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Percezioni diverse

Innanzitutto, perché hai deciso di lavorare con persone disabili?

Io faccio la maestra, e quest’anno mancavano delle maestre nella scuola in cui lavoro, io avendo la specializzazione per bambini con disabilità, ho chiesto di poter prendere come incarico questo posto. Sapendo delle condizioni del bambino, sono stata invogliata a prendere questo lavoro come una sfida e devo dire che è stata una bella esperienza. Lavorare con le “difficoltà” in generale è una bella sfida.

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Pensi che la disabilità sia conosciuta abbastanza o pensi che alcune persone vogliano evitarla?

Secondo me ci sono tante persone che hanno paura, hanno pregiudizi nei confronti di persone soggette a disabilità. Sarebbe davvero opportuno fare esperienze con queste persone, perché lasciano tanto, offrono tante riflessioni sia positive che negative, tanti interrogativi a cui rispondere.

Lavorare con persone disabili ha cambiato un po’ la percezione della tua vita? In che modo?

Sicuramente sì. Ci si fanno molte domande sul senso della vita, principalmente si riesce a dare importanza alle piccole cose, a dei piccoli miglioramenti a cui solitamente non si fa caso. Anche vedere e notare cose semplici, come piccoli progressi, fa gioire. Come per esempio vedere un bambino con queste difficoltà che riesce a fare una cosa che a noi sembrerà banale è in realtà un traguardo altissimo.

Hai mai provato emozioni facendo questo lavoro?

All’inizio l’emozione è stata fortissima, perché gestire un bambino disabile che non si muove e dipende al cento per cento da te risulta responsabilmente strano. Dopo primo giorno di lavoro con questo bambino, tornando a casa mi tremavano le mani. Quando passa un po’ di tempo si impara a conoscerli e ci si abitua. Diciamo che solitamente sono emozioni molto forti all’inizio, a primo impatto, soprattutto per qualcuno che non ha mai lavorato con le disabilità, dopo “ci si abitua”. Per fare questo lavoro sicuramente bisogna metterci tanta passione, tanta emotività e umanità, questi sono elementi importantissimi.

Cosa pensi di chi giudica queste persone?

Prima di giudicare bisognerebbe conoscere e fare esperienza, non solo con le persone disabili, ma con tutte. Quindi bisognerebbe provare a relazionarsi con persone con

disabilità e capire che lasciano tanto, molto più di altre persone. Devo anche dire che a volte non è facile. Se non si sente questa “vocazione” a volte può essere difficile soprattutto per l’impatto emotivo. É una esperienza bellissima anche per chi sta attorno. Peccato che ora siamo a casa e io non possa andare a scuola a lavorare con il bambino.

Data dell’intervista: 27/04/2020 Modalità di realizzazione: videochiamata Intervistatori: Mjlla Franetovich e Massimo Bertini Istituto: Liceo musicale e coreutico F. A. Bonporti Classe: 3 MB

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