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Di fronte al buio

Lei all’età di 20 anni si è trovat* di fronte alla diagnosi di retinopatia. Qual è stato l’impatto che ha avuto e come ha gestito la malattia?

Immediatamente dopo la diagnosi la sensazione che ho provato è stata di totale smarrimento e confusione. I primi tempi sono stati davvero difficili… ho attraversato un periodo nel quale ho dovuto prendere in esame la mia vita, e ci ho messo un po’ ad accettare la situazione. È stato impegnativo, e in determinati momenti lo è tuttora. Mi capita qualche volta di abbandonarmi allo sconforto o di avere una crisi, ma poi cerco sempre di riprendermi.

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Come si è evoluta la sua vita da quel momento in poi?

Ho dovuto abbandonare le mie passioni e le mie aspirazioni. Per me l’arte significava davvero molto, e ovviamente non ho potuto continuare per quel percorso. Lavoro come impiegat* per la Provincia ora, con l’aiuto della sintesi vocale utilizzo i diversi dispositivi elettronici. Non mi soddisfa, ma mi sono dovut* accontentare. Oggi comunque ogni tanto provo a dipingere, ma non ha più lo stesso significato che aveva allora. Ho dovuto anche avviare un processo di accettazione delle difficoltà e constatare che non potevo più essere totalmente autonom* e indipendente.

In che maniera sono cambiati i suoi rapporti con le persone nel tempo?

I miei rapporti sociali sono stati molto influenzati dalla mia malattia. Inizialmente, al momento della diagnosi, per un periodo ho provato totale repulsione nei confronti delle persone… Ponevo un muro tra me e chiunque altro. Non sopportavo l’idea di avere bisogno di aiuto inizialmente. Poi invece le relazioni non hanno fatto altro che migliorare, anzi, ad esempio non ho più avuto a che fare con il pregiudizio causato dall’aspetto fisico, e con il prossimo instauro un rapporto più profondo.

Data dell’intervista: 27/04/2020 Modalità dell’intervista: chiamata telefonica Intervista realizzata da Michela Gadotti Istituto: Liceo musicale e coreutico F. A. Bonporti Classe: 3 MB

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