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Imparare con la disabilità

Che lavoro fa e che rapporto ha il suo lavoro con il tema della disabilità?

Io dirigo un Istituto Comprensivo e il tema della disabilità è sempre presente nell’ambito scolastico. Non dobbiamo mai dimenticare che la scuola è di tutti ed è per tutti. Quindi la scuola deve garantire a tutti la possibilità di apprendere.

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Quanto spesso le capita di interagire con studenti con bisogni educativi speciali e quali sono le forme di disabilità più frequenti?

Io interagisco quotidianamente con i ragazzini con bisogni educativi speciali, come con tutti gli studenti. Spesso si ha una visione distorta del ragazzino disabile, incentrata sulla sua disabilità invece che sul suo essere prima di tutto una persona. Esistono bisogni educativi speciali di tipo molto diverso: c'è chi ha una menomazione fisica, chi ha un ritardo cognitivo ma anche chi proviene da una famiglia povera culturalmente, che non ha gli strumenti culturali per accompagnare il proprio figlio in un percorso di crescita. Ecco, io vedo la scuola come lo strumento attraverso il quale è possibile garantire a tutti pari opportunità.

In che modo una disabilità può compromettere la possibilità per lo studente di proseguire i suoi studi e come e con quali mezzi si può dare loro la possibilità di imparare?

Una disabilità potrebbe costituire un ostacolo per lo studente, ma negli ultimi anni la società ha lavorato molto in questa direzione, tanto che quasi tutti gli studenti possono oggi seguire un corso di studi regolare. Ci sono però alcune disabilità che non permettono a un ragazzino di partecipare fisicamente alle lezioni e in tal caso è necessario trovare delle modalità che permettano anche a questi alunni di accedere a un contesto educativo, per imparare e per interagire con i coetanei. In questo contesto le tecnologie costituiscono un aiuto importante, ma il solo strumento non è sufficiente per garantire l’inclusione: servono volontà e consapevolezza. L'inclusione dovrebbe essere un obiettivo fondamentale per tutte le società.

È possibile in generale far integrare lo studente con BES con i suoi coetanei?

Non solo l’integrazione è possibile ma è doverosa: tutti i bambini di tutte le età hanno il diritto di interagire con i propri coetanei. L'integrazione o, meglio, l’inclusione, di tutti, dovrebbe essere uno degli obiettivi primari della scuola. Non dobbiamo mai dimenticare che i bisogni educativi speciali non riguardano sempre necessariamente gli altri. Tutti gli studenti hanno dei bisogni educativi speciali, alcuni sono più invalidanti, altri meno; ma quando pensiamo agli studenti nel loro percorso di crescita individuale non possiamo

ignorare i bisogni personali, le necessità speciali di ognuno. Io vedo la scuola come una microsocietà in cui sperimentare con successo i valori che stanno alla base della convivenza civile, a partire dal rispetto degli altri e della diversità di ogni tipo.

Lei pensa che avere uno studente affetto da una certa disabilità in una classe comprometta l'apprendimento per gli altri studenti o che debba invece essere visto come un’opportunità?

Davvero c’è ancora qualcuno in grado di pensare che avere in classe uno studente affetto da disabilità possa compromettere l'apprendimento degli altri studenti? Davvero c’è ancora chi è così miope e pensa di poter arrivare primo da solo? Lo studente disabile è una risorsa per tutta la classe, innanzitutto perché la presenza di un alunno disabile in classe relativizza i bisogni di tutti e poi perché quando si pensa allo studente disabile ci si ferma spesso a un’immagine stereotipata, non pensando che un disabile è prima di tutto una persona, una persona che ha una disabilità in un certo ambito, ma che, come ogni altro, ha abilità in altri: l’inclusione dovrebbe appunto puntare a valorizzare le diverse abilità di ciascuno.

Data dell’intervista: 28/04/2020 Modalità di realizzazione: Dal vivo Intervistatori: Luca Panizza Istituto: Liceo Antonio Rosmini Rovereto Classe: 4 Sezione: DM Scienze applicate

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