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Passione e ambizione
Essere donna ti ha creato delle difficoltà nell’ambiente sportivo? Quali e come le hai gestite? Ricordi un episodio particolare?
In realtà non tantissimo. L’atletica è uno sport abbastanza democratico che dà pari opportunità a ragazzi e ragazze nell’esprimersi. Da piccola mi capitava spesso il confronto con i maschietti che mi stimolava molto di più rispetto a quello con le mie coetanee ma, crescendo, ho cominciato ad apprezzare la diversa fisiologia. Comunque il mio allenatore preferisce allenare le femmine rispetto ai maschietti, quindi, è un punto a mio favore. Quello che apprezzo sempre meno è la grande oggettificazione del corpo femminile, rispetto a quello maschile, ma questo è un discorso di più ampio respiro.
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Invece, il fatto di provenire da un altro Paese?
Provenire da un altro paese in verità mi ha spalancato porte perché l’etnia africana è considerata apparentemente favorita dal punto di vista delle doti atletiche. Questo, in realtà, ho scoperto essere un piccolo mito perché quello che fa la differenza a lungo andare è l’impegno, la costanza e il lavorare bene; di talento ne è pieno il mondo.
Che emozioni ti dà il fatto di essere campionessa europea?
È un sogno che ho inseguito per due anni durante la mia carriera giovanile e al momento giusto, al di là delle mie aspettative e congetture, si è realizzato. È stato una gran bella soddisfazione chiudere così in bellezza la parte giovanile della mia carriera.
Quando hai raggiunto il tuo obiettivo te ne sei imposta un altro? Se si quale? Oppure che cosa hai fatto?
Quello che ho realizzato fino ad ora sono stati dei piccoli obiettivi lungo un ideale percorso di crescita lungi dall’essere al termine. Dopo una vittoria e la grandissima esaltazione che ne deriva cerco di ri-usarla come motivazione per caricarmi per il prossimo obiettivo. Sono nella categoria senior ormai da qualche anno e vincere non è così facile o scontato come prima; anzi si lavora il doppio per migliorare il proprio personale anche di pochi centesimi.
Quanto quello che fai è ambizione e quanto invece, è passione? Che cosa pensi della parola improvvisazione?
Credo siano molto intrecciate nel mio caso, anzi si alimentano a vicenda: l’ambizione alimenta la mia passione come la passione spinge continuamente la mia ambizione. Per me vuol dire lanciarsi di corsa verso un ostacolo senza avere chiara idea se lo scavalcherò con la gamba destra o sinistra o quanti passi farò in mezzo tra gli ostacoli. Può finire bene o non molto bene.
Data dell’intervista: 8/05/2020 Modalità di realizzazione: via mail Intervistatori: Alzif Yassire, Trainotti Roberto Istituto: Liceo Antonio Rosmini Rovereto Classe: 1 Sezione: EM Scienze applicate