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APPROFONDIMENTI Toscanini e Grubicy, tra suoni, colori e forme pag
TOSCANINI E GRUBICY TRA SUONI, COLORI E FORME
Fra il pittore e il direttore d’orchestra nacque un prezioso legame artistico-spirituale
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di Alessandro Botta
“Una fra le più deliziose giornate regalatemi dalla mia arte”. È con queste parole che Vittore Grubicy descrive, in un ricordo personale, il suo primo incontro con Arturo Toscanini, avvenuto a Milano nell’ottobre del 1911, prima della partenza del direttore per New York, dove avrebbe aperto la stagione concertistica del Metropolitan Opera House con l’esecuzione dell’Aida di Verdi. Quando i due si conoscono personalmente, Toscanini ha quarantaquattro anni ed è tra i direttori d’orchestra più apprezzati e affermati sia in Europa che negli Stati Uniti. Grubicy, più anziano di lui di sedici anni,
Vittore Grubicy De Dragon, Brumettes d’octobre (collezione privata)
La lettura puntuale di quei valori emozionali – tanto ricercati da Grubicy nei suoi dipinti – appare come una vera rivelazione al pittore e costituisce la base per un rapporto reciproco di stima, non privo di importanti risvolti collezionistici. Toscanini sarebbe divenuto in breve tempo il maggiore collettore di pittura grubiciana.
è unanimemente considerato come un esempio di integrità artistica e critica, nonché figura centrale e fondante del gruppo divisionista italiano. L’incontro tra i due non è certamente frutto del caso. Lo scultore Leonardo Bistolfi, amico comune, crea l’occasione per far convenire nella casa-studio di Vittore il noto musicista. L’interpretazione arguta del direttore verso le sue opere – e in particolare del dipinto Un addio penoso (entrato poi nelle collezioni del musicista), opera cruciale nel percorso artistico di Grubicy trattandosi di uno dei primi quadri realizzati durante il suo soggiorno ad Anversa – assume un significato nodale nello stesso rapporto col direttore d’orchestra, a tal punto da essere considerato dal pittore come “la causa” del loro “prezioso legame artistico-spirituale”. La lettura puntuale di quei valori emozionali – tanto ricercati da Gru-
Ritratto fotografico di Vittore Grubicy De Dragon, Courtesy Mart Rovereto, Fondo Grubicy
bicy nei suoi dipinti – appare come una vera rivelazione al pittore e costituisce la base per un rapporto reciproco di stima, non privo di importanti risvolti collezionistici. Toscanini sarebbe divenuto in breve tempo il maggiore collettore di pittura grubiciana. Una spinta a raccogliere le opere dell’artista (anche dopo la morte di questi, avvenuta nel 1920) che l’avrebbe portato nel 1933 a possedere ben sessantacinque suoi lavori, tra dipinti e disegni. L’immaginario figurativo e musicale, condiviso e interpretato in chiave sinestetica dai due, secondo quel principio di unitarietà delle arti ricorrente nella cultura di fine secolo, non manca di trapelare non soltanto nelle parole dell’artista (atte ad evocare metaforicamente quel processo di suggestione tra immagini ed emozioni che è alla base della sua pittura) ma dalle stesse dichiarazioni espresse in tempi diversi dal direttore d’orchestra. Un gioco di associazioni – tra suoni, colori e forme – che si rende evidente in alcuni passaggi che Toscanini indirizza nelle sue lettere al pittore, anche quelle inviate anni dopo il loro primo incontro, occasionate – come nel maggio del 1913 – dall’osservazione di un gruppo di sue opere raccolte nella propria abitazione milanese, ormai tappezzata di dipinti dell’amico artista:
“Passo molte ore della giornata nel più delizioso angolo della mia casa reso così prezioso da te […] seduto davanti al tuo soave canto Brumette d’octobre vivo per il pensiero - per l’estasi del pensiero che l’anima - estasi vaga, indefinita, che s’innalza su, su in alto tra le nubi, lontano lontano… […] Che musica misteriosa va insinuandosi a poco a poco! Musica leggera, inafferrabile, eppur così calda d’armonie! Ma ci vuole l’anima non le orecchie per sentirla. Beato te, caro Vittore, che hai potuto e saputo
16 novembre 2022, ore 20.30 Parma | CPM “Arturo Toscanini”, Sala Gavazzeni MIHAELA COSTEA Violino
JAE HONG PARK Pianofort< FILARMONICA ARTURO TOSCANINIe
BeetHoven Sonata n. 9 in la maggiore per pianoforte e violino op. 47 A Kreutzer Sonata n. 29 in si bemolle maggiore per pianoforte op. 106 Hammerklavier
15 dicembre 2022, ore 20.30 Parma | CPM “Arturo Toscanini”, Sala Gavazzeni ENRICO ONOFRI Violino QUINTETTO D’ARCHI DELLA FILARMONICA ARTURO TOSCANINI
BoccHeRini Quintetto in si bemolle maggiore op. 39 n. 1 G337
Haydn Quartetto n. 63 in re maggiore op. 64 n. 5, Hob:III:63 Lerchen (L’allodola)
BoccHeRini Quintetto in do maggiore op. 30 n. 1 G 324 La musica notturna delle strade di Madrid
“In arte non c’è una sola sensibilità che ci fa vibrare per un quadro o un accordo e viceversa… E allora non rimpiango più di essere musicista...”, così scrive Arturo Toscanini all’amico Vittore Grubicy. Quando musica e arte visiva si incontrano possiamo godere delle Melodie pulviscolari, frutto di un connubio legato a una modalità di fruizione diversa che nel Salotto Toscanini 2022/2023 trova forma nella visione di un’opera della collezione d’arte del Maestro illustrata da Cristina Casero, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università degli Studi di Parma.
far cantare la voce della tua bell’anima!!” Durante una giornata piovosa sulla Presolana, nell’estate del 1917, che costringe Toscanini a rimanere forzatamente recluso in casa (“Leggo moltissimo e passo lunghe ore al pianoforte”), l’arte di Grubicy viene invece associata ad un preciso immaginario sonoro, ricondotta alle predilezioni e alle esperienze musicali più intense vissute dal direttore:
“E Debussy? Non è forse il Grubicy della musica? Quanta analogia tra la tua e l’arte sua! Come la tua, quella di Debussy è un’arte semplice, tenera, profonda che sembra sbocciata nel silenzio, e cresciuta nella pace nell’amore. L’essenza di quella musica come quella della tua pittura è di essere una rivelazione. Poche parole, mezzi limitati, bastano a voi per dire le cose più profonde. Dieci anni sono ormai scorsi dalle mie rappresentazioni di Pelléas alla Scala; eppure, quel miracolo d’arte e d’inspirazione mi appare ancor più sovrumano”.
Vittore Grubicy De Dragon, Un addio penoso, 1885, Livorno, Courtesy Fondazione Livorno, Archivio Foto Arte
GUIDE ALL’ASCOLTO (S)RAGIONATE E (IN)CONSAPEVOLI
Siate buoni con voi stessi, non continuate a torturarvi. Innamorarsi in maniera morbosa, durante l’ascolto della Sonata a Kreutzer, capita. E non importa se vi hanno sorpreso, se hanno portato in piazza la vostra passione! (Tolstoj approverebbe)
Siete malinconici perché pensate di essere soli al mondo e di non piacere? Pensate che la vita non sia stata generosa con voi e vi sentite inutili? Volete tirarvi su il morale? Chiedetemi come, e vi rispondo. Recatevi alla fantastica notte spagnola per le strade di Madrid il 15 dicembre e vedrete che la musica, questa volta, farà miracoli. Ma non posso esimermi dal ricordarvi che, come sempre, il mattino ha l’oro in bocca!