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La disabilità dagli occhi di un professore
Parlaci un po’ di te...
Sono Daniele Selva, insegnante di Religione dell’ITT Marconi di Rovereto e vivo a Vicenza. Sono sposato, ho due figlie grandi e collaboro con varie associazioni e varie realtà. Sono portatore di una disabilità dovuta ad una malattia muscolare.
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Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Tempo libero a dire il vero non ne ho molto, sono infatti molto impegnato con la scuola nelle videoconferenze e nelle attività didattiche. In famiglia poi, svolgo varie mansioni. Nel tempo libero mi piace comunque leggere, suonare la chitarra e comporre delle canzoni. In questo periodo di quarantena amo trascorrere del tempo con i miei familiari, parlando del più e del meno o facendo giochi di società. Mi piace anche guardare la televisione. Mi interessano soprattutto le trasmissioni culturali come ad esempio i programmi della RAI di Alberto Angela.
Ti reputi abbastanza indipendente e autonomo?
Si, grazie a Dio non ho una disabilità troppo grave. Questo mi permette di avere una vita autonoma, anche se, avendo delle difficoltà motorie, devo camminare con l’ausilio di un bastone. A volte ho problemi di equilibrio ma questo non mi impedisce di avere una vita autonoma. Per fare le cose di tutti i giorni come ad esempio vestirmi, impiego un po’ più tempo delle altre persone, ma riesco comunque a gestire la quotidianità. Riesco a svolgere bene anche il mio lavoro.
Come ti sembra stia affrontando la politica italiana il tema disabilità?
Secondo me, ma su questo concordano i membri di varie associazioni, il problema della disabilità non è stato affrontato dalla classe politica con serietà. Le spese sanitarie sono state infatti drasticamente ridotte ed anche i fondi destinati alle varie associazioni sono stati dimezzati. Quindi c’è ancora molta strada da fare, soprattutto riguardo all’integrazione dei disabili nelle attività lavorative. Fatti, non parole. Ci sono per fortuna molte associazioni di volontari che colmano parzialmente le mancanze della politica. Le mie difficoltà comunque restano, ad esempio, per spostarmi molte volte utilizzo il treno. Non tutti i treni sono però livellati al piano terra e presentano scalini insormontabili. Ci vorrebbero maggiori investimenti per eliminare le barriere architettoniche.
Appunto, le barriere architettoniche: ti capita spesso di incontrarne nella tua quotidianità?
Le barriere ci sono, basta vedere certe strade o certi scalini. Molte volte però i problemi vengono creati dalle persone. Ti cito un esempio: un giorno stavo andando all’ospedale per fare le analisi del sangue e un’automobile aveva occupato il posto dei disabili, tra l’altro invadendo anche la rampa per le carrozzine. Io sono per fortuna riuscito ad aggirare l’ostacolo ma un disabile in carrozzina non ci sarebbe sicuramente riuscito. Ci vogliono quindi sia la responsabilità di chi fa le strutture ma anche il rispetto dei cittadini.
Hai ancora qualche sogno che ti piacerebbe realizzare?
Beh, sogni nella vita ce ne sono sempre, la vita ne è sempre piena e non si finisce mai di sognare e di desiderare. Ad esempio sarebbe un mio desiderio fare un viaggio con la mia famiglia nelle zone del Nord Europa magari anche raggiungendo capo Nord. Il sogno più bello che ho nel cassetto è però il seguente: che nonostante tutte le difficoltà che il mondo sta attraversando in questo periodo storico, l’umanità si volgesse verso un atteggiamento di solidarietà e fraternità, ricercando il bene comune. A tal riguardo vorrei citarti una riflessione di Luis Sepúlveda, morto qualche giorno fa, autore del famoso film d’animazione “La gabbianella e il gatto”. Questa frase sembra proprio corrispondere al desiderio che ho nel cuore: “Mi considero un sognatore, ho pagato un prezzo abbastanza alto per i miei sogni ma sono così belli, pieni, intensi che ogni volta tornerei a pagarli. Credo che non ci sia sogno più bello di un mondo dove il pilastro fondamentale dell’esistenza è la fratellanza, dove i rapporti umani sono basati sulla solidarietà, un mondo dove siamo tutti d’accordo sulla necessità della giustizia sociale e ci comportiamo di conseguenza. I miei sogni sono irrinunciabili, testardi e resistenti”. Vorrei proprio che questi sogni diventassero realtà anche con l’aiuto di ciascuno di noi.
Data dell’intervista: 24/04/2020 Intervista realizzata mediante videochiamata Intervistatore: Vettorazzo Nicola Istituto: Liceo Antonio Rosmini Rovereto Classe: 4 Sezione: DM Scienze applicate