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SERRAI DI SOTTOGUDA: GLI AGGIORNAMENTI

Gazzettino | 14 Ottobre 2020

p. 12, edizione Belluno

Rilancio dei Serrai: cantiere in vista

Le ruspe stanno scaldando i motori, la rinascita adesso è davvero vicino: a giorni i Serrai di Sottoguda saranno consegnati al raggruppamento di imprese bellunesi che ha vinto l'appalto. Veneto Acque che ha competenza sul sito devastato dalla furia di Vaia alla fine di ottobre 2018 ha organizzato per l'occasione una presentazione del progetto alla popolazione, alle associazioni di categoria, agli ambientalisti. L'appuntamento è fissato per domani alle 17 nella sala del Teaz di Rocca. Considerato l'obbligo di ottemperare alle normative Covid, il numero dei presenti in sala sarà contingentato.

L'ESORDIO

« È la prima volta che succede - spiega il sindaco Andrea De Bernardin- che un consorzio di ben sette imprese, tra le più consistenti del bellunese, decidano di mettere le proprie forze in campo riunendosi in un consorzio specifico per poter partecipare ad un appalto importante come quello della sistemazione dei Serrai di Sottoguda. Con lo svuotamento dei detriti e la sistemazione di una parte dell'asta del torrente Cordevole a monte del lago, rappresenta uno dei più grossi appalti che sono stati licenziati nel contesto dei cantieri del post Vaia». Il recupero della gola tra le più suggestive dell'intero arco alpino prevede la stabilizzazione dei versanti, la sistemazioni idraulico-fluviale, le opere stradali, strutturali e di sistemazione ambientale, nonché il rifacimento dell'acquedotto e la realizzazione della nuova rete fognaria. In ballo ci sono quasi sette milioni di euro. Nel 2019 erano già stati stanziati due milioni di euro per la sistemazione del sito. Di questa cifra un milione e mezzo di euro sono stati destinati alla realizzazione di un primo lotto di lavori urgenti, come la messa in sicurezza delle pareti rocciose della forra e la ricostituzione di una adeguata viabilità di accesso; mezzo milione di euro è stato utilizzato per la progettazione degli ulteriori interventi atti a conseguire la completa riqualificazione, da intendersi non come mera ricostruzione di una infrastruttura di visita secondo criteri di sostenibilità, ma piuttosto come sapiente ricomposizione di un'opera d'arte naturale.

L'OBIETTIVO

Un consistente impegno finanziario, dunque, per restituire ai Serrai quell'aura selvaggia e affascinante che avevano prima di Vaia e che incantava i turisti di mezzo mondo. Dario Fontanive © riproduzione riservata

Corriere delle Alpi | 16 Ottobre 2020

p. 33

La nuova strada dei Serrai avrà nove ponti in meno

ROCCA PIETORE Nove ponti in meno rispetto al percorso storico lungo il chilometro e 600 metri dei Serrai di Sottoguda. È una delle notizie emerse ieri in sala "El Teaz" di Rocca Pietore dove è stato presentato il progetto definitivo di ripristino di quello che, legittimamente o meno, è assurto a simbolo della devastazione della tempesta Vaia del 28 e 29 ottobre 2018.«Mi è arrivato un messaggio del presidente Zaia», ha sottolineato infatti in apertura il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, « e ha rimarcato che i Serrai sono visti come il simbolo dell'evento di Vaia. Se ripristiniamo i Serrai sarà un buon segno perché vuol dire che avremo ripristinato anche tutto il resto».Il percorso che dall'abitato di Sottoguda porterà verso Malga Ciapela non sarà più com'era prima. Il nuovo progetto (9.100.000 euro, di cui 6.785.000 di lavori e 1.640.983 di Iva) è stato illustrato dal direttore di lavori, Fabio Muraro, e dal direttore operativo, Felice Gaiardo. Serviranno 620 giorni per concretizzarlo entro il 2022.«Verrà ridata vita a un percorso tra varie valenze paesaggistiche», ha detto

