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UN APPROCCIO CONTRARIAN E ORIENTATO AL VALUE “ALLA RICERCA DI VALORE INESPRESSO”

Il fondo AcomeA Asia Pacifico, che ha ottenuto Rating FundsPeople 2023, è un azionario internazionale che investe almeno il 70% dell’attivo in azioni di società appartenenti al continente asiatico e all’Oceania.

Un approccio “contrarian”, per cui “si va ad accumulare rischio quando i prezzi scendono, e ad alleggerirlo quando i titoli si apprezzano, e quindi salgono”. Strategia premiante per l’AcomeA Asia Pacifico, fondo azionario internazionale che investe almeno il 70% dell’attivo in azioni di società appartenenti al continente asiatico e all’Oceania, e che ha ottenuto Rating FundsPeople 2023. Il comparto, gestito da Giovanni Buffa, senior fund manager azionario, e Giovanni Brambilla, vice presidente e responsabile investimenti di AcomeA SGR, ha chiuso il 2022 con una performance del -3,65% (Fonte AcomeA al 30 dicembre 2022) “contro una performance media in base a classifiche del -7,55 del benchmark e del -15,45% dei peer (mediamente più focalizzati su Cina)”, specifica Buffa che prende da qui le mosse per indicare come il fondo abbia beneficiato nell’anno “turbolento” appena concluso, anche di una gestione “dinamica” della valuta (nel caso di quelle che hanno un peso maggiore sul fondo, ossia lo yen e l’Hong Kong dollar) e dall’essere investito, per circa due terzi sul mercato giapponese, con il restante terzo esposto sul resto dell’Asia e principalmente sulla Cina.

COME AVVIENE LA SELEZIONE DEI TITOLI

“L’approccio di gestione è molto attivo”, afferma Buffa, e specifica che la società utilizza, sì, un benchmark di riferimento “ma è più uno strumento finalizzato a confrontare la nostra performance piuttosto che porsi come base per la costruzione del portafoglio”. Un primo elemento di differenziazione è dato, appunto, dal peso assunto dal Giappone a livello di selezione geografica “che arriva a rappresentare i due terzi del portafoglio, mentre non supera il 40-45% nel benchmark”. Il fondo si orienta poi principalmente sui titoli value, “cerchiamo di investire su titoli che non scontano una crescita eccessiva, ma che abbiano del valore inespresso. E da questo punto di vista la caratterizzazione ci porta a puntare su mercati, settori e titoli che hanno valutazioni generalmente più a sconto rispetto a quelle dei competitor”, afferma il gestore. Il principio cardine è sempre partire dall’analisi del business e dei numeri della società, con una prospettiva bottom up: “Guardiamo la società e i fondamentali della società e sulla base di questi criteri decidiamo l’investimento”. Mentre si scrive il fondo ha tra i 150 e i 180 titoli.

Focus Giappone

A livello regionale, continua l’esperto, la nomina del nuovo governatore della Bank of Japan Kazuo Ueda si presenta come una conferma della gestione del governatore uscente, Haruhiko Kuroda, per cui nonostante l’inflazione sia in aumento, è probabile che prosegua la politica di quantitative easing. “Questo può favorire gli esportatori, noi tendenzialmente rimaniamo positivi sul Giappone perché ha una storia strutturale di lungo periodo e di miglioramento della corporate governance e della redditività delle aziende, cosa che, a nostro avviso, il mercato non sta ancora prezzando”.

Per quanto riguarda il resto dell’Asia, “abbiamo un sovrappeso sul mercato cinese. Nonostante lo scorso anno la Cina non abbia ‘brillato’ riteniamo che alcuni dettagli, come il tema delle riaperture non siano anch’essi ancora pienamente scontati nei prezzi”. Il fondo ha anche un’esposizione del 5% rispettivamente su Australia, Corea del Sud e Taiwan. Su questi ultimi due Paesi pesa, in particolare, il tema legato alla produzione di semiconduttori. “L’approccio base è che nella seconda parte dell’anno si assista a un potenziale recupero della crescita. Riteniamo infatti – conclude Buffa –, che in questo momento il settore tecnologico sia vicino ai minimi (anche se, ovviamente, i minimi non li conosce nessuno)”.

Catia Lippolis

SENIOR ADVISORY CONSULTANT, ERSEL SPA

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