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LE DIMISSIONI DEL DIRETTORE DELLA FONDAZIONE DOLOMITI UNESCO

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NOTIZIE DAI PARCHI

NOTIZIE DAI PARCHI

LE DIMISSIONI DEL DIRETTORE DELLA FONDAZIONE DOLOMITI UNESCO

L’Adige | 10 Dicembre 2020

p. 21

Dolomiti UNESCO senza guida

leonardo pontalti La Fondazione Dolomiti Unesco perde la sua direttrice. Marcella Morandini ha presentato le proprie dimissioni e dal febbraio del 2021 assumerà un nuovo incarico in Provincia a Bolzano. Una decisione figlia non di dissapori o difficoltà legate alla Fondazione, ma a scelte professionali e personali di Morandini, come lei stessa ha spiegato: «Bolzano è la città dove vivo ed ho deciso di cogliere questa nuova possibilità. Lavorerò all'assessorato all'urbanistica e tutela del paesaggio guidato da Maria Magdalena Hochgruber Künzer, curando i rapporti con il governo e le altre realtà istituzionali». Marcella Morandini, 42 anni, fiemmese, era stata nominata alla direzione della Fondazione Dolomiti Unesco nell'ottobre del 2013 assumendo l'incarico a partire dal 2014. Dopo il primo e il secondo mandato, entrambi triennali, nel 2019 era stata riconfermata fino al 2022. Non un addio polemico dunque? «Lo posso assicurare. Vivo a Bolzano e ho colto la possibilità di poter lavorare in città anche per i risvolti positivi che questo può comportare per la mia vita personale. Una decisione presa serenamente, per affrontare una nuova sfida professionale dopo sette anni meravigliosi». Il momento dei saluti è anche quello dei bilanci. Il suo è positivo, ci pare di capire.

«Molto. Non sono stati anni facili, ma entusiasmanti, quello senza dubbio. L'ho scritto anche nella lettera con cui ho accompagnato le mie dimissioni: questi sette anni hanno rappresentato un'esperienza molto intensa e gratificante. A febbraio lascerò una realtà profondamente diversa da quella in cui ero arrivata nel 2013. Forte di una struttura più solida, di un gruppo di lavoro affiatato, giovane e dinamico e forte dell'appoggio convinto delle amministrazioni». In cosa dovrà migliorare, la Fondazione del dopo-Morandini? «Al di là della mia presenza, credo che in futuro sempre più si dovrà lavorare per far capire all'esterno cosa sia la Fondazione, cosa significhi per dei territori essere un bene patrimonio Unesco. In troppi ancora sono convinti che si tratti solo di un qualcosa attraverso cui monetizzare o, dall'altro, che si tratti solo di un qualcosa di poco concreto dal punto di vista della tutela ambientale». E invece? «Invece il nostro lavoro e di chi verrà deve puntare a far comprendere innanzitutto come sia un qualcosa di importante e straordinario vivere in luoghi considerati un bene di tutta l'umanità. E far comprendere anche come il lavoro della Fondazione sia delicato e si concretizzi proprio nel costante sforzo per garantire un equilibrio tra sviluppo e tutela, tra capacità di questi luoghi di garantire sussistenza a chi ha la fortuna di viverci e lavorarci e la necessità di preservarli». Marcella Morandini è stata ringraziata dal presidente della Fondazione, il vicepresidente della Provincia di Trento Mario Tonina, che ora assieme al Cda appronterà a breve il bando di concorso per la prossima figura di direttore: «La settimana prossima fisseremo una videoconferenza, i tempi sono stretti perché entro febbraio dobbiamo avere un nuovo nome. Ringrazio nel frattempo la direttrice Morandini: ha contribuito, in modo decisivo, a rendere la Fondazione Dolomiti Unesco un modello a livello internazionale».

