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OLIMPIADI: GLI AGGIORNAMENTI

ricreative. Nel caso di iniziative giustificate da interesse pubblico, i voli per lavoro e trasporto passeggeri sono possibili per un tempo limitati in deroga alla legge. Tuttavia, dal 2015, questi voli non devono più essere autorizzati, ma solo segnalati dall’operatore stesso. La federazione protezionisti sudtirolesi vede la revisione delle norme attualmente in vigore come «assolutamente necessaria». La regolamentazione dei voli in elicottero era nata come una misura per proteggere la natura e quindi anche per proteggere i residenti e i visitatori. Molte persone, specialmente i turisti, cercano pace e relax in montagna e non vogliono sentire rumori assordanti come quelle dei motori e delle pale. «L’utilità dei cinque siti di atterraggio permanente per gli elicotteri sopra i 1.600 metri deve essere chiarita e, se necessario, limitata ai servizi di salvataggio e di approvvigionamento — rimarca Dissinger —. In caso contrario il rischio è che continuino ad essere utilizzati anche per scopi turistici, soprattutto in assenza di controlli. La pace e la tranquillità della montagna non devono essere disturbate da offerte per vip». (c. s.)

Alto Adige | 30 aprile 2022

p. 34

«Seicentomila euro l'anno grazie ai voli turistici» L'INTERVISTA gabriel kostner pilota

massimiliano bona ORTISEI Gabriel Kostner, 57 anni, è un pilota di lungo corso, tra i più noti in provincia, e assieme al fratello Marco è il titolare della Elikos, una delle ditte più importanti del settore in provincia. La presa di posizione dei protezionisti del Dachverband - che chiedono più controlli e sanzioni - lo ha stupito non poco. «Il nostro è un settore già iper-regolamentato: alle norme europee vanno sommate quelle provinciali e le indicazioni dei singoli Comuni. E poi c'è anche l'Enac. Appesantire ulteriormente il comparto sarebbe impossibile».Come Elikos avete mai ricevuto multe?Agli inizi, poi ci siamo rapidamente adeguati. Tra limiti di sorvolo, parchi e norme paesaggistiche le leggi a cui dobbiamo sottostare per esercitare la nostra professione sono parecchi. Ma lo facciamo serenamente perché teniamo al nostro lavoro.Ma le sanzioni a quanto ammontano?Dai 2 ai 6 mila euro. Non poco. Lei quante ore di volo ha all'attivo?Ho superato quota 15 mila e faccio questo mestiere da 32 anni.Quanto incidono i voli turistici sul fatturato di un'azienda di medie dimensioni come la vostra?Il nostro fatturato è attorno ai 3 milioni di euro e i voli turistici incidono più o meno il 20 per cento. Del resto, con 33 milioni di pernottamenti, è impensabile anche solo pensare di imporre agli ospiti ulteriori limiti e divieti. E i voli sulle Dolomiti sono oggettivamente richiesti.I protezionisti puntano il dito contro i cinque siti di "atterraggio permanente" per gli elicotteri sopra i 1.600 metri. Quali sono?Senales, Monte Spico (Speikboden), Plan de Corones, Passo Gardena e Seceda. Certo, sono stati previsti in zone turistiche dove c'è una richiesta. A una parte degli ospiti, che hanno a cuore l'ambiente dolomitico, piace anche vedere le nostre montagne da vicino. E lo stesso succede per altre attrazioni in tutto il mondo. Visto che i voli turistici rappresentano il 20 per cento del vostro fatturato quali sono gli altri servizi che fate con gli elicotteri in quota?Ci sono i classici trasferimenti verso destinazioni nazionali e internazionali. Grande rilievo hanno anche le riprese aeree: le Dolomiti sono anche una location unica per spot pubblicitari e produzioni televisive e cinematografiche.Siete richiesti anche per i trasporti in quota?Sì, fino a 1.400 chili. Ci occupiamo di montaggi di precisione, montaggio di funivie, tesatura cavi, trasporto di legname e calcestruzzo, rifornimenti ai rifugi, servizio antincendio, distacco artificiale di valanghe e protezione civile.©RIPRODUZIONE RISERVATA

