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MOBILITA’: LAGO DI BRAIES
ero sul Col Gallina, lassù c'è il piccolo lago di Limedes. Stavo accomodato sul materassino per meglio fotografare. Arriva una guardia-parco e mi avverte che rischio 105 euro di multa, evidentemente perché calpestavo l'erba là dove non è concesso farlo. Stavo riprendendo, in quel momento, una grande ruspa che molto più in alto scavava nella roccia una lunga feritoia, non so per inserire quale conduttura». Per Francesco, è proprio questa una delle grandi contraddizioni che le Dolomiti vivono. E l'estate che si avvia alla conclusione, di controsensi in quota ne ha vissuti quasi quotidianamente. Pistollato li ha anche fotografati. «Mi sono trovato in coda lungo un tratto del sentiero che porta al lago Sorapis. Non si riusciva a salire perché c'erano persone che scendevano e in due non si passava. Il Cai prenda nota per il prossimo anno: dovrà installare il semaforo per un senso unico alternato di marcia. Non basterebbe organizzare meglio il parcheggio a valle, quindi con il numero chiuso e prevedere la sanzione per chi sosta in zona vietata?». Lassù al lago, in faccia al Sorapis, il nostro fotografo si è fermato per buona parte della giornata. «Per fortuna non c'era la movida, ma ho potuto riprendere un altro rito, solo apparentemente innocuo, quello del selfie nel lago turchino». Scatti innocenti ma, appunto, non innocui perché il click viene meglio se si cammina sull'acqua. Pistollato ha archiviato centinaia, forse migliaia di foto, anche sull'assalto ai passi. Una mattina, all'alba, è salito sulle rocce a valle del passo Pordoi per riprendere fin dalle prime ore la genesi del grande traffico estivo. «Ho constatato che i parcheggi si riempiono all'inverosimile già tra le 8. 30 e le 9. In quell'orario c'è quasi sempre la coda alla partenza della funivia al Sas Pordoi e la lunga "processione" verso il Piz Boè. Nelle successive ore della mattinata ho riscontrato molte auto che zigzagano tra le varie aree parcheggio del Pordoi, alla ricerca di uno stallo». Pistollato si chiede se è così complicato fermare a valle le auto, quando i parcheggi sono pieni e farle salire nel momento in cui si liberano gli spazi. Ovviamente portando in quota i turisti con le navette. "Dolomiti umane" s'intitola una serie di foto che Pistolato ed i suoi collaboratori hanno scattato alla montagna che non c'è più. In provincia di Belluno sono ben sei i borghi, individuati dal Cai, dove esistono le case ma dove non vive proprio nessuno. Uno di questi è Stracadon. Sono 5 case, in comune di Chies, dove l'ultimo residente se n'è andato nel 1963: anzi in verità gli immobili sono 6 e accoglievano, fin dopo la guerra, una trentina di persone. Dall'altra parte della provincia c'è il borgo di Fumegai, si trova in comune di Arsiè. 8 case, tutte abbandonate, quando è stata costruita la diga. Pistollato ed i suoi amici fotografi sono saliti anche a Prà di Sopra, 4 case in quel di Cencenighe. I borghi di Albe e Valier, dalle parti di Rocca Pietore, in verità non sono disabitati. Non ci va più nessuno, ad eccezione di un padovano che fa l'eremita per sette o otto mesi l'anno. «Questa esplorazione fotografica, voluta espressamente dal Cai di Mestre, non sarà un capitolo a sé stante, ma con tutta probabilità diventerà il primo capitolo della lunga storia dello spopolamento della provincia di Belluno». Che non può vivere di assalti e relativi sussulti, perché anche questi alla lunga saranno letali. --francesco dal mas© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alto Adige | 13 Settembre 2020
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Braies, meno auto al lago Alfreider: «Scelta giusta»
ezio danieli braies "L'esperimento è da considerare positivo. I dati ancora non li abbiamo, ma posso dire che tutto ha funzionato nel migliore dei modi, a testimonianza che è questa la strada da seguire anche in futuro. È la strada da applicare, con le dovute differenze, anche in altre parti e zone della provincia, a cominciare dai passi dolomitici". Chi parla è l'assessore provinciale alla mobilità Daniel Alfreider il giorno dopo la conclusione dell'esperimento di limitazione di accesso con le auto in valle di Braies. Per tutelare l'area da un impatto turistico troppo forte (e da troppe auto) è stata riproposta anche quest'estate l'iniziativa di Idm, Provincia, Comune e Associazione turistica, che insieme hanno elaborato il Piano Braies 2020.Si è puntato soprattutto a incentivare l'uso delle biciclette e delle... scarpe, unici mezzi, è stato sottolineato, per "raggiungere il lago in modo salutare e rispettoso dell'ambiente". "Sono stati aumentati i noleggi di biciclette a Braies, Villabassa e Monguelfo e contestualmente sul lago sono stati realizzati ulteriori parcheggi per biciclette. Per chi si è mosso su mezzi privati, invece, la strada nella valle di Braies è rimasta aperta dal 10 luglio al 10 settembre fino a quando i parcheggi della valle erano disponibile, dopo quel momento la strada è stata chiusa fino alle 15", ha aggiunto Alfreider, precisando inoltre che "dal 10 luglio anche gli autobus delle linee 439 e 442 hanno potuto essere utilizzati per arrivate al lago di Braies. Quest'anno è stata però introdotta la prenotazione online obbligatoria, con pagamento online tramite un nuovo portale di Comune e Idm. Non appena i posti erano al completo, non c'è stato più accesso al bus navetta". "Lo scorso anno - ha proseguito l'assessore l'attenzione si è concentrata sullo spostamento del traffico verso una mobilità più rispettosa dell'ambiente. Un'offerta che resterà attiva, affiancata però da una limitazione degli accessi al lago".Il bilancio dell'esperimento è stato valutato dunque positivamente. "La strada - aggiunge Alfreider - è stata chiusa per diversi giorni già un'ora prima del previsto. La gente al lago è arrivata con le bici, a piedi o servendosi dei mezzi di trasporto pubblico". I giorni di maggiore affluenza al lago sono stati quelli a cavallo di Ferragosto,