Trentino | 10 Dicembre 2020

p. 19

Fondazione Dolomiti Unesco, lascia la direttrice Morandini

Trento «Ho rassegnato le mie dimissioni al presidente della Fondazione Dolomiti Unesco. Sono passati più di sette anni da quando vinsi il concorso che mi avrebbe portata a vivere un'esperienza molto intensa e gratificante. Inizierò con impegno ed entusiasmo una nuova sfida professionale, conservando sempre la gratitudine per chi ha avuto fiducia in me e portandomi nel cuore questi indimenticabili

sette anni ». Inizia così la nota con cui Marcella Morandini, ha comunicato al Presidente della Fondazione Mario Tonina le sue dimissioni dall'incarico di direttore. «Certamente - ha poi scritto Morandini - c'è ancora molta strada da percorrere per fare in mondo che tutti comprendano il senso del riconoscimento Unesco, la responsabilità che ne deriva e le reali funzioni e potenzialità della Fondazione. Questo è, come è normale che sia, un processo culturale in continuo divenire che chi verrà dopo di me avrà il compito di continuare a facilitare e stimolare». «Ho appreso la notizia delle dimissioni con grande dispiacere. Verrà a mancare l'apporto professionale di chi ha contribuito, in modo decisivo, a rendere la Fondazione Dolomiti Unesco un modello a livello internazionale per la gestione di un Sito Patrimonio Mondiale», ha commenta Mario Tonina. Toni diversi, ma non mancano i ringraziamenti, anche da parte di Luigi Casanova, che fino a maggio 2020 è stato rappresentante di Cipra in seno alla Fondazione.«Certo, fra noi ambientalisti e la direttrice vi è stato conflitto - esordisce Casanova - Non poteva essere diversamente. Il nostro ruolo è quello di tutelare l'ambiente: questo ruolo deve essere svolto con rispetto verso chi pensa diversamente e con competenza, tecnica e scientifica, ma senza cedere su questioni cardine. Nel difendere la Fondazione la signora Morandini verso di noi è stata severa, meritavamo, ne sono certo, ben altre attenzioni. Noi le abbiamo sempre riconosciuto l'importante e delicato ruolo che ha svolto nella Fondazione, anche quando critici come nel piano propositivo. Se il piano di gestione nella sua definizione è stato costruito attraverso un metodo basato sulla ampia partecipazione il merito va ascritto a Morandini e a chi in quel ruolo l'aveva preceduta, Paola Matonti. Purtroppo - prosegue Casanova - tale lavoro non ha trovato realizzazione pratica: la Fondazione è arenata in un immobilismo che deve preoccupare. Le Dolomiti meritano ben altre attenzioni che non quelle di vedere definiti ulteriori inconcepibili collegamenti sciistici e imposizione di infrastrutture sempre più pesanti, accettare lo svolgimento di manifestazioni motoristiche sul territorio, abbandonare la cura del paesaggio e conclude la nota ambientalista - delle foreste».

Alto Adige | 10 Dicembre 2020

p. 19

Corriere delle Alpi | 10 Dicembre 2020

p. 22, segue dalla prima

Morandini saluta le Dolomiti Unesco «La parola d'ordine è sostenibilità»

Francesco Dal Mas Cortina «Le mie sono dimissioni? "Fisiologiche", per come è strutturata la Fondazione Dolomiti Unesco. Lo statuto prevede che l'incarico di direttore sia triennale. Senza la possibilità di costruire la continuità di cui sento il bisogno, dopo sette anni ho deciso di cogliere una bella opportunità che mi è stata offerta, dopo averne rifiutate altre. Le Olimpiadi sono ancora lontane, ma spero davvero che possano essere un'occasione per dimostrare al mondo che possono essere organizzati grandi eventi limitando l'impatto sul territorio e costruendo un futuro di vera sostenibilità e abitabilità per la montagna. Ci credo ancora, spero che anche a livello politico seguano decisioni innovative, lungimiranti, dirompenti rispetto alla tradizione consolidata e coerenti con la linea della sostenibilità scelta come distintiva in fase di candidatura. È un treno che si prende o si perde».Marcella Morandini, dopo sette anni, lascia la direzione della Fondazione Dolomiti Unesco.Quali sono state le opportunità di questi anni?«Oggi le Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco sono un apprezzato esempio di gestione a livello internazionale, non a caso scelto da Iucn come uno dei sette siti pilota al mondo (su 1121)». Quali, invece, le difficoltà?«Riuscire a far comprendere agli abitanti delle Dolomiti il significato autentico del riconoscimento Unesco. Ancora troppo spesso è banalizzato in un marchio per la promozione turistica. Dovrebbe essere invece l'occasione per ri-conoscersi e cambiare marcia».Come è riuscita a consolidare la sede di Cortina?«Il Segretariato di Cortina può ora contare su cinque dipendenti giovani, altamente qualificati e molto motivati, un budget triplicato rispetto a quello del 2013 e la prospettiva di trasferirsi a breve nella nuova sede in località Acquabona, grazie al supporto del Comune e Anas. Ai "ragazzi" va la mia profonda gratitudine e riconoscenza per questi anni vissuti fianco a fianco».Lei è una sincera ambientalista. L'hanno amareggiata le critiche di quelli che ritengo consideri i suoi amici, appunto gli ambientalisti? «Non amo le definizioni, ho una sensibilità ambientale. Mi interessa contribuire a mantenere la

