4 minute read

Transizione energetica, una necessità e una grande opportunità

Gli eventi dell’ultimo anno hanno attirato con forza l’attenzione sulla necessità di una transizione energetica in grado di contenere il prezzo dell’energia e la sua volatilità, assicurare l’indipendenza energetica e contribuire a mitigare il cambiamento climatico.

Se da un lato è vero che la direzione è oramai segnata, dall’altro è fondamentale individuare i driver di crescita lungo i quali questo processo si muoverà, gli investimenti necessari e le opportunità associate.

Il primo driver è legato alla domanda di risorse indispensabili al processo di elettrificazione. I costi dei minerali rappresentano già buona parte degli investimenti in tecnologie per l’energia pulita – si va da circa il 20% dei costi delle reti elettriche fino a quasi il 40% per le batterie per veicoli elettrici – e la domanda aumenterà con il processo di transizione energetica. Secondo le previsioni, tra il 2020 e il 20401 la domanda totale di minerali triplicherà, aumentando di 28 volte se si guarda ai soli veicoli elettrici e batterie. Proprio l’aumento dei prezzi di cobalto, litio e nickel è stato alla base dell’aumento dei prezzi delle batterie registrato nel 2022. I potenziali colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento di questi materiali rappresentano una reale minaccia al processo di transizione. La capacità di soddisfare la domanda attesa richiede massicci investimenti in risorse e materie prime.

Il secondo, importante driver di crescita, è l’elettrificazione

Rischi

**Tra le altre fonti a bassa generazione di carbonio figurano il nucleare, i combustibili con cattura di carbonio e altre fonti rinnovabili Fonte: Credit Suisse, febbraio 2023 dell’energia necessaria per azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050. Raggiungere questo obbiettivo presuppone un mix energetico drasticamente diverso da quello attuale. Non solo la quota di energia elettrica potrebbe più che raddoppiare, a discapito dei combustibili fossili, ma netto dovrebbe esser anche il cambiamento nella modalità utilizzata per produrla. Fonti eoliche e solari la fanno ancora una volta da padrone, crescendo di circa 20 volte a discapito, ancora una volta, dei combustibili fossili2

La transizione alle energie rinnovabili richiede infine una crescita significativa delle infrastrutture di rete, in grado di sostenere la decentralizzazione degli impianti energetici e lo sviluppo di soluzioni intelligenti per la trasmissione, la distribuzione, lo stoccaggio e il consumo di energia. Ancora una volta, le previsioni parlano di investimen- ti nelle reti distribuzione più che triplicati, dai meno di 300 miliardi di USD nel 2020, fino ai 1000 miliardi di dollari stimati nel 2040.

Attorno a questi tre driver, Credit Suisse Asset Management ha costruito il nuovo Credit Suisse (Lux) Energy Evolution Equity Fund. Il fondo, costituito da 4060 nomi tra le società esposte in maniera “pura” al tema mira a supportare il processo di transizione energetica, investendo lungo tutta la catena del valore: dai materiali alla produzione, alle infrastrutture per la distribuzione, lo stoccaggio e il consumo.

Se da un lato ciò pone il portafoglio in posizione favorevole per beneficiare appieno di tutti i driver di crescita associati al processo di transizione energetica, dall’altro permette anche di costruire un portafoglio maggiormente diversificato.

Infatti, non solo le aziende impegnate nelle diverse fasi del ciclo produttivo hanno business model tra loro molto diversi, ma sono anche spesso esposte a fattori differenti. Ad esempio, l’esposizione alle utilities impegnate nella produzione di energia eolica o solare– tradizionalmente dalle caratteristiche growth e più sensibili agli aumenti dei tassi di interesse – sarà parzialmente diversificata dalle società maggiormente correlate con le materie prime. Correlazione che, se caratterizzasse tutto il fondo potrebbe esporre a maggiore volatilità ma, essendo associata solo a uno dei suoi sottotemi, permette di diversificare il portafoglio e avere una potenziale protezione nei contesti di inflazione crescente.

