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Valter Bernardeschi Nenets
NENETS
VALTER BERNARDESCHI
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In due tempi redazionali autonomi, ma conseguenti e collegati (questo è il primo, in forma di portfolio), presentazione e considerazioni sul progetto fotografico che l’autorevole e talentuoso Valter Bernardeschi ha realizzato condividendo -in altrettanti due propri tempi- momenti di propria vita con i Nenets (ненэй ненэче, traslitterato in nenəj nenəče / ненцы, traslitterato in nentsy), gruppo etnico samoiedo originario della Russia artica settentrionale, nell’estremo nord del paese. A parte le condizioni climatiche estreme di Vita, oggi, meno di cinquantamila persone affrontano tremende sfide da parte dell’indifferenza dello Stato e di sprezzanti compagnie petrolifere e del gas, che minacciano l’ambiente e il loro modo di vivere. Da questi presupposti, con Edward Steichen (1969, novantesimo compleanno): «Missione della Fotografia è spiegare l’Uomo all’Uomo, e ogni Uomo a se stesso». Ancora, da e con Susie Linfield (nella profonda riflessione La luce crudele): «Quale sarebbe la nostra comprensione del mondo se non ci fossero le fotografie?». Per nostro conto: cosa attira la nostra attenzione fotografica? Parecchi elementi; nessuno dei quali è significativo di per sé, ma tutti sommati hanno ed esprimono senso
di Lello Piazza
Valter Bernardeschi è un eccellente fotografo naturalista. Vivendo in Italia, dove non esiste un vero mercato editoriale per questa specializzazione professionale, non mangia con la fotografia. Quindi, tecnicamente, non lo si potrebbe definire “professionista”, anche se sotto il profilo creativo, tecnico, scientifico e deontologico, le sue doti sono identiche a quelle dei grandi fotografi naturalisti stranieri. Fotografi “esotici” che -a sua differenza- riescono a vivere di fotografia, perché il mercato giornalistico e fotogiornalistico dei e dai loro paesi lo consente.
Come fotografo naturalista, Valter Bernardeschi è sui generis. Infatti, la stragrande maggioranza dei fotografi naturalisti si trova a proprio agio con orsi, scarabei e serpenti, ma -se chiedete loro di fotografare un umano- li intravedrete a disagio, ne percepirete l’imbarazzo. Invece, Valter Bernardeschi no.
Lavoro con lui da molti anni. Ci siamo conosciuti durante la cerimonia di premiazione della quarantanovesima edizione del Wildlife Photographer of the Year, tenutasi il 15 ottobre 2013, al Natural History Museum, di Londra. In quell’occasione, la sua fotografia Fishing fu segnalata come degna di attenzione, nella categoria Behaviour: Mammals, dalla
giuria internazionale (della quale, quell’anno, feci parte). La fotografia raffigura un orso grizzly (chiamato anche semplicemente grizzly, oppure orso grigio [Ursus arctos horribilis]), una delle più note e diffuse sottospecie dell’orso bruno, sorpreso lungo un corso d’acqua della Kamčatka, in Siberia, che scuoteva violentemente a destra e a manca un salmone appena pescato, con le uova arancioni che schizzavano da ogni parte fuori dalla pancia della sventurata preda.
Eravamo lì, sotto quella fotografia che enunciava come e quanto fosse ben pronunciata la massima di Woody Allen, secondo il quale «la natura è un enorme ristorante».
Ciao, chi sei?, piacere, non conoscevo il tuo lavoro, bello scatto... i convenevoli di rito.
Da allora, si è lavorato tanto insieme. Il primo lavoro di Valter Bernardeschi pubblicato su Bell’Europa fu dedicato alla volpe azzurra. Non si trattò di una serie banale, di quelle -magari, anche formalmente bellissime- dedicate ad animali totemici, come lo sono orsi, ghiottoni, lupi; e, sì, anche volpi, ma realizzate da capanni di appostamento predisposti, da dove diventa anche facile (?) fotografare animali difficili, attirati a portata di teleobiettivo con cibo per loro irresistibile. (continua a pagina 56)
(continua da pagina 51)
Per la volpe azzurra, si è dovuto fare campo su una landa desolata nel Vestfirðir (Vestfjorrd / Fiordi dell’ovest), nell’Islanda nord occidentale. Il sancta sanctorum della regione è costituito dalla Riserva Naturale di Hornstrandir. Non esistono strade. L’unico mezzo per arrivarci, da Ísafjörður, è una pilotina da pesca, che ci impiega circa due ore e mezzo di viaggio. Può anche capitare che -al momento del ritorno- il mare sia in tempesta, con onde alte sei metri. E, allora, devono ripescarti con un aeroplanino in grado di atterrare su una spiaggia o con l’elicottero...
Le volpi non sono particolarmente timide, ma è necessario farsi accettare, addomesticarle. E così ha fatto Valter Bernardeschi, proprio come racconta Antoine de Saint-Exupéry, nel Piccolo Principe: «In quel momento apparve la volpe. / “Buon giorno”, disse la volpe. [...] / “Vieni a giocare con me”, le propose il piccolo principe [...]. / “Non posso giocare con te”, disse la volpe, “Non sono addomesticata”».
Le fotografie di Valter Bernardeschi mostra(ro)no che l’addomesticamento delle volpi islandesi aveva avuto successo.
Poi, a seguire, pubblicammo una storia sulle paludi di Smirne, un vero paradiso degli uccelli, nascosto sulle coste tur-
che affacciate sul Mar Egeo, certamente più facile (?) della precedente vicenda della volpe azzurra.
Quindi, alla fine del Duemilaventuno, ho avvicinato il progetto di Valter Bernardeschi sui Nenets, dedicato agli umani, a una popolazione, a un gruppo etnico originario della Russia artica settentrionale, all’estremo nord del paese. Dei Nenets-soggetto riferisco più avanti, in pagine immediatamente a seguire. Qui e ora, a proposito di questo lavoro, come dei precedenti esclusivamente naturalistici, confermo come e quanto mi abbia impressionato la perfezione dell’esposizione, l’equilibrio dei colori, la morbidezza del contrasto. E, poi, la completezza dei momenti fotografati, in particolare quelli documentati con l’uso sapiente e discreto -ma indispensabile- del drone, dove c’è il necessario e il sufficiente del tema.
Con le immagini realizzate nei suoi due viaggi tra i Nenets è nata la monografia Essential Life, per certi versi, qui in presentazione, in passerella, pubblicata da Bandecchi & Vivaldi, di Pontedera, in provincia di Pisa, lo scorso marzo (www.bandecchievivaldi.com): 172 pagine 25x21,5cm, cartonato: 35,00 euro (il dieci percento del prezzo di copertina è devoluto in assistenza ai Nenets).
A seguire, altre considerazioni... sull’edizione libraria. ■ ■