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Editoriale
Edificare ed elevare il Pensiero. Anche in Fotografia, per quanto ci riguarda soprattutto in Fotografia, questo dovrebbe essere uno dei princìpi portanti e fondamentali di ogni esistenza, con i relativi obblighi e impegni verso l’evoluzione sociale collettiva. In questo senso, sarebbe anche auspicabile un Pensiero libero da preconcetti, capace di guidare ciascuno di noi: osservare piuttosto di giudicare e pensare, invece di credere. Ancora: il Pensiero dovrebbe superare le apparenze superficiali, per affrontare i subordini significativi, discriminanti e sintomatici. Anche in Fotografia, ribadiamo, qualsiasi cosa questa significhi per ciascuno di noi. Bisogna andare sottotraccia, per individuare radici e tematiche profonde. Non ci si deve mai limitare ai macroaspetti, a tutti visibili, per individuare e affrontare -invece- le micropresenze influenti: ovviamente, sapendolo fare, volendolo fare e, soprattutto, intendendo condividere. Da cui, un ragionamento riguardo l’attualità dei social. Al solito, non ci esprimiamo né pro, né contro, anche perché la nostra eventuale opinione al riguardo è ininfluente sul fenomeno. Però, rileviamo come e quanto un certo abuso di fotografia veicolata attraverso i social, incaricata di raccontare istanti di vita, stia sostituendo la parola, il racconto. Per paradosso, a lungo andare, questo potrebbe condizionare un probabile analfabetismo di ritorno, contrario all’evoluzione del Sapiens, dalle proprie origini. Ancora: c’è chi afferma (perentoriamente!) che questa non sarebbe Fotografia, come l’abbiamo intesa e frequentata per decenni, addirittura secoli. Ahinoi, è vero l’esatto contrario: questa è Fotografia; è Fotografia autentica, non applicazione elitaria!: a disposizione di ognuno senza barriere, impedimenti, ostacoli e preinformazioni. Soltanto, un retrogusto amaro, una consecuzione inquietante e preoccupante: la visualizzazione esplicita, con quanto molti attribuiscono al presunto realismo della Fotografia, alla sua concessa oggettività (ma quando mai!?), priva ciascun ricevente di quell’aurea di fantasia e inventiva proposta e sollecitata dal racconto verbale. Con Giacomo Leopardi: «L’anima immagina quello che non vede». Da cui: «Sempre caro mi fu quest’ermo colle, / E questa siepe, che da tanta parte / Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.». Yuval Noah Harari, eminente storico, saggista e professore universitario israeliano, è esplicito, nel suo autorevole Sapiens. Da animali a dèi, che si specifica come Breve storia dell’umanità (testo fondamentale e indispensabile, anche in sua possibile interpretazione “fotografica”): attribuisce all’immaginazione valore discriminante per l’evoluzione all’Homo Sapiens, ovvero a noi. Da cui, una buona notizia per il Pensiero individuale arriva da un cugino dei social. La Rete eBay è socialmente edificante. Ben oltre la propria utilità pratica, che consente di raggiungere oggetti desiderati (per quanto, noi personalmente preferiamo ancora la ricerca nelle botteghe), attraverso il momento ufficiale di vendita-acquisto, mette in effettiva comunicazione con persone e genti del mondo. Si comperano oggetti provenienti da lontano (per quanto ci riguarda, soltanto libri), e li si invita a nuova esistenza, dopo la loro prima interrotta.
Domanda d’obbligo: come mai questo libro ha attraversato terre e oceani, per approdare al nostro scaffale? Come mai eventi che si sono messi in moto tanto tempo fa, ora sono qui presenti? Immaginazione! Maurizio Rebuzzini
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