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Corsi e ricorsi
C’era una volta il Sicof
Siccome pochi lo ricorderanno, l’acronimo Sicof va decodificato: Salone Internazionale Cine Foto Ottica e Audiovisivi. L’intrepido e qualificato Roberto Pinna Berchet lo creò nell’autunno 1969... mille e mille anni fa. Dopo cinque edizioni annuali, con quella del 1972 svolta a Bari (Sicof Levante), nel 1975, il passaggio a primavera coincise con la cadenza biennale, in anni dispari, alternati ai pari della Photokina, di Colonia, in Germania, riferimento internazionale assoluto. Dall’album dei ricordi, quattro istantanee, in evocazione e sottolineatura di un clima vivo e appassionante.
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In ordine. Sicof 1973: Photo 13. Rivista pilota: leggete oggi quello che gli altri vi diranno domani; Sicof 1975: nello Spazio Giovani, da sinistra, Luca Rossi, Carlo Cerchioli, Silvio Wolf; Sicof 1977: Ken Bowen (flash Bowens) e Lino Manfrotto; Sicof 1979: Giovanna Calvenzi, Beppe Preti e Paolo Gioli (mancato lo scorso ventidue gennaio, a ottant’anni).
La faccia come il...
Quando pensiamo a prospettive rovesciate, che trovano proprio terreno anche in coloro che hanno la-faccia-come-il-..., ci vengono in mente raffigurazioni dell’artista olandese Maurits Cornelis Escher, maestro dell’ambiguità. Da cui, identifichiamo come rispondenti e corrispondenti a una chiassosa “prospettiva escher”, tutto minuscolo, quei comportamenti di coloro i quali non hanno ritegno rispetto le proprie infamie.
Sullo scorso numero di FOTOgraphia, attribuito al bimestre giugno-luglio, abbiamo riferito la vicenda della moneta di due euro, emessa dalla Zecca dello Stato riprendendo una fotografia iconica di Tony Gentile -il ritratto dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uno accanto all’altro-. Sia questo conio, sia una precedente emissione filatelica, del 2002, in decennale, non hanno riconosciuto alcun diritto d’autore al fotografo. Riassumiamo: la Zecca dello Stato ha interpretato la legge della “fotografia comune”; l’Istituto Poligrafico ha optato per una fotografia dello stesso momento (quasi), negoziata con altro fotografo. In entrambi i casi, la malafede è palese e manifesta: nelle proprie comunicazioni, la Zecca dello Stato richiama la verità: «I ritratti dei due magistrati sono ispirati alla fotografia di Tony Gentile»; l’istituto filatelico sorvola su tutto. Certifichiamo con documenti ufficiali.
Leitz-Park Wetzlar
Ne abbiamo riferito sullo scorso numero di giugno-luglio: il Leitz-Park, a Wetzlar, entro il quale è compresa la sede amministrativa e centrale produttiva di Leica Camera AG, si offre e propone come «Un’esperienza unica e fonte di ispirazione, che trasforma l’universo del marchio e il fascino della fotografia Leica in un incontro sfaccettato». Aperto tutto l’anno, nel Leitz-Park tutto ruota attorno l’immagine, la scuola di visualizzazione, la storia della fotografia, la vivacità della cultura fotografica e le persone che stanno dietro le macchine fotografiche. In una definizione Leica più che immedesimata: Das Wesentliche... L’essenziale.
Da qui, un’esclusiva offerta di due giorni che invita i visitatori con la passione per la fotografia a scoprire il fascino di Leitz-Park: pernottamento e prima colazione presso l’elegante Living Ernst Leitz, visita al mondo di Leica Experience e alla mostra in corso all’edificio World of Leica (incluso un biglietto abbinato con l’ingresso al Viseum di Wetzlar) e una conferenza tenuta alla Leica Akademie. In combinazione (alternativa?), visite guidate, da prenotare all’indirizzo leicatour@leica-camera.com.
Sfera di cristallo
La Rollei Lensball si offre e propone per interpretazioni fotografiche arbitrarie: diciamo, creative? È esattamente ciò che dichiara di essere: una sfera di vetro (massiccio) trasparente; se si vuole vederla anche così è identica a una delle dotazioni standard delle chiromanti, che promettono di predire il futuro, leggendolo in una sfera di cristallo, per l’appunto, alternativa -in questa ipotesi- alla lettura della mano, attraverso le linee del palmo (destro).
