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IL LEONE ALATO ‘CUSTODE’ PERENNE DEI DOMINI DELLA SERENISSIMA

THE PERENNIAL WINGED LION, ‘GUARDIAN’ OF THE DOMAINS OF THE SERENISSIMA

di Ulderico Bernardi

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Da sempre è il simbolo più rappresentativo delle terre governate da Venezia

From time immemorial, the most widespread symbol of territory ruled by Venice

Lo Stato Veneto da Mar e da Terra ha avuto la sua sintesi rappresentativa nel Leone alato di San Marco. Con il libro aperto o chiuso sostenuto dalla zampa destra, la criniera folta, la coda ritorta, il muso talvolta benigno o in alcune circostanze irato. Dipinto, inciso, più spesso scolpito in pietra d’Istria oppure in marmo di varia natura. La pietra è già in sé simbolo di perennità nell’opera diffusa dalle Isole del mare Ionio, alle Albanie venete, alle città Dalmate, all’Istria, al Dogado e all’intera Terraferma che comprendeva il Friuli e le Alpi Giulie, il Trevigiano e il Bellunese, Vicenza, Padova, Rovigo, Verona, Brescia e Bergamo e Crema fino al confine dei Grigioni. L’effigie del santo Evangelista Marco assume la forma ideale, assai nota, di icona religiosa e politica del popolo veneto nella multiforme espressione linguistica e culturale tra mito e storia, da quando due navigatori e mercanti chiamati tradizionalmente Rustico da Torcello e Bono da Malamocco, navigando a Levante, attraccarono la galea ad Alessandria d’Egitto e scoprirono la santa reliquia di Marco. Per sottrarla ai Saraceni, dice la leggenda, nascosero i resti dell’evangelista in una cesta sotto uno strato di carne di maiale insieme ad altre ceste di verdura. Gli ispettori doganieri musulmani rinunciarono ad accostarsi alle carni impure e i trafugatori veneziani poterono felicemente raggiungere Venezia il 31 gennaio 828. Il doge Giustiniano Partecipazio li ricompensò con 100 libre d’argento e subito iniziò la costruzione della Cappella Palatina dove venne depositato il corpo di san Marco. Mentre già la città si emancipava progressivamente dal vincolo con l’imperatore romano d’Oriente, dalla...

La The Venetian State on Land and Sea had the winged Lion of St Mark as its symbol. With the Evangelist’s gospel, open or closed, supported by its right paw, a thick mane and twisted tail, and a facial expression that could be content or sometimes angry. It could be painted or carved, most often in Istrian stone, or some sort of marble. It can be found in the Ionian Islands, in Venetian Albania, in the cities of Dalmatia and Istria, and in the Dogal territories. The land-borne Terraferma included Friuli, the Julian Alps, the Trevigiano, the Bellunese, Vicenza, Padua, Rovigo, Verona, Brescia, Bergamo and Crema up to the border with the Grisons. This symbol of Saint Mark the Evangelist was adopted as the political and religious icon of the Venetian peoples after two merchant explorers, traditionally named as Rustico from Torcello and Bono from Malamocco, landed at Alexandria in Egypt and discovered the holy relics of Saint Mark. To smuggle them past the Saracens, so the story goes, they were hidden in a basket under a layer of pork with other baskets of vegetables. On the way back, the Muslim customs officers refused to go near the impure meat and the Venetians successfully brought their cargo home, landing on 31 January 828. Doge Giustiniano Partecipazio rewarded them with 100 silver lire and immediately began work on building the Cappella Palatina where the body of Saint Mark was deposited. As Venice freed itself from control by the Roman Emperors of the East and then the Byzantine Empire in...

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