2 minute read
Inclusione in classe: l’insegnante di sostegno
Intervista a KATIA ARMANI, docente di sostegno dell’istituto comprensivo Dante Alighieri Sant'Ambrogio di Valpolicella
Ci può dare qualche informazione su di lei?
Advertisement
Ero un’insegnante di educazione fisica, quando mi è arrivata la proposta di seguire alunni affetti da disabilità e disturbi della personalità. Fin dal primo alunno seguito questa mia ‘prova’ è diventata una passione in quanto mi sono molto affezionata a quel ragazzo. E infatti è proprio questo che rende speciale questo ruolo, la relazione con gli alunni, che è tanto speciale quanto fondamentale.
Dunque, come si applica l'istituzione ‘Scuola’ per sostenere la didattica per una persona con disabilità?
La scuola può aiutare questi alunni in vari modi. Uno dei più importanti è sicuramente l’ambiente classe. Facilmente gli alunni disabili sono timidi e insicuri con le persone intorno a loro, cosa che si trasmette nella resa scolastica, mentre farli sentire parte del gruppo, protetti e capiti li stimola ad impegnarsi di più e ad avere meno dubbi sul tema che stanno scrivendo come sull’equazione che stanno risolvendo. Inoltre è molto importante che l'insegnante non sia autoritario, bensì autorevole sempre per evitare che l’alunno sviluppi insicurezze.
Come viene seguito uno studente con disabilità?
Ad affiancare la scuola ci sono anche altre istituzioni come gli psicologi. Negli anni la scuola è stata oggetto di molte riforme e in particolare l’approccio con studenti di disabili è stato positivamente stravolto. All’inizio l’insegnante di sostegno serviva per portare fuori dalla classe lo studente che dava fastidio, mentre al giorno d’oggi l’insegnante è visto come un vero e proprio docente, allo stesso livello dei colleghi e l’alunno non viene più mandato in giro, bensì viene tenuto il più possibile in classe.
Gli insegnanti di sostegno sono circondati da pregiudizi, lei cosa ne pensa?
Sicuramente ci sono insegnanti non adeguatamente preparati per il ruolo e che l’hanno scelto come ripiego, ma un’insegnante che si impegna nel suo lavoro è sempre adeguatamente gratificata dai colleghi e soprattutto dalle famiglie. Inoltre un’insegnante di sostegno può cogliere certi aspetti all’interno di una classe che sfuggono agli altri colleghi, per il semplice motivo che, mentre un insegnante di italiano passa sei ore nella classe, il docente di sostegno ne passa ben diciotto.
Parlando di attualità, come è stata adattata la didattica a distanza agli alunni con disabilità?
Beh, se la didattica per un alunno disabile era complicata in precedenza, ora è sicuramente molto più difficile. Come tutti, anche noi insegnanti di sostegno abbiamo iniziato a fare videolezioni, talvolta pure con dei compagni di classe, ma per poter far acquisire l’apprendimento è diventata essenziale, nei casi di disabilità maggiore, la presenza di un genitore a cui bisogna spiegare man mano cosa fare, il che rende le cose molto più scomode soprattutto per l’alunno.
Data intervista: 23/04/2020 Modalità: Videochiamata Intervistatore: Mascanzoni Federico Istituto: Liceo Antonio Rosmini Rovereto Classe: 4 Sezione: DM Scienze applicate