaio 2011, in chiesa); messa di suffragio per tutti i giovani defunti di Castrezzato; il progetto “Media- Education” per adolescenti e giovani. Sempre nella seconda riunione don Claudio ha presentato esaurientemente il Progetto diocesano per l’iniziazione cristiana dei Fanciulli e dei Ragazzi (4 anni di itinerario che coivolge anche i


Vita in parrocchia genitori) ed il Progetto educativo alla fede per gli Adolescenti (V e VI anno). Infine i giovani, facenti parte della Commissione di Pastorale sociale hanno mostrato un questionario - da loro stessi elaborato - che intendono somministrare agli adolescenti per conoscere le loro esigenze e le loro modalità di accesso alla dimensione religiosa. Ambedue le riunioni sono state presiedute da don Claudio.

Commissione Missionaria Il Gruppo missionario tiene viva la sensibilità missionaria della Comunità, promuovendo alcune iniziative sia di carattere formativo che pratico. La nostra Zona pastorale VIII è stata affidata recentemente dal vescovo all’animazione missionaria dei Missionari di Villaregia che aiuteranno i Gruppi missionari a crescere e aprogredire nel loro servizio. Prossimamente si terrà una Veglia Missionaria Zonale nella memoria annuale dei Missionari Martiri. Proseguiranno le ioniziative di sostegno ai nostri missionari castrezzatesi. Va ricordato un evento speciale di quest’anno: il vescovo Beato Guido Conforti sarà proclamato santo. È stato il Fondatore dei Missionari Saveriani, cui appartiene anche il nostro P. Sergio Targa. Esprimiamo il nostro grazie a tutta la Comunità castrezzatese che sempre ci sostiene con amicizia e generosità.

( sintesi curata da don Mario)

Preghiera serale di un sacerdote Tu, Signore, sei giustizia che ama e non punisce. Tu sei gratuità senza confini che va in cerca di chi è smarrito e stanco. Tu sei paternità e fragranza che attende chi percorre sentieri sconnessi e senza sbocco. Tu mi immergi nel tuo fuoco e mi plasmi con paziente discrezione trasformandomi da scoria arrugginita in ferro vergine ed in lama rifilata. Tu mi vuoi discepolo fedele e mi trasformi in olio per lenire le piaghe lancinanti dei fratelli che accorrono al tribunale del perdono e attingono al Pane che ristora, all’acqua zampillante e cristallina quale estremo anelito di faticosa ascesa. Il mio peccato è per Te croce, ma con l’amore tuo struggente verso l’uomo che vaga spaurito e senza meta, spinto alla deriva dal vento degli istinti, mi offri la certezza del tuo giocondo abbraccio. Tu sei là, all’ultimo avvincente approdo ad una luce intensa e alla gioia senza confini, proteso al naufrago che cercava felicità terrene e ritrova invece Te col volto tenero di un Padre, e la Mamma tua Maria, e i cari Trapassati, e i Santi tutti di un sicuro paradiso.

d. V.

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Vita sociale Per tenere vivo lo spirito di servizio nella Comunità

Associazioni in piazza

S

abato 12 dicembre 2010, alla vigilia della festa di S. Lucia, le principali associazioni di Castrezzato si sono trovate nella piazza L. Pavoni per condividere un momento di gioia e serenità con la popolazione, anche in vista delle imminenti festività. Tra le associazioni presenti, l’AVIS, l’AIDO ed il COSP, con i loro volontari che rappresentano una delle colonne portanti della nostra comunità. È stata questa un’occasione per coinvolgere nuovamente i cittadini castrezzatesi ricordando loro quanto sia importante l’operato di queste associazioni di volontariato che, aiutando il prossimo, tengono vivo il senso di appartenenza alla comunità e lo spirito di condivisione sociale a cui ogni essere umano dovrebbe essere chiamato. Molte persone si sono avvicinate agli stand, chiedendo informazioni ed hanno mostrato interesse e disponibilità personale. Ricordiamo che, in questa occasione, numerose sono state le iscrizioni all’AIDO che conta oggi a Castrezzato oltre 400 iscritti, risultando una delle sezioni AIDO più numerose della zona. La donazione di organi, come la donazione di sangue, può salvare delle vite perciò, la speranza è che i volontari che si iscrivono all’AVIS e all’AIDO possano ulteriormente aumentare in questo 2011. Anche i volontari del Centro Operativo di Soccorso Pubblico operano in aiuto del prossimo, garantendo un servizio sociale sempre attivo durante la settimana e turni per il 118 durante i fine settimana. Tut-