Muraro, «la cascata Franzei, la Palestrina, la chiesetta di Sant'Antonio, il Crocifisso, la cascata della traversata, quella della Cattedrale, il Sas Taié, la grotta con la Madonna e due grotte militari della Prima guerra mondiale».«Uno dei primi interventi», ha evidenziato Gaiardo, « sarà la messa in sicurezza dei versanti: sarà complesso, perché occorre fare una verifica sulle pareti lungo 3,2 chilometri di forra e capire quali pareti rocciose sono da eliminare e quali da consolidare con tecnologie di vario tipo. Un intervento fondamentale anche per garantire l'ingresso in cantiere in sicurezza».In una delle ipotesi iniziali presentate a gennaio, la carreggiata aveva una larghezza di due metri. In seguito alle osservazioni dell'amministrazione comunale la misura è aumentata («non si sarebbe riusciti a passare con un'ambulanza», ha rimarcato De Bernardin).«La strada sarà lunga 1,6 km e larga 2,7 metri», hanno detto Muraro e Gaiardo, « la sede sarà collocata su una struttura resa inerodibile con varie tecnologie e correrà in destra e sinistra orografica del Pettorina, modificando così il precedente percorso. Il corpo stradale verrà protetto da strutture di difesa come scogliere in massi ciclopici posate su fondazione, legate con cemento o ancorate con corde. La scelta sarà in base alle maggiori o minori sollecitazioni idrauliche a cui verranno esposte. Le questioni idrauliche hanno inciso molto sull'intera progettazione: i calcoli con un tempo di ritorno di 200 anni».Legato al tema idraulico è uno degli aspetti più significativi della nuova progettazione, quello degli attraversamenti del Pettorina.«Prima di Vaia», hanno detto Muraro e Gaiardo, «c'erano tredici ponti, in futuro saranno quattro: da Malga Ciapela a scendere uno all'altezza dell'acquedotto, uno a Franzèi che riporta la strada in sinistra orografica, un altro alla chiesetta e l'ultimo (retrattile) al punto informazioni in fondo alla forra. Saranno ponti in acciaio corten (diventano marroni) con una luce di 24-25 metri (rispetto ai 4-56-7 di prima). Saranno larghi 2,90 metri, con micropali di fondazione sotto le spalle. Sotto l'impalcato passeranno le tubazioni con i sottoservizi». --Gianni Santomaso© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gazzettino | 16 Ottobre 2020

