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Non dimenticare

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La nobile arte

La nobile arte

Non è un anniversario tondo, di quelli verso i quali si accendono attenzioni mediatiche: aprile 1945 - aprile 2021... settantasei anni. Ma è comunque un allineamento di date, quantomeno riguardo “aprile”, che merita di essere considerato, soprattutto oggi, in un clima sempre più negazionista, in un Tempo nel quale qualcuno ci chiede di dimenticare e lasciare perdere. Tanto che, recentemente, il Regno Unito ha rimosso l’Olocausto dai propri programmi scolastici, perché “offensivo” nei confronti della popolazione mussulmana in Inghilterra, che afferma che l’Olocausto non è esistito.

No! Ne abbiamo parlato, ne parliamo, e ne parleremo ancora, ogni volta che riterremo doveroso di farlo.

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Con una premessa: vorremmo tanto che non ci si limitasse più alla sola evocazione di vittime ebree, uccise nei Campi dalla follia nazista (stella a sei punte gialla, con la dizione Jüde; da 5,6 a 6,1 milioni di sterminati). Vorremmo che venissero sempre ricordati anche i dissidenti politici (triangolo rosso; da uno a 1,5 milioni di sterminati), i testimoni di Geova (triangolo viola; diecimila nei Campi, duemilacinquecento uccisi), gli immigrati (triangolo blu; cifra sconosciuta), i nomadi (triangolo amaranto; Rom e Sinti: da duecentomila a ottocentomila sterminati), gli asociali e le lesbiche (triangolo nero; cifra sconosciuta), gli omosessuali maschi (triangolo giallo; da diecimila a duecentocinquantamila sterminati). Ai quali, si aggiungono: i civili slavi (da 3,5 a sei milioni di sterminati), i prigionieri di guerra (da 2,5 a quattro milioni di sterminati), i portatori di handicap (da duecentomila a trecentomila sterminati) e gli asperger (quantità sconosciuta). Per un totale che si stima dai tredici ai diciannove milioni di vittime dell’Olocausto, entro la cui illogicità si dovrebbero conteggiare anche venti milioni di cittadini sovietici e dieci milioni di cristiani (vittime di guerra?). Il 4 aprile 1945, la Quarta Divisione corazzata e l’Ottantanovesima Divisione di fanteria della Terza armata dell’esercito statunitense liberarono il Campo di Ohrdruf, a sud di Gotha, nella Turinga tedesca, sussidiario di quello di Buchenwald, distante poco più di cinquanta chilometri, creato il precedente novembre, gestito e controllato direttamente dall’ufficio economico e amministrativo principale delle famigerate SS.

All’arrivo dell’esercito statunitense in avanzata, nel Campo c’erano circa dodicimila internati: soprattutto prigionieri francesi, belgi, tedeschi, ungheresi, cechi, lettoni, italiani, sovietici, ucraini, polacchi e jugoslavi. Oltre a una sostanziosa quantità di persone ritenute, considerate e giudicate antisociali, omosessuali e, ovviamente, ebrei. Con gli americani alle porte, le SS li evacuarono quasi tutti, costringendoli a una marcia forza-

ta verso Buchenwald. La marcia della morte fu “risparmiata” ai prigionieri malati o troppo deboli, che furono uccisi sommariamente (nei loro rapporti ufficiali, furono “giustiziati”). Quello di Ohrdruf è stato il primo Campo nazista ad essere liberato dalle forze armate statunitensi. In precedenza, l’esercito sovietico, che avanzava da Est, ne aveva liberati altri, a partire da quello di Auschwitz, in Polonia, i cui cancelli furono abbattuti dall’Armata Rossa il ventisette gennaio. Con la risoluzione 60/7 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, del Primo novembre 2005, durante la Quarantaduesima riunione plenaria, la data 12 aprile 1945: i generali statunitensi Dwight D. è stata indicata per la ricorrenza del Giorno della Memoria. Una settimana dopo la liberazione Eisenhower e Troy Midd- del Campo di Ohrdruf, il dodici aprile, i leton entrano nel Cam- generali Dwight D. Eisenhower (famipo di Ohrdruf, a sud di liarmente Ike; dal 1942, Comandante in Gotha, nella Turinga te- capo delle forze Alleate nel Mediterradesca, liberato il prece- neo; dal 1944, Comandante in capo delle dente quattro aprile dalla forse Alleate in Europa; successivamenQuarta Divisione coraz- te, trentaquattresimo presidente degli zata e l’Ottantanovesima Stati Uniti, per due mandati consecuDivisione di fanteria della tivi, dal 1953 al 1961, con Richard Nixon Terza armata dell’eserci- vicepresidente), George S. Patton (Coto statunitense. È stato il mandante della Settima armata degli primo Campo raggiunto dagli americani, in avanzata da Sud e Ovest. Stati Uniti, nel Mediterraneo, e, poi, della centrale dell’esercito statunitense in Francia e Germania, dopo lo sbarco in Normandia, nel giugno 1944), Troy Middleton (Comandante della Diciottesima Divisione di fanteria della Terza armata) e Omar N. Bradley (che, in seguito, avrebbe supervisionato il processo decisionale dell’esercito statunitense nella guerra di Corea, dal 1950 al 1953) visitarono Ohrdruf, guidati da un prigioniero che conosceva bene il luogo (durante la visita, questa “guida” è stata riconosciuta da un altro prigioniero come guardia del campo, e lapidato).

