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Grazie, Giovanni. Grazie
Lo scorso tredici marzo, a sessantacinque anni appena compiuti, è mancato Giovanni Gastel
di Maurizio Rebuzzini
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Come ogni giorno, da più di un anno a questa parte, la sera di sabato tredici marzo, i telegiornali hanno riferito il bollettino della giornata in materia di Covid-19. Per molti di noi, non è stato un conteggio impersonale e indistinto.
Nella propria doverosa (?) relazione asettica da emozioni, abbiamo letto quel conteggio con profondo dolore e partecipazione: quello di sapere che uno dei colpiti irrimediabilmente era un nostro caro amico, una personalità che nei recenti decenni ha illuminato la Fotografia, non soltanto italiana, agendo dal territorio della Moda, ma non circoscrivendosi soltanto a questa.
Compiuti sessantacinque anni lo scorso ventisette dicembre, il tredici marzo è mancato Giovanni Gastel, vittima della pandemia che sta traumatizzando il mondo. Troppo presto, troppo crudelmente, troppo sconvolgente. (E qui, e ora, ci scusiamo con i suoi affetti familiari, per questa nostra intromissione e intrusione in una vicenda soprattutto privata).
Anche in questa occasione, come in ogni altra della mia Esistenza, ho cercato conforto e incoraggiamento, per quanto mai possibile, nella Parola, che -tra l’altro- Giovanni Gastel ha frequentato al pari della sua Fotografia, in una congiunzione senza alcuna soluzione di continuità. A questo proposito, c’è un pensiero (concetto) che ho fatto mio, certamente mutuandolo dalle letture; del resto, rispondendo a una natura formata in parti uguali di cultura (?) e istinto, il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato lo sguardo consapevole su se stessi: la mia prima (e unica) patria sono stati i libri. Ancora, la parola scritta mi ha insegnato ad ascoltare le voci. La vita mi ha chiarito i libri: osservare, piuttosto che giudicare, fino al linguaggio fotografico, straordinaria combinazione di regole logiche e usi arbitrari.
Più e diversamente da altri momenti, quella sera ho letto per lui, pensando a lui, soprattutto alle sue Poesie (oltre la Fotografia, avvicinatevi alle sue raccolte in forma di libro): «La vita è la somma di tutte le tue scelte» (Albert Camus). E anche: «La vita può essere capita solo all’indietro, ma va vissuta in avanti» (Søren Kierkegaard)... da cui, la coinvolgente autobiografia Un eterno istante. La mia vita, del 2015. Così che «Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi / voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi» (in Canzone per un’amica, di Francesco Guccini).
Anch’io, come altri tanti, ho beneficiato della sua Eleganza, del suo Stile e della sua Bellezza. Non entro in alcun dettaglio, perché è vicenda intima, ma rivelo soltanto quanti e quanti progetti comuni avremmo voluto realizzare insieme. Ne cito uno soltanto, una sorta di racconto delle nostre vite parallele, modulate su valori identici, per quanto non comuni.
Lui, di nobili natali; io, di discendenza contadina e operaia. Lui, sui set dello zio Luchino Visconti; io, che marino (bigio) la scuola per andare al cinema a vedere La caduta degli Dei. Lui, in cene formali; io, a tavola con mio nonno contadino (in entrambe le situazioni, dopo essersi cambiati d’abito... per quanto, a ciascuno i propri). Lui... io.
Non serve certo ricordare chi sia stato Giovanni Gastel, anche soltanto dal punto di vista fotografico. Basta ringrazialo.
Grazie, Gio. Grazie. ■ ■
Ottavio Maledusi
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Ottavio Maledusi
7
Giancarlo Pagliara
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Alessandro Di Mise
9
Antonio Bordoni
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Andreas Ikonomu
(doppia pagina 26-27) 1. Giovanni Gastel, Gian Paolo Barbieri e Oliviero Toscani, la prima volta che si sono incontrati tutti e tre assieme, al Pday di FOTOgraphia, il 14 marzo 2015, presso la Fondazione Gian Paolo Barbieri, di Milano [Pday, nel senso di Pi greco / π: costante matematica, che -nella geometria piana- viene definito come il rapporto tra la lunghezza della circonferenza e quella del suo diametro. È un numero irrazionale, usato sempre per approssimazione (3,14 è sufficiente in molti casi), che ha un numero infinito di decimali. In scrittura anglosassone (mese-giorno-anno-orario], ogni mille anni, si allineano i primi nove decimali: alle 9,26 e 53 secondi del 14 marzo (20)15 / 3,141592653].
2. Autoritratto di Giovanni Gastel, con Polaroid Giant Camera 50x60cm, nella primavera 1986, quando, per un mese, la particolare dotazione fu a disposizione di fotografi (a invito), presso i 117 Sudios, di Milano.
3 e 12. A cura di Franco Raggi, l’allestimento scenico della mostra Maschere e Spettri, di Giovanni Gastel, al Palazzo della Ragione, di Milano, tra settembre e ottobre 2009, è stato a dir poco più che suggestivo. 4. 23 ottobre 2015: Giovanni Gastel con Ottavio Maledusi, la sera del primo giorno di svolgimento del PhotoShow 2015, fiera merceologica della fotografia alla sua fine.
5. Giovanni Gastel: primo ritratto (in assoluto) del progetto Amici miei, di Ottavio Maledusi; 16 giugno 2016. A seguire, ce ne sarebbe stato un secondo, il 3 maggio 2017 [14].
6, 8 e 9. Giovanni Gastel al MIA 2015: con Marirosa Toscani Ballo, Ottavio Maledusi e Gian Paolo Barbieri (sul fondo, Ottavio Maledusi).
7. Backstage del ritratto-mosaico di Maurizio Galimberti (a pagina 25).
10. Isola di Filicudi, estate 2000: Giovanni Gastel con Ettore Sottsass.
11. 6 aprile 1987: prima intervista di Giovanni Gastel con Maurizio Rebuzzini, per il primo numero di PRO, presso gli studi del gruppo editoriale Edimoda, di Milano.
13. Dedica di Giovanni Gastel a Maurizio Rebuzzini, sul retro di una stampa polaroid 8x10 pollici (ritratto di moda). (pagina accanto) 14. Giovanni Gastel: altro ritratto del progetto Amici miei, di Ottavio Maledusi, successivo al primo [5]; 3 maggio 2017.
15. Presso la Fondazione Gian Paolo Barbieri, Settimio Benedusi, Gian Paolo Barbieri, Maurizio Galimberti, Giovanni Gastel e Maurizio Rebuzzini in posa “omaggio” all’icona del film I soliti sospetti, rispettivamente nelle parti (?) degli attori Kevin Pollak, Stephen Baldwin, Benicio del Toro, Gabriel Byrne e Kevin Spacey. Quattro fotografi, un giornalista, nessuna coincidenza, di Ottavio Maledusi; 2015.
16. 11 dicembre 2013: Davide Mengacci e Giovanni Gastel in posa ironica all’inaugurazione della mostra Betty Page. Trentadue visioni più una, alla Galleria My Loft, di Milano; entrambi, con l’orologio personalizzato, realizzato per l’occasione.
17. 26 maggio 2014: Giovanni Gastel, presidente Afip International, associazione professionale di categoria, consegna la tessera di Socio Onorario a Maurizio Rebuzzini, alla conclusione della serie di dieci incontri su Consapevolezza della Fotografia.