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COLLEGAMENTO CORTINA – ARABBA – CIVETTA

"chiaramente contrario a qualsiasi nuovo collegamento con funivia o cremagliera. Dei 1.403 partecipanti, 1.109 hanno votato contro una nuova connessione, ovvero circa il 79% dei partecipanti". Il sondaggio era stato distribuito principalmente tramite WhatsApp, Facebook, Instagram, la community messenger Kastelruth, il gruppo Nosc Cunfin e la sezione Avs Sciliar. "La partecipazione commentano i membri di Nosc Cunfin - è stata molta alta e i partecipanti hanno accompagnato il loro voto con argomentazioni e osservazioni personali, in modo che l'indagine potesse rilevare una chiara valutazione".Oltre alla domanda "Nuovo collegamento da Saltria al Monte Pana: sì o no?", il gruppo Nosc Cunfin ha proposto ai cittadini "le informazioni più importanti sul progetto corredate da rappresentazioni grafiche. Nel giugno 2017 - ricordano gli ambientalisti - la Col Raiser srl ha presentato uno studio di fattibilità per la realizzazione di un collegamento a cremagliera o funivia attraverso l'area di Confin dal Monte Pana a Saltria per collegare i due grandi comprensori sciistici e sostituire l'attuale collegamento assicurato con bus navetta. Lo studio di fattibilità è stato respinto dagli organi competenti dello Stato nel febbraio 2018 sulla base delle necessità da un lato di creare un gruppo di lavoro con rappresentanti delle comunità direttamente interessate e dall'altro di coinvolgere la popolazione, cosa che non è ancora avvenuta"."Da quarant'anni continuano i membri di Nosc Cunfin - gli ambientalisti lottano per preservare e mantenere come è oggi il territorio nell'area del Monte Pana: un gioiello naturale di interesse pubblico, un'area di tutela delle acque con sorgenti di acqua potabile che servono Ortisei, un luogo tranquillo con una flora e una fauna protette e degne di tutela, un impressionante monumento naturale. E il nostro gruppo, con quasi 800 sostenitori, continua a chiedere una soluzione chiara e duratura per la salvaguardia dell'area sotto il gruppo del Sassolungo"."Il gran numero di partecipanti a questo sondaggio e l'alta percentuale dei no a nuovi impianti di collegamento dovrebbero essere segnali per chi prende le decisioni - conclude il gruppo Nosc Cunfin - Segnali che è tempo di tenere maggiormente in considerazione le opinioni dei cittadini e di valutare sotto ogni aspetto i progetti su larga scala in aree incontaminate".Il gruppo ambientalista aveva anche incontrato a inizio anno Maria Hochgruber Kuenzer, assessora allo Sviluppo del territorio e al Paesaggio della Provincia, riassumendo in una nota la vicenda riguardante l'area tra Ortisei e Santa Cristina: "Nonostante alcune zone siano state poste sotto protezione come, ad esempio la zona delle sorgenti, nonostante diverse risoluzioni dei Comuni di Ortisei e Santa Cristina contrari a un nuovo collegamento funiviario tra Monte Pana e Saltria, nonostante ripetute campagne di sensibilizzazione a favore della conservazione dei suoli ai piedi del Sassolungo, nonostante la raccolta di firme consegnate nelle mani prima di Silvius Magnago e dopo, nel 2020 (ben 2.900 firme) in quelle dell'attuale presidente della giunta provinciale Arno Kompatscher, nonostante le richieste degli ambientalisti di dichiarare la zona ai piedi del Sassolungo Patrimonio naturale dell'Unesco o Parco naturale, i terreni in questione non sono ancora al sicuro dai pericoli della speculazione edilizia".

Gazzettino | 3 aprile 2022

p. 2, edizione Belluno

Legambiente mette nel mirino gli impianti dismessi

BELLUNO In occasione della Giornata nazionale del Paesaggio, Legambiente ha presentato Nevediversa 2022, un dossier con «i dati aggiornati del turismo invernale nell'era dei cambiamenti climatici». Un lavoro con il quale l'associazione ambientalista evidenzia come in Italia ci sia una sovrabbondanza di impianti, ma senza neve. In particolare si punta il dito contro «i 150 nuovi progetti che minacciano i siti protetti da Rete Natura 2000, i 234 impianti dismessi (54 in più rispetto all'edizione 2021), le 135 strutture dal futuro incerto e i 149 casi di accanimento terapeutico». Nella presentazione del dossier, Legambiente evidenzia come dall'indagine emerga un quadro problematico, con numerose proposte di impiantistica a quote molto basse, in contesti dove la neve sarà sempre più rara e gli inverni sempre più brevi, con il rischio concreto che, i buoni intendimenti delle direttive europee per la tutela di aree di grande pregio naturalistico e la loro estensione dall'attuale 22% al 30%, vengano clamorosamente disattesi. A complicare il tutto i sarebbe l'arrivo imminente dei fondi europei previsti dal Pnrr: «Da tempo auspicati ma che, in un clima di poca chiarezza e di insufficiente controllo, possono trasformarsi in un facile volano per la realizzazione di progettazioni molto impattanti». «È necessario indirizzare in modo corretto i fondi del Pnrr ha commentato vanda bonardo, responsabile nazionale Alpi Legambiente in modo da trasformare le nostre montagne da meri luoghi di consumo in sedi di elaborazioni innovative e sostenibili. Questo è possibile solo con progetti e riforme che mettono al primo posto l'ambiente, orientate a una maggior qualità ecologica, oltre che alla ricostituzione e valorizzazione del capitale naturale, base indispensabile per il benessere e per una durevole crescita economica. In questo quadro, sarebbe davvero importante, per un cambio di paradigma, che parte dei fondi venga destinata alla demolizione e la rinaturazione e il ripristino dei luoghi,

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