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Egocentrismo

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Nobile causa

Nobile causa

/ IN IRONIA E SARCASMO / EGOCENTRISMO

ANCHE QUESTO: MALATTIA INFANTILE DEI NOSTRI TORMENTATI TEMPI… PERFINO FOTOGRAFICI

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di Maurizio Rebuzzini

Dall’autorevole Vocabolario Treccani, accessibile anche in Rete. Egocentrismo: «Sostantivo maschile (derivato di egocentrico). In psicanalisi [!], atteggiamento di chi tende a porre se stesso al centro di ogni evento; per cui, la propria percezione delle cose e i propri giudizi assumono un valore pressoché assoluto, rendendo difficile l’accettazione del punto di vista degli altri, e -quindi- la comunicazione sociale. Con uso esteso e più generico, il carattere e il comportamento di chi tende ad accentrare, a voler fare tutto da sé.

«Egocentrismo infantile: tendenza tipica dei bambini, fino ai sette-otto anni, ad affermare in ogni situazione la loro capacità di autonomia e a rifiutare l’aiuto degli adulti».

È più che certo che, qui e oggi, richiamiamo una forma di Egocentrismo, in quanto malattia infantile del nostro Tempo.

Complice il clima e l’indotto social che ci sovrastano, sempre che non si abbia la forza e il coraggio di chiamarsi fuori da certi (terribili) riti, è egocentrismo pensare che qualcuno sia interessato ai momenti della nostra vita quotidiana.

Per quanto credo a coloro i quali mi raccontano delle comunicazioni social di tale Fedez, che non so chi sia, che mi si dice essere cantante rapper, che si offre e propone come influencer (oggi, si dice così) che vive a fior di telecamera puntata su di sé, mi permetto un distinguo. Più che cantante, è imprenditore (di se stesso), che edifica un’immagine di sé spendibile e vendibile. Il suo egocentrismo è gratificato (e giustificato?) da una redditività di impresa probabilmente invidiabile. Ammesso e non concesso che...

Insomma, i fatti propri (detta meglio, i cazzi propri) sono stati elevati di valore, in relazione a una scala e unità di misura quantomeno contorta e contraddittoria: ma non importa. Così come non mi interessa nulla delle cadenze di vita privata che invadono la Rete: alla maniera di Fedez, anche dal fronte fotografico, anche in rivelazioni sanitarie intime. Ovvero, quante-tante estensioni pubbliche della propria vita privata, in cronaca social: che pena! che tristezza! che schifo! che dolore! “sinistra” (politica), contrapposta alla “destra”, si è comportata peggio di quanto rimprovera alla “destra” (politica). Tanto pensiero di questi “compagni” è talmente torbido e impuro da sollecitare soltanto disgusto. Per esempio, Premio in risarcimento/indennizzo di una promessa non mantenuta (che non si è potuta mantenere): so a cosa mi sto riferendo, per confessione di

A questo proposito, ricordo come -in decenni tra/passati-, si fuggiva da coloro i quali proponevano di proiettare le proprie fotografie o i propri filmini a passo ridotto delle vacanze. Certo, ha ragioni (da vendere) Seymour “Sy” Parrish, protagonista del film ad alto tasso fotografico One Hour Photo, del 2002, quando riflette che «quando guardiamo i nostri album fotografici vediamo soltanto momenti felici; nessuno scatta fotografie dei momenti che vuole dimenticare». Però, e soprattutto oggi, attraverso l’insieme delle proprie istantanee, ciascuno intende anche lasciare una indelebile traccia di se stesso: «io ci sono», urla.

Anche in Fotografia, ovviamente. Con esempi illuminanti, selezionati dai tanti che ci raggiungono giorno per giorno, peraltro senza mai scalfirci. Per non parlare, poi, dei maneggi, degli intrallazzi, delle tresche, degli inganni, degli intrighi, delle macchinazioni, delle manovre, dei brogli attraverso i quali e con i quali vengono distribuiti onori e onorificenze di parrocchietta.

In questo senso, quella che si potrebbe identificare come un componente del Comitato scientifico preposto.

Ancora in testimonianza diretta, a proposito di maneggi e tresche e brogli della “sinistra”, posso certificare che il più coerente, veritiero e lucido saggio sul “comunismo” italiano è Falce e carrello (ottimo titolo), di Bernardo Caprotti, creatore di Supermarkets Italiani SpA, genericamente conosciuti come Esselunga. Sottotitolata Le mani sulla spesa degli italiani, l’analisi dell’imprenditore, pubblicata nel 2007, rivela con quali macchinazioni la Lega delle Cooperative (Coop e Conad) sia stata favorita nel mondo della grande distribuzione.

In base a quale esperienza posso esprimermi per questo? Non certo dal territorio della Fotografia, ma da quello di presidente e co-fondatore di una cooperativa alimentare di successo: Cooperativa di consumo Centofiori, dal 1980, fondata il venticinque aprile e attivata (in negozio al pubblico) il dodici dicembre. Due date non casuali.

In Fotografia, per altri esempi. In veste di curatore di una mostra fotografica, esposta a Matera nel Duemiladiciannove, un ambiguo personaggio si è autoqualificato «Regista cinematografico e storico della fotografia»: non abbiamo trovato riscontri per nessuna delle due identificazioni, né film creditati [www.imdb.com], né studi in merito; e, comunque, combinazione professionale curiosa. Addirittura, unica nel panorama planetario.

Avanti, e testuale (punteggiatura compresa): «Il cosa, la categoria che Roland Barthes definisce “spectrum”, è il soggetto o oggetto fotografato e quindi colui o ciò che ha destato sicuramente l’interesse del fotografo -“operator” per Barthes- e che può, ma anche no, suscitare l’interesse del fruitore -“spectator” per Barthes- dell’immagine» (dalla Rete, forse: www. seghementali.st[upid]).

Ancora testuale, dallo stesso sito ipotizzato, che -purtroppo- non esiste, pur meritando di esserci: «XY propone una sorta di minimalismo visuale, spesso rarefatto, attraverso la semplice apparizione delle cose, eppure quasi paradossalmente a questa sospensione si accompagna un forte senso del corpo materico della fotografia, della fotografia come oggetto».

Dal comunicato stampa della mostra Viaggio Racconto Memoria, di Ferdinando Scianna, al Palazzo Reale di Milano, questa primavera. Dalla nota di Domenico Piraina, direttore del Palazzo Reale (certamente, non riletta da nessuno tra quanti deputati a farlo, a doverlo fare): «Venti cinque anni fa, realizzammo a Milano, una splendida esposizione di Henry Cartier Bresson» [a parte la punteggiatura: Cartier-Bresson (con il trattino!) è francese, dunque Henri].

Purtroppo, io arrivo da un tempo nel quale il narcisismo era considerato difetto, dal quale sfuggire. Oggi è una qualità da perseguire.

Arrivo da un Tempo. ■ ■

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