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Lorenzo De Simone The sound of silence

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Editoriale

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SOUND SILENCEThe of

LORENZO DE SIMONE

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Siamo sinceri: spesso (sempre?), il silenzio è assordante. La serie che il bravo Lorenzo De Simone ha selezionato per la sua invocazione The sound of silence, qui in estratto dal totale, riprende il timbro con il quale ci si rivolge al cuore. Non è certo un caso che le voci (mute) che la sua Fotografia evoca siano così evidentemente silenziose, per quanto udibili. Nell’intimità del proprio avvicinamento a queste immagini, ricollocate in serie indipendentemente dalle rispettive motivazioni originarie di realizzazione e indirizzo, ognuno metta a frutto il proprio suono del silenzio, per evocare memorie e ricordi, per richiamare aromi, per rivivere i propri passi

di Angelo Galantini

Fotografo basato a Milano, per professione, Lorenzo De Simone svolge ampi servizi per riviste di viaggio e aziende. Suoi reportage nazionali e internazionali (Malesia, Cina, Hong Kong, Cuba...) sono stati pubblicati su qualificate testate periodiche, e hanno accompagnato documentazioni di viaggio specialistiche: il suo professionismo è ordinato e presentato sul sito www.lorenzodesimone.com. All’interno dello stesso indirizzo, si accede ai progetti che possono essere considerati riservati e caratteristici, sapientemente selezionati all’interno dei singoli servizi; magari, a fotografie realizzate a margine di questi assignement in base a minimi comun denominatori di contenuto ipotizzato e perseguito. Se proprio vogliamo vederla in questo modo, come effettivamente intendiamo fare, anche in questo sta una certa magia della Fotografia: lessico non certo comune, in perenne e pertinente equilibrio tra l’applicazione di regole sovrastanti e l’interpretazione arbitraria; così come in altrettanto intreccio continuo tra realtà e sua rappresentazione secondo intenzioni personali e visioni individuali. Tra tanto, tutto di alta qualità, oggi e qui, ci tratteniamo sulla coinvolgente serie The sound of silence, che il talentuoso Lorenzo De Simone certifica come suo viaggio personale attraverso spazi, persone, fede e tempo. Ma c’è anche altro.

Già... The sound of silence offre e propone infiniti richiami, tutti generazionali. Più giovane di noi (beato lui; oppure, ci spiace per lui), Lorenzo De Simone ha i suoi; noi, i nostri. Magari coincidono, non ne abbiamo parlato, non abbiamo voluto parlarne, per rimanere con il nostro intimo. Ma! Due leggere note alla chitarra, e -nel fresco di una notte estiva newyorkese-, il 19 settembre 1981, il pubblico esplode in un applauso di indiscutibile approvazione. Davanti a mezzo milione di persone, a Central Park, si sta svolgendo il concerto di Simon and Garfunkel, il primo e primigenio di una tradizione che poi si è evoluta. La voce lieve di Art Garfunkel, sulle note di Paul Simon, intona «Hello darkness, my old friend / I’ve come to talk with you again...» (Ciao buio, mio vecchio amico / Sono venuto a parlare di nuovo con te...), e parte un’altra entusiastica adesione corale, in complicità di intenti.

Si richiama una visione che ha raggiunto il cuore... nel suono del silenzio, che, in precedenza, dalla colonna sonora del film cult Il laureato, di Mike Nichols, del 1967, cominciò ad accompagnare una generazione in crescita e maturazione, pronta per il Sessantotto.

Oggi, Lorenzo De Simone riprende il suono di quel parlare al cuore. Non è certo un caso che i suoni delle voci che la sua Fotografia evoca siano così evidentemente silenziosi, per quanto udibili. Nell’intimità del proprio avvicinamento

a queste immagini, ricollocate in serie indipendentemente dalle rispettive motivazioni originarie di realizzazione e indirizzo, ognuno metta a frutto il proprio suono del silenzio, per evocare memorie e ricordi, per richiamare aromi, per rivivere i propri passi.

In effetti, sappiamo bene quanto e come la Fotografia sia una comunicazione (visiva, nello specifico) diversa da ogni altra, perché necessita di un soggetto esplicito e concreto: sia reale sia costruito, non importa. Dunque, raffigurativa per natura (e obbligo?), la Fotografia è rappresentativa per scelta e linguaggio. Non necessariamente ciò che raffigura basta a se stesso e significa soltanto se stesso; il più delle volte, soprattutto con autori che si esprimono con intenzioni vigorose (è il caso attuale di Lorenzo De Simone, sia chiarito subito), la Fotografia rappresenta qualcosa di più e oltre la propria sostanziale apparenza formale.

Un avvertimento: potendolo anche fare, andando nelle situazioni fotografate da Lorenzo De Simone, non è affatto certo che ognuno possa vedere nel modo in cui lui ha rappresentato, raccogliendo poi per un cammino proprio. Tra la realtà e la sua rappresentazione non c’è di mezzo tanto uno strumento -che pure c’è-, ma la capacità d’autore di utilizzarlo in base e relazione alle proprie intenzioni. Come anche in dipendenza delle proprie esperienze, della propria cultura.

Diciamolo meglio, forse: Lorenzo De Simone sa che fotografare significa arrestare la realtà, non per contemplarla, ma per domarla, nutrirsene e restituirla a piene mani e con profonda generosità. Del resto, siamo sinceri, la Fotografia è l’unica forma espressiva che rende stabili, consegnandoli alla Storia, istanti che avrebbero dovuto restare effimeri, e che in questo modo si sono manifestati (responsabilità etica che potrebbe anche spaventare!).

Nel e per allestire la sequenza di The sound of silence, Lorenzo De Simone è stato guidato da ciò che lo ha toccato e sorpreso. Le fotografie possono apparire enigmatiche. Alle volte, funzionano per ciò che è presente nell’inquadratura, altre volte per ciò che ne è restato fuori. Non c’è una formula per scattare fotografie. È un processo misterioso; una sfida senza fine. Nuove idee si schiudono costantemente e rinnovate possibilità si rivelano dietro ogni angolo. Il trucco è di aprirsi abbastanza per riconoscerle nel momento in cui appaiono, saperle condurre e perseguirle. Non è mai questione di conoscenza individuale, ma di capacità di condividerla e voglia di farlo.

Da nessuna parte è l’arte, anche quella fotografica, se al centro della propria espressione non mette la verità e la felicità di ognuno: qualsiasi cosa questo significhi per ciascuno di noi.

Suono del silenzio. ■ ■

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