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NOTIZIE DAI PARCHI

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NOTIZIE DAI RIFUGI

NOTIZIE DAI RIFUGI

turista, in "meta", il vero obiettivo dell'escursionista. Il rifugio diventa così l'emblema di ciò che può rappresentare e offrire la montagna, la linea di frontiera su cui si gioca il fragile equilibrio fra una domanda di servizi e comfort sempre maggiori e un'offerta costituita da strutture che necessitano di interventi di ammodernamento, situate in un territorio sempre più vulnerabile, basti pensare al tema dell'approvvigionamento idrico».È ormai prossimo il corso di formazione sull'architettura dei rifugi e degli altri ambienti di montagna. Tante le preoccupazioni della Fondazione, per interventi che devono coniugare la sostenibilità ambientale con le nuove tecnologie e l'innovazione progettuale.«Gli interventi sui rifugi delineano lo scenario della frequentazione della montagna per il futuro, non si tratta solo di una questione di qualità architettonica o di scelta fra un linguaggio compositivo tradizionale o contemporaneo. Il corso di formazione che abbiamo promosso con l'Ordine degli Architetti di Trento e tanti altri partner nasce con l'auspicio di promuovere un dibattito e un approfondimento sul tema, che avrà dei momenti di esercitazione su casi reali. Non si tratterà di un esercizio teorico, non intendiamo parlare del "rifugio ideale" perché ogni rifugio è una realtà molto specifica».Il senso del limite, dunque, anche per i rifugi: «Non deve spaventare l'innovazione se ciò contribuisce a minimizzare gli impatti, deve invece preoccupare se la modernizzazione del rifugio risponde a una visione che ne snatura il ruolo e il significato. Il senso del limite costituisce le fondamenta e la cornice dell'esperienza della montagna, ed è in questo scenario che si opera quando si ristruttura un rifugio. Come Fondazione», conclude, «vogliamo avviare una riflessione insieme a progettisti, gestori e proprietari delle strutture, e il corso è il primo di una serie di iniziative che vorremmo esportare in altre zone delle Dolomiti». --Fdm© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 13 aprile 2022

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Il Regolamento del Parco vieta le gare: nubi nere sulla Pedavena-Croce d'Aune

Laura Milano PEDAVENA Pedavena-Croce d'Aune a rischio: il Regolamento del Parco, diventato efficace da ottobre scorso dopo l'approvazione da parte del ministero della Transizione ecologica, vieta «lo svolgimento di manifestazioni od eventi sportivi motoristici di qualsiasi tipo e natura». Il Comune di Pedavena, dunque, si affida un legale per capire come interpretare il Regolamento e per avviare l'iter per modificarlo. L'obiettivo è quello di verificare «la possibilità di mantenere in vita la manifestazione».L'amministrazione Castellaz è uscita allo scoperto con una delibera di giunta, approvata giovedì scorso, che autorizza gli uffici ad assegnare l'incarico ad un legale per una consulenza sulla interpretazione del Regolamento del Parco. Nella delibera si sottolinea che negli anni passati, quando il Regolamento non era ancora diventato efficace, «sono rimasti in vigore i regolamenti provvisori e le norme di attuazione del Piano per il Parco».Dall'8 ottobre però, quando il Regolamento approvato dal ministero il 10 giugno 2021 è entrato a tutti gli effetti in vigore, è diventato operativo anche il divieto alle manifestazioni motoristiche. E tale è la Pedavena-Croce d'Aune. Una gara di velocità in salita di grande prestigio, «che ormai da molti anni costituisce un evento storico di richiamo per il Comune di Pedavena e per tutta la comunità», sottolinea l'amministrazione nella delibera. Una manifestazione che peraltro è ben più anziana del Parco: «risale agli anni Settanta (prima edizione nel 1971), età precedente alla istituzione del Parco delle Dolomiti Bellunesi istituito nel 1990».Che fare dunque? La giunta del sindaco Nicola Castellaz lo spiega nel provvedimento: «si profila la necessità di acquisire un parere legale di interpretazione dell'articolo del Regolamento ed avviare un procedimento mirato alla verifica della possibilità di mantenere in vita la manifestazione storica di cui sopra».Sotto la lente c'è soprattutto un articolo del Regolamento del Parco. «In particolare in tale articolo», dice il sindaco Nicola Castellaz, «compare una "ambiguità" nel concedere il nulla osta a gare motoristiche su strade che insistono all'interno del perimetro dell'area Parco. Tale nota interpretativa conterrà elementi a nostro avviso tangibili per garantire la continuità a manifestazioni, tra cui la Pedavena Croce d'Aune, che hanno un importante valore in termini turistici, economici e di visibilità verso l'esterno». La parola passa al legale, dunque. «L'iter non sarà certo facile», spiega Castellaz, «ma gli sforzi che stiamo mettendo da mesi in questo percorso sono tanti perché riteniamo importante mantenere viva una manifestazione che ha contraddistinto per oltre quarant'anni Pedavena e tutto il territorio feltrino». Acquisito il parere legale, questione di poche settimane, lo stesso sarà trasmesso all'ente Parco che a sua volta lo inoltrerà al ministero per la Transizione ecologica per il parere definitivo. --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 17 aprile 2022

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Divieto di sorvolo e di nuove ferrate Le regole del Parco entrate in vigore

