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NOTIZIE DAI RIFUGI

Corriere delle Alpi | 28 Novembre 2019

p. 20

Rifugi Dolomiti Unesco: una strategia comune per la loro salvaguardia

Belluno I gestori dei rifugi alpini sono chiamati ogni giorno di più a essere protagonisti di una strategia comune per la salvaguardia dei valori ambientali e per la promozione di comportamenti corretti e consapevoli. Sulla base di questo presupposto si rinnova l'iniziativa della Fondazione Dolomiti Unesco dedicata ai gestori dei 66 rifugi che operano all'interno del sito e giunta alla terza edizione. Dopo gli appuntamenti di Predazzo (2017) e Bressanone (2018), sarà Val di Zoldo a fare gli onori di casa, oggi e domani, nella sala congressi in piazza Angelini. Dalle 15 alle 17 Enrico Vicenti, segretario generale della Commissione nazionale italiana per l'Unesco, tratterà il tema "Il riconoscimento Unesco: una responsabilità tra dimensione globale e locale", spiegando come al nostro territorio sia offerta una straordinaria opportunità per rilanciare tutela e valorizzazione della cultura, dell'ambiente e di tutte quelle forme produttive di qualità che contribuiscono a rendere il turismo sostenibile. Per l'intera giornata di domani sono previsti lavori di gruppo con lo scopo di individuare azioni e strategie condivise su quattro temi basilari: efficientamento della filiera idrica, interazioni fra la rete dei produttori e la rete dei rifugi nel segno della qualità, miglioramento dei flussi e dell'ospitalità e un nuovo sistema di gestione delle prenotazioni online. I partecipanti verranno divisi in quattro gruppi e siederanno a turno a quattro diversi tavoli per mettere in circolo le idee. A ciascun tavolo corrisponderà uno dei quattro argomenti, con un moderatore che avrà il compito di guidare la discussione, mantenere fede agli obiettivi e presentare in seduta plenaria i risultati. --Walter Musizza

Corriere della Sera | 12 Novembre 2019

p. 25

La prima edizione dei “Cook Awards” ha celebrato 5 personaggi e il loro impegno

Caterina Ceraudo, Giuseppe Monti, Anna Kauber, Carla Lalli Music e Michele Lazzarini. Cinque persone con storie e provenienze completamente diverse, ma unite da un filo conduttore: l’impegno nei confronti del cibo. Significhi questo cucinare in modo eccelso in una terra per certi versi difficile, la Calabria, come da anni fa la 32enne Ceraudo nel suo «Dattilo», ristorante stellato in provincia di Crotone, o dare lavoro ai rifugiati sulle Dolomiti, missione di Giuseppe Monti con i suoi cuochi migranti al rifugio Carducci. O, ancora, raccontare la vita delle donne pastore in Italia, impresa in cui si è lanciata la regista Kauber con il documentario In questo mondo. La food director di Bon Appétit Carla Lalli Music sta riavvicinando le famiglie ai fornelli con il suo libro di ricette facili, accessibili e non pretenziose Where cooking begins. Mentre lo chef 28enne Michele Lazzarini è riuscito, nella brigata di Norbert Niederkofler al «St Hubertus», a spingere la tecnica così in là da poter rinunciare, in un grande ristorante tristellato, a tutti gli ingredienti che non siano di montagna. Eccoli i destinatari dei «Cook Awards», i riconoscimenti che il Corriere della Sera e la sua rivista mensile Cook hanno assegnato ieri sera alla Palazzina del Teatro Franco Parenti, a Milano. Un debutto per questa iniziativa, realizzata in collaborazione con Caffè Vergnano, Levoni e Zonin1821, nata per scovare non solo tra gli chef ma anche tra i giornalisti, i food writer e i produttori coloro che attraverso la gastronomia creano cultura, consapevolezza e condivisione. I nomi prescelti si sono aggiudicati il riconoscimento in cinque diverse categorie: «Donne del cibo» (Caterina Ceraudo), «Progetto sostenibile» (Giuseppe Monti), «Food reporting» (Anna Kauber), «Libri di cucina» (Carla Lalli Music), «Chef novità dell’anno» (Michele Lazzarini). E sono emersi dopo un lungo percorso di selezione, un processo di oltre tre mesi che ha coinvolto la redazione di Cook, una prestigiosa giuria (in ordine alfabetico: Irene Berni, food writer, Marco Bolasco, direttore area enogastronomia di Giunti, Lucio Cavazzoni, cofondatore di Good Land, Massimo Donà, filosofo, Anissa Helou, chef e food contributor per il Los Angeles Times e il Guardian, Fabrizia Lanza, direttrice della Anna Tasca Lanza Cooking School, Marella Levoni, direttore comunicazione Levoni, Carlo Petrini, presidente di Slow Food, Mimi Thorisson, food writer, Carolina Vergnano, owner Caffè Vergnano, Francesco Zonin, vicepresidente Zonin1821) e i lettori. Sono stati loro, infatti, dopo aver mandato centinaia di email con le segnalazioni dei propri candidati preferiti per ogni categoria, ad avere l’ultima parola sui destinatari dei riconoscimenti votando i profili più graditi sul sito corriere.it/cookawards. I voti arrivati sono stati 20 mila, un vero successo per questa prima edizione dei «Cook Awards»: segno che attorno ai finalisti e alle loro storie si è creata una vera e propria comunità di supporter. Con l’occasione si è anche celebrata la festa di Cook, il mensile food del Corriere che ha appena compiuto un anno e che è stato celebrato sul palco: oltre 50 le interviste pubblicate in 12 mesi, oltre 700 le ricette, centinaia gli articoli informativi su tendenze, indirizzi, tecniche. «Il mondo del cibo — ha detto durante la cerimonia il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana — tocca tanti argomenti. Uno su tutti è la sostenibilità: progettare un futuro che sia rispettoso dell’ambiente e della società è la sfida più complessa che abbiamo davanti, e la gastronomia può dare molti spunti in merito».

