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Editoriale
Eppure, dobbiamo vivere il presente, ipotizzandone la sua proiezione verso il futuro. Allo stesso momento, non va dimenticato il passato: per quanto presente, futuro e passato siano anche tessere autonome, ognuna a proprio modo, tutte insieme coincidono e convergono nel medesimo mosaico: tasselli di e per quella evoluzione individuale in base alla quale ciascuno di noi edifica le proprie esperienze, costruisce la propria personalità. Anche in Fotografia. Ma, attenzione, il cammino non è soltanto cronologico e temporale, sempre in avanti. Tante volte, sono opportuni anche momenti di riflessione, di meditazione. Tornando sui propri passi, si possono ricongiungere e riannodare fili sparsi, utili e/o necessari per riprendere (da capo?) il proprio cammino là dove circostanze a noi esterne e -magari- estranee l’avevano interrotto. Considerazione e lezione fondanti. Molto probabilmente, forse addirittura certamente, questa linea di pensiero non è dote esclusiva delle persone fisiche (del Sapiens, per dirla alla grande). In momenti recenti, in stretta attualità temporale, una azienda leader del comparto fotografico lo ha certificato in modo e misura clamorosi. La tedesca Leica Camera AG ha annunciato, presentato e introdotto sul mercato la ripresa produttiva della Leica M6, una delle punte di diamante della propria lunga e valorosa Storia tecnico-commerciale. Ekkoci qui, al fragoroso cospetto di un intreccio temporale tra presente, futuro e passato che certifica come e quanto riprendere e riallacciare fili sparsi sia parte sostanziosa di ogni vita, anche di quelle apparentemente soltanto mercantili (per quanto, sia chiaro, gli indirizzi di mercato sono guidati e diretti da persone). Come già sottolineato, in occasione opportuna, oltre il proprio ruolo guida nella storia evolutiva della tecnica e tecnologia fotografica, Leica Camera AG sta offrendo alla Fotografia stessa una personalità aziendale addirittura etica, per quanto in etica del capitalismo. Ora, con la riproposizione della Leica M6 del passato, per tanti versi perfino remoto, sottolinea addirittura una propria vocazione... terapeutica. Sì, proprio terapeutica: rivolta e indirizzata a una generazione di utenti potenziali e possibili che, oggi, possiedono serenità economiche tante e tali da soddisfare il provvidenziale superfluo, oltre l’indispensabile necessario (per quanto, la nostra visione individuale invertirebbe i termini: il superfluo avanti al necessario, per compiacimento e gradimento di Vita). Eclatante nella propria configurazione, al culmine di un processo di crescita avviato decenni e decenni prima, senza ombra di dubbio, in tempi di propria attualità tecnico-commerciale, la Leica M6 originaria è stata sogno irraggiungibile per molti giovani autenticamente entusiasmati dalla Fotografia: contrassegno e nota distintiva del raggiungimento di uno status non negoziabile. Questi stessi giovani, che ieri l’altro non hanno potuto avvicinarsi alla Leica M6, tenuti a distanza dal suo prezzo di vendita-acquisto, ora sono stabilmente inseriti nel mondo del lavoro, spesso in collocazioni aziendali medio-alte.
Inevitabilmente, in metafora, in ipotesi: verranno per motivi che neanche loro sapranno spiegare; imboccheranno la via, senza comprendere perché; arriveranno innocenti come perle, colmi di nostalgia; pagheranno la Leica M6 senza pensarci un attimo, perché i soldi li hanno. È la pace che manca loro. Maurizio Rebuzzini
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