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tavia spesso è difficile garantire alla comunità questi servizi poiché i volontari sono pochi. L’iniziativa delle associazioni in Piazza ha voluto essere un modo per chiedere collaborazione a quanti volessero unirsi ai volontari del COSP dando un po’ del loro tempo per la comunità. L’AVIS, l’AIDO ed il COSP, colgono l’occasione per ringraziare il Sindaco Gabriella Lupatini e l’amministrazione comunale, per

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essere sempre vicini alle nostre associazioni non solo condividendo gli ideali in cui crediamo ma rendendo possibile anche il nostro operare a livello pratico. Ricordiamo il recente acquisto del nuovo mezzo di soccorso che è stato possibile grazie al contributo dell’amministrazione comunale. A quanti ci sono vicini e ci sostengono, il nostro grazie.


Brevi dalla Parrocchia Con la Corale “Don Arturo Moladori”

Concerto dei Patroni il 25 giugno Nel classico Concerto dei Patroni che eseguiremo sabato 25 giugno 2011, ci immergeremo nello struggente Stabat Mater di Joseph Haidn (1732-1809). Quest’opera, scritta per Soli, Coro e Orchestra, tra le tante scritte sul terna del dolore provato da Maria ai piedi della croce, l’abbiamo scelta per la grandiosità del risultato finale ottenuto da questo autore austriaco. Dalla sua musica traspare un dolore misurato, interiore e sublimato che noi con la nostra interpretazione cercheremo di offrire ai nostri ascoltatori col massimo impegno.

16 gennaio 2011: Festa degli anniversari di nozze fotografia di Erika Zani

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Praga e Castelli della Boemia dall’1 al 5 agosto 2011 Quota individuale in hotel 4 stelle € 480,00 Caparra € 200,00 da versare all’iscrizione Iscrizioni in Canonica entro il 3 aprile 2011

Pellegrinaggio a Medjugorje dal 7 al 13 agosto 2011 Chi è interessato rivolgersi a: Gabriella Noli Celestina Scalvini Edvige Bosetti

Tel. 030 7146567 Tel. 030 714529 Tel 030 7146628

È richiesta la carta d’identità non scaduta e senza timbro

Costo complessivo è di € 285,00 Anticipo all’iscrizione di € 120,00 Iscrizioni fino ad esaurimento posti



Brevi dalla Parrocchia Dal saluto del Presidente del Coro Moladori, Angelo treccani, al Concerto di Natale 2010

Corale don Arturo Moladori, il tramite con l’autore

I

I concerto di Natale è un momento tradizionale sempre atteso dalla Amministrazione comunale che si sente unita alla comunità religiosa ed ai presenti, nell’ascolto della musica e del canto proposti dalla schola cantorum ‘don Arturo Moladori’ e dall’orchestra. Ringraziamo mons. Mario Stoppani che come parroco fa gli onori di casa predisponendo il clima adatto, nell’accoglienza rispettosa verso ogni Amministrazione comunale e cordiale verso i coristi, i musicisti, il maestro e il presidente, alla quale ci associamo con soddisfazione. Proviamo per un attimo a pensare ad uno spartito musicale. Certamente, soprattutto per chi non lo sa leggere, e siamo

in tanti, esso non potrà mai generare emozioni finché non viene interpretato. Anche questa sera la scuola di canto con l’orchestra, nella sua interpretazione, promuove un incontro, perché fa da tramite tra l’autore ed il pubblico, cercando con lo studio e con la propria sensibilità di interpretare iI pensiero del compositore. E lo farà eseguendo la musica con pienezza di sentimento e di sensi, comunicandoci messaggi ed emozioni. E questo non è cosa da poco e dunque è doveroso riconoscere ed apprezzare l’impegno che è necessario per riuscire a presentare un’interpretazione convincente e vigorosa. Ma la schola cantorum non promuove solo un incontro, ma rea-

lizza una comunicazione in quanto esprime in modo corretto e nobile, quanto spesso è nascosto nell’animo e quanto è scritto nelle note sul pentagramma. È così che entriamo nell’atmosfera del Santo Natale, nella celebrazione di un incontro che dà senso e significato alla vita e che si esprime nei gesti e nelle parole. Ringrazio quanti hanno contribuito a questa serata e ritengo siano doverosi il sostegno e la valorizzazione di questo gruppo musicale, sempre presente nei momenti significativi della vita comunitaria di Castrezzato, e ben rappresentativo del paese oltre i nostri confini.

