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Giovanni Umicini Istantanee da New York
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ISTANTANEE
Nella sua intensa vita, conclusasi lo scorso settembre, a settantanove anni, il flâneur Giovanni Umicini ha sostanzialmente sovvertito l’ordine costituito della Fotografia, così come la si vorrebbe plasmabile per ciascuna intenzione individuale. La sua ultima monografia d’autore My New York, pubblicata a fine 2018, raccoglie un intenso diario di viaggio di più di trent’anni fa, in inconsue-
GIOVANNI
DA NEW YORK
to (per lui) colore, in insolite (per lui) copie uniche polaroid: da cui, 100 Polacolor photos / 1985. Fotografie di un micro/macrocosmo emblema e simbolo di esistenze parallele, senza alcuna convergenza e incontro, che non si esauriscono nella sola connotazione geografica locale, ma -nel proprio insieme- si propongono in una affascinante proiezione senza Spazio e oltre il Tempo. Così è...
UMICINI
di Angelo Galantini
Nell’ampia bibliografia di Giovanni Umicini, fotografo toscano di nascita e padovano d’adozione, venuto a mancare all’inizio dello scorso settembre, a settantanove anni, spicca un titolo apparentemente curioso. In verità non è inconsueto il soggetto, New York, né il suo svolgimento, in punta di penna aderente a quella autentica (!) street photography che ha definito il cammino espressivo dell’autore, coltivato in frequentazioni qualificate e di prestigio, magari a partire dagli statunitensi Walter e Naomi Rosenblum (rispettivamente, 1919-2006 e 1925), pratici e teorici del consistente lessico, che ai nostri giorni, qui in Italia, sta vivendo una stagione controversa e superficiale, soprattutto dovuta a frequentazioni maldestre e confuse.
Quindi, per quanto allineate con la visione e interpretazione fotografica di Giovanni Umicini, le fotografie di My New York, in autorevole monografia pubblicata da Grafiche Turato Edizioni, nel novembre 2018, segnano un passo autonomo e particolare, peraltro specificato nel sottotitolo chiarificatore: 100 Polacolor photos / 1985. Ovviamente, la cifra indica l’anno di esecuzione; mentre l’identificazione certifica che si tratta di fotografie a colori (già di per sé estranee al tragitto fotografico soprattutto in bianconero di Giovanni Umicini), peraltro in copie uniche polacolor 8x10 pollici (20,4x25,4cm) esposte con grandangolare fissa Fotoman 810PS dotata di obiettivo Schneider G-Claron WA 270mm f/11.
Curiosamente, questa raccolta -in una certa misura deviata dal cammino dell’autore- è l’ultima realizzata. Se vogliamo, questa circostanza conferma quella convinzione secondo la quale le coincidenze sarebbero gli unici accadimenti che rivelano come e quanto la vita possa avere senso. Forse.
Sottili distinguo a parte, che appartengono a quel luogo entro il quale si coltivano le curiosità, fosse anche solo quelle fotografiche, si impone una affermazione perentoria: My New York. 100 Polacolor photos / 1985, di Giovanni Umicini, è un potente portfolio di alta qualità (in monografia, i polacolor 810 sono riprodotti al naturale, 1:1). Fotografia per fotografia, come anche tutte le fotografie insieme nella propria consecuzione, lascia/lasciano una impronta profonda e indelebile nell’animo di coloro i quali vi si avvicinano.
Del resto, questo è stato il senso di tutta la Fotografia di Giovanni Umicini, la cui personalità d’autore -va detto, va rivelato- è stata tutt’uno con la sua autentica partecipazione alla mediazione formale degli utensili. Anche ottimo stampatore bianconero, Giovanni Umicini ha sempre frequentato con convinzione e partecipazione l’evoluzione tecnologica degli apparecchi fotografici, privilegiando quelle stagioni nelle quali l’industria ha interpretato l’esposizione formale di pellicola fotosensibile, in diversi formati di fotogramma. Comprensibilmente, il suo studio ha contenuto centinaia di macchine fotografiche, la cui quantità e qualità scandisce il ritmo della Storia.
Ma quello che effettivamente ha avuto valore, oltre il culto individuale per l’utensile (mai casuale), è stata la sua Fotografia.
Allo stesso momento, professionista e non professionista a tutto campo, Giovanni Umicini ha avuto una singolare vocazione per il racconto, che ha applicato anche oltre i confini del mestiere. L’insieme delle sue fotografie per strada, raccolte in corpose mostre personali, è stata esattamente in bilico, se così possiamo esprimerci, tra lo svolgimento di incarichi professionali, in Italia come in giro per il mondo, e le riflessioni personali, ancora in Italia e in giro per il mondo.
Immancabilmente votate alla riflessione visiva dell’autentica street photography, rigorosamente bianconero (a parte l’attuale escursione con il colore polaroid), inflessibilmente stampate dall’autore, le sue immagini compongono una lunga e articolata esperienza esistenziale. Viaggiando attraverso il tempo e lo spazio (Tempo e Spazio?), Giovanni Umicini si è collegato a nobili conoscenze e visioni della Storia evolutiva della Fotografia. Non è certo per caso che, acquisendo le sue immagini, ci si senta irrimediabilmente immersi in un’atmosfera di sano e robusto reportage di origine controllata. Per intenderci, non sono casuali i riferimenti alla Photo League newyorkese degli anni Quaranta-Cinquanta, e neppure sono evitabili i richiami a quella «venerabile tradizione della fotografia intesa come attenzione ai rapporti tra le persone e ciò che le circonda», come ha saggiamente annotato Naomi Rosenblum.
Ecco qui il senso della monografia My New York. 100 Polacolor photos / 1985, allestita a trent’anni dalle date di esecuzione delle fotografie: osservazione di riflesso, diciamo dal bordo, forse anche di contorno, che nel proprio insieme accosta tra loro le infinite tessere di un mosaico espressivo. In origine, i volti e le situazioni sono oggettivamente anonimi. Non ci sono avvenimenti ufficiali, né annunciati. Però!
Però, alla maniera della Photo League, la cui evocazione è obbligatoria, oltre che dovuta, l’insieme delle fotografie di Giovanni Umicini racconta e raccoglie la grandezza delle esistenze attraverso la sistematica e caparbia ripetizione del quotidiano. Lontane dalle luci della ribalta, queste inquadrature, queste composizioni, queste autentiche visioni (!) ed evocazioni finiscono per raccontare la Vita, con l’autenticità che è solo propria e caratteristica di un sano e consapevole reportage di cuore. Cioè di un reportage che sa decantare Tempo e Spazio, conquistandone il valore, lo spessore e il significato più autentico.
Perché vero! ■ ■
My New York. 100 Polacolor photos / 1985, di Giovanni Umicini; Grafiche Turato Edizioni, 2018; 124 pagine 30x29,5cm; 60,00 euro.
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