montagna diffusamente abitata, nel rispetto della millenaria civiltà alpina. Mi affascina di più la saggezza e la grande portata innovativa della gestione delle regole alpine che l'autoritarismo ideologico a matrice urbana di chi vorrebbe calare sulle Alpi una campana di vetro. Mi piace parlare di conservazione attiva e di sviluppo contemporaneo che sappia da un lato cogliere le opportunità del ventunesimo secolo e dall'altro valorizzare la specificità e unicità delle Alpi e delle Dolomiti in particolare».Adesso può dire che cosa pensa dei collegamenti sciistici tra un hub e l'altro: la pandemia non sta mettendo in crisi le grandi opportunità di assembramento?«Sono preoccupata per i nuovi collegamenti Cortina-Arabba e Cortina-Alleghe. Credo, come ho avuto più volte modo di dire, che occorra da un lato valutare attentamente, con onestà intellettuale e con trasparenza, gli impatti sul Patrimonio Mondiale anche a livello paesaggistico. Le scelte di un territorio hanno ripercussioni su tutti gli altri: se il riconoscimento viene meno, viene meno per tutti. Dall'altro occorre anche superare l'opposizione ideologica infrastrutture si/infrastrutture no per ragionare invece sul come».Si sostiene che i collegamenti potrebbero essere utili alla mobilità.«Non è vero che gli impianti di risalita sono automaticamente al servizio della mobilità sostenibile. Se progettati a livello interregionale all'interno di un piano di sviluppo concertato possono costituire una modalità alternativa per muoversi tra le valli dolomitiche. Ma occorre progettarli perché siano accessibili a tutti, disabili compresi, aperti tutto l'anno, disponibili a prezzi socialmente accessibili a tutti. Parallelamente occorre implementare misure coerenti per la gestione del traffico motorizzato sui passi. Un modello come questo sarebbe apprezzato anche da Unesco. Mi sembra però ancora prevalere l'approccio del "ma anche": nuovi impianti ma anche mobilità libera sui passi».L'ha sorpresa il fatto che siano stati gli impiantisti a fare meno polemiche per la chiusura delle piste? Sta maturando una nuova coscienza, a quanto pare.«È un segnale incoraggiante, nella consapevolezza di cosa significa l'economia dello sci per chi abita in montagna».Altri siti Unesco, anche vicini, stanno immaginando e progettando chissà quali arrivi turistici. I limiti che proprio la sua gestione ha cercato, seppur con tanta fatica, per le Tre Cime e Braies stanno a dire che una Fondazione Unesco dovrebbe puntare concretamente alla sostenibilità.«Purtroppo il turismo di massa senza regole, come vediamo dai dati e dagli studi, squalifica le destinazioni e la qualità percepita della visita. Risultato: i turisti non tornano, la destinazione "si consuma". È questo quello che vogliamo per le Dolomiti?». --

Corriere delle Alpi | 10 Dicembre 2020

p. 22

Tonina: «Sempre in prima linea nella tutela del sito»

BELLUNO «Ho appreso la notizia delle dimissioni della dottoressa Morandini con grande dispiacere. Verrà a mancare l'apporto professionale di chi ha contribuito, in modo decisivo, a rendere la Fondazione Dolomiti Unesco un modello a livello internazionale per la gestione di un Sito Patrimonio Mondiale».Parole dell'attuale presidente della Fondazione Dolomiti Unesco Mario Tonina, che poi aggiunge: «Sono certo di interpretare il parere di tutti i membri che compongono il consiglio di amministrazione nell'esprimere questa certezza: quello che non verrà mai meno è il risultato del lavoro svolto in questi anni dalla Morandini per costruire, insieme alle comunità locali, una gestione del patrimonio dolomitico attiva, rispettosa delle differenze e al tempo stesso tesa a superarle, per raggiungere insieme l'obiettivo della conservazione attiva del patrimonio stesso». Anche per gli ambientalisti «non vi è dubbio alcuno che la Fondazione Dolomiti Unesco, con questo abbandono, venga a perdere l'apporto di una persona preparata, forte di competenze specifiche nel tema della tutela della natura e del rispetto delle istituzioni». Lo riconosce Gigi Casanova, di Mountain Wilderness, che all'interno della fondazione rappresenta Cipra Italia. «Certo, fra noi ambientalisti e la direttrice vi è stato conflitto. Non poteva essere diversamente. Il nostro ruolo è quello di tutelare l'ambiente: questo ruolo deve essere svolto con rispetto verso chi pensa diversamente e con competenza, tecnica e scientifica, ma senza cedere su questioni cardine. Nel difendere il ruolo e l'operato della Fondazione, la signora Morandini verso di noi è stata severa, meritavamo, ne sono certo, ben altre attenzioni. Noi le abbiamo sempre riconosciuto l'importante e delicato ruolo che ha svolto nella fondazione, anche quando critici come nel piano propositivo».Se il piano di gestione nella sua definizione è stato costruito attraverso un metodo basato sulla ampia partecipazione «il merito», ammette Casanova, «va ascritto alla stessa Morandini e a chi in quel ruolo l'aveva preceduta, ovvero Paola Matonti. Ma, purtroppo questo lavoro non ha trovato realizzazione pratica: la Fondazione è arenata in un immobilismo che deve preoccupare». «Mountain Wilderness», sottolinea Casanova, «è stata costretta a uscire dal collegio dei soci sostenitori: non è costume della associazione rimanere affogata in un pantano. Tale sofferto abbandono è dovuto a una classe politica, specialmente veneta e altotesina, incapace di condividere, di diffondere solidarietà, di avere visione sulla gestione di un ambiente tanto delicato e fragile».Irma Visalli, che ricopriva il ruolo di assessore provinciale all'ambiente nell'amministrazione o Reolon, è stata una delle protagoniste nella promozione delle Dolomiti Unesco. Anche lei si dice triste per questo distacco. «La tua competenza», scrive Irma Visalli sulla sua pagina facebook per salutare Morandini, « e soprattutto la visione del futuro per questo enorme territorio composto da diversità da rispettare ma anche da orientare verso l'armonizzazione e la unitarietà d'intenti, ha fatto fare passi da gigante alle Dolomiti Unesco. Non basta un grazie, ma qui è l'unica parola dotata di senso. Buon tutto». --F.D.M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gazzettino | 10 Dicembre 2020

p. 13, segue dalla prima

Marcella Morandini cesserà presto di dirigere la Fondazione Dolomiti Unesco; ha rassegnato ieri le proprie dimissioni, consegnate al presidente Mario Tonina. «E' stata una bellissima esperienza, umana e professionale, durata sette anni». Sarà presto emesso un bando per trovare il suo sostituto. Infine l'appello: «Va ancora capita l'importanza di essere Unesco». «E' stata una bellissima esperienza, umana e professionale, durata sette anni. Lo statuto della Fondazione non mi permette di costruire quella continuità e stabilità di cui sento il bisogno ed è arrivato, anche per questo, il momento di una scelta», commenta Morandini. «Sarò comunque in Fondazione ancora sino a metà febbraio, perché ho dato un preavviso di sessanta giorni. Poi inizierò, con impegno ed entusiasmo, una nuova sfida professionale, conservando sempre la gratitudine per chi ha avuto fiducia in me e portandomi nel cuore questi indimenticabili sette anni alla Fondazione Dolomiti Unesco».

LA SODDISFAZIONE

In quanto alla sostituzione, alla direzione della struttura, ci sarà da attendere: «Sarà aperto un bando, sarà fatto un concorso, come accadde nel 2013, quando io partecipai e vinsi», commenta Morandini. «Lascio, con soddisfazione, una Fondazione profondamente diversa, rispetto al 2013. Abbiamo lavorato moltissimo in questi sette anni, costruendo reti coinvolgendo comunità, dimostrando il nostro valore sul campo. La più grande soddisfazione è costituita da quello che insieme abbiamo raggiunto, lavorando in sinergia internazionale, nazionale e interregionale». Fondazione Dolomiti Unesco riunisce in un'unica struttura componenti delle cinque province, in tre regioni, che rappresentano I Monti Pallidi. Sono Belluno per il Veneto; Pordenone e Udine per il Friuli Venezia Giulia; Bolzano e Trento per il Trentino Alto Adige. La sede della Fondazione è collocata, sin dall'inizio dell'attività, nel palazzo del Comun Vecio, nel centro di Cortina, messo a disposizione dall'amministrazione comunale ampezzana.