Gazzettino | 8 aprile 2022

p. 12, edizione Belluno

La pista da bob cambia tracciato “Sarà più corto e sicuro”

La nuova pista di bob di Cortina ricalcherà in buona parte lo storico tracciato Eugenio Monti, ma ci sarà una radicale modifica nel tratto finale e la curva d'arrivo sarà spostata. Il confronto definitivo sul tracciato è previsto lunedì 11 e martedì 12 aprile, con incontri e sopralluoghi fra le istituzioni coinvolte: «C'è la necessità di diminuire la velocità dei mezzi spiega il sindaco Gianpietro Ghedina per

poter utilizzare in sicurezza l'impianto anche con bob femminile, slittino, skeleton e parabob. Per questo sarà accorciato l'ultimo rettifilo, con una variazione al tracciato, e la nuova curva d'arrivo sarà più in alto, a monte della palestra per l'arrampicata sportiva. Si interverrà marginalmente sul parco giochi. La pista sarà dunque un po' più corta e si allontanerà dai campi di tennis, che saranno pertanto salvaguardati. Lo sarebbero stati comunque, ma questo fuga definitivamente tutti i timori per quella struttura, che sono ormai superati. Si eviterà così di dover costruire una nuova curva d'arrivo, piuttosto impegnativa sotto il profilo ambientale». «Siamo nella fase di studio di fattibilità: nel progetto esecutivo saranno recepite queste modifiche, che abbiamo elaborato con la collaborazione del bob club Cortina», fa sapere il sindaco. IL CONFRONTO Lunedì e martedì saranno a Cortina tutti gli interlocutori che dovranno occuparsi di questo impianto sportivo: «Saranno due giornate importanti conferma Ghedina avremo sopralluoghi sul posto, ma soprattutto un confronto, per quanto riguarda lo studio di fattibilità della pista, con la presenza della Regione Veneto, con l'ingegner Elisabetta Pellegrini e la sua struttura, con Luigivalerio Sant'Andrea amministratore e commissario della società Infrastrutture olimpiche. L'impegno a realizzare la pista passerà dalla Regione Veneto al commissario Sant'Andrea. La firma dell'accordo è stata posta a Venezia qualche giorno fa; a Cortina, la prossima settimana, ci sarà il passaggio formale, tra la Regione e l'ente preposto a seguire il progetto. Ho chiesto anche l'intervento del bob club Cortina, con il presidente Gianfranco Rezzadore, con il tecnico Sebastiano Dabalà: non soltanto perché il sodalizio sarà il principale fruitore della pista, ma anche per la loro profonda conoscenza del tracciato». Questo passaggio di consegne rappresenta un momento di grande importanza. «È un ulteriore passo avanti, ma l'aspetto determinante è che l'ingegner Sant'Andrea è il commissario ad acta per questo intervento. Ciò ci rassicura sulle procedure e soprattutto sui tempi di realizzazione della nuova pista», aggiunge Ghedina. I FINANZIAMENTI Per la nuova pista è prevista una spesa di 61 milioni di euro, garantiti dal governo nazionale, che rientrano in una valutazione finanziaria più ampia: «Nel recente incontro che abbiamo avuto a Venezia è stata fatta una sintesi, sulle risorse che serviranno per tutte le opere sportive delle Olimpiadi. Sono stati trovati altri cinque milioni di euro perla ristrutturazione dello stadio Olimpico, che ospiterà il curling, un intervento tecnico per aerazione, illuminazione, spogliatoi. C'è quindi la totale copertura per bob, stadio e trampolino Italia, dove ci sarà la medal plaza, perle cerimonie di premiazione, di consegna delle medaglie. Il commissario Sant'Andrea ci ha spiegato che la situazione di crisi, derivante dalla guerra in Ucraina, porterà comunque a un aumento dei costi, che condizioneranno tutti gli interventi, soggetti a questo fenomeno, come sta accadendo in tutto il mondo». Marco Dibona

Corriere delle Alpi | 10 aprile 2022

p. 23

Protesta ambientalista: «Pista da 100 milioni»

