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BOLZANO FILM FESTIVAL BOZEN
l'accompagnamento non è facile. Non si tratta soltanto di spingere avanti una carrozzella: «Ci vogliono almeno tre persone», specifica il presidente del Cai, «meglio quattro, per trainare il mezzo con una fune, quando la comitiva affronta una salita».I bracci anteriori possono essere rigidi (e quindi sono consigliabili per i percorsi più impegnativi), oppure pieghevoli, in questo caso utili al trasporto impacchettato. Può essere fornita con i bracci anteriori rigidi, oppure pieghevoli. Questi ultimi sono meno ingombranti da trasportare e possono facilitare l'insediamento del passeggero; quelli rigidi, però, non avendo giunti sono più adatti per percorsi impegnativi. Frigo ricorda che l'escursionismo condiviso con disabili è molto diffuso in Francia, ma prende piede anche in Italia. Il corso suggerirà che l'itinerario da compiere sia preventivamente verificato per valutarne la difficoltà: «La joëlette», assicura il presidente Cai, «passerà facilmente ovunque passi una bici da montagna. Le difficoltà aumentano se vi sono ostacoli (rocce sporgenti, buche, alti gradini), specie su tratti in ripida salita. Per una giornata di cammino, su percorso privo di particolari difficoltà, è da prevedere al massimo un percorso di 10-12 km e 400 metri di dislivello».Le opportunità sulle nostre montagne sono parecchie. I sentieri alpini in Veneto sono 902 e si sviluppano per complessivi 600 chilometri. Il corso è rivolto in prima istanza ai soci del Cai che in Veneto sono 55.778 (dato del 2021). Stanno risalendo rispetto all'anno precedente, quando risultavano 54.700, mentre nel 2020 avevano raggiunto il tetto massimo di 56.340. In provincia di Belluno i tesserati sono 11.478, distribuiti in 18 sezioni. Per completare il quadro, il presidente Frigo ricorda che i rifugi del Cai sono 39 e mettono a disposizione 15.109 posti letto. Ben 1.688 i punti di ristoro, quelli esterni 900. 361 i posti letto di emergenza. --F.D.m.© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alto Adige | 10 aprile 2022
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The winner is "Märzengrund"
fabio zamboni BOLZANO Ultima giornata di proiezioni - quella odierna - per la 35esima edizione del Bolzano Film Festival Bozen, che ieri sera ha celebrato il suo momento clou con la proclamazione dei film vincitori e con la premiazione nella sala grande del Capitol. Il Premio Provincia autonoma di Bolzano al miglior film è andato al lungometraggio "Märzengrund" di Adrian Goiginger. La giuria internazionale composta da Eleonore Daniel, Claudia Landsberger e Corrado Ravazzini ha motivato il premio sostenendo che si tratta di "Una storia toccante e umana che tutti possiamo capire nonostante sia dura e diversa. Dove tutti i protagonisti sono oppressi dalle aspettative della società. Un racconto dal linguaggio all'apparenza semplice, ma perfettamente efficace, che ci parla di sogni, incomprensioni famigliari, libertà, rimorsi e rimpianti, disillusioni".Il Premio Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano al miglior documentario è andato a "Menschenskind!" di Marina Belobrovaja. La giuria internazionale composta da Moritz Holfelder, Sven Ilger e Michela Occhipinti ha sottolinerato che "La cosa migliore che un documentario può fare è fare domande. E incoraggiare il pubblico a non smettere di pensare al film e ai temi che tratta. Marina Belobrovaja ci riesce in un modo che al cinema è raro: per 82 minuti la regista mette in discussione la sua maternità come genitore single . Ha avuto sua figlia Nelly con l'aiuto di un uomo che ha donato il suo sperma e così ha già avuto più di 60 figli".Il Premio del pubblico Città di Bolzano è andato invece a "Hinter den Schlagzeilen" di Daniel Andreas Sager. Il Premio Euregio YOUNG JURY (Tirolo, Alto Adige e Trentino) assegnato dalla giuria studenti, composta da: Mark Jakob Brugnara, Filippo Dalmonego, Nadine Gassner, Chiara Maria Haas, Sofia Incurvati, Josephine Kauschke, Allegra Longhin, Elena Schiberna, Ida Walder , con i tutor Arnold Schnötzinger e Maria Rita Lupi è andato a "Babai" di Visar Morina.Il film premiato rientrerà poi nel futuro programma scolastico KINO & SCHULE e sarà presentato in varie scuole di Bolzano, Innsbruck e Trento in presenza del/della regista, con la moderazione in sala fatta dei ragazzi stessi.Il FINAL TOUCH Cine Chromatix Italy Post-Production Prize è andato al progetto: Der Riss di Paul Ertl. TRUE COLOURS International Distribution è andato a "A Ma Kaya - Heimaten" di Brenda Akele Jorde La giuria della Fondazione Dolomiti UNESCO, composta da Roland Dellagiacoma, Ingrid Beikircher (Landesleitung AVS), Carlo Zanella (CAI-Alto Adige) ha assegnato il Premio Speciale dedicato alle Dolomiti UNESCO al film The Red House di Francesco Catarinolo. E infine il premio di Walther Park Bolzano -Bozen viene assegnato a The Red House di Francesco Catarinolo.Nella programmazione conclusiva, oggi, da non perdere "Lovely Boy" alle ore 20 al Capitol 1, gli ultimi film della rassegna sulla cinematografia di Kosovo e Albania alle 18 in sala 3, mentre il finale è affidato (ore 21, Capitol 2) al film "Spin Off" legato al Jazz festival Alto Adige. Se dunque è già il momento di archiviare questa rassegna - anche se contestualmente parte quella online che ripropone una decina di pellicole dal 10 aprile sul sito filmfestival.bz.it - in sede di bilancio va detto che Bolzano Film Festival Bozen si è confermato vetrina preziosa di una produzione legata a Italia, Svizzera, Austria e Germania in connessione con altri festival quali quello di Hof e Innsbruck, e che la maggior parte
dei film in programma hanno rivelato un importante legame con i temi più attuali della società, i problemi, soprattutto, di questa società. E di questo momento storico in cui c'è davvero poca voglia di scherzare e tanta voglia di capire. Uno dei temi più diffusi è stato infatti quello della guerra, con "Hinterland" il nuovo film di Ruzowitzky ambientato durante il crollo dell'Impero austro-ungarico, e almeno tre della sezione su Kosovo e Albania: "Zgjoi" su un uomo sparito nella guerra del Kosovo, "Klithma" sul dramma delle violenze che in quella stessa guerra colpivano gli uomini oltre che le donne, e "Kolona" ambientato nel conflitto in Kosovo, 1999. Poi il tema dell'emigrazione, trattato nel film lussemburghese "Io sto bene" e in "The game". Quello della solitudine, con "Prinzessin" ma soprattutto con "I'll stand by you", documentario semplice ma efficace sul fenomeno dei suicidi in Lituania. E poi il tema più frequentato e forse più interessante, quello dei giovani e del loro futuro. Lo hanno trattato le pellicole germaniche "Märzengrund" di Adrian Goiginger e "Mein Sohn" di Lena Stahl, il visionario eppure verissimo docufilm "Atlantide" protagonisti i ragazzi di Venezia che scorrazzano coi loro barchini in laguna, quel "Lovely Boy" girato da Francesco Lettieri in Alto Adige, protagonista un astro nascente del rap, e infine "Futura", documentario firmato a sei mani da Pietro Marcello, Alice Rohrwacher e Francesco Munzi.
Alto Adige | 12 aprile 2022
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