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NOTIZIE DAL CAI
attendono il parere del ministero dell'ambiente. «Per quanto riguarda i nostri progetti illustra Vigne -, abbiamo il centro visitatori della Valle Imperina, pian Falcina, il centro Rossi a Belluno e la sostituzione dei mezzi del Parco con altri ibridi». Vigne, nonostante non ci sia il direttivo, ha voluto dare un'accelerata a tanti progetti per far si che si possano velocemente chiudere alcune progettualità che evidentemente sono fondamentali per lo sviluppo turistico e non del territorio. L'ATTIVITA' Da sempre Vigne è una persona del dialogo e della condivisione. Proprio per questo, una delle prime cose ha fatto nel momento in cui è stato nominato, è stato quello di stringere alleanze e relazioni. Si è quindi interfacciato con la Regione del Veneto, ha aperto il tavolo con Dmo fondazione Gal consorzi turistici, ha aperto il tavolo con il Cai e il tavolo con Veneto agricoltura. «Ora facciamo quello che possiamo poi, quando avremmo tutti i membri del direttivo, ognuno seguirà temi specifici e i tavoli potranno quindi lavorare ancora più intensamente» chiude il commissario.
Corriere delle Alpi | 29 Novembre 2019
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Il Cai celebra il mezzo secolo dell'Alta via 2
Il Cai celebra i 50 anni dell'Alta via 2 oggi alle 20,30 all'auditorium canossiano. Parlano Ennio De Simoi (presidente Cai Feltre), Renato Frigo (presidente Cai Veneto), Ester Cason Angelini (fondazione Angelini), Carlo Barbante (università di Venezia), Cesare Lasen (Fondazione Dolomiti Unesco), Ennio Vigne (Parco), Diego Cason (sociologo), il sindaco Paolo Perenzin, Ivano Tisot (protagonista con Louis Pillon della prima attraversata nel 1969), Alessandro Tenca (associazione gestori rifugi alpini del Veneto) e gli ultra-trail runner Alessandro Bertelle, Ivan Giordano e Massimiliano Calcinoni. La serata è ideata e condotta da Lucio Dorz e Teddy Soppelsa.
Trentino | 6 Novembre 2019
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Finiti i lavori alla ferrata "Bocchette Centrali"
VAL RENDENA Sono giunti al termine i lavori di manutenzione straordinaria della Sat alle attrezzature della conosciutissima via ferrata delle "Bocchette Centrali" sulle Dolomiti di Brenta. Le manutenzioni sono state eseguite in breve tempo e previste in un periodo dell'anno che non penalizzasse troppo la frequentazione. Dal 20 settembre scorso ad oggi infatti le due ferrate Oliva Detassis e Bocchette Centrali erano inagibili, mentre da qualche giorno uno dei tracciati più scenografici e frequentati delle Dolomiti di Brenta è ufficialmente approntato in termini di opere manutentive realizzate. Con la neve appena caduta in quota è dunque rimandata al prossimo anno la frequentazione da parte degli escursionisti di queste ferrate storiche, dove nella bella stagione l'afflusso di persone è così alto da creare veri e propri ingorghi, soprattutto nei passaggi più esposti. Si conclude così questa prima tranche di manutenzioni straordinarie sulle vie ferrate del Brenta. Realizzati tra il 1936 ed il 1968, i tracciati delle due ferrate Oliva Detassis e Bocchette Centrali oggetto delle manutenzioni autunnali, hanno uno sviluppo complessivo di 4.040 metri e sono attrezzate con funi per circa 950 metri complessivi.
Corriere delle Alpi | 8 Novembre 2019
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La sezione del Club alpino investe sui suoi rifugi
Raffaele Scottini FELTRE Il Cai di Feltre cresce e continua a investire sui propri rifugi per il miglioramento delle strutture in quota al servizio dei fruitori della montagna. Tempo e impegno da parte della sezione sono stati dedicati quest'anno a predisporre la documentazione tecnica (interessati il Parco delle Dolomiti, Demanio, Regione e Comuni) per interventi da realizzare concretamente nel 2020. A primavera 17
sono infatti in cantiere il consolidamento della vasca di accumulo della sorgente Fontanel al Dal Piaz, per evitare che scivoli a valle, e il rifacimento dell'impianto fotovoltaico al Boz. SOCI Nel 2019 la sezione è cresciuta di 214 soci (più 8, 4 cento rispetto al 2018), raggiungendo il ragguardevole numero di 2750 iscritti. «Nell'ultimo biennio è la sezione Cai d'Italia cresciuta di più (più 450 iscritti) e oggi si colloca tra le quindici più grandi sezioni d'Italia sulle oltre 500 presenti nel Paese», dice il presidente del Cai di Feltre Ennio De Simoi. «C'è un rinnovato interesse per la sezione. Non saprei quale sia la molla, sono tante sfaccettature che portano al risultato. Sono diversi i giovani che si avvicinano e questo fa ben sperare per il futuro».