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ontinua a crescere l’appetito per i fondi di private debt. Il contesto di mercato sfidante per i tassi di interesse in aumento, l’inflazione e la crescita economica in discesa sta penalizzando molte tipologie di investimento, ma potrebbe giovare a questa asset class dei mercati privati. La ricerca di rendimenti corretti per il rischio interessanti, di diversificazione e di protezione dalle fiammate dei prezzi sono alcune ragioni che spingono sempre più investitori verso il debito privato. Questo momento favorevole trova conferma nell’ultimo studio che KPMG ha realizzato sui fondi di private debt in Lussemburgo. È stato promosso da ALFI, l’Associazione locale dell’industria dei fondi e si basa su un sondaggio realizzato tra 11 banche depositarie che rappresentano 905 fondi sull’asset class. Ne emerge un forte slancio di crescita di questi investimenti alternativi. A giungo del 2022 gli AuM dei fondi di private debt sono aumentati di oltre il 45% nel corso dell’anno, per un totale di quasi 268 miliardi di euro. E questo dato si aggiunge alla crescita di quasi

FONDI PER ORIGINE DELL’INVESTITORE

Fondi Per Settore Finanziato

REAL ESTATE INFRASTRUTTURE E TRASPORTI ENERGIA E AMBIENTE (INCLUSE LE TECNOLOGIE PULITE) FOOD E AGRICOLTURA CHIMICA, INFORMATICA, TELECOMUNICAZIONI, MEDIA E COMUNICAZIONI COSTRUZIONI BENI il 41% registrata nel 2021. “La domanda di finanziamenti rimane robusta, nonostante l’inflazione, i rischi di recessione e le tensioni geopolitiche”, spiega Valeria Merkel, partner di KPMG che si è occupata della ricerca. “Nel frattempo le banche stanno riducendo ulteriormente le loro attività di prestito a causa del continuo fabbisogno di capitale regolamentare e degli accantonamenti previsti per le perdite sui prestiti. Di conseguenza, ci aspettiamo che la crescita costante del mercato del debito privato continui nei prossimi anni”, aggiunge Merkel.

Pi Di Una Nicchia

Scendendo più nel dettaglio, si evince che la tipologia principale di investitori, data la complessità di questi strumenti, è costituita dagli istituzionali (84%), seguiti dal segmento retail (9%) e da individui con un alto patrimonio (HNWI) (3%). La maggior parte degli investitori istituzionali sono fondi pensione o compagnie di assicurazione (51%). Il 68% proviene dall’Europa, il 14,5% dal Nord America e il 17,5% dal resto del mondo. A seconda della loro strategia di investi-

PROSPETTIVE DI CRESCITA: I FONDI DI PRIVATE DEBT OFFRONO UNA CEDOLA

mento, i fondi di private debt possono essere originatori di debito o partecipanti al debito, e rappresentano rispettivamente il 44% e il 56% del settore. L’83% è di tipo chiuso, mentre il 17% è di tipo aperto. Le principali strategie sono tre: direct lending (64%), distressed debt (13%) e mezzanine (13%). Rispetto allo scorso anno, si registra una diminuzione del direct lending (-8%) e un aumento del venture debt (+4%), nonché un leggero aumento del mezzanino (+2%) e del distressed debt (+1%). Infine, sta assumendo un’importanza sempre maggiore la sostenibilità del debito privato, anche se, come si legge nello studio, “c’è ancora molto lavoro da fare per raggiungere la maturità vista in altri mercati”. Tre fondi di private debt su quattro rientrano nell’Articolo 6 dell’SFDR e il 23% nell’Articolo 8, ossia i fondi che promuovono l’ambiente o il sociale.

