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Ciao, zio Douglas

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Grande il formato

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Non avrei mai pensato di dover salutare Douglas Kirkland in questo modo. I nostri pensieri, per fortuna, rimangono quasi sempre lontani dal brillante aforisma La vita è un’avventura da cui non si esce vivi, del vulcanologo francese Maurice Kraft, morto nel 1991 sul vulcano Unzen, in Giappone, quasi a dare ancora più intensità alla sua affermazione.

Ora: Douglas Kirkland è stato una persona meravigliosa, resa ancor più meravigliosa dalla presenza di sua moglie Françoise. Fu Grazia Neri a presentarmeli, mille anni fa.

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Non capitava spesso di vederci, ma quando ci si incontrava, a Milano o altrove, era come ritrovare mio fratello e mia cognata.

Ogni volta che passava dalla California, mio figlio Niccolò andava a trovare gli zii Kirkland, a casa loro, in Wonderland Park Avenue, sulle Hollywood Hills, a Los Angeles. In un cerchio di raggio di meno di dieci miglia, si trovano i più importanti studi cinematografici delle major hollywoodiane (Paramount, 20th Century Fox, Universal, Warner Bros), teatri di posa presso i quali Douglas Kirkland ha lavorato così tanto spesso.

Mio nipote Matteo, quando andò in California per il brevetto di pilota, trovò da Douglas e Françoise una calda ospitalità, della quale ancora, in casa, si parla.

Torno a Douglas e al suo lavoro. Pochi, oggi, si ricordano del settimanale statunitense Look. Grande competitore di Life, simile veste grafica. Assunse Douglas Kirkland nello staff. Fu in tale ruolo che, nel 1961, gli fu as-

segnata una sessione fotografica con Marilyn Monroe. Quelle fotografie, scattate solo pochi mesi prima della misteriosa e controversa morte dell’attrice, del Mito, sono entrate nella leggenda della Fotografia, e hanno avviato la sua carriera professionale. Non ricordo a memoria tutte le straordinarie immagini scattate da Douglas Kirkland. Mi faccio aiutare, sbirciando, su Wikipedia. Nel corso degli anni, hanno posato per lui da Man Ray al fotografo/pittore Jacques Henri Lartigue, al fisico Stephen Hawking. I suoi soggetti più celebrati sono state le star del cinema e della musica, i cui astri si sono allungati sui decenni: Romy Schneider, Audrey Hepburn, Sting, Björk (Biörk Guðmundsóttir), Mick Jagger, Arnold Schwarzenegger, Morgan Freeman, Orson Welles, Andy Warhol, Oliver Stone, Mikhail Baryshnikov, Leonardo DiCaprio, Judy Garland, Marlene Dietrich, Brigitte Bardot, Elizabeth Taylor, Sophia Loren, Catherine Deneuve, Michael Jackson, Paris Hilton, Peter Falk e Diana Ross. A Coco Chanel, senza ombra di dubbio la più celebre stilista di tutti i tempi, con la quale Douglas Kirkland trascorse ventuno giorni, nel 1962, è dedicato il delizioso libro Coco Chanel: Three Weeks / 1962. I suoi ritratti di Charlie Chaplin e di John Travolta si trovano esposti nella prestigiosa e autorevole National Portrait Gallery, di Londra. Douglas Kirkland è stato il fotografo di scena 1969. Immagine-simbolo di Douglas Kirkland scattata in Irlanda durante la realizza- di alcuni film di grande zione del documentario Good Bye Home, sul perché la popolazione stava lasciando il successo, non soltanto paese. La moglie Françoise è sul carro sullo sfondo, al lavoro con il registratore di suoni. commerciale; tra i tanti: 2001: A Space Odys-

Judy Ross

sey (2001: Odissea nello spazio), di Stanley Kubrick, del 1968; The Sound of Music (Tutti insieme appassionatamente), di Robert Wise, del 1965; Sophie’s Choice (La scelta di Sophie), di Alan J. Pakula, del 1982; Out of Africa (La mia Africa), di Sydney Pollack, del 1985; The Pirate Movie (Il film pirata), di Ken Annakin, del 1982; Butch Cassidy and the Sundance Kid (Butch Cassidy), di George Roy Hill, del 1969; Romancing the Stone (All’inseguimento della pietra verde), di Robert Zemeckis, del 1984; Titanic, di James Cameron, del 1997; Moulin Rouge!, di Baz Luhrmann, del 2001; Fahrenheit 451, di Françoise Truffaut, del 1966.

