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Come salire sull’onda delle infrastrutture pag
ENERGIE RINNOVABILI E “SOCIALE” PER SALIRE SULL’ONDA DELLE INFRASTRUTTURE
Clean energy, Esg e investimenti a impatto, ma non solo. Trezzi (Nuveen): “Tra i settori più promettenti anche l’infrastruttura tecnologica, le utility elettriche e il mondo healthcare”
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Gabriele Petrucciani
C’
> Sergio Trezzi
managing director di Nuveen è una massa di denaro enorme che sta per inondare il mondo delle infrastrutture. Guardando solo i mercati sviluppati, in Italia, con il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) sono stati stanziati circa 22 miliardi di euro, dedicati a strade, porti e ferrovie (315 miliardi in tutta Europa). L’America ha messo sul piatto circa 2 trilioni di dollari, mentre l’Australia investirà oltre 600 miliardi di euro nei prossimi 15 anni. In questo scenario stanno nascendo molte opportunità di investimento, lato equity ma anche lato bond. “Ma a differenza dei mercati tradizionali non è semplice investire in infrastrutture – spiega Sergio Trezzi, managing director di Nuveen, asset manager americano con oltre 1,3 trilioni di dollari in gestione, di cui oltre 250 miliardi in mercati Privati. Spesso le persone si dimenticano il concetto di rischio idiosincratico e da questo punto di vista più si è diversificati meglio è. Questo per dire che, sebbene ci siano strumenti affascinanti come i Pir e gli Eltif, è fondamentale allargare gli orizzonti per settori e aree geografiche”.
Quali sono le caratteristiche principali del settore infrastrutture?
È un settore piuttosto variegato. Da un lato abbiamo investimenti molto vicini all’equity, e quindi con una volatilità elevata. Pensiamo a porti e aeroporti, che in questo periodo sono minacciati dal rischio Covid. Dall’altro lato, invece, abbiamo titoli più difensivi, molto simili ai bond, come le utility regolamentate. Inoltre, è possibile anche investire nel private debt, o ancora nei progetti alimentati da una partnership tra pubblico e privato.
I trend più promettenti?
Due settori più di altri sono cresciuti in misura esponenziale negli ultimi anni: quello delle rinnovabili e quello delle infrastrutture sociali, che hanno rappresentato un importante driver di performance per il nostro fondo Nuveen Global Infrastructure (a 5 anni ha un rendimento annualizzato dell’8,15%, ndr). Stiamo parlando, quindi, di clean energy, Esg e investimenti a impatto; tutte aree dove si presuppone che continuerà a esserci una domanda enorme. È un mondo in cui crediamo tantissimo, tant’è che pochi mesi fa abbiamo acquisito Glenmont Partners, uno dei più grandi gestori di fondi specializzati in energie rinnovabili in Europa, per rafforzare la nostra piattaforma focalizzata sulle infrastrutture private, in particolare energie rinnovabili, digitale, telecomunicazioni e infrastrutture sociali.
E dove trova le opportunità in Borsa?
Se guardiamo ai public market, i settori più interessanti sono sicuramente quelli dell’infrastruttura tecnologica, dell’utility elettrica e delle cosiddette “toll road”, ovvero strade a pedaggio. Inoltre, anche il mondo delle infrastrutture legate all’healthcare è finto sotto i riflettori. L’esigenza di creare spazi per accentrare l’attività di ricerca e produzione è sempre più sentita, sia per la pandemia da Coronavirus sia per effetto di trend secolari come l’invecchiamento della popolazione.
Come approcciare questo mercato?
Sicuramente con una gestione attiva. Data la complessità del settore e l’inelasticità della domanda, uno strumento passivo esporrebbe a un rischio molto più alto.