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P ra t i c h e s l e a l i in a g ri c ol t u ra , l a l e g g e f a n t a s m a
Ismea ha pubblicato i costi complessivi per le mele del Trentino Eugenio Felice
Il decreto legge 198/21 in materia di pratiche sleali è entrato in vigore in Italia il 15 dicembre 2021 con la p u b b l i c a z i o n e s u l l a G a z z e t t a U f f i c i a l e . Tr a i n u m e r o s i aspetti dei rapporti commerciali regolamentati dalla nuova normativa con riferimento al settore agricolo e a lime nta re , vi è que llo re la tivo a lle ve ndite so tto c o sto che sono espressamente vietate, con delle eccezioni Il supermercato può vendere sottocosto, ma non può imporre al fornitore prezzi sotto i costi di produzione
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L’antefatto “Abbiamo mantenuto la promessa fatta: dopo 10 anni di attesa, siamo riusciti, in un tempo record, a mettere al bando le pratiche commerciali sleali nella catena alimentare per garantire un trattamento equo ad agricoltori, produttori e consumatori europei Mi auguro che l’Italia possa continuare a dimostrarsi capofila nella battaglia che siamo riusciti a vincere a livello europeo, recependo rapidamente la direttiva, estendendo la protezione a tutti i produttori, e aggiungendo alla lista di pratiche proibite anche le vendite sotto costo e le aste a doppio ribasso Grazie al Parlamento Ue, in appena 12 mesi abbiamo raddoppiato da 8 a 16 le pratiche sleali con la possibilità di estenderle ulteriormente a livello nazionale, protetto la quasi totalità degli agricoltori, delle cooperative e delle industrie alimentari dell’Ue, compresi i settori del floro-vivaismo e della mangimistica. Ma anche difeso la confidenzialità di chi denuncia e introdotto l’obbligo per l’autorità di contrasto di porre fine a queste prassi, sanzionando i responsabili L’Europa ha dimostrato ancora una volta di saper battersi al fianco dei più deboli. Ora la palla passa ai parlamenti nazionali per i recepimenti nei singoli Stati membri”. Così commentava Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo e relatore della direttiva Ue contro le pratiche sleali in agricoltura. La firma è avvenuta il 17 aprile 2019 da parte del presidente del Parlamento europeo. Il recepimento da parte dell’Italia? Non è avvenuto in tempi così rapidi
Nella foto scattata il 13 dicembre 2022 un dettaglio del reparto ortofrutta di un punto vendita Eurospin della provincia di Verona Le mele Golden Delicious così come le Red Delicious sono vendute sfuse a un prezzo di 1,69 euro al kg Stesso prezzo abbiamo rilevato nello stesso giorno da Lidl Italia L’inflazione in questo caso non c’è stata: il prezzo era identico lo scorso febbraio
Per le ultime statistiche diramate da Assomela, la produzione italiana lorda di mele disponibile per la campagna 2022/23 è stata di 2,054 milioni di tonnellate, praticamente identica a quella dell’anno precedente Si segnala tuttavia la disponibilità inferiore rispetto al previsto e rispetto allo scorso anno, di mele destinate al consumo fresco, causa elevato pack-out In questo caso la stima è di 1,762 milioni di tonnellate. Da evidenziare un nuovo record produttivo per le mele biologiche, che dovrebbero superare le 220 mila tonnellate Il Trentino e l’Alto Adige perdono a volume il 9 e l’8% rispetto al 2021
(€/ha)
Costi variabili
Input produttivi - Fertilizzanti
-Fitosanitari
Altri costi* Carburanti Energia elettrica Manodopera Spese generali** Costi fissi*** Totale costi
*
Costi di produzione delle mele Golden in Trentino - euro/ha
apr -22 5 359,34 1 912,67 579,08 1 333,59 2 571,25 517,79 357,63 12.077,79 2.914,63 8 775,18 29.153,94 mag -22 5 404,23 1 935,41 595,87 1 339,53 2 571,25 539,94 357,63 12.077,79 2.941,63 8 775,18 29.198,83 giu -22 5 505,85 2 000,66 659,56 1 341,10 2 571,25 576,31 357,63 12.398,99 2.941,63 8 775,18 29.621,65 lug -22 5 442,20 2 003,80 661,13 1 342,67 2 571,25 550,66 316,50 12.398,99 2.941,63 8 775,18 29.558,01 ago -22 5 443,79 2 011,91 668,83 1 343,09 2 571,25 544,13 316,50 12.398,99 2.941,63 8 775,18 29.559,60 set -22 5 441,17 2 023,28 679,74 1 343,54 2 571,25 530,15 316,50 12.398,99 2.941,63 8 775,18 29.556,98 ott -22 5 454,06 2 027,78 683,00 1 344,78 2 571,25 538,54 316,50 12.398,99 2.941,63 8 775,18 29.569,86 nov -22 5 495,10 2 093,53 748,92 1 344,60 2 571,25 513,83 316,50 12.398,99 2.941,63 8 775,18 29.610,90
Fonte: Ismea
Il recepimento. A inizio novembre del 2021 è stato approvato in consiglio dei ministri lo schema di decreto legislativo che vieta le pratiche sleali nei rapporti commerciali della filiera agroalimentare, sia tra imprese che in materia di commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari, a prescindere dai rispettivi fatturati dei contraenti.
