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Lavorare sul percepito

Ma perché va bene spendere 1 euro e 30 centesimi al bar per un caffè bevuto al banco - tariffa corrente nel Nord Italia - oppure 2 euro per una bottiglia da mezzo litro di acqua all’Autogrill ma non posso spendere 2 euro e 50 centesimi o 3 euro per un piatto fresco pronto acquistato al supermercato che mi può fare da pasto completo e salutare? Nei giorni in cui la biologa Antonella Viola - siamo a metà gennaio - lancia l’allarme sui danni che il vino provoca alla nostra salute - ci toccherà aggiornare la foto di questa pagina - un autentico tsunami per un’industria che da sola in Italia vale circa 13 miliardi di euro, e nei giorni in cui Putin annuncia che stiamo andando “ verso la catastrofe globale” per ricordarci che la guerra in Ucraina è lungi dall’essere verso la conclusione, ci troviamo a ragionare sul futuro del comparto ortofrutticolo in Italia. L’inflazione a doppia cifra c’è e si fa sentire. è sotto gli occhi di tutti. L’incertezza regna sovrana e si sa, quando c’è incertezza si riducono le spese, soprattutto del superfluo. Si sta più attenti a come si spendono i soldi. Tradotto, cre- sce e crescerà sempre di più la marca del distributore (MDD) che infatti è aumentata del 2,8% a volume nel 2022 Crescono e cresceranno sempre di più i supermercati di convenienza, cioè gli ex discount, che garantiscono una spesa veloce ed economica con un assortimento essenziale che non disdegna alcuni prodotti di marca industriale La scala prezzi è presto detta Prendiamo il caso delle Gocciole Pavesi, il biscotto più consumato dagli italiani, nella confezione da 500 grammi, nella città di Verona: 2,45 euro da

Lidl Italia, 2,49 euro al Famila Superstore, 2,55 euro da Esselunga, 2,99 euro nella bottega di vicinato. I supermercati tradizionali non potranno mai averla vinta in termini di prezzo con i discount per lo stesso motivo per cui le botteghe non potranno mai competere con i supermercati in fatto di prezzi: hanno una proposta fatta di prodotti e servizi diversi e hanno una struttura dei costi diversa Ma torniamo al settore ortofrutta Su cosa lavorare? Sul percepito Come? Trasmettendo i valori del prodotto, fin dall’atto di acquisto Un percorso che si può fare insieme alla grande distribuzione Ma attenzione, non è un percorso semplice Perché la stessa grande distribuzione ha più marginalità negli altri settori, alimentari e non alimentari, per cui non ha interesse a sposare la causa dell’ortofrutta, per nobile che sia Molto più facile marginare dalle bibite, dai salumi o dagli alcolici Sono cancerogeni? Sì, ma fanno ingrassare i bilanci La grande distribuzione è cattiva? No, deve curare i suoi interessi, non è mica un ente di beneficienza Allora torniamo al piatto pronto a 2 euro e cinquanta o 3 euro, che sia una zuppa, un risotto, un’insalata pronta, una pasta e fagioli Ma dov’è che puoi pasteggiare con così pochi soldi, con un cibo così sano e con un tempo di preparazione così ridotto?

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