I riconoscimenti Dalla chef stellata in Calabria al rifugio sociale sulle Dolomiti, la festa delle storie «L’ambito della cucina — ha aggiunto il presidente e amministratore delegato di Rcs Urbano Cairo — è straordinario e pieno di sfaccettature. Dall’azzeramento degli sprechi alla ricerca gastronomica, è spesso sinonimo di impegno». L’editore, a margine della serata, ha annunciato di «essere fiducioso per il futuro del gruppo: vedo tante aziende che utilizzano la stampa periodica e i quotidiani nel modo giusto, con frequenza, con investimenti di una certa entità che hanno risultati importanti. Penso si possa invertire la curva spiegando meglio la grande utilità che hanno i nostri giornali». Sul palco si sono alternati anche alcuni dei più importanti chef italiani, da Massimo Bottura a Norbert Niederkofler, da Niko Romito a Enrico Bartolini, da Davide Oldani ad Andrea Berton, da Alessandro Borghese ad Andreas Caminada, da Pino Cuttaia a Giancarlo Perbellini, da Antonia Klugmann a Ugo Alciati. «La cucina italiana, tra innovazione e collegamento con il territorio, vive un momento storico molto felice, che attira appassionati e turisti specializzati», hanno detto in coro gli chef. Che, sempre di più, hanno anche un ruolo sociale: tra i 30 finalisti italiani e stranieri c’era, infatti, chi aiuta i malati di cancro a preparare piatti gustosi anche per le proprie papille rovinate dalla chemio, chi ha aperto un caffè e una panetteria in un campo profughi in Iraq per dare speranza e lavoro alle donne, chi a Londra insegna il mestiere dietro ai fornelli ai migranti. « I Cook Awards — ha concluso la responsabile editoriale di Cook Angela Frenda — hanno raccontato con questa carrellata di volti il meglio del food: la capacità, cioè, di chi lavora con il cibo di fare qualcosa che trascende il semplice piatto. Creando reti virtuose tra territori e persone».

Corriere delle Alpi | 13 Novembre 2019

p. 28

Cook awards, ai canederli di Bepi Monti il premio nazionale "progetti sostenibili"