Il recepimento della direttiva europea - proposta dall’allora presidente del consiglio dei ministri Mario Draghi e dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli, di concerto con i ministri degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, della Giustizia, dell’Economia e delle finanze e del ministro dello Sviluppo economico - prevede l’in- troduzione di un livello minimo di tutela comune a tutta l’Unione Europea e comprende un elenco di pratiche commerciali sleali vietate e un elenco di pratiche che sono autorizzate solo se concordate in termini chiari e univoci al momento della conclusione dell’accordo di fornitura. Non è più possibile imporre condizioni contrattuali eccessivamente gravose, come ad esempio la vendita di prodotti agricoli e alimentari a prezzi al di sotto dei costi di produzione “Sono stati così definitivamente riequilibrati i rapporti di forza tra le parti negli scambi commerciali, garantendo una posizione più equa per gli agricoltori e i produttori L ’ I C Q R F ( i l d i p a r t i m e n t o d e l l ’ Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi d e i p r o d o t t i a g r o a l i m e n t a r i d e l ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali), è stato designato quale autorità nazionale di contrasto deputata all’attività di accertamento delle violazioni delle disposizioni previste”, riportava il comunicato stampa del ministero. “Si realizza così - dichiarava nell’occasione la Coldiretti, che aveva fortemente sostenuto l’approvazione del decreto - un percorso virtuoso finalizzato a garantire un ’ equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera, proprio in un momento in cui molte imprese agricole stanno vendendo sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole del- d. lgs. 19 8/21, in materia di pratiche sleali, ha dato attuazione alla direttiva “Unfair Trading Practices”, con la quale il legislatore europeo ha inteso porre rimedio al grande squilibrio nel potere contrattuale tra i fornitori e gli acquirenti di prodotti agricoli e alimentari. Tra gli aspetti regolati c’è il sottocosto. la filiera gli oneri delle promozioni commerciali. Il balzo dei beni energetici infatti si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole strozzate da aumenti dei costi non compensati da prezzi di vendita adeguati”
15 dicembre 2021. è la data in cui è entrato in in vigore il nuovo decreto, a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che regol amenta i ra ppo rt i co mm e rc i a l i nella filiera Stop dunque alle aste al doppio ribasso in Gdo, considerate fra le 27 pratiche commerciali sleali vietate. Oltre al sotto costo di produzione e alle gare elettroniche, il nuovo decreto mette al bando comportamenti come il non rispetto dei termini di pagamento (non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili), l’imposizione all’acquirente da parte del fornitore di prodotti con date di scadenza troppo brevi e le modifiche unilaterali dei contratti, prevedendo che questi ultimi siano rigorosamente scritti. Ma come si fa a stabilire il costo di produzione o meglio il costo di fornitura che comprende anche il costo della centrale ortofrutticola? è lo stesso provvedimento a indicare espressamente in Ismea l’ente incaricato di calcolare questi costi E proprio a fine 2022, a un anno dall’entrata in vigore del decreto legge 198/21, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo e Alimentare ha pubblicato i primi dati, sulle mele
Il costo del produttore. Lo scorso dicembre Ismea ha aggiornato fino a novembre 2022 le rilevazioni sui costi che il coltivatore deve sostenere per produrre le mele Golden in Trentino, ma anche le mele Fuji s i a i n E m i l i a - R o m a g n a c h e i n Trentino. Il costo è indicato ad ettaro, ma considerando la resa media per ettaro, si ottiene anche il costo di coltivazione al kg. Per la Golden Delicious prodotta in Trentino questo costo è di 46 centesimi al kg, valore che si ottiene dividendo il costo di 29 611 euro a ettaro con la resa di 640 quintali ad ettaro. I dati con le voci di costo li ritrovate nella tabella di pagina 66. Il dato di Ismea tiene conto dei costi che deve sostenere il coltivatore, non dei costi della centrale ortofrutticola (selezione, confeziona-
Nella foto a lato mele Golden Del calibro 70+ in offerta a 99 centesimi al kg da Aldi Italia lo scorso 13 dicembre Qui sotto una calibratrice Greefa, in un magazzino dell’Alto Adige. Nella pagina affianco, il volantino di Esselunga dal 2 al 18 gennaio: all’interno, mele Red Delicious Naturama in sacco a 98 centesimi al kg Non si tratta di un ’offerta bensì di un prezzo basso continuativo che riguarda molti prodotti di diverse merceologie Difficile definire il prezzo al consumo che ripaghi in modo corretto tutti gli anelli della filiera, compreso il distributore Troppe le variabili da considerare mento, conservazione, marketing, logistica). Per avere il costo di produzione della mela bisogna quindi sommare le due voci di costo.
La centrale ortofrutticola. Qual è allora il costo di condizionamento e confezionamento? Ismea, in collaborazione con Assomela ha realizzato una ricognizione sui costi di condizionamento e confezionamento delle mele. Le informazioni sui costi sono state raccolte grazie al contributo dei principali confezio- natori italiani di mele, che hanno estrapolato i dati elementari dai bilanci di esercizio relativi alle campagne commerciali 2020/21 e 2021/22 Nello specifico, i bilanci di esercizio delle imprese di confezionamento che hanno partecipato all’indagine vanno dal 1° agosto al 31 luglio dell’anno successivo. In sostanza, quindi, questa ricognizione non ha raccolto informazioni relative ai rincari dei prezzi dei prodotti energetici e degli altri mezzi correnti di produzione che si sono verificati successivamente al luglio 2022. L’indagine ha preso in esame i costi sostenuti per la conservazione delle mele in celle frigorifere e per il confezionamento delle stesse al fine di poter essere commercializzate secondo gli standard qualitativi e commerciali vigenti a livello internazionale In particolare, sono stati contabilizzati tutti i costi riguardanti: la fase di accettazione nello stabilimento delle mele provenienti dai frutteti, le lavorazioni propedeutiche alla frigoconservazione, la frigoconservazione, le lavorazioni delle mele propedeutiche al confezionamento, il confezionamento e l’imballaggio per la spedizione, la movimentazione del prodotto all’interno dello stabilimento e, infine, il marketing e la pubblicità. Non sono stati inclusi nel calcolo del costo di condizionamento e il confezionamento: i costi di trasporto dallo stabilimento del confezionatore ai distributori/clienti, le tasse e le imposte, l’Iva, gli sconti ai clienti e gli altri costi commerciali.
Cosa emerge si vede nella tabella di pagina 68: costi aumentati da una campagna all’altra del 24,6% per un totale a kg di mela di 36,8 centesimi Parliamo della media nazionale per la campagna 2021/22
Costi per difetto a 83 centesimi. In realtà però sono più alti, perché dai costi calcolati da Ismea per le mele Golden Delicious prodotte in Trentino mancano alcune voci importanti e si fotografa una situazione per la centrale ortofrutticola ormai superata in cui alcune voci di costo erano più basse Per non parlare della generalizzazione su scala nazionale. “In realtà i costi sono ben più alti - ci riferisce un operatore del settore - perché mancano gli ammortamenti per gli impianti e solo la voce imballaggi nella campagna in corso è cresciuta di circa il 40% rispetto alla campagna precedente Per la centrale ortofrutticola i costi sono in realtà superiori ai 50 centesimi al kg. Sono dati, quelli di Ismea e Assomela, che non condivido per niente, fuorvianti per i produttori agricoli che si caricano di aspettative che poi andranno deluse
Nulla di fatto. In un anno non c’è stata una sola denuncia all’ICQRF per la violazione del decreto contro le pratiche sleali Il sottocosto, sulla carta ora vietato, se guardiamo i volantini dei supermercati continua a esserci indisturbato La normativa del resto è fumosa, perché il distributore non può imporre al fornitore un prezzo sottocosto, ma se è il fornitore a proporre quel prezzo per portare a casa la commessa allora va bene Insomma, il decreto legge 198/21 resta del tutto inapplicabile e a vincere sono sempre il mercato e i suoi padroni
Il suo nome è opal e identifica e valorizza presso il consumatore finale la varietà di mela UEB 32642, una selezione tra Topaz e Golden Delicious, varietà che possono essere considerate i suoi genitori La mela si presenta con un caldo colore giallo oro, con un po ’ di ruggine, a esaltare la sua natura rustica. Un aspetto che la distingue da tutte le altre varietà di mele, offrendo alla distribuzione un ’attraente diversità nell’esposizione dei punti vendita
Il sapore è esotico, con un ottimo bilanciamento tra dolcezza e acidità. La polpa di opal è croccante, di consistenza leggera, non ossida in seguito al taglio. Tra le sue caratteristiche di punta ci sono la fragranza distintiva e l’eccezionale durata di conservazione Il raccolto in Italia avviene a inizio ottobre, con disponibilità a partire da metà novembre. opal si presta sia alla coltivazione convenzionale che a quella biologica e, grazie alla sua natura rustica, richiede un programma di trattamenti fitosanitari ridotto
La produzione italiana di opal nel 2022 è stata di circa 3.500 tonnellate, proveniente in parte prevalente dal Piemonte (90%), in misura minore dal Trentino Alto Adige (10%). La maggior parte delle piante sono ancora giovani, per questo la produzione entro il 2025 dovrebbe raddoppiare e raggiungere le 7 500 tonnellate In Piemonte i frutticoltori sono una quarantina e coltivano opal su un ’ area di coltivazione di 35 ettari.