«Andiamo anche nelle scuole», dice De Simoi, «nell'ambito del progetto "Montagna amica e sicura" per fare informazione. Vengono effettuate anche uscite sul territorio con gli studenti e ogni anno c'è sempre più adesione da parte delle scuole di ogni ordine e grado».Nei prossimi giorni i soci riceveranno una lettera per comunicare loro che il tesseramento 2020 inizierà il 19 novembre, con rinnovo possibile anche nei vari recapiti sparsi nel territorio, tra cui si è aggiunto il bar ristorante di Ponte Serra. «Il 2020 poi sarà un anno particolarmente impegnativo per il consiglio direttivo», rilancia De Simoi, «perché dovranno essere delineati i programmi per la ricorrenza del primo centenario di fondazione della sezione nel 2022». RIFUGI «Nel nuovo anno sono previsti importanti e impegnativi investimenti: 60 mila euro al rifugio Boz per il rifacimento e potenziamento dell'impianto fotovoltaico e 25 mila euro al Dal Piaz per il consolidamento della cisterna e il potenziamento dell'acquedotto dove possibile», annuncia il presidente del Cai di Feltre. «Questi investimenti sono resi possibili grazie a finanziamenti del Cai centrale, del Parco delle Dolomiti e dalla capacità di investimento della sezione grazie alla sottoscrizione del bollino di tante persone. Sempre più gente è infatti consapevole del ruolo svolto dal Club alpino italiano nella fruizione in sicurezza della montagna per tutti gli appassionati, con sentieri sempre sottoposti a manutenzione e la presenza di rifugi e bivacchi in quota lungo i percorsi più frequentati. Nel periodo 2016-19 abbiamo speso tra sentieri e rifugi oltre 100 mila euro». CURA DEL TERRITORIO I sentieri sono tornati tutti percorribili. «Dopo Vaia, soprattutto nel territorio dei monti del Sole e in alcune zone della val Canzoi sono cadute ancora tante piante», spiega Ennio De Simoi, «per cui abbiamo dovuto rifare la manutenzione dove già fatta». -- BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Gazzettino | 16 Novembre 2019
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Il Cai Belluno "riapre" la Schiara «Solo due sentieri sono chiusi»
Francesco Saltini BELLUNO Un'estate di grande lavoro per il Cai Belluno, lungo i 93 chilometri di sentieri che attraversano la Schiara in lungo e largo. Un intervento infinito per provare a sistemare ciò che la tempesta Vaia aveva devastato: «È stata dura», commentano il presidente Sergio Chiappin e il suo predecessore Alessandro Farinazzo, «ma la missione estiva è stata portata a termine».Un duro lavoroA fine stagione, nella parte sud della Schiara erano percorribili tutti i sentieri ad eccezione di due: il "509", quello che porta prima a Forcella Cirvoi e poi a Pian de Caiada, e il "506" verso la Forcella Monpiana. «Nel primo caso», prosegue Chiappin, «abbiamo preferito posticipare l'intervento al 2020, visto che Pian de Cajada può essere raggiunta attraverso un altro sentiero; nel secondo, invece, ci siamo visti costretti a rimandare i lavori, visto che i danni erano rilevanti e non dovuti soltanto a Vaia; in passato infatti, si erano già verificati schianti di grossi alberi e frane lungo il sentiero. Nella parte nord, invece, dobbiamo ancora sistemare il sentiero della Val Vachera e qualche punto lungo la strada che dal rifugio Bianchet porta a forcella Nerville».Quando parliamo di sentieri resi percorribili, significa che il Cai Belluno ha aperto dei varchi sezionando gli alberi caduti e ha sistemato la tabellazione e la segnaletica orizzontale: «Soprattutto nella valle del Rui Fret abbiamo dovuto faticare tantissimo e il lavoro non è ancora finito. Il prossimo anno, infatti, oltre a riaprire quelli che non sono ancora percorribili, dovremo intervenire nuovamente su tutti i sentieri per migliorarli e renderli sempre più sicuri».Fondamentali i tanti volontari che hanno dato la propria disponibilità durante l'estate: «Noi del Cai siamo scesi in campo con i circa 15 elementi che compongono la commissione sentieri», sottolinea Chiappin, «ma una grande mano ci è venuta, oltre che dalle condizioni meteo favorevoli, anche da associazioni e persone che hanno a cuore la valle dell'Ardo, in primis la gente di Bolzano Bellunese e dintorni. Ma il nostro grazie va anche all'Ente Parco, al Comune di Belluno con l'assessore Giannone, ai Carabinieri Forestali e all'Unione montana».Le ferrateRecentemente il consigliere comunale Fabrio Rufus Bristot ha sottolineato, con una interrogazione, come le condizioni delle ferrate della Schiara non siano delle migliori. «Le ferrate sono quattro», dice Farinazzo. «La "Zacchi" e la "Berti" sono in condizioni perfette. Per la "Marmol", invece, è pronto un finanziamento del Fondo per i Comuni di Confine, all'interno del progetto per la riqualificazione delle Alte Vie. La "Marmol", unica ferrata dell''Alta Via numero 1, necessita di essere sistemata e adeguata ai moderni criteri di sicurezza. Infine, c'è la "Sperti", al momento inagibile per i distacchi di alcuni chiodi. In questo caso l'ente preposto alla sistemazione è l'Unione Montana, che il prossimo anno dovrebbe portare a termine la sistemazione, con l'ausilio di alcune guide alpine». Il futuro del Cai Il 2020 sarà l'anno delle elezioni: «Noi ci faremo da parte, ora tocca ai più giovani», dicono in coro Chiappin e Farinazzo. «A marzo ci saranno le elezioni, con il rinnovo dell'intero consiglio, a partire dal presidente. Resteremo nel Cai come soci, pronti a mettere la nostra esperienza al servizio di chi dirigerà il club». Per concludere un cenno sulla Gusela del Vescovà, il simbolo della Schiara. Tanti gli allarmi per la sua stabilità, ma Chiappin