La proposta Rollei Lensball si indirizza, invece, verso una particolare interpretazione della fotografia, dal paesaggio all’architettura, all’istantanea colta per strada (per piacere, evitiamo di declinare street photography... non ne possiamo proprio più!). Di fatto, propone di inquadrare soggetti riflessi nitidamente sulla/dalla sua superficie sferica. Attenzione: è indispensabile, non soltanto necessario, tenerla pulita e limpida, nel rispetto della sua perfezione priva di bolle d’aria e/o striature; da cui, in dotazione, un panno in microfibra, per la lucentezza preventiva della superficie esterna, e una opportuna custodia di protezione imbottita. In quattro diametri: 60mm, 263g; 80mm, 668g; 90mm, 945g e 110mm, 1730g.
Rolleiflex 3,5F: fotogenica
A proposito della biottica Rolleiflex (a volte alternata alla biottica di fantasia Polly Max), tra le mani di Valentina (Rosselli), protagonista di una lunga storia a fumetti, il creatore e autore Guido Crepax è stato esplicito: «Era la più bella da disegnare, tutto lì. Aveva belle forme e poi era bella da tenere tra le mani; se si potesse dirlo, era fotogenica. Poi, mi piaceva anche perché lasciava libero il viso, mentre altre macchine fotografiche si debbono portare all’altezza dell’occhio. La Polly Max / Rolleiflex era congeniale alle esigenze del disegno».
Da cui, vignetta con Rolleiflex 3,5F da Il bambino di Valentina (1969-1970).
Dalle Stronzate alla Verità
Abbiamo avuto già modo di presentare il saggio filosofico di Harry G. Frankfurt: Stronzate, in edizione Rizzoli, del 2005. A seguire, due anni dopo, nel 2007, lo stesso editore italiano ha pubblicato l’altrettanto efficace Il piccolo libro della Verità, dello stesso autore Harry G. Frankfurt (1929-), professore emerito di filosofia alla Princeton University. Questo secondo testo completa il primo: «L’indifferenza alla verità, che ho sostenuto essere tipica delle stronzate è negativa. [...] L’indifferenza verso la verità è indesiderabile e perfino deplorevole. [...] La verità è per noi importante, dobbiamo curarcene in modo speciale».
Vieni avanti...
In assoluto, bisognerebbe essere capaci di controllare le proprie emozioni momentanee, magari dominandole. Nell’estate Duemiladiciotto, a Grosseto, in Toscana, in occasione di una (infelice) retrospettiva sulla fotografia di Gian Paolo Barbieri, al selezionato bookstore che presentava e offriva monografie, alcune delle quali autentiche raffinatezze e preziosità bibliografiche, un operatore commerciale della fotografia (fotonegoziante), alla ricerca di patente culturale (totalmente improbabile), fu attirato dalla prima edizione di Tahiti Tattoos (Fabbri Editore, 1989). Il volume è quotato per quanto vale. Però, conoscendo entrambi i soggetti (monografia e possibile acquirente), feci notare che in una libreria vuota di volumi fotografici, quale la sua, forse sarebbe stato meglio non tenere conto di valori bibliografici eccessivi (per la personalità del fotonegoziante), magari rivolgendosi a una quantità di edizioni, piuttosto che alla loro qualità formale, per lui inutile: magari, a partire dall’ottima edizione corrente di Tahiti Tattoos, pubblicata da Taschen Verlag, nel 1998.
CENTOPERCENTOINASTA
1 ASTA 100 FOTOGRAFIE 100 AUTORI
100 fotografie donate da 100 autori per un asta in favore di FOTOgraphia, affinché possa continuare a percorrere il proprio cammino e alimentare la riflessione sulla Fotografia utile e indispensabile nella contemporaneità del Pensiero attorno a... IN DATA DUEMILA 23 DA STABILIRE MOLTO PROBABILMENTE Siete invitati a un appuntamento di impegno e valore per sostenere la rivista FOTOgraphia equinozio di primavera ? DATA IPOTIZZATALUNEDì 20 MARZO 2023