IL DECENNALE

Proprio a Cortina, il 26 giugno 2019, ci furono i festeggiamenti per il decennale della Fondazione, con la presenza di tutti i territori coinvolti. La presidenza è affidata a rotazione di tre anni in tre anni, ad ogni provincia; in questo momento tocca a Trento; nel 2022 passerà a Udine. Di recente si è prospettata anche la possibilità di trovare un'altra sede, di spostare gli uffici nella vecchia casa cantoniera di Acquabona, alle porte di Cortina, lungo la statale 51 di Alemagna, con una formula di intesa fra l'azienda Anas, che ne è proprietaria; il Comune di Cortina; la Fondazione Unesco. «C'è ancora molta strada da percorrere, per fare in modo che tutti comprendano il senso del riconoscimento Unesco, la responsabilità che ne deriva e le reali funzioni e potenzialità della Fondazione. Una cosa è certa: oggi le Dolomiti Unesco sono un apprezzato esempio internazionale di gestione», conclude Morandini. Marco Dibona © riproduzione riservata

Corriere del Trentino | 10 Dicembre 2020

p. 6

Dolomiti Unesco, Morandini si dimette

Dopo sette anni, Marcella Morandini lascia la direzione della Fondazione Dolomiti Unesco. «Ho rassegnato le mie dimissioni al presidente — spiega Morandini —. Inizierò con impegno ed entusiasmo una nuova sfida professionale, conservando sempre la gratitudine per chi la avuto fiducia in me e portandomi nel cuore questi indimenticabili sette anni». «Lascio una fondazione profondamente diversa rispetto al 2013 — prosegue l’ex direttrice —. La più grande soddisfazione è costituita da quello che insieme abbiamo raggiunto, lavorando in sinergia a livello internazionale, nazionale e interregionale con i colleghi di Regioni e Province che condividono il patrimonio mondiale, con il comitato tecnico e scientifico». A salutare Morandini anche il presidente della fondazione Mario Tonina: «Verrà a mancare l’apporto professionale di chi ha contribuito a rendere la fondazione un modello a livello internazionale»

Corriere del Veneto | 10 Dicembre 2020

p. 10

Morandini lascia dopo 7 anni

Belluno Dopo sette anni, Marcella Morandini lascia l’incarico di direttore della Fondazione Dolomiti Unesco per un nuovo incarico alla Provincia autonoma di Bolzano. «Conserverò per sempre la gratitudine per chi ha avuto fiducia in me e portandomi nel cuore questi indimenticabili anni alla Fondazione» le parole di Morandini. «Sono dispiaciuto — afferma il presidente Mario Tonina — A Marcella la

gratitudine di tutti coloro che hanno accettato la sfida a cui siamo chiamati dal 2009: tutelare l’unicità delle Dolomiti continuando ad abitarle». (M.G.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 11 Dicembre 2020

p. 24

«L'Unesco è un'opportunità e dobbiamo fare di più»

