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Considerazioni sulle riviste cartacee
FOTOgraphia. Considerazioni sulle riviste cartacee
Sfogliare e leggere una rivista, specialmente se tratta di Fotografia, è sempre una esperienza immersiva.
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Siamo così tempestati da immagini e da slogan pubblicitari e politici che ci riempiono latestaimpedendoci quasi di pensare autonomamente, che una rivista, ben stampata e ben composta, è un’oasi per gli occhi e per la mente.
Possiamo finalmente concentrarci sugli argomenti trattati che sono di nostro interesse, trascurare altri che non ci sono affini, anche attraverso l’esperienza sensoriale con la carta e con le luci riflesse, potendo leggere, rileggere, saltare, confrontare, annotare, accantonare e riprendere secondo i nostri di ritmi... di tempi... di concentrazione.
Alcuni temi ci possono affascinare e il compendio immagini e testi esplicativi ci consente di entrare, di approfondire, di capire, di concordare o dissentire senza doverne forzatamente rendere conto, di corroborare le nostre opinioni e di farcene delle nuove. Insomma, di crescere individualmente.
In particolare, la rivista FOTOgraphia, sotto la direzione, la conoscenza e la competenza di Maurizio Rebuzzini, ci offre sempre spunti di riflessione atrecentosessantagradi sul mondo della Fotografia e delle Immagini. Nessun aspetto ne rimane escluso: alternativamente, vengono trattati aspetti che comunque hanno a che fare con il mondo delle immagini, trasformandola quasi in un trattato relativo alla “vita” con l’attuale, seppurvituperata, “civiltàdell’immagine” che ci inondae quasi ci sommerge, insegnandoci a navigare, a nuotare, a scegliere approdi e mete da raggiungere, a cercare porti sicuri.
Chiaramente, vengono inclusi servizi sull’attualità, fotografica e di vita, molto spesso si affrontalastoria, beninteso, non sem- plicemente della Fotografia, ma soprattutto dei nostri percorsi, degli eventi passati e delle commemorazioni in cui laFotografia ha documentato e persino sollecitato interventi.
Fare degli esempi potrebbe essere facile, basta scegliere fra i duecentoquarantotto numeri fin qui pubblicati, che, nel mio caso, sono ben allineati su un ripiano accessibile della libreria del mio studio. Peccato non avere un bel database degli argo- menti pubblicati con i relativi riferimenti, diventerebbe una an- tologia sempre pronta e sempre interessante da sfogliare.
Fantastici i servizi sulla Fotografia nei Francobolli, una me- ticolosa raccolta di francobolli il cui comune denominatore è proprio la Fotografia, declinata alla commemorazione di eventi storici di rilievo tanto da essere degna di pubblicazione su un mezzo di larga diffusione e in tutto il mondo. Probabile che siano passati inosservati ai più, in fondo un francobollo si applica su una busta per pagarne le spese di spedizione, però l’attenzione quasi maniacale di Maurizio Rebuzzini verso tutti i fenomeni in cui la Fotografia mette il suo zampino ha consentito di estrarne una selezione trasversale, ma significativa. Sono e, quasi certo siamo, in attesa che ne venga completato il libro ormai in gestazione da qualche anno. La storia, e la vita, raccontata e approfondita attraverso l’uso, se vogliamo mar- ginale, delle immagini. Meriterebbe un premio speciale!
Non posso non menzionare i numeri speciali, sicuramente unici nel panorama, in generale, delle riviste.
Se non avete sfogliato il numero “nero” (numero 170 - aprile 2011),pubblicatoin occasionedi un PhotoShowaMilano,stam- pato nero su nero su cartoncino da 200 grammi, ripeto, se non lo avete sfogliato vi siete persi una esperienza. Punto.
Avere poi fra le mani il numero o meglio la raccolta di ben cinque diverse edizioni del numero 69 (marzo 2001) è una gioiae unagoduriasenzapari. Chiunque si occupi di Fotografia e di Stampa dovrebbe averne una serie. Oltre alla edizione “normale”, stampata in quadricromia con la solita cura e qua- lità, ne sono state stampate ed editate le quattro versioni, de- finiamole “base”, rispettivamente con solo Ciano, Magenta, Giallo, Nero. Sarà stato un vezzo (costoso perl’Editore) oppure un capriccio, ma più semplicemente è stata una grande de- dizione e intuizione il rendere tutti i lettori partecipi con grande chiarezza del processo fondamentale di stampa in CMYK, con tutte le evidenti sfumature delle diverse tonalità che vanno a formare l’immagine finale. Ne risulta uno strumento fonda- mentale ed unico perfarcapire e illustrare il processo di stampa in quadricromiasiaal colto che all’inclita. Gli esperti dovrebbero poi completarlo con le considerazioni relative alla qualità della carta, all’assorbimento degli inchiostri e ai relativi limiti.
Che dire, poi, dei più recenti e anche attuali numeri redatti con solo parole e poi con solo immagini?
Scommessa? Provocazione? Direi entrambe, per farci ragio- nare,perusciredai soliti schemi,percapirecheunarivista“stam- pata” ha un valore sia per i contenuti che per il contenitore.
Immagini. Ovvio che ci siano in unarivistadi Fotografia, con- siderato che ormai le immagini ci hanno inondato. Meno ovvia che la selezione e la pubblicazione siano frutto di una ricerca e di una analisi ben definite, relative sia alla qualità intrinseca siaai contenuti e agli argomenti trattati, senzaalcunalimitazione, come dicevo all’inizio, proprio a trecentosessanta gradi.
Parole.Tutte e soloquelle che servono, con arguzia, conoscen- za, competenza, professionalità. A partire dagli Editoriali che di voltain voltadefinisconoil voltodel numerosu cui sonopubblicati. Anche in questo caso non sarebbe male farne una antologia!
Autori. Tanti, diversi, diversificati, famosi, esordienti, storici, mostri sacri, con unaselezione e unaproposizione significativa a seconda dei temi trattati, mai banali, mai utilitaristici.
Argomenti.Tutti, veramente tutti. Dai più scontati ai più scot- tanti. Tutti esplorati, ragionati e proposti secondo una ovvia propria visione dei vari Autori e Redattori, senza fare opposi- zione, lasciando assoluta libertà di pensiero e di espressione.
Composizione. Un esempio per molti. Il rigore compositivo, la cura quasi maniacale e persino il rigore nelle varie impagi- nazioni, offre sempre unaletturapiacevole e scorrevole, anche se pochi ne apprezzano veramente la qualità.
Quanto altro ci sarebbe dadire. Oltre venticinque anni di pia- cevole compagnia e condivisione. Grazie. Beppe Bolchi