CORTINA La pista di bob costerà almeno cento milioni di euro. Lo sostengono le associazioni ambientaliste Ecoistituto del Veneto "Alex Langer", Gruppo promotore Parco del Cadore, Italia Nostra sezione di Belluno, Peraltrestrade Dolomiti, Mountain Wilderness Italia.«Quanto ai costi di costruzione e di esercizio post-Olimpiadi è ormai certo (considerata la crisi energetica mondiale) che questi aumenteranno. Pertanto, i 61 milioni già stanziati dallo Stato, a cui si aggiungerà un contributo di 500 mila euro a testa da parte della Provincia e del Comune, non saranno sufficienti: si dovranno aggiungere almeno 40 milioni di finanziamenti statali. Cento milioni di euro, se basteranno, spesi per un'opera la cui eredità e la cui gestione graveranno pesantemente sul piano ambientale ed economico (si parla di 400 mila euro annui di deficit)».A questo punto resta, affermano gli ambientalisti, solo una soluzione per evitare lo scempio ambientale nella conca e lo spreco di denaro pubblico: disputare le gare di bob, slittino e skeleton sulla pista di Innsbruck, sede della Coppa del mondo e dei recenti Campionati europei, con costi e tempi indicati come infinitamente inferiori. «Ci sono delle situazioni in cui bisogna avere il coraggio di ritornare sui propri passi: invitiamo i decisori politici a ragionarci sopra e a fare una scelta responsabile», concludono le associazioni. --fdm© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 12 aprile 2022

p. 17

«Olimpiadi sì, purché davvero sostenibili» Una "luce" guida il mandato bis di Frigo

L'INTERVISTA Il Cai Veneto ha confermato Renato Frigo come proprio presidente regionale. E Frigo ha confermato le riserve verso le Olimpiadi, e la pista di bob in particolare. L'assemblea si è svolta a Valdagno: 557.778 gli iscritti in Veneto, distribuiti in 65 sezioni e 15 sottosezioni; 11.478 in provincia di Belluno, 18 sezioni. 140 delegati su 147 hanno ridato fiducia a Frigo.Presidente, è solo lei contrario ai Giochi olimpici?«Contrarietà no, ma perplessità sì. E da parte di quasi tutti. Non per l'evento in sè, ma per gli eccessi che questa manifestazione comporta. Non possiamo non sottolineare e fare nostre le posizioni del Cipra (la Confederazione che raccoglie un centinaio di associazioni in sette Stati, ndr) che otto anni fa, nel 2014, aveva già chiesto in modo esplicito ai Comuni e alle Regioni delle Alpi di rinunciare a future candidature».I motivi di questa perplessità?«Per pochi giorni di competizione, gli eventi richiedono infrastrutture che non sono né ecologicamente, né socialmente compatibili. Sarebbe necessario un drastico ripensamento, basato sull'uso di sedi decentrate già esistenti e sul rispetto sia di situazioni locali e sia dei limiti economici ed ecologici».Fa problema la pista di bob?«Si è sempre decantata la sostenibilità di queste Olimpiadi. Spendere 60 milioni, se bastano, per la pista di bob non ci sembra un approccio sostenibile. Si è sempre detto che il villaggio olimpico sarebbe stato mobile, adesso scopriamo che una parte resterà fissa. Perché non rigenerare ambienti esistenti come l'ex villaggio Eni di Borca? Noi non siamo contro le Olimpiadi, ci mancherebbe; ma, appunto, sugli eccessi infrastrutturali non siamo d'accordo». Don Luigi Ciotti, a margine di un recente convegno a Pieve, al quale ha partecipato anche lei, ha proposto che dalla Cortina olimpica arrivi, quasi come lascito, l'impegno a varare finalmente il Parco del Cadore.«È un'idea senz'altro condivisibile e da sostenere».In assemblea avete discusso criticamente anche sulla gestione della Fondazione Dolomiti Unesco che ha sede a Cortina...« Come Cai del Veneto abbiamo discusso a lungo sia al nostro interno e sia con le altre associazioni presenti all'interno del Card (Club Alpini Regione Dolomitica, ndr) se rinnovare l'adesione come soci sostenitori. Alla fine è prevalsa la voglia di continuare a costruire assieme, trovando nuovi spunti su una serie di attività comuni da mettere in cantiere. Si auspica che la Regione Veneto svolga un ruolo di maggiore spicco all'interno della Fondazione visto che ha il maggior territorio tutelato».L'anno scorso si è aperto un dibattito sull'apertura dei rifugi del Cai durante il periodo invernale. Pare che la prospettiva non vi entusiasmi.«Non vi è grande partecipazione nel sostenere questa proposta. Tante sono le limitazioni: al di sopra dei 1500 metri l'acqua rimane congelata per tutto l'inverno, i rifugi non sono attrezzati con il riscaldamento, spesso l'accesso non può avvenire in sicurezza per presenza di neve e ghiaccio».Spunta qualche polemica tra le sezioni Cai di montagna e quelle "cittadine", di pianura. Ne avete discusso in assemblea?«Sì. È stato ribadito che per il Cai Veneto, tutte le sezioni e tutti i soci sono sullo stesso piano. Il Cai è unico, non esistono sezioni di pianura e di montagna, né sezioni piccole, né grandi; tutte hanno pari dignità. E in tutte vi sono persone che si danno da fare per portare avanti il lavoro silenzioso del volontario. Un grande ringraziamento a tutti i presidenti e ai tutti i soci che si danno da fare per gli altri. Sicuramente alle sezioni di montagna va riconosciuta una peculiarità, una specificità, che come Cai Veneto da sempre viene riconosciuta e tenuta presente. Vi è intenzione di incentivare maggiormente gli scambi tra sezioni di diversa provenienza geografica nell'adozione di un sentiero, ai fini della gestione, della manutenzione». Proponete qualcosa di analogo anche per i Parchi dolomitici?«Nel corso dello scorso anno è stato perfezionato l'accordo con il Parco Dolomiti Bellunesi per la gestione dei sentieri alpini da parte delle sezioni con interessi nel Parco. È stato chiuso il protocollo d'intesa tra Parco e Cai nazionale per una serie di attività di reciproco interesse. Come Cai Veneto auspichiamo che il Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, i Parchi regionali dei Colli Euganei e della Lessinia e delle Dolomiti Ampezzane siano "fatti propri" anche da chi vive in pianura. Quando un qualcosa diventa proprio lo si rispetta e quanto lo si frequenta si presta maggiore attenzione». --Francesco Dal Mas© RIPRODUZIONE RISERVATA