Contesto Favorevole

Il private debt offre strategie che forniscono una cedola a tasso variabile e possono rappresentare una copertura naturale contro l’inflazione. Secondo un recente studio di Aeon Investments che ha coinvolto diversi family office di Regno Unito, Stati Uniti, Svizzera, Germania e regioni nordiche che rappresentato un totale di oltre 98 miliardi di dollari in gestione, è questo uno dei motivi chia-

Interesse Crescente

La raccolta annuale dei fondi sul credito privato continua ad aumentare

Il Cape Di Shiller Sempre Pi Attuale

ve che lo rende attrattivo nell’incertezza attuale. La quasi totalità (99%) degli intervistati ha indicato che la combinazione di rendimenti interessanti e protezioni strutturali come le clausole del debito e il supporto del credito offrono un elevato grado di sicurezza. Inoltre, a indicazione delle prospettive di crescita, il 90% prevede un aumento della domanda di asset illiquidi, incluso il private debt, nei prossimi due anni. “Il private debt si è trasformato da nicchia a un’allocazione essenziale dei portafogli”, afferma Roland Toppen, chief financial officer dell’affiliata di Natixis IM MV Credit. “Storicamente, ha fornito rendimenti con una bassa volatilità rispetto ad altre asset class”, osserva.

Anche Schroders Capital, la divisione sui private asset del gestore londinese, ritiene particolarmente interessanti per il 2023 le strategie di private debt che beneficiano di tassi d’interesse variabili. Invita però a focalizzarsi sui settori non ciclici e meno esposti al rallentamento economico, ad esempio parti del settore sanitario o legati ad attività sottostanti tangibili (come immobili e infrastrutture). “Nell’attuale mercato, ci concen- triamo sulle strategie di prestito diretto, in cui le cedole sono a tasso variabile e dove la copertura degli interessi e i rapporti prestito/valore rimangono conservativi, dice il chief investment officer Nils Rode. Il credito privato continua ad espandersi anche come conseguenza della riduzione dei finanziamenti che le aziende ricercano sui mercati pubblici e tramite canale bancario. Si tratta per BlackRock Alternatives di uno dei fattori di supporto determinati per l’asset class. “L’aumento dei tassi d’interesse in molti Paesi ha causato delle perturbazioni sui mercati dei capitali. Ma potrebbe essere una manna per il credito privato grazie alla flessibilità del capitale nel reagire alle mutevoli condizioni di mercato”, spiega Edwin Conway, global head di BlackRock Alternatives. “Ma se le condizioni dovessero deteriorarsi, ci aspettiamo dispersione tra i settori: alcuni modelli di business potrebbero non funzionare, con un costo del capitale più elevato”, avverte. “Il rischio di un aumento dei tassi di insolvenza può essere mitigato attraverso la selezione disciplinata degli investimenti e la strutturazione delle operazioni”, conclude.

Gli shock post-COVID, la guerra in Ucraina e le tensioni sui mercati dell’energia hanno avuto ripercussioni sui mercati azionari nel 2022. I rialzi ripetuti dei tassi USA, episodio unico nella storia recente, hanno prodotto effetti notevoli sulle valorizzazioni dei mercati. Quando la liquidità è abbondante, le valutazioni sembrano secondarie: qualsiasi “growth-story” è buona per investire. Quando l’orizzonte è incerto e fare previsioni è difficile torna utile ritrovare un’ancora di lungo periodo: il P/E di Shiller (CAPE) può aiutare gli investitori a posizionarsi sui mercati tenendo presente le evoluzioni recenti e le tendenze di lungo periodo. Il CAPE misura la valorizzazione di un mercato o un settore comparandone il prezzo alla media degli utili su 10 anni (aggiustati per l’inflazione). Rispetto al classico P/E è meno sensibile al ciclo economico e permette di contestualizzare il valore dell’asset sul lungo periodo. Soprattutto a livello settoriale, con la dispersione a cui assistiamo dal 2020, il CAPE si è dimostrato uno strumento efficace per sfruttare le rotazioni di stile, come il ritorno del value. Con un CAPE a 29.2 negli USA e 20.5 in Europa, siamo ancora su livelli superiori alla media storica, sebbene inferiori ai picchi recenti. La dispersione settoriale consente alle strategie di rotazione settoriale di Ossiam basate sul CAPE di trarne beneficio.

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