p. 5, edizione Belluno

Nove milioni per i Serrai Rinascita entro due anni

ROCCA PIETORE Oltre 9 milioni di euro per la rinascita dei Serrai di Sottoguda, quel poco più di un chilometro e mezzo di forra, attraversata dal torrente Pettorina, simbolo della violenta distruzione provocata da Vaia. Là dove la tempesta di fine ottobre 2018 ebbe il proprio epicentro, da qua a due anni si registrerà la preparazione e la messa in sicurezza del cantiere, la stabilizzazione dei versanti, la creazione delle opere stradali e infrastrutturali, il rifacimento di acquedotto, fognatura e sottoservizi nonché, infine, la sistemazione ambientale. Regista del tutto è la società Veneto acque, con la collaborazione di un ricco e variegato staff di professionisti che spaziano dall'ingegneria idraulica, alla geologia, all'architettura. La presentazione del corposo progetto è avvenuta ieri pomeriggio nella sala Teaz di Rocca Pietore. «Desideriamo che abitanti e turisti della Val Pettorina - ha sottolineato Gianvittore Vaccari, amministratore unico di Veneto acque - possano rientrare in possesso di questo gioiello della natura». IL PROGETTO Il progetto Opere di ripristino e riqualificazione generale dei Serrai di Sottoguda parte da dei numeri significativi: 9,1 milioni di investimento in lavori - al via entro breve - a cui serviranno 620 giorni. In circa due anni di tempo sarà creato nuovamente, con tutti i crismi del caso, il percorso che consente al visitatore di ammirare cascate, grotte, ricoveri militari e pareti di arrampicata. Ma anche, ad esempio, la chiesetta di S. Antonio da Padova o il sasso dov'è posizionata la famosa Madonnina dei Serrai. «Venni in gita nella forra per la prima volta - ha ricordato il direttore dei lavori Fabio Muraro - a 8 anni e me ne innamorai. Oggi, da adulto, mi ritrovo a ricomporla: non vi nascondo la mia emozione. Quello che vi presentiamo è un progetto esecutivo ma che, in corso d'opera, può essere migliorabile con l'apporto di tutti». A entrare nel dettaglio è stato il direttore operativo Felice Gaiardo: «Inizieremo con la predisposizione del cantiere che delimiteremo bene per evitare, com'è successo nei mesi estivi, che i più curiosi vadano a mettersi in pericolo: ricordiamo che l'area è tutt'altro che sicura. Al contempo verrà realizzata una pista, dove far transitare mezzi e operai, che vuol cercare di creare il minor disagio possibile agli abitanti di Sottoguda. Si procederà quindi con il consolidamento dei versanti rocciosi che, essendo due, si traducono in 3,2 km di percorso: decisamente non poca cosa». LE OPERE «A quel punto - hanno proseguito gli ingegneri Muraro e Gaiardo - si inizieranno le opere idrauliche. Nonché quelle stradali con la creazione di una cosiddetta struttura in ambito fluviale, larga 2,70 metri, resa inamovibile grazie alla cementificazione su massi ciclopici e dotata di opere di difesa contro la sollecitazione dell'acqua. Le passerelle di attraversamento del torrente Pettorina non saranno più 14 come un tempo (in quanto considerate punti fragili visto il contesto) bensì 4 da realizzarsi in zona acquedotto, Franzei, chiesetta e info point. Avranno una lunghezza di 24 metri e una larghezza di 2,9. Saranno collocate su micropali molto resistenti e avranno uno spazio sottostante fino a 25 metri, ciò a dire che ci sarà un'ampia area a disposizione del deflusso dell'acqua». «Compiuto tutto ciò è stato sottolineato - saranno creati nuovamente i sottoservizi e gli impianti relativi ad acquedotto e fognature. Nonché dei piccoli edifici di servizio e, a valle dove era prima, l'info point: esso sarà inserito nel terreno e quindi a basso impatto ambientale. Il progetto prevede anche i collegamenti necessari per l'illuminazione della forra che seguirà in un secondo momento». Se tutto andrà per il verso giusto, quindi, il taglio del nastro potrebbe avvenire tra due anni, in occasione del quarto anniversario di Vaia.

Raffaella Gabrieli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gazzettino | 16 Ottobre 2020

p. 5, edizione Belluno

«A Rocca abbiamo avuto danni enormi ora la nostra comunità vuole riscattarsi»

ROCCA PIETORE «Del miliardo e mezzo di euro di danni provocati da Vaia in Veneto, ben 110 milioni fanno capo a Rocca Pietore. Di questi, 11 ai Serrai. Ecco perché la nostra amata forra è considerata l'emblema della tempesta di fine ottobre 2018: perché l'ha completamente distrutta». Il sindaco Andrea De Bernardin, ieri alla presentazione del progetto di ripristino della gola, ha ribadito a cittadini, operatori turistici e rappresentanti delle associazioni presenti in sala quanto sia importante il cantiere che sta aprendo i battenti. «All'indomani di acqua e vento - ha ricordato Gianvittore Vaccari, amministratore unico di Veneto acque - voi rocchesani vi siete tutti tirati su le maniche, indistintamente, per darvi una mano a vicenda. Ora è giunto il momento della rinascita degli amati Serrai, simbolo della distruzione ma ora destinati a rinascere».