Alto Adige | 16 aprile 2022

p. 18

Olimpiadi, l'allarme dei protezionisti La GdF sorveglia i progetti Pnrr

Bolzano Otto associazioni di protezione ambientale (Cai, Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness Italia, Touring club italiano e Wwf) esprimono forte preoccupazione per l'impatto ambientale che rischia di essere provocato dalle opere previste per le Olimpiadi invernali Milano Cortina del 2026. «La preoccupazione - spiegano - è aggravata sia dall'assenza di informazioni sulle modalità di progettazione e di realizzazione che dovrebbero essere rilasciate con urgenza dal Ministero delle infrastrutture e dal Ministero della transizione ecologica sia dalle procedure in corso che tendono nei fatti a eliminare la Valutazione ambientale strategica (Vas) per recuperare il dichiarato grave ritardo sulla tabella di marcia delle opere».Le associazioni proseguono: «Non è stata avviata una Vas nazionale e manca un percorso pubblico sulla questione Olimpiadi. La percezione è che, ad oggi, si punti al commissariamento straordinario degli interventi per recuperare l'evidente ritardo sulla tabella di marcia dei lavori, a scapito degli impatti ambientali che le opere in corso e in progetto avranno sui territori».Per questi motivi, le associazioni chiedono che siano redatti dal Ministero delle infrastrutture un Piano unitario e il relativo Rapporto ambientale riguardanti gli interventi essenziali, connessi e complementari alla

realizzazione delle Olimpiadi del 2026 - anche di competenza delle Regioni e delle Province Autonome - da sottoporre a procedura di Vas nazionale e alla contestuale Valutazione di incidenza (Vinca) di competenza del Ministero per la transizione ecologica. «Chiediamo inoltre che la Vas nazionale non sia limitata alla realizzazione delle opere, ma estesa all'incidenza delle variazioni di uso del suolo e alle dinamiche del carico insediativo, sia temporaneo (per i Giochi) sia permanente, anche e soprattutto in relazione alla disponibilità e al consumo di risorse. Infine, ch sia data risposta alle richieste e alle osservazioni qui formulate entro la fine di questo mese di aprile».