I benefici di tale tipo di costruzione, evidenti nell’anno appena concluso, permettono di conciliare il lungo orizzonte temporale che tradizionalmente caratterizza gli investimenti azionari bottom-up e la capacità di gestire meglio le diverse fasi del ciclo economico.

1. Include cromo, rame, alluminio, metalli per batterie (litio, nichel, cobalto, manganese e grafite), molibdeno, metalli del gruppo del platino, zinco, terre rare e altri.

2. Fonte: Agenzia internazionale per l’energia (2021), Net Zero by 2025. Le proiezioni sono basate sul fabbisogno di minerali del settore globale dell’energia per azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050. ESG è l’acronimo di «Environmental» (ambiente), «Social» (sociale) e «Governance» (governance). Per ulteriori informazioni sui criteri d’investimento ESG e sugli aspetti legati alla sostenibilità del fondo, si invita a prendere visione dei documenti legali e regolamentari del fondo (come il prospetto) e a visitare credit-suisse.com/esg. Oltre agli aspetti legati alla sostenibilità, la decisione di investire nel fondo dovrebbe tener conto di tutti gli obiettivi e delle caratteristiche del fondo come descritto nel prospetto o nelle informazioni che dovranno essere comunicate agli investitori in conformità alle normative in vigore.

Gli investimenti azionari non offrono alcuna protezione del capitale: l’investitore può quindi perdere una parte o la totalità del capitale investito in questo prodotto. Gli sviluppi geopolitici o le normative in ambito energetico e ambientale (o le loro modifiche) possono incidere molto negativamente sull’universo investibile sottostante e sugli investimenti del portafoglio. L’esposizione alle società di minori dimensioni potrebbe tradursi in un’elevata volatilità nel breve termine e comportare un rischio di liquidità. In determinate circostanze, una maggiore concentrazione in settori specifici può indurre uno scostamento significativo della performance rispetto agli indici di mercato più ampi. L’esposizione ai mercati emergenti e ai prezzi delle materie prime potrebbe far aumentare la volatilità: investire nei mercati emergenti è più rischioso che investire nelle piazze sviluppate, mentre l’investimento in società legate alle materie prime comporta un più alto grado di ciclicità. La considerazione di fattori ESG e di sostenibilità può incidere negativamente sulla performance azionaria. La documentazione completa d’offerta, comprendente tutte le informazioni sui rischi, può essere ottenuta gratuitamente facendone richiesta ad un consulente Credit Suisse, a un rappresentante o, eventualmente, tramite Fundsearch (credit-suisse.com/fundsearch).

Pubblicità di natura finanziaria

Esclusivamente per clienti professionali. Questa è una comunicazione di marketing. Si invita a fare riferimento al prospetto/documento informativo del fondo e al KIID prima di prendere qualsiasi decisione d’investimento finale. L’investimento promosso nel presente materiale di marketing riguarda l’acquisto di unità o azioni in un fondo e non di attivi sottostanti. Gli attivi sottostanti sono di proprietà esclusiva del fondo. Ove questi materiali contengano affermazioni relative al futuro, queste hanno natura previsionale, sono soggette a rischi e incertezze e non sono garanzia di risultati/performance futuri. La documentazione completa d’offerta, comprendente tutte le informazioni sui rischi, può essere ottenuta gratuitamente facendone richiesta ad un consulente Credit Suisse, a un rappresentante o, eventualmente, tramite Fundsearch (credit-suisse.com/fundsearch).”

Pubblicità di natura finanziaria

Ogni investimento è soggetto alle dinamiche del mercato dei capitali e non è mai assicurata la realizzazione di profitti. Il valore finale dell’investimento può essere quindi anche inferiore rispetto al suo valore iniziale. Credit Suisse

Italy S.p.A. è una banca autorizzata dalla Banca d’Italia e vigilata dalla CONSOB per lo svolgimento di servizi di investimento in Italia. La sede legale di Credit Suisse Italy S.p.A. è

This article is from: