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NOTIZIE DAI PARCHI
consentono le attività delle scuole e dei corsi del Cai. Si può, quindi, proseguire con la didattica teorica a distanza, mentre quella in ambiente esterno deve essere svolta nel totale rispetto delle regole sanitarie e del divieto di assembramento.
LA MASCHERINA
Cambia invece la modalità di incontro dei soci. Sono sospese le attività all'interno delle sedi sezionali, ma tale misura non può estendersi alla possibilità di accedervi e di gestire le segreterie per attività come il tesseramento. E la mascherina? All'aperto l'obbligo di indossarla è escluso solo nei luoghi in cui, per le loro caratteristiche o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi. In caso contrario, la mascherina andrà indossata anche in ambiente esterno. Allo stesso tempo, è necessario mantenere una distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro in attività motoria e di due metri in attività sportiva. Niente da fare per i cori Cai che dovranno astenersi anche dalle prove, oltre che dalle esibizioni in pubblico.
IL LAVORO
È il presidente del Cai di Belluno, Paolo Barp, a sottolineare che «tutte le sezioni della provincia di Belluno si stanno attivando per organizzare i corsi, per quelli di scialpinismo non ci saranno particolari problemi perché il distanziamento è già nelle regole della disciplina, sarà più complessa la situazione per i corsi di roccia, per cui ci stiamo consultando. Dalla sezione di Feltre: «Il Cai è lungimirante, non un caso che già quest'estate avesse stabilito regole stringenti - sono le parole del presidente Ennio De Simoi - i gruppi devono avere solo 20 partecipanti più i 3 accompagnatori. I nostri corsi partiranno, quindi, secondo le regole con responsabilità».
Corriere delle Alpi | 13 Ottobre 2020
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Slitta la terna dei candidati per la direzione del Parco
Raffaele Scottini FELTRE Slitta la terna da inviare al ministero per la selezione del nuovo direttore del Parco delle Dolomiti. «Abbiamo dato priorità agli aspetti gestionali», spiega il presidente dell'ente di villa Binotto Ennio Vigne. «Rispetto al nostro programma che era di fare le selezioni nella prima metà di settembre, siamo un attimo slittati. Spero che entro fine ottobre riusciremo a fare i colloqui».Sul tavolo ci sono sessantacinque candidature ad assumere il ruolo di direttore, vacante da marzo 2019, quando è terminato il mandato di Antonio Andrich. Prima della scadenza era stato pubblicato un primo avviso di selezione, ma poi l'iter si era interrotto ed è diventato un percorso a ostacoli. L'ente ha visto il cambiamento del direttivo, che ha richiesto i suoi tempi. C'è stato l'ingresso alla presidenza di Ennio Vigne, che prima ha svolto il ruolo di commissario straordinario e poi (dal 7 agosto 2019) è stato nominato presidente.Una volta insediato il direttivo e ritrovata l'operatività, dopo le festività natalizie si è rimessa in moto la macchina per individuare il nuovo direttore, con l'approvazione a fine gennaio dell'avviso di selezione e la successiva pubblicazione del bando, che ha riaperto la procedura per raccogliere le candidature. Sono state tenute buone quelle presentate nel primo bando (con l'accortezza di confermare le disponibilità degli interessati, considerando che nel frattempo alcune persone possono aver fatto scelte di vita e lavorative diverse) e ne sono arrivate altre.A bloccare tutto è stato il coronavirus e al termine del lockdown, i diversi elementi legati all'operatività del Parco e alle cose da fare con la struttura dell'ente hanno imposto una scelta. «Abbiamo privilegiato il percorso di ripartenza dei siti come la Valle del Mis e Candaten, sono arrivati i finanziamenti del ministero per Valle Imperina e c'è il discorso della caserma di Longarone», commenta il presidente Ennio Vigne. «I fronti aperti sono diversi e le risorse umane possono fare una cosa alla volta. Il rallentamento è dovuto a questo, ma adesso ci concentriamo sull'aspetto del direttore in modo da poterlo sbloccare».Il prossimo passaggio sarà portare all'ordine del giorno del consiglio direttivo l'approvazione della prima scrematura, che riduce le sessantacinque candidature a un terzo, da sottoporre al colloquio orale. «L'obiettivo è di selezionarne non più di un ventina», dice il presidente Vigne. «Stiamo chiudendo questa fase, che deriva dall'esame dei curriculum ed è particolarmente delicata, perché non è facile dai curriculum immaginare i soggetti e la preoccupazione è di non saper cogliere gli elementi centrali. Abbiamo messo una serie di parametri».Va ricordato che la partecipazione alla procedura è rivolta esclusivamente agli iscritti a un albo specifico degli idonei all'esercizio dell'attività di direttore di Parco. Alla fine si arriverà alla rosa ristretta di tre candidati da indicare al ministero dell'Ambiente per la selezione del nuovo direttore. --© RIPRODUZIONE RISERVATA