Corriere delle Alpi | 16 aprile 2022

p. 30

Ambientalisti e Regione è botta e risposta sulle opere olimpiche

CORTINA Il Cai ed altre sette associazioni (Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness Italia, Touring club italiano e Wwf) hanno espresso «forte preoccupazione per il grave impatto ambientale che rischia di essere provocato» dalla pista di bob, dal villaggio olimpico e da altre opere previste per il 2026.La Regione replica, attraverso i propri tecnici, che non c'è nessuna preoccupazione al riguardo e che, tanto meno, si deve temere l'operato del Commissario Sant'Andrea, che non ha il compito di bypassare nessuna norma di vincolo sull'ambiente.Le associazioni avevano preso posizione in mattinata dicendosi allarmate dall'assenza di informazioni sulle modalità di progettazione e di realizzazione che dovrebbero essere rilasciate con urgenza dai ministeri, « sia dalle procedure in corso che tendono nei fatti a eliminare la Valutazione ambientale strategica per recuperare il dichiarato grave ritardo sulla tabella di marcia delle opere».Le associazioni ricordano la lettera inviata l'anno scorso ai ministeri sulle garanzie ambientali ma "denunciano" di non aver ricevuto, dopo un anno, alcuna risposta «a quella lettera che chiedeva coerenza, trasparenza nelle informazioni sulle opere e un fattivo coinvolgimento. Una preoccupazione ancora più forte «per il deludente risultato del frettoloso incontro avuto il 15 febbraio con il vice ministro Alessandro Morelli, nel corso del quale era anche presente, ma non è intervenuto, l'amministratore delegato della Società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026, Luigi Valerio Sant'Andrea». «La percezione è che, ad oggi, si punti al commissariamento straordinario degli interventi per recuperare l'evidente ritardo sulla tabella di marcia dei lavori, tutto ciò a scapito degli impatti ambientali che le opere in corso e in progetto avranno sui territori», hanno scritto. Per questo le associazioni ribadiscono la necessità che siano redatti dal ministero delle Infrastrutture, di concerto con il sottosegretariato allo Sport, «un Piano unitario e il relativo Rapporto ambientale da sottoporre a procedura di Vas nazionale e relativa contestuale Valutazione di incidenza (Vinca) di competenza del ministero per la Transizione ecologica».Chiedono inoltre che la Vas nazionale non venga limitata alla realizzazione delle opere ma estesa all'incidenza delle variazioni di uso del suolo e alle dinamiche del carico insediativo, sia temporaneo (per i Giochi) sia permanente. La Regione, in giornata, ha replicato ricordando che, a seguito dei ritardi, «è necessaria la nomina di un soggetto unico che conduca e approvi i procedimenti senza alcun indugio, raccordandosi con tutte le autorità competenti sul territorio: il Commissario straordinario».Peraltro la figura del Commissario «non permetterà di evitare alcun passaggio previsto dalla normativa, soprattutto in ambito ambientale o paesaggistico, come Vas, Via, Vinca, autorizzazione paesaggistica, qualora dovuta. Sono previste solo tempistiche più brevi per l'acquisizione dei pareri e nulla osta, o percorsi preferenziali». --Francesco dal mas© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere del Veneto | 16 aprile 2022

p. 10, edizione Treviso – Belluno

Olimpiadi a Cortina, Cai e ambientalisti: opere pericolose Per le otto associazioni rischi dal commissariamento. I tecnici di Palazzo Balbi: appalti giganteschi, è necessario

cortina d’ampezzo Olimpiadi, ambiente a rischio. Otto associazioni ambientaliste (Club alpino italiano, Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness Italia, Touring club italiano e Wwf) esprimono «forte preoccupazione per il grave impatto ambientale che rischia di essere provocato dalle opere previste per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026». Preoccupazione aggravata «dall’assenza d’informazioni sulle modalità di progettazione e di realizzazione e dalle procedure in corso che tendono a eliminare la Valutazione Ambientale Strategica (Vas, Ndr ) per recuperare il dichiarato grave ritardo sulla tabella di marcia delle opere».

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