IL PREMIO Gianluca De Rosa Prestigioso riconoscimento per il gestore del rifugio Carducci, Giuseppe Monti, incoronato dal "Corriere della Sera" come vincitore della rassegna culinaria Cook awards nella categoria "progetti sostenibili" . Un successo partito da lontano, che si fonda sui canederli, ma soprattutto su accoglienza ed amicizia. Per una sera, Bepi Monti si è ritrovato a Milano seduto fianco a fianco con i migliori chef d'Italia. Davide Oldani o Massimo Bottura, giusto per citarne alcuni.Una serata, dal risvolto mondano, trascorsa sotto i riflettori della movida meneghina senza però perdere mai di vista "l'essenza" della vita di montagna.«Abbiamo chiuso un cerchio», 4

racconta il diretto interessato, «tutto nasce nell'inverno tra il 2014 ed il 2015 quando abbiamo dato vita al progetto "Dolomiti senza confini". Da lì sono arrivate, a catena, una serie di novità ed iniziative che ci hanno portati fin qui. Il rifugio Carducci resta un luogo di amicizia ed accoglienza».A celebrare la bellezza del rifugio Carducci ci ha pensato, nel corso della serata di premiazione, il direttore del "Corriere della Sera", Luciano Fontana, che ha svelato ai presenti di aver visitato, pranzando, la struttura situata nel cuore della val Giralba ai piedi della Croda dei Toni a 2. 297 metri d'altezza. Luogo dove Monti prepara i suoi famosi canederli, alle erbette o allo speck e burro fuso, considerati dalla giuria Cook awards come "i migliori di tutti i rifugi d'alta quota".Non solo canederli, però. Perché dietro la gestione del Carducci si cela un progetto di accoglienza che passa inevitabilmente da Sekou Samateh, migrante diciottenne che, fuggito dal Gambia, ha trovato ospitalità e soprattutto lavoro alla corte di Bepi Monti dove ha dato vita al suo sogno: diventare un panettiere.«La montagna è luogo di incontro ed amicizia, non certo una barriera», ricorda Monti, «abbiamo lanciato il progetto "Dolomiti senza confini" nel centenario della fine della Grande guerra, realizzando lungo quelli che un tempo erano luoghi di combattimento e morte, una lunga concatenazione di vie ferrate in grado di unire l'Italia e l'Austria».Tornando alla serata milanese organizzata nell'ambito dell'iniziativa, alla prima edizione, denominata Cook awards (e collegata al mensile Cook), cinque sono stati i novelli chef ad essere premiati: con Bepi Monti, la calabrese Caterina Ceraudo, Anna Kauber, Carla Lalli Music e Michele Lazzarini.Ognuno di loro con una storia diversa alle spalle, che spazia lungo tutto lo Stivale.Alla kermesse, che ha festeggiato i 12 mesi di vita del mensile, hanno partecipato i migliori e più rinomati chef d'Italia: Oldani e Bottura, ma anche Alessandro Borghese, Niko Romito, Norbert Niederkofler, Antonia Klugmann, Ugo Alciati, Pino Cuttala, Andrea Berton, Andreas Caminada e Giancarlo Perbellini. «Molti di loro hanno chiesto informazioni sul Carducci e sulle attività che portiamo avanti da tempo», ha raccontato entusiasta Bepi Monti, «abbiamo parlato di progetti futuri e di nuove iniziative che spero davvero potranno essere realizzate concretamente». -- BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Gazzettino | 13 Novembre 2019

p. 15 edizione Belluno

Il Cook Award a Monti Fabbro «senza confini»