Nel 1995, Douglas Kirkland ha ricevuto un premio alla carriera dall’American Motion Pictures Society of Operating Cameramen.

La sua monografia illustrata James Cameron’s Titanic, del 1998, è stata la prima del proprio genere a raggiungere la vetta nell’elenco dei best seller del qualificato quotidiano The New York mostra analogamente grandiosa Douglas Kirkland. Fermo Immagine, con baricentro affine [sulla pagina a sinistra, in basso, l’invito: posato simbolico e ironico dell’attore inglese Peter Sellers nelle strade di Roma (inconfondibili!), in veste di paparazzo, realizzato nell’estate 1965, nei giorni di riprese del film -poco apprezzato- Caccia alla volpe, di Vittorio De Sica, su sceneggiatura di Neil Simon e Cesare Zavattini].

PS. Da una intervista a Douglas Kirkland del National Museum of American History, del 29 settembre 2017. Nel passaggio Catturare con la fotografia lo spirito delle celebrità: «Ho realizzato ritratti di Elizabeth Taylor, nel 1961; e questo ha dato una considerevole spinta alla mia carriera. Mi sono avvicinato alla fine di una intervista e le ho detto: “Elizabeth, sono nuovo in questa rivista [Look Magazine]. Riesci a immaginare cosa significherebbe per me se FOTOgraphia, aprile 2011: Vogliamo parlarne? / Numero Nero / Black Issue. mi dessi l’opportunità di fotografarti?”... “Va bene, vieni domani sera”. «Verso la fine della sua carriera, ho trascorso un mese con Judy Garland. Sono andato a Toronto e Los Angeles con lei e la sua famiglia. Judy era fragile, 26 agosto 1997. Dou- ma amava essere al centro dell’attenglas Kirkland con Nic- zione. Alla fine, volevo ottenere qualcosa colò Piazza, in occasione di speciale. Le ho detto: “Abbiamo readel suo diciannovesimo lizzato molte belle fotografie; ne vorrei compleanno. una più privata. Si è voltata di lato e ha iniziato a piangere sommessamente... ripensava alla sua vita difficile. L’ho rassicurata dolcemente. Alla fine, osservando uno dei ritratti che realizzai, si

Archivio FOTOgraphia

Vincenzo Cottinelli Lello Piazza

Times. Quindi, a seguire, cito un altro suo libro più che considerevole: A Life in Pictures, pubblicato nel 2013.

Nel 2017, in occasione del suo ottantesimo compleanno, in apertura della Settantaquattresima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica, di Venezia, in collaborazione con il settimanale Vanity Fair, l’Istituto Luce Cinecittà lo ha celebrato con l’imponente retrospettiva Douglas Kirkland: A Life in Pictures.

Un mese più tardi, nell’ottobre Duemiladiciassette, al MAXXI di Roma, con Douglas Kirkland e Françoise, abbiamo festeggiato l’inaugurazione di un’altra

Su FOTOgraphia, oltre altre presenze (Marilyn Monroe, sopra tutte, ma non soltanto), Douglas Kirkland è stato uno degli autori invitati che hanno “illustrato” l’edizione speciale e provocatoria (ammesso che) Vogliamo parlarne?, altrimenti conosciuta come Numero Nero, oppure Black Issue, dell’aprile Duemilaundici.

Per molti motivi, Douglas Kirkland ha un posto nell’Olimpo dei personaggi leggendari della Fotografia.

È mancato lo scorso due ottobre, a ottantotto anni.

commosse: “Questa è la fotografia che vorrei avere sempre appesa in casa”. «Ho fotografato Marilyn solo in una occasione. Abbiamo scattaDouglas Kirkland e sua to a Hollywood. Mi disse: “So moglie Françoise foto- di cosa abbiamo bisogno. grafati al MAXXI di Roma, Una bottiglia di champanel dopo-inaugurazione della mostra Douglas gne Dom Pérignon, un letto, lenzuola di seta bianca e musica di Frank Sinatra. E io Kirkland. Fermo Imma- non indosserò nulla”. Poi, ha gine, ottobre 2017 (invito insistito: “Le lenzuola devosulla pagina accanto). no essere di seta”. Riuscite a immaginare cosa può aver provato un ragazzo di Fort Erie, in Ontario, sentendo queste parole?». ■ ■

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