Irene Aliprandi Belluno «Possiamo e dobbiamo fare di più affinché il riconoscimento delle Dolomiti Patrimonio Unesco sia sempre di più un volano di crescita e valorizzazione del nostro territorio». Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno e membro del cda della Fondazione Dolomiti Unesco si dice dispiaciuto delle dimissioni del direttore Marcella Morandini, ma coglie l'occasione per rilanciare il ruolo bellunese all'interno di questa realtà.«Le dimissioni di Morandini mi hanno stupito, non ne sapevo nulla e non me le aspettavo, ma le auguro di avere successo e soddisfazioni dal suo futuro incarico. Colgo l'occasione per ringraziarla per tutto l'ottimo lavoro svolto», afferma Padrin.In questi anni il cambiamento più rilevante è stato culturale: se all'inizio l'Unesco era percepito come un'ulteriore fonte di vincoli, oggi nessuno immagina di farne a meno. «Il riconoscimento Unesco è una grandissima opportunità per il territorio dolomitico», prosegue Padrin, «e questo anche grazie ai buoni risultati ottenuti dalla Fondazione Dolomiti Unesco».Certo, non tutto è stato semplice e le frizioni non sono mancate: «Si sono create anche alcune situazioni di difficile gestione», ricorda il presidente di Palazzo Piloni. «Penso ad esempio al Comelico e alla vicenda dell'impianto di risalita proposto da Senfter, con posizioni che potevano portare alla creazione di nuovi vincoli, ma siamo riusciti ad uscirne bene condividendo il fatto che quell'intervento non avrebbe creato un'insostenibilità ambientale e alla fine anche la parte tecnica ha accolto positivamente il progetto».Secondo Padrin, la funzione della Fondazione Unesco è soprattutto quella di: «Valorizzare gli aspetti di sostenibilità e vivibilità del territorio, obiettivi che siamo riusciti a raggiungere in questi anni, lungo una strada tracciata anche nel decennale».Ma non ci si può accontentare, anzi: «Per quanto riguarda la provincia di Belluno si può fare di più, nel senso che noi bellunesi dobbiamo sfruttare meglio le opportunità date dalla presenza dell'Unesco. Abbiamo ancora margini su cui lavorare e migliorare. Noi stessi possiamo e dobbiamo essere più propositivi all'interno della Fondazione Dolomiti Unesco che, lo ribadisco, è un'opportunità che dobbiamo imparare a cogliere sempre di più», esorta Padrin, riconoscendo che molto è stato fatto, con risultati eccellenti, ma guai fermarsi.«Marcella Morandini ha fatto un ottimo lavoro e ha costruito buoni rapporti nel consiglio di amministrazione all'interno del quale ci sono unità di intenti e ottima coesione. È lei ad aver trovato la mediazione nell'unico momento di tensione, cioè quando abbiamo adottato il marchio "Dolomiti, the mountains of Venice", che agli altri membri non è piaciuto ma alla fine hanno compreso che era un veicolo di valorizzazione e non un tentativo di escludere qualcuno. Morandini è stata molto brava a mediare e a cercare una soluzione condivisa. Lunedì ci sarà un incontro per valutare le modalità di individuazione del nuovo direttore, ma penso che un nuovo concorso sia l'unica strada percorribile», conclude Padrin. --

Corriere delle Alpi | 11 Dicembre 2020

p. 24

Visalli: «Concreta e competente ha indicato la via per il futuro»

belluno Protagonista della candidatura che portò al riconoscimento Dolomiti Unesco e ancora oggi consulente nell'ambito di due progetti di rete, Irma Visalli mette in luce gli aspetti più rilevanti del lavoro di Marcella Morandini: «È una donna della montagna molto concreta, con una competenza elevatissima a livello mondiale. Era ciò che serviva alla Fondazione che è un laboratorio di alta complessità interterritoriale e lei ha favorito la costruzione della governance e delle reti che sono tanto belle sulla carta, ma l'operatività è ben altra cosa. Ha riempito di cose concrete un contenitore vuoto e ora lo spazio è delineato. È sempre stata presente ai tavoli tecnici con le Province e le Regioni senza mai disturbare la specificità di nessuno, esaltando il fatto che le Dolomiti sono un territorio senza confini».Visalli riconosce l'enorme lavoro, in particolare su due aspetti: «La concretezza e la mondializzazione dell'essere patrimonio Unesco. Ovunque, nel Mondo, il caso della Fondazione Dolomiti è citato come una delle migliori pratiche realizzate nella gestione di un bene che è anche un patrimonio forte e complesso e questo grande merito va a Marcella Morandini, che sa essere ferma e determinata».Ora il direttore uscente, che con le sue dimissioni ha lasciato tutti sorpresi: «Lascia un testimone importante a chiunque verrà dopo di lei, ma ci sono tante cose che restano, a partire da una squadra giovane e bravissima: l'ufficio Unesco ha pochi dipendenti, ma veramente eccellenti».Visalli sottolinea soprattutto il salto di qualità: «A Belluno l'Unesco era visto come vincolo o al massimo come marketing, invece è diventato un equilibrio tra i valori della conservazione e lo sviluppo economico, perché nessuna

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