Irene Aliprandi Belluno A fare notizia è stato il divieto di organizzare eventi motoristici, con il probabile annullamento della cronoscalata Pedavena-Croce d'Aune, ma l'articolo 29 comma 3 è solo un breve passaggio all'interno di un documento di 70 pagine. Il 7 ottobre dello scorso anno è entrato in vigore il regolamento del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, un lavoro che l'ente e la Comunità del Parco hanno realizzato nel lontano 2009, ma guai a pensare che l'area protetta sia responsabile di particolari ritardi, visto che quello bellunese è solo il terzo parco nazionale ad essersi dotato di un regolamento.Le norme in esso contenute sono in alcuni casi piuttosto stringenti, ma del tutto analoghe a quelle dettate dai regolamenti degli altri due parchi e non potrebbe essere diversamente, visto che ci sono delle linee di indirizzo ben precise a livello nazionale e che l'approvazione finale spetta al Ministero della Transizione Ecologica.Le curiosità, tuttavia, non mancano ed è bene che chi frequenta le aree del Parco le conosca per evitare di incorrere nelle sanzioni amministrative previste a carico dei trasgressori. In alcuni casi, oltre alla multa, si rischia anche di commettere reati con conseguenze ben più gravi.Dopo alcune norme di carattere generale, il regolamento si divide per ambiti esplorando tutte le possibili casistiche.spostamentiI mezzi a motore non sono banditi dal Parco che comprende anche strade trafficate e zone antropizzate, ma il regolamento pone limiti rilevanti. Il più importante riguarda le strade silvo pastorali, o strade bianche, dove da ottobre è vietato utilizzare mezzi a motore. Le eccezioni non mancano e coinvolgono i proprietari di immobili, i disabili e chi deve percorrerle per motivi di lavoro. L'autorizzazione va richiesta all'Ente che la rilascia e la rinnova alla scadenza. Lungo le silvo pastorali, così come sui sentieri, è invece concesso utilizzare le biciclette e andare a cavallo.Serve l'autorizzazione del direttore anche per usare le barche a motore, che in generale sono vietate a meno che non abbiano il motore elettrico. La navigazione è consentita solo sul lago del Mis, mentre lungo il Cordevole è permesso l'uso di kajak, canoe e gommoni. Il torrentismo invece è vietato, come il flyboardVietato anche il sorvolo del Parco, scelta che potrebbe risultare singolare, ma che si spiega con l'esigenza di non disturbare le aquile soprattutto nei periodi della nidificazione, ma non solo. Le deroghe sono possibili, sempre previa autorizzazione.FaunaOvviamente, essendo un Parco, la caccia è vietata così come l'introduzione di qualsiasi arma, ma è vietato anche attraversare il territorio del parco trasportando armi o animali abbattuti altrove, a meno che non si percorrano la 203 Agordina o la 473 di Croce d'Aune. Chi dovesse trovarne, però, può raccogliere palchi di cervi e caprioli. Inoltre è consentita l'eradicazione delle specie ittiche non autoctone. Ampio capito è dedicato alla monticazione, consentita solo in presenza del pastore, ma è obbligatorio proteggere gli animali al pascolo dai predatori, pena il mancato risarcimento dell'eventuale danno, previsto fino al 100% se tutte le disposizioni vengono rispettate.flora Il Parco delle Dolomiti Bellunesi si caratterizza soprattutto per la presenza di specie rare ed è vietato asportare o danneggiare qualsiasi tipo di pianta. È vietato anche introdurre specie non autoctone e chi ne detiene nelle pertinenze di immobili di proprietà dovrebbe attrezzarsi per evitarne la diffusione. Eppure il regolamento consente, almeno nelle fasce a minor protezione, il prelievo di legname (con autorizzazione e sotto la supervisione dell'ente) e il recupero degli alberi schiantati. È permessa anche la raccolta dei funghi, più o meno alle stesse condizioni vigenti fuori dal Parco, ma non dei tartufi.turismoIl campeggio, anche con i camper, è autorizzato ma solo nelle aree attrezzate. In caso di necessità ed emergenza, però, è consentito il bivacco anche nelle altre zone. Se la manutenzione dei sentieri e le migliorie per ragioni di sicurezza sono concesse al Cai, la realizzazione di nuove vie ferrate è vietata senza eccezioni. L'apertura di falesie da arrampicata, invece, è consentita ma solo sulle pareti rocciose che costeggiano le strade principali. Fotografare e girare video a scopo commerciale è permesso previo il pagamento di un canone e se viene utilizzato il logo del Parco si ottiene uno sconto del 10%. --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 17 aprile 2022

p. 15

Vigne: «Eccezioni concesse quando c'è una motivazione»

le prospettive «Non c'è quasi nulla di diverso rispetto a prima che il regolamento entrasse in vigore». Ennio Vigne, presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, spiega come si sviluppa un regolamento e precisa: «C'è una visione centrale, data dal Ministero che approva questi documenti e noi siamo perfettamente allineati con gli altri (pochi) Parchi che hanno già un regolamento. Alcuni aspetti che saltano all'occhio, come il divieto di sorvolo, c'erano già e vanno tutti nella direzione di evitare di disturbare la fauna selvatica. Molti divieti, in realtà, prevedono anche la possibilità di deroghe quando sono motivate e la necessità di ottenere l'autorizzazione per alcune azioni

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