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NOTIZIE DAI RIFUGI
l'estate l'aumento delle catture è stato del 70%. Un ultimo dato. Nel distretto forestale di Borgo, il Piano d'Azione individua 23 potenziali aree e piazzali strategici: sette su terreni privati per quasi 27 ettari, il resto su aree pubbliche per complessivi 40 ettari. Sei aree sono individuate nel comune di Grigno, cinque a Telve, tre a Roncegno Terme e due nei comuni di Borgo Valsugana, Novaledo e Castelnuovo. Altri tre piazzali strategici sono stati individuati a Castel Ivano, Castello Tesino e Carzano. Due nuove aree, infine, secondo il Piano d'azione aggiornato il 22 ottobre scorso dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti, dovranno sorgere, per circa 15 ettari, sul territorio comunale di Levico Terme. M.D.
L’Adige | 13 Ottobre 2020
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Ancora freddo fino a domani meteo In quota è forte il rischio valanghe Il rifugista Rosi: «Vogliono salire in tanti: fermatevi»
Brividi d'ottobre in vista. Dopo che le nevicate di domenica e il forte vento di ieri hanno fatto scendere le temperature, per oggi è atteso un ulteriore calo della colonnina di mercurio. Gli esperti di Meteotrentino ieri hanno confermato quelle che erano le previsioni già elaborate due giorni fa: se nella notte tra domenica e ieri il sereno si è fatto largo solamente all'alba, limitando l'avanzata di un freddo che si è fatto comunque sentire, il cielo terso della notte appena trascorsa favorirà il rischio gelate. «Non è detto che si arrivi a toccare lo zero anche nel fondovalle, ad esempio a Trento città - spiega il previsore di Meteotrentino Enrico Di Muzio - ma questa è una possibilità concreta ad esempio a partire da una quota di 5-600 metri». Le temperature più rigide rispetto alla media stagionale dovrebbero caratterizzare anche la giornata di domani, mentre giovedì l'arrivo di una nuova perturbazione dovrebbe far risalire le minime. Nel frattempo, la neve caduta copiosamente oltre i 1.300-1.400 metri ha fatto scattare anche un'altra allerta. Quella legata al pericolo di valanghe. La stagione invernale non è ancora scattata, ma la comparsa di un invitante e consistente manto bianco nelle ultime ore ha spinto numerosi appassionate di ciaspole e pelli di foca a dedicarsi ad escursioni in quota. Ma attenzione, il pericolo è elevatissimo. «Solo ieri pomeriggio avremo ricevuto almeno una decina di chiamate, di appassionati che volevano salire - spiega Sergio Rosi, gestore del rifugio Passo Principe con il figlio Daniele - ma non ho potuto che scoraggiare tutti. Sono scesi 70 centimetri di neve, ventata, con accumuli eccezionali. Quindi l'invito è semplice, l'abbiamo affidato anche ai social: fermatevi tutti, non è il caso di avventurarsi in quota». Le. Po.
Trentino | 13 Ottobre 2020
p. 18
I rifugisti: «Stagione nerissima ma abbiamo salvato la pelle»
valentina leone trento A voler guardare il lato positivo, tanti bilanci non si sono chiusi in perdita. O comunque non così male come si pensava inizialmente. Eppure anche parlando con il più ottimista dei rifugisti, la stagione conclusasi da pochi giorni (ormai si guarda alla stagione invernale) è stata costellata di risvolti piuttosto negativi. Sulla gestione della struttura in primis, con posti letto e a sedere estremamente contingentati e la necessità di applicare e far rispettare una sfilza di regole anti-Covid. Ma anche rispetto alla clientela, che quest'anno in particolare, complice la fuga da luoghi affollati e non sempre a prova di distanziometro, si è riversata in montagna pensando che lì non si potessero creare assembramenti in nessun caso, ma anche ritenendo - erroneamente - che l'ambiente alpino sia affrontabile anche sprovvisti di particolari conoscenze. Rifugio Brentari«Ogni tanto guardavo i tavoli esterni, il viavai di persone, e mi sentivo come se fossi in un autogrill», racconta con molta amarezza Emanuele Tessaro, gestore del rifugio Brentari, che si trova ai piedi della Cima d'Asta. «È vero, abbiamo avuto un surplus di presenze a pranzo, ma oltre ad aver comportato un aggravio di personale, questo poi non ha portato a un guadagno effettivo: tanti ci usavano come punto d'appoggio per i tavoli, ma a volte a stento ordinavano un caffè. Purtroppo quest'anno, oltre alle difficoltà legate al contingentamento dei posti a sedere e quindi al calo dei pernottamenti, con conseguenti criticità organizzative, ci siamo trovati a doverci rapportare con persone che non sanno bene come ci si comporta in determinate situazioni e che non sempre sono state disponibili ad ascoltare e a seguire i consigli di chi abita la montagna da tanti anni.