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August Strindberg
/ SCRITTORI E FOTOGRAFIA / AUGUST STRINDBERG
CREATORE DI IMMAGINI DEL TUTTO SINGOLARE
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di Diego Mormorio
In estratto dal testo completo, scaricabile con il QRcode riportato a fine testo.
[...] A quel tempo [1892], oltre ad aver realizzato alcuni dei suoi migliori quadri, lo scrittore aveva alle spalle una buona produzione fotografica, comprendente anche i primi risultati di fotografia sperimentale: quelli che lui chiamava cristallogrammi, cui, a partire dal 1894, seguiranno le celestografie. Due generi di immagini ottenute senza macchina fotografica. [...]
Ma l’obiettivo che Strindberg realmente si poneva non era quello di apportare significativi sviluppi alla tecnica fotografica, bensì di compiere degli esperimenti legati ai suoi interessi “alchemici”, attraverso i quali tentava di superare la crisi di creatività letteraria, seguita alle vicende del suo divorzio da Siri. Nel dicembre 1892, aveva infatti scritto a Ola Hansson: «Ho pensato di diventare fotografo per salvare il mio talento! Di scrittore!».
Le sue sperimentazioni fotografiche sono strettamente collegate ai paesaggi pittorici di quel periodo, in cui i diversi elementi -aria, acqua, nuvole, terra- sembrano dissolversi uno nell’altro. Giustamente, Douglas Feuk ha sottolineato che c’è in essi il sogno di una unità nascosta, dove tutto è dentro tutto, dove esiste la possibilità di divenire qualcosa d’altro rispetto a quello che si è. [...]
Dobbiamo registrare il fatto che per ben due volte Strindberg tentò di realizzare un reportage fotografico. La prima volta in Francia, nel 1886, la seconda in Svezia, nel 1890. Tutt’e due i reportage sono andati perduti. Il primo riguardava il mondo contadino francese, il secondo la natura e la gente svedese.
Il nucleo più numeroso delle fotografie di Strindberg pervenuteci sono gli autoritratti e le immagini della sua famiglia realizzate durante il soggiorno a Gersau, in Svizzera, nel 1886, con la collaborazione della moglie Siri.
Negli autoritratti, Strindberg è quasi sempre da solo, in pochi altri è con la moglie e i figli (Greta, Karin e Hans). Un paio di immagini riprendono da tavolo; ha una penna in mano e sembra stia scrivendo qualcosa. In un’altra immagine, lo scrittore suona la chitarra, come sembra fosse sua abitudine, a giudicare anche da una lettera di ringraziamento che il pittore Paul Gauguin (1848-1903) gli scrisse il 5 febbraio 1895: «Ebbi l’idea di domandarvi questa prefazione, quando vi vidi
soli il piccolo Hans e la sorella Greta con una bambola.
Più che comuni fotografie di famiglia, secondo la moda fotoamatoriale dell’epoca, sono immagini che appaiono come un’autocelebrazione dell’autore.
L’idea di queste immagini scaturì da una notizia che Strindberg ebbe nell’autunno del 1886: la prima “intervista fotografica” pubblicata in Le Journal Illustré, nella quale un chimico e teorico dei colori, Michel-Eugène Chevreul, veniva presentato in una conversazione su come raggiungere i cento anni di età.
In uno di questi ritratti, vediamo Strindberg, seduto al l’altro giorno nel mio studio suonare la chitarra e cantare». Particolarissima è la fotografia nella quale Strindberg ha la testa china sulle mani appoggiate sul tavolo. Sta pensando? A cosa? Certamente vuole dirci: “Penso. Sono completamente preso dal pensare”. L’immagine forse più significativa è quella che lo riprende con la moglie Siri, mentre giocano a trictrac. Sembrerebbe un quadretto di comune vita familiare, ma certamente Strindberg vuole fare pensare alla partita del matrimonio. Lo scrittore è al centro dell’immagine, mentre la moglie, all’estremità destra dell’inquadratura, si vede di scorcio, quasi di spalle. Fra le immagini di Gersau, soltanto una lascia chiaramente trasparire uno sprazzo di serenità. È quella in cui, in giardino, Strindberg seduto regge una pala e Greta tiene in mano l’annaffiatoio, e la piccola Karin, anche lei col cappello in testa, è dietro alla sorella.
Il 15 novembre dello stesso 1886, Strindberg scrive una lettera all’editore Albert Bonnier, proponendogli la pubblicazione di queste immagini, accompagnate da suoi testi. In questa lettera afferma che l’autrice delle fotografie era stata la moglie, mentre oggi i diversi studiosi ritengono che questa affermazione fosse un escamotage: in questo modo lo scrittore, che risultava debitore verso l’editore, pensava di poter ricevere, attraverso Siri, un compenso.
In realtà, le fotografie sono state realizzate sotto la guida dello scrittore, usando, secondo quanto afferma la figlia Karin, uno scatto flessibile. Nondimeno, anche in seguito, Strindberg continuò ad attribuire le fotografie a sua moglie.
L’idea di Strindberg era quella di un libro con la dicitura «August Strindberg / Immagini impressioniste di S.S. / con testi». [...]
Finalmente, nel 1997, le fotografie furono pubblicate secondo il progetto di Strindberg, accompagnate dai suoi testi.
Perso l’interesse per la fotografia, Strindberg rivendette l’apparecchio nel febbraio 1888, a Copenaghen, che venne ritrovato nel 1996, e fa ora parte della collezione dello StrindbergsMuseet, di Stoccolma, in Svezia. E lì è esposto. [...] ■ ■
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