IL SINDACO

«Siamo arrivati - ha introdotto la serata il primo cittadino - a un momento importantissimo per la nostra comunità che tanto ha sofferto a seguito di eventi meteo drammatici. In questa fase il Comune non ha avuto parte attiva, affidata interamente a Veneto acque, ma per quanto possibile abbiamo fatto di tutto per offrire massima collaborazione. Ma abbiamo avuto anche un ruolo di controllo sui progetti che via via sono venuti avanti. Ad esempio non sono mancate, da parte nostra, delle critiche che ritenevamo costruttive. Un esempio su tutti, l'ampiezza della strada che inizialmente era prevista non più larga di 2 metri e che invece poi è diventata di 2,70». Su quella via, oltre a pedoni ed escursionisti, un tempo ci passavano anche gli sciatori in inverno e il trenino carico di turisti in estate. «Due realtà - ha sottolineato il sindaco - che non nascondo rappresentavano una buona fetta dell'economia degli operatori di Sottoguda e che, magari con delle accortezze, vorremmo ripristinare». Dopo i vari confronti con i tecnici, l'Amministrazione è giunta a una conclusione: «Non potevamo pretendere - ha spiegato - di avere i Serrai com'erano un tempo, ad esempio con 14 passerelle e con tutte le caratteristiche originarie. Avrebbe voluto dire obbligare i Servizi forestali a ricreare quanto distrutto pezzetto per pezzetto, quasi come un puzzle: impossibile». E allora, inevitabile qualche mediazione. «Ma non molliamo - ha detto il sindaco - anche nei prossimi due anni di lavoro svolgeremo un attento ruolo di controllo».

VENETO ACQUE

«La presentazione di questo progetto - ha sottolineato l'ingegner Vaccari - è la conclusione di uno sforzo enorme, derivante dal lavoro di numerosi professionisti ognuno dei quali dotato di gran preparazione nel proprio settore. È con orgoglio quindi, dopo che il governatore Zaia ha indicato Veneto acque come soggetto attuatore di riferimento per i Serrai, che oggi illustriamo tempi e modi di riqualificazione dei Serrai. Abbiamo a cuore il bene della comunità di Rocca Pietore con la quale continueremo a confrontarci per individuare assieme l'optimum per entrambe le parti. Nei prossimi giorni, ad esempio, incontreremo i proprietari dei terreni sui quali transiterà la pista provvisoria di cantiere». Il progetto dei Serrai di Sottoguda sarà visibile a chiunque da oggi sul sito web del Comune di Rocca Pietore. (R.G.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 26 Ottobre 2020

p. 18

Zaia: “Pronto a chiedere altri fondi allo Stato per i lavori di ripristino”

Francesco Dal Mas ROCCA PIETORE Serrai di Sottoguda. Questo è l'ultimo cantiere progettato; da 9 milioni e 100 mila euro e 620 giorni per concluderlo. Due anni di tempo, è questa l'icona della ricostruzione post Vaia. La rinascita dei territori più colpiti si è dimostrata più complessa del previsto. La pandemia ha allungato i tempi. La burocrazia pure. Risultato? Ci vorranno altri due anni, per non dire tre, per completare la rinascita.Luca Zaia non è solo il presidente della Regione, ma è anche il Commissario di Vaia.Altri due anni, ma altri trasferimenti dallo Stato? «Avevamo calcolato un miliardo e 700 milioni di danni. Più di 900 milioni li abbiamo già ricevuti. Riguardano le tre annualità considerate inizialmente per la conclusione dei lavori. Se sono necessarie altre risorse, ovviamente le chiederemo».Alcuni cantieri, ad esempio quello per i Serrai di Sottoguda, continueranno almeno per due anni. Colpa di chi? «La pandemia ha rallentato tutti i lavori. Abbiamo predisposto un piano di opere di ripristino che si è già concretizzato in 1.466 cantieri avviati o che saranno realizzati entro l'anno. E

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