Angelo Treccani

Il CORO “Don Arturo Moladori” durante un’esecuzione nel Duomo di Milano il 15 settembre 2010.

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Spazio amministrativo Rimane nel cuore di quanti lo hanno conosciuto

In memoria di Davide Serotti

È

deceduto recentemente per un tragico incidente un giovane della nostra Comunità: Davide Serotti. Mentre ancora porgiamo ai genitori, al fratello e alla sorella le condoglianze più sentite, con il consenso della famiglia pubblichiamo la lettera che un suo caro amico ha inviato quando ha avuto notizia della sua scomparsa. La partecipazione al suo funerale, in una giornata fredda e flagellata dall’acqua gelida, è stata grande. Soprattutto toccante la partecipazione e la presenza di molti amici del “Rustico Belfiore” di Chiari, dove spesso Davide si recava per portare aiuto e collaborare fraternamente.

“O Dio dei vivi e dei morti, rendi partecipe della gloria del Cristo Risorto i nostri fratelli defunti, soprattutto i più giovani”

Carissimi papà e mamma, fratello e sorella di Davide diverse sono le cose che ognuno di noi vorrebbe in questo momento così tragico e imprevisto che ha lasciato tutti noi davvero senza parole e con il cuore spezzato. Mentre vi scrivo questa lettera rivedo Davide sorridente, con le sue mani forti, intento ad aiutare qualcuno, come sempre. Vengono alla mente i tanti momenti di gioia e di spensieratezza e talvotla anche di grande fatica e dolore perchè la vita è tutto questo e voi ne sapete qualcosa. Quante volte ci siamo “rimboccati le maniche”, a testa alta... perchè la vita è camminare, correre, cadere, per poi rialzarsi, ognuno con le proprie forze, e riprendere il viaggio. Davide è stato un caro giovane uomo che ha sempre dato tutto se stesso agli altri, con gli altri e per gli altri e di questo suo dono speciale ne sono testimone in prima persona. Bello è il ricordo di Davide giovane impegnato e divertito a far giocare i più piccoli nel cortile dell’oratorio di San Bernardino di Chiari. Diverse sono le associazioni di volontariato che hanno goduto della bella persona di Davide, della sua bontà, del suo sorriso ma soprattutto della sua straordinaria generosità. A Davide devo molto, forse tutto. Una volta, in una di quelle nostre pazze uscite in canoa, mi sono avvicinato troppo alla chiusa del Lago di Iseo e sono stato risucchiato da un mulinello; se non ci fosse stato Davide a lanciarmi una corda ora non sarei qui a scrivervi per ricordare insieme a voi il vostro-nostro Angelo. Davide ora ci guarda dal Cielo, ci sorride, ne sono certo; lui ci darà conforto e amore anche così. Non dovete, non dobbiamo avere paura, perchè Davide è vivo, ogni santo giorno, nel nostro cuore. Grazie Davide per il dono prezioso della tua straordinaria generosa amicizia. Con affetto, un forte abbraccio. Valter

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Calendario liturgico

Calendario liturgico pastorale Marzo 6 Domenica IX del Tempo ordinario 7 S. Perpetua e Felicita Martiri 8 S. Giovanni di Dio Fondatore dei Fatebenefratelli. 9 Mercoledì delle Ceneri. Inizio della Quaresima S. Messe e imposizione delle Ceneri ore 8 9,30 - 16 alla Casa di Riposo ore 17 - 19 -20,30. 11 Venerdì: ore 15 Via Crucis in chiesa. Giorno di digiuno e di astinenza dalle carni. 12 S. Luigi Orione. 13 Domenica I di Quaresima. (Le tentazioni) 15 Martedì: Ripresa dei Centri di Ascolto nelle sedi già note. Prende avvio l’iniziativa di Radio-Quaresima (Radio parrocchiale) 18 Venerdì. S. Cirillo di Gerusalemme. Ore 15: Via Crucis in chiesa. Ore 20,30: Via Crucis in chiesa (I) preparata dal C.P.P. 19 Festa di S. Giuseppe, Sposo di Maria. S. Messe Ore 8 -10 - 18. 20 Domenica II di Quaresima. (La Trasfigurazione) 22 Martedì. Centri di Ascolto e Radio Quaresima. 25 Venerdì. Festa dell’Annunciazione del Signore. Ore 15: Via Crucis in chiesa. Ore 20,30 Via Crucis itinerante nella Zona Nord- Est. 27 Domenica III di Quaresima (La samaritana) 29 Martedì. Centri di Ascolto e Radio Quaresima.