I generali dello stato maggiore statunitense di fronte alla crudele realtà dei Campi: prigionieri che mostrano i sistemi di tortura, installazione per le impiccagioni (pubbliche), cadaveri bruciati.

Numerosi cadaveri giacevano per terra, lì dove erano stati trucidati dalle SS prima della frettolosa evacuazione forzata. Una pira bruciata, con resti carbonizzati di prigionieri uccisi, certificava il tentativo di coprire i crimini commessi. Altrettanto, in un capanno furono individuati una trentina di cadaveri cosparsi di calce, altro debole tentativo di cancellazione delle esecuzioni sommarie. Inoltre, si trovarono prove evidenti di tortura, e i prigionieri sopravvissuti dimostrarono ai generali i tanti e diversi metodi di martirio perpetuati dalle guardie. Il pur coriaceo generale George S. Patton, abituato a sconvolgenti scene di guerra, vomitò contro un muro.

Il generale Dwight D. Eisenhower ordinò ai suoi soldati di andare in paese e costringere i cittadini tedeschi che avevano vissuto a stretto contatto del Campo, magari fingendo di ignorarlo, ad andare a vedere con i propri occhi e a seppellire i morti. Poi, questa pratica è stata ripetuta alla liberazione degli altri Campi. Solo il sindaco del paese e sua moglie sono stati risparmiati: perché trovati morti suicidi nella propria abitazione.

Ancora, lo stesso generale Eisenhower ordinò che fossero scattate più fotografie possibili e girati metri e metri di pellicola, in testimonianza visiva inoppugnabile (?). E, qui, una parentesi dovuta, per quanto non necessariamente viziata dal nostro punto di vista mirato. Per conoscenza certa, si sa che Dwight D. Eisenhower era appassionato di fotografia, che svolgeva soprattutto con un apparecchio stereo (nello specifico, Stereo Realist), con testimonianza visiva autorevole: ritratto a piena pagina, su Life, del 13 marzo 1952. Dunque, a conseguenza diretta, è legittimo ipotizzare che il suo coinvolgere la Fotografia in questo evento sia stato anche ispirato, influenzato e guidato dalla propria consapevolezza del linguaggio applicato e significativo.

Oggi, stante alcune tragiche frange del nostro quotidiano, a settantasei anni dai fatti, quando è in corso una imbarazzante revisione della Storia, tesa a cancellare quella vergogna, possiamo affermare che il generale Dwight D. Eisenhower ha impartito un ordine non solo legittimo, ma etico e morale (incredibile?!). Testuale: «Che si abbia il massimo della documentazione possibile -che siano 17 aprile 1945: due giorni dopo la li- registrazioni filmate, fotografie, testimoberazione del Campo di Bergen-Bel- nianze-, perché arriverà un giorno in cui sen, le SS catturate sono comanda- qualche idiota si alzerà e dirà che tutto te a recuperare i cadaveri dei prigio- questo non è mai successo» (generale nieri e dare loro doverosa sepoltura. Dwight D. Eisenhower, 12 aprile 1945). Ancora, per quanto sostanzialmente retorico: «Ci viene detto che il soldato americano non sa per cosa sta combattendo. Almeno adesso sappiamo contro cosa sta combattendo» (generale Dwight D. Eisenhower, 12 aprile 1945). All’indomani di quel dodici aprile, Eisenhower ordinò di inviare a Ohrdruf tutte le unità americane nell’area e non impegnate nella battaglia in prima linea, affinché si rendessero conto dell’Orrore. Quindi, telegrafò al generale George C. Marshall, capo del Joint Chiefs of Staff a Washington, chiedendo che membri del Congresso e giornalisti fossero inviati nei campi liberati per as«Che si abbia il massimo della documentazione possibile -che siano registrazio- sistere e documentani filmate, fotografie, testimonianze-, perché arriverà un giorno in cui qualche re le scene orribili che idiota si alzerà e dirà che tutto questo non è mai successo» (generale Dwight D. le truppe statunitensi Eisenhower, 12 aprile 1945). In questa ipotizzabile fotoricordo, magari fatta stam- stavano scoprendo. pare al ritorno a casa, negli Stati Uniti, si individua un fotografo militare al lavoro. Non dimenticare. Non dimenticare mai. ■ ■

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