AURONZO Il rifugio Carducci campione di sostenibilità. Lunedì, a Milano, il gestore Giuseppe Monti Fabbro è stato premiato ai Cook Awards 2019, concorso nazionale istituito dalla rivista Cook (mensile di cucina del Corriere della Sera) e pensato per valorizzare i talenti del mondo del food più meritevoli, ovvero quei professionisti che hanno ben chiaro quanto il cibo non sia solo un piatto, o un ingrediente, ma un sistema. Il rifugio auronzano ha vinto nella categoria Progetto sostenibile, superando nelle preferenze della giuria altri 4 finalisti selezionati per i loro progetti solidali in tutto lo Stivale. Queste le motivazioni che avevano portato alla candidatura del Carducci: Giuseppe Monti Fabbro insegna ai giovani migranti a cucinare, portandoli nella sua cucina a 2297 metri di quota. Il rifugio è tra i protagonisti del progetto Dolomiti senza confini, iniziativa nata dal sogno che le Dolomiti non siano più una barriera, ma un luogo d'incontro e amicizia. Al rifugio lavora infatti Sekou Samateh, diciottenne gambiano giunto in Italia nel 2017 e impegnato al Carducci come aiuto cuoco, addetto in particolare a preparare il pane. Monti Fabbro è stato accolto sul palco degli Cook Awards dagli chef tristellati Norbert Niederkofler e Massimo Bottura e si è presentato alla premiazione indossando con orgoglio la maglietta con il logo di Dolomiti senza confini. Applauditissimo il suo intervento nel quale ha riassunto la filosofia che anima l'attività del Carducci: Il fatto che le Dolomiti siano state elette patrimonio Unesco dell'umanità, mi ha dato lo spunto per vederle non più come una barriera, ma come un luogo di incontro e di amicizia. C'è stato poi il centenario della Grande Guerra e pensando alla follia di quel conflitto abbiamo realizzato sui luoghi della guerra un percorso di pace che collega ben 12 ferrate. Tutto ciò ha avuto un grande riscontro a livello internazionale portando sulle nostre montagne tantissima gente. Pensare le Dolomiti come luogo di amicizia tra i popoli è significato accogliere nello staff Sekou che ha contribuito ai successi della cucina diretta da Monti Fabbro e dal suo giovane socio Alessio Parinello. Tra i premi che più mi hanno fatto piacere c'è stato quello ricevuto dalla rivista tedesca Bergsteiger, pubblicazione per appassionati di montagna: hanno ritenuto i nostri canederli i migliori delle Dolomiti, racconta Monti Fabbro. Il rifugio Carducci è noto tra gli escursionisti golosi per le sue ricette tradizionali, tra cui spiccano appunto il tris di canederli e i canederli all'ortica con ripieno di gorgonzola, crema di formaggi e noci. Andrea Ciprian

p. 23

"InAlto", rifugio con vista da Col Margherita

Francesco Dal Mas FALCADE Si chiama "InAlto" il nuovo rifugio che dominerà il Col Margherita, straordinaria terrazza naturale situata a quota 2.514 metri, a cavallo fra Trentino e Veneto nella Ski area San Pellegrino. La location è adiacente alla stazione a monte della funivia. Il locale, con ampie vetrate panoramiche, offre un punto di vista privilegiato sulle principali cime dolomitiche.«"InAlto" è parte del progetto di promozione del nostro territorio che merita di essere visitato e apprezzato tutto l'anno», afferma Mauro Vendruscolo, presidente della Ski area San Pellegrino, «"InAlto" completa il panorama di offerte della Ski area San Pellegrino, rendendo fruibile a tutti un'esperienza unica, a 2.514 metri di altitudine. Recuperando la struttura esistente a monte della funivia, l'abbiamo resa meno impattante e più integrata con il paesaggio dolomitico che si erge di fronte. La scelta dei materiali e le ampie vetrate creano un tutt'uno con il paesaggio che la splendida terrazza naturale del Col Margherita offre in ogni stagione"». Dal rendering appare sicuramente una struttura avveniristica, lontana dai canoni dei rifugi alpini. E questo non mancherà di far storcere il naso a qualcuno."InAlto" e il Col Margherita sono il punto di partenza ideale per chi ama sciare. Sui manti nevosi che scendono a valle si snoda per 2. 400 metri la pista nera de La VolatA con 630 m di dislivello e muri che sfiorano pendenze del 50%. Altrettanto belle e panoramiche sono le due piste rosse, Col Margherita e Col Margherita-Lago Cavia. Meno impegnativo ma non meno affascinante il percorso della pista Le Caviette, che scende per 3 km più dolcemente ed è davvero alla portata di tutti. Chi ama lo slow ski può invece lasciarsi trasportare dalle magiche atmosfere della pista degli Innamorati che giunge fino a Falcade. Un itinerario che mostra in tutta la sua bellezza la Marmolada e le Cime del Focobon, tra boschi puntinati di caratteristiche baite di legno. Proprio questo romantico percorso sarà protagonista il giorno di San Valentino (14 febbraio 2020) di una delle tappe di "Trentino SkiSunrise", l'evento che permette di sciare all'alba per ammirare il sole che sorge tra le cime. L'appuntamento è alle 6. 10 presso la funivia Col Margherita, nella Ski Area San Pellegrino. Tornando al nuovo rifugio, i lavori sono praticamente in dirittura d'arrivo, anche se le recenti nevicate hanno certamente dato un po' di fastidio. L'apertura è prevista per metà dicembre. Il rifugio nasce dal recupero della struttura esistente a monte della funivia Col Margherita che è stata resa meno impattante e più integrata con il paesaggio.

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