Aprile 1 Venerdì. Ore 15 Via Crucis in chiesa Ore 20,30 Via Crucis Itinerante nella Zona Sud- Ovest 3 Domenica IV di Quaresima - “Laetare” (La guarigione del cieco nato) 5 Martedì. Centri di Ascolto e Radio Quaresima. 8 Venerdì. Ore 15 Via Crucis in chiesa. Ore 20,30 Via Crucis itinerante nella Zona Sud-Est.

10 Domenica V di Quaresima. (La risurrezione di Lazzaro) 12 Martedì. Ore 20: Ultima trasmissione di Radio-Quaresima. 15 S. Damiano de Veuster, missionario dedito alla cura dei lebbrosi (Molokai) 17 Domenica delle Palme o di Passione. Inizio della Settimana Santa e delle Sante Quarantore. Ore 8: S.Messa. N.B. Si accorpano le messe delle ore 9,30 e 11. Ore 10: Raduno in Oratorio per la benedizione dei rami di ulivo. Processione verso la chiesa: Itinerario: Oratorio- Via Gatti- Piazza Zammarchi-Chiesa. Ore 10,30 S Messa pro populo - Lettura della Passione secondo Matteo Ore 14,30 Adorazione dei Ragazzi Ore 15,30 Adorazione degli Adulti N.B. Il Santissimo rimane esposto fino alle ore 18. Ore 18: S. Messa vespertina. 18 Lunedì Santo. In mattinata: Confessioni S. Messe Ore 8 - 9,30 e 20. In giornata è esposto il Santissimo per l’adorazione. 19 Martedì Santo. In mattinata: Confessioni. L’orario delle sante messe è identico al Lunedì santo, con l’aggiunta della Processione serale in onore di Gesù - Eucaristia dopo la messa delle ore 20. Il percorso è quello tradizionale: Chiesa - Piazza Zammarchi - Via C. BattistiVicolo Abbandonato - Via Risorgimento - Via Torri - Chiesa. Anche il Venerdì Santo si segue questo itinerario. Si raccomanda alle famiglie che hanno l’abitazione prospiciente il percorso di addobbare porte e finestre con fiori e lumi. 20 Mercoledì Santo: Ore 9,30 S Messa per gli Ospiti della Casa di Riposo. Ore 20,30 Liturgia Penitenziale e Confessioni per Tutti. 21 Giovedì Santo Giorno dell’Eucaristia e Sacerdozio. Ore 7,30 Ufficio delle Letture e Lodi. N.B. Non c’è la messa delle ore 8.

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Calendario liturgico

Ore 9,00 S. Messa per tutti i presbiteri della diocesi in cattedrale con il vescovo. Benedizione degli Olii Santi (CatecumeniCrisma- Infermi). 22 Venerdì Santo. Giorno della Morte del Signore.Giornata utile per le confessioni. (Giorno di digiuno e astinenza). Le offerte del Venerdì santo sono destinate ai Luoghi Santi. Ore 7,30 Ufficio delle Letture e Lodi. Ore 8 Via Crucis in chiesa. Ore 14,00 Ora della Divina Misericordia. Ore 15 Liturgia della Passione e Morte di Cristo. Adorazione della Croce. Ore 20,30 Liturgia della Parola e Processione oon il Cristo Morto. (percorso tradizionale) Il Cristo Morto rimane esposto in chiesa fino alla sera del sabato Santo. 23 Sabato Santo. Gesù nel sepolcro. Giorno aliturgico. Confessioni individuali. Ore 7,30 Ufficio delle Letture e Lodi. Ore 20,30 Solenne Veglia Pasquale. Liturgia della Benedizione del Fuoco nuovo - Liturgia della Parola- Liturgia Battesimale ed Eucaristica (S. Comunione sotto le due specie) 24 Pasqua di Risurrezione. Sante messe ore 8-9,30-11,00-18. N.B. Ore 17,20: Vespri di Pasqua. 25 Lunedì dell’Angelo: Sante Messe con orario festivo. 26 Martedì dell’Ottava di Pasqua; Oggi entra in vigore l’orario estivo delle sante messe: Festiva della Vigilia e della domenica sera: ore 18,30; feriale della sera ore 20,00. La solenne Ottava dura fino alla seconda domenica di Pasqua, chiamata “ In Albis” o “Della divina Misericordia” che quest’anno cade il 1° maggio data della Beatificazione del Papa Giovanni Paolo II. 29 S. Caterina da Siena, Compatrona d’Italia. 30 Memoria liturgica di S. Pio V, Papa del S. Rosario.

Maggio 1 Domenica della “Divina Misericordia”. Ore 20,30: Inizio solenne del Mese mariano in chiesa e ricordo del Beato Papa Giovanni Paolo II, promotore dell’aggiunta dei Misteri della Luce al S. Rosario. Canto del Te Deum. 2 Lunedì. Inizia la recita del Santo Rosario nelle santelle e nei rioni del paese dal lunedì al venerdì. 3 S.S. Filippo e Giacomo Apostoli. Anniversario della morte di don Bonfadini. Ore 9,30 Ufficio pro Def don Agostino Bonfadini arciprete dal 1941 al 1975. 4 S. Gottardo Vescovo. 8 Domenica III di Pasqua. 11 Madonna del Frassino - Venerata a Peschiera del Garda. 13 Nostra Signora di Fatima. 14 S. Mattia Apostolo. 15 Domenica IV di Pasqua. 19 S. Celestino V Papa. 20 S. Bernardino da Siena. 22 Domenica V di Pasqua. Memoria di S. Rita da Cascia. 24 Memoria della Madonna Ausiliatrice. 26 Madonna Di Caravaggio. Memoria di S. Filippo Neri. 29 Domenica VI di Pasqua. Domenica delle Cresime (Ore 11) 30 Conclusione del S.Rosario nelle Santelle 31 Martedì. festa della Visitazione della Beata Vergine Maria. Ore 20: S. Rosario meditato in chiesa e S. Messa con processione interna

N.B. Giovedì 19 maggio avrà luogo il Pellegrinaggio al Sacro Monte di Varese. Partenza ore 7.00, rientro ore 19.00 Iscrizioni in canonica o all’oratorio.

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Anagrafe Lettera parrocchiale del Parroco

Anagrafe parrocchiale Rinati in Cristo (battesimi)

Nella luce di Cristo (defunti)

Balint Denis Stefan di Adrian e Balint Ana – Maria Roncali Giorgio di Gabriele e Nava Daniela Tonelli Andrea di Alessandro e Cazzago Alessandra Verzeletti Vittoria di Gianluca e Ferrari Simona Mambretti Stefano di Francesco e Agnesi Moira Casaletti Martina di Silvano e Zanini Monia

Andreoli Mario di anni 74 Paganotti G. Luigi di anni 51 Sbrini Luigi ( Gino ) di anni 82 Ghizzardi Bianca di anni 87 Fogliata Carlo di anni 61 Marella Annibale di anni 76 Bosis Paola di anni 80 Ferrari Caterina di anni 75 Platto Elisabetta di anni 89 Zanini Elvira di anni 94 Cassago Aldino di anni 83 Noli Faustino di anni 88 Rossini Bruno di anni 84 Guerrini Lorenzo di anni 79 Serotti Davide di anni 40 Lumini Margherita di anni 86 Marini Antonia Gianna di anni 64 Gaibotti Lucia di anni 89

Matrimoni Gherardi Alberto con Festa Mirta Maria

A Gesù Crocifisso Mio Crocifisso! Sempre Ti porto con me. A tutto Ti preferisco. Quando cado, Tu mi risollevi. Quando piango, Tu mi consoli. Quando soffro, Tu mi guarisci. Quando Ti chiamo, tu mi rispondi. Mio Crocifisso! Tu sei la luce che m’illumina. Il sole che mi riscalda. L’alimento che mi nutre.

La fonte che mi disseta. La dolcezza che m’inebria. Il balsamo che mi ristora. La bellezza che m’incanta. Mio Crocifisso! Sii Tu la mia difesa in vita. Mio conforto e fiducia nella mia agonia. E riposa sul mio cuore quando sarà la mia ultima ora.

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L’Angelo di Pasqua Un ragazzo entra in un negozio. E’ molto stupito quando vede un angelo dietro al banco. Esitando, s’avvicina e chiede all’angelo: “Cosa vendete qui?” L’angelo risponde gentilmente: “Tutto quello che desideri”. Il ragazzo rimane in silenzio per un attimo e poi ordina: “Che non ci siano più guerre, più disponibilità della gente a comunicare; acqua e cibo per tutti; più tempo da dedicare ai bambini e...” L’angelo lo interrompe: “Scusa, ma temo tu abbia capito male. Questo non è possibile. Noi non vendiamo i